Reggio Emilia 9 settembre 2020 - Per più vent’anni, dal 1989 al 2013, un’avvocatessa di Reggio Emilia sarebbe stata perseguitata da uno sconosciuto, che non le ha dato pace tormentandola con lettere deliranti e minacciose, arrivando, in quattro occasioni, anche ad aggredirla fisicamente, indossando la maschera del film horror “Scream” per non farsi riconoscere.
Un vero e proprio incubo quello descritto dalla donna in decine di denunce presentate ai Carabinieri. Peccato, però, che si trattava di una storia totalmente inventata. L’avvocatessa, per sostenere la sua tesi, aveva anche prodotto una serie di lettere di ingiurie e minacce attribuite allo stalker.
A incastrarla, però, è stato il suo DNA rinvenuto sul retro di un francobollo appiccicato a una delle buste che la donna diceva di avere ricevuto dal suo persecutore. L’avvocatessa è stata quindi denunciata per simulazione di reato. Ieri è arrivata la condanna: 10 mesi di reclusione. L’accusa era rappresentata dal pm Valentina Salvi, coordinatrice delle indagini.