L'ho conosciuto adolescente, come centinaia di adolescenti dagli anni '70 in poi e come altre centinaia di persone che hanno potuto apprezzarne la delicatezza, socialità, professionalità poco esibita, gentilezza naturale, curiosità.
Ecco curiosità, perchè Robi l'ho perduto di vista da decenni, anche se sapevo quel che faceva e quel era a distanza, ma quando l'ho incontrato di nuovo era davvero incuriosito da quel che io facevo, che noi di Lenz facevamo.
E poi è arrivato, in teatro. L'ultima volta a febbraio dell'anno scorso, e lì è rimasto per me. Ce l'ho qui davanti, abbiamo parlato per tutto il tempo della inaugurazione, di eventi, della città, di persone tra un drink e l'altro. Di progetti futuri.
Poi sono iniziate le performance previste dal programma, tre frammenti di assoli. Uno di questi era interpretato da Barbara, la nostra straordinaria attrice sensibile.
L'aveva già vista e già conosciuta come artista, ma quando ha iniziato - ce l'avevo di fianco - lentamente si è avvicinato, lieve, in silenzio, si è accostato come per parlare solo con il corpo. Ho sentito l'empatia che ha provava, lo stupore, la curiosità mista a fascinazione.
Era, anzi è, perchè l'avverto ancora, esaltato nell'accezione più alta. Probabilmente gli passava in testa una playlist a far corpo musicale con quello di Barbara. Immagino una selezione alta, precisa, adeguata.
Mi dice che niente può essere più bello, più sincero e vero, più forte di quel che sta vedendo, vivendo, amando.
Era la fine di febbraio, il mese dopo sarebbe iniziato il covid time.
Rocco (Caccavari), nostro riferimento di vita, che conosce e apprezza Robi dice di averlo già incontrato nell'aria, nell'acqua che scorre, nella primavera che arriva, di avergli già chiesto di occuparsi del sound, per un nuovo magnifico ascolto insieme.
Lo sentiremo, arriverà anche qui."
Francesco Pititto