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Dopo le "quote Latte" riemerge il dissesto FEDIT. Un emendamento alla legge di stabilità innesca nuovamente la discussione su chi deve ricevere i "1000 miliardi di lire".

di LGC - Emilia, 26 novembre 2013--

"Affossare l'emendamento sui crediti della Federconsorzi vuol dire sottrarre risorse dovute al mondo agricolo, ossia agli uomini ed agli enti che hanno fornito le proprie energie e mezzi al settore per farlo crescere e diventare una realtà da primato a livello internazionale". E' quanto afferma il direttore generale di Consorzi Agrari d'Italia Angelo Barbieri - all'agenzia stampa AGI - nel sottolineare che, "se non verranno riconosciuti i crediti spettanti a Federconsorzi, l'agricoltura italiana disporrà di risorse inferiori per la crescita e la competitività."

Ma sul fronte opposto si muove il resto del sistema organizzato agricolo, "Agrinsieme". Per l'organizzazione che accorpa CIA, Confagricoltura e Confcooperative, sostiene invece che "I crediti non spettano a Federconsorzi, sono risorse da destinare a tutta l'agricoltura".

Una posizione, ovviamente, contraria a quella di "Coldiretti" la quale invece, attraverso CAI (Consorzi Agrari d'Italia) sta riportando in vita la Fedit e vorrebbe perciò essere destinataria di quel "tesoretto".

"Ribadiamo - prosegue la nota di Agrinsieme - la nostra ferma contrarietà al tentativo, tenacemente perseguito in queste ore, di destinare risorse ad un'entità come Federconsorzi che di fatto non esiste più. Se all'interno della Legge di Stabilità si riuscirà a reperire risorse finanziarie per il comparto agricolo, queste dovranno essere utilizzate a vantaggio dell'agricoltura tutta. Si tratta di 400 milioni di euro, intorno ai quali è legittimo aspettarsi dal governo e dalle forze politiche che venga garantita sin dall'inizio la massima chiarezza e trasparenza sulle modalità e sugli scopi con cui le risorse verranno utilizzate".

Lo ribadisce Agrinsieme in riferimento a quanto dichiarato dalla CAI, Consorzi Agrari d'Italia, secondo cui spetterebbe a Federconsorzi il credito di 400 milioni di euro, che si cerca di recuperare attraverso un emendamento, attualmente sospeso, in discussione al Senato.

"I soldi sono degli agricoltori – continua Agrinsieme – e vanno spesi per misure e interventi che diano respiro a tutte le imprese, come la sospensione della seconda rata dell'Imu agricola. Il nostro settore non può correre il rischio di perdere somme preziose in contenziosi, perché potremmo imbatterci in anni di corsi e ricorsi".

 

FEDIT cibus06

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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