L’operatore del 112, intuendo la gravità della situazione inviava immediatamente una pattuglia sul posto. I militari, individuato lo stabile, salite velocemente tutte le rampe di scale fino all’ultimo piano, da dove in effetti stavano provenendo le urla, una volta localizzato l’appartamento, dopo essersi qualificati riuscivano ad aprire la porta e ad entrare. Aperta la porta si trovavano di fronte a due uomini, entrambi stranieri, in evidente atteggiamento tutt’altro che amicale, con uno dei due che presentava una piccola ferita sul dito della mano destra.
Riportata la calma i militari cercavano attraverso le dichiarazioni di entrambi di ricostruire l’intera vicenda.
L’uomo ferito riferiva di essersi recato a casa dell’amico per una visita di cortesia, tra l’altro preannunciata con una telefonata. Dopo avere mangiato e passato alcune ore in armonia d’un tratto il padrone di casa, come in preda ad un raptus, rovistava nel suo zainetto e non trovando il passaporto, senza proferire parola, dopo essere andato di corsa in cucina, tornava brandendo un grosso coltello a lama seghettata di circa 30 cm., solitamente utilizzato per il taglio del pane. Con il coltello in mano l’uomo minacciava quello che fino a poco prima era un amico, dicendogli che se non gli avesse restituito il passaporto per lui sarebbero stati guai. Non avendo avuto la risposta sperata, il padrone di casa, infuriato e ormai senza controllo si lanciava addosso a quello che ormai considerava il “ladro”. L’aggredito riusciva in qualche modo a bloccare la mano armata di coltello rimanendo leggermente ferito. Vistosi veramente in pericolo ha iniziato a gridare chiedendo aiuto, nella speranza che qualcuno lo sentisse e chiamasse i Carabinieri, e così è stato. Stabilita la dinamica, l’aggredito indicava ai Carabinieri dove, quello che ormai a tutti gli effetti era un ex amico, aveva nascosto il coltello prima del loro ingresso. In effetti i militari, spostato un divano rinvenivano dietro lo schienale un coltello a lama seghettata che veniva posto sotto sequestro. Entrambi gli uomini venivano accompagnati in caserma per formalizzare il racconto della vittima e procedere nei confronti dell’aggressore.
Al termine dell’attività, riscontrato il racconto della vittima, fatto salvo il principio di innocenza fino a sentenza definitiva, il 60enne è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Parma, per minaccia e lesioni.