In funzione preventiva, infatti, sono state sottoposte a controllo le nuove partite IVA, selezionate nei settori merceologici a più elevato rischio di frode, al fine di riscontrare la reale operatività delle attività commerciali/imprenditoriali dichiarate all’atto dell’apertura.
Analoghi approfondimenti sono stati condotti sul conto di partite IVA coinvolte in indagini di polizia giudiziaria sviluppate dalle Fiamme Gialle della Provincia volte a reprimere illeciti penali, quali l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, la creazione e la monetizzazione di crediti d'imposta non spettanti, nonché l’accesso fraudolento ai contributi statali e comunitari.
Nel complesso, sono state avanzate all’Agenzia delle Entrate richieste di chiusura di n. 11 partite IVA di nuova costituzione che sono risultate inattive e n. 19 partite IVA relative a società “cartiere” responsabili a vario titolo di numerosi reati fiscali.
Le società “cartiere” sono imprese non operative, dedite unicamente all’emissione di fatture false, i cui tratti principali sono l’assenza della disponibilità di beni immobili, di beni mobili registrati, di utenze, di una forza lavoro compatibile con le attività dell’impresa. Di fatto si tratta di soggetti economici creati ad hoc, unicamente per emettere fatture false al fine di consentire ad altri soggetti il conseguimento di indebiti vantaggi fiscali. Tali imprese spesso hanno vita molto breve e non versano nulla all’erario.
Pertanto, una volta individuate tali società “cartiere”, al fine di evitare che fossero utilizzate per perpetrare condotte illecite, le Fiamme Gialle di Parma hanno proceduto ad avanzare agli Uffici dell’Agenzia delle Entrate competenti per territorio le richieste di chiusura d’ufficio delle relative partite IVA (ex art. 35, comma 15-quinquies del D.P.R. n. 633/1972).
Inoltre, è stata avanzata una proposta di chiusura della partita IVA di una società che, all’interno di una più complessa organizzazione criminale, si avvaleva di fatture fittizie di società “cartiere” e, a sua volta, stipulava falsi contratti di subappalto concernenti la fornitura di forza lavoro. In virtù di un articolato sistema di frode, tale società ha così generato un ingente credito IVA fittizio che, in qualità di sostituto di imposta, utilizzava in compensazione con contributi INPS e premi INAIL dovuti che pertanto non sono stati mai versati.
I controlli effettuati e le indagini in corso di approfondimento testimoniano la costante azione della Guardia di Finanza mirata non solo alla repressione ma anche alla prevenzione dei fenomeni di frode in materia fiscale, al fine di evitare l’inquinamento del sistema economico e l’alterazione della leale concorrenza delle imprese sane del territorio.