di Virgilio -
Emilia, 22 agosto 2013 - -
Alla fine il titolare della Firem ha disertato l'incontro che FIOM CGIL aveva promosso per discutere la crisi della azienda con Provincia, Comune e proprietà appunto.
Un assenza che ha irritato il sindacato dei lavoratori che chiede l'attivazione della Regione Emilia Romagna e del Ministero dello Sviluppo Economico.
Il Comunicato stampa di CGIL Emilia Romagna
L'atteggiamento irresponsabile del titolare della Firem di Formigine mette in ginocchio decine di famiglie.
Chiudere la fabbrica per ferie, trasferire i macchinari in Polonia durante la chiusura, mettere sul lastrico decine di famiglie, è stata la scelta "illuminata" di uno che si definisce imprenditore come Fabrizio Pedroni, titolare della Firem di Formigine.
Come se ciò non bastasse il Pedroni si permette di disertare gli incontri convocati dalle istituzioni locali adducendo come motivazione la condizione di "poca serenità" con la quale si avvierebbe il confronto: cioè in questo paese uno ti chiude la fabbrica nei denti, "trasloca" in Polonia, produce un trauma sociale di cui è l'unico responsabile, e se la cava dicendo che "c'è poca serenità". Oltre al mancato rispetto della dignità di chi lavora, insopportabile, nei nostri territori siamo di fronte ad un'arroganza senza precedenti che non può essere sottovalutata: da nessuno. Chiediamo l'immediata attivazione della Regione Emilia Romagna per ricondurre il Pedroni ad atteggiamenti civili e per attivare comunque le procedure per garantire la copertura retributiva dei 40 lavoratori rimasti senza posto di lavoro. Chiediamo l'intervento dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, anche in riferimento agli accordi commerciali tra Italia e Polonia, per evitare che tali operazioni piratesche come quelle di Pedroni abbiano a ripetersi. Soprattutto chiediamo che venga ripristinata l'attività produttiva a Formigine. Pedroni ha dichiarato ai giornalisti che in casa sua non deve chiedere permesso a nessuno, ma lui sa benissimo che la Firem si è sviluppata nel nostro paese, nella nostra regione, grazie al contributo fattivo di decine di lavoratori che oggi si trovano fuori dai cancelli con un "calcio nel sedere" Aldilà dell'indagine conoscitiva della Procura di Modena, non ci fermeremo ed osteggeremo in tutti i modi possibili la scelta e l'arroganza dell'azienda. La dignità del lavoro non può essere schiacciata sotto i piedi!
Antonio Mattioli Responsabile Politiche contrattuali Segreteria Cgil Emilia Romagna
Bologna, 21 Agosto 2013