Dalla ricostruzione dell’episodio i militari hanno capito che l’uomo non era stato vittima di una truffa on line ma di una vera e propria frode informatica.
“Una prima fondamentale distinzione è che, nel reato di truffa, l’attività fraudolenta riguarda la persona, mentre nella frode il target è il sistema informatico del soggetto passivo del reato. La frode informatica richiede l’alterazione di un sistema informatico oppure l’intervento senza diritto su dati, informazioni o programmi in esso contenuti".
È quello che, in sintesi, è accaduto alcuni mesi fa ad 84enne che, contattato da una donna, dai modi gentili e premurosi lo ha convinto ad installare sul cellulare un programma che sarebbe stato in grado di fargli recuperare i soldi persi in passato.
Una volta installato il programma, il gioco è fatto, nel giro di poco tempo il cellulare si blocca e per riattivarlo serve digitare il pin. Ma alla riattivazione del cellulare ecco che dal conto corrente dell’ignaro utente è partito automaticamente un bonifico di € 3.000 nonostante la mancanza della sua preventiva autorizzazione.
Le successive indagini e gli accertamenti eseguiti hanno permesso ai militari di identificare la titolare del c/c sul quale era transitato il bonifico e, raccolti significativi elementi probatori a carico di una 46enne, fatto salvo il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, la denunciavano alla Procura di Parma perché ritenuta la presunta autrice della frode informatica.