Venerdì, 18 Dicembre 2020 14:05

Matrimoni truffa e raggiri alle aziende. La Guardia di Finanza sgomina una banda che operava in tutto il mondo In evidenza

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Risiedevano anche a Modena e a Reggio Emilia alcuni componenti della banda specializzata in truffe sentimentali e alle aziende. Adescavano donne nei siti di incontri online e dopo aver conquistato la loro fiducia iniziavano le richieste di denaro. Ma avevano trovato anche un modo per truffare le aziende.

Risiedevano anche a Modena e a Reggio Emilia alcuni componenti della banda di truffatori sgominata dalla Guardia di Finanza di Torino, dopo una lunga indagine iniziata nel 2017, specializzata in truffe sentimentali e raggiri alle aziende.

In queste ore i finanziari stanno notificando l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 cittadini nigeriani e un italiano, con residenza a Torino, Aosta, Arezzo, Prato e, appunto, Modena e Reggio Emilia. Per altre quattro persone, invece, è stato disposto l’obbligo di firma, mentre ci sono state anche 50 denunce a piede libero. Infine, è stato disposto il sequestro di beni per 1,4 milioni di euro.

Si tratta di una complessa e ramificata organizzazione criminale, finalizzata a spillare denaro a persone, per lo più donne, e aziende. Le indagini, infatti, hanno consentito di risalire al modus operandi della banda che, da un lato, contattava donne di tutto il mondo, in particolare in Europa, Asia e Nord America, attraverso i siti di incontri online, allacciando con loro rapporti sentimentali a distanza. Per rendersi ancora più “appetibili”, fingevano di essere piloti, comandanti di navi, ingegneri petroliferi, agenti dell’Interpolo o militari impiegati in missioni all’estero. Una volta carpita la fiducia delle malcapitate, anche promettendo improbabili matrimoni, cominciavano le richieste di denaro, che giustificavano facendo leva su disgrazie o ingiustizie per suscitare la compassione delle vittime, come un’ingiusta detenzione oppure gravi malattie dei propri figli.

Tra i casi più eclatanti, c’è quello di una donna che ha versato ben 500 mila euro con un singolo bonifico e un’altra che, negli anni, si è fatta spillare un milione e 300 mila euro. Senza contare altri casi, sicuramente meno onerosi, ma che messi tutti insieme, costituiscono somme considerevoli. È emerso anche che alcune delle donne raggirate sono anche giunte a vendere le proprietà di famiglia e a indebitarsi per corrispondere le cifre richieste dai truffatori.

Il secondo “campo di azione” della banda riguardava invece le truffe informatiche ai danni di aziende italiane ed estere, con il cosiddetto metodo del “man in the middle”. Gli hackers si intrufolavano in maniera fraudolenta nella corrispondenza informatica, in particolare quella inerenti i rapporti commerciali, e mandando email ingannevoli, riuscivano a farsi trasferire denaro su conti intestati ai membri della banda.

Nel caso di un’azienda con sede nel trevigiano, i militari della Guardia di Finanza si sono insospettiti per un’operazione anomala e hanno sventato il tentativo di truffa, sequestrando il denaro prima che fosse ritirato dai truffatori. L’operazione ha consentito di recuperare 50 mila euro che erano già stati sottratti all’azienda prima che venissero prelevati dai membri della banda o scomparissero nelle varie operazioni di giroconti esteri.

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