MODENA – Una quantità impressionante di silicone, presente in varie parti del corpo. È quanto è emerso dall’autopsia effettuata questa mattina all’Istituto di Medicina Legale di Modena sul corpo di Samantha Migliore, la 35 enne mamma di cinque figli morta lo scorso giovedì dopo un intervento estetico “casalingo” per migliorare l’aspetto del seno.
A praticarlo sulla giovane mamma è stata Pamela Andress, transessuale brasiliana 50 enne, unica iscritta nel registro degli indagati con le accuse di esercizio abusivo della professione sanitaria, omissione di soccorso, per essersi data alla fuga quando si è accorta che Samantha stava collassando, anche se lei continua a negare la circostanza, e morte come conseguenza di altro reato.
Pare che Samantha avesse pattuito con la Andress un compenso di 1200 euro, una cifra assai inferiore a quella necessaria per un intervento in tutta sicurezza in una clinica specializzata con personale medico qualificato, che si aggira in media sui 7000 euro. Un “risparmio” che si è rivelato purtroppo fatale.
L’esame autoptico è stato svolto dal dottor Gatto, nominato consulente dalla Procura di Modena, e alla presenza dei consulenti delle parti, tra cui figura il professor Arnaldo Migliorini per conto di Antonio Bevilacqua, marito della vittima da nemmeno due mesi. Si tratta di un primo riscontro, risultato di un esame esterno del corpo e di un primo esame macroscopico. Tuttavia, la quantità di silicone rinvenuto nel corpo della giovane donna, anche non doveva essere, fa formulare una prima ipotesi: il materiale potrebbe essere stato inoculato in un vaso sanguigno. Circostanza che avrebbe causato il decesso nel giro di pochissimo tempo.
«Sarebbe gravissimo», ha commentato il legale del marito di Samantha, Daniele Pizzi, «ma ciò confermerebbe senza ombra di dubbio la responsabilità di Pamela». Per tirare le conclusioni si dovrà comunque attendere gli esiti degli altri accertamenti effettuati, tra cui l’esame tossicologico e quello istologico.