Magnifico 86enne, carico di vitalità e forte di una stentorea voce che il trascorrere del tempo non ha per nulla rovinato, anzi, se possibile migliorato. E’ lui l’assoluto protagonista della serata, accompagnato da una band che magari non sarà composta da star come Johnny Parker, Jack Bruce, Ginger Baker, Rod Stewart, Mick Jagger e Ray Charles, con le quali dagli anni sessanta in poi si è esibito in importanti contesti internazionali, ma che sul palco nel cortile del maniero, lo sostengono sprizzando sorrisi, gioia e serenità come solo la musica aiuta a fare.
Michele Fazio al piano e tastiere, Fernando Tovo alla chitarra, Gino Carravieri alla batteria e Silvia Preda al basso (già ammirata, al contrabbasso, nel Monteforte Jazz Duo, durante la serata di Musica in Castello con Pif a Parma, nel quartiere Cinghio Montanara) accompagnano “The King of Soul” che li dirige con le dita, quasi mixandoli come fossero dischi…
Già, i dischi: verso il finale della lunga serata – Ronnie Jones, che nulla ha dell’ultra-ottuagenario, non si risparmia e resta in campo oltre i 90′ più recupero, concedendosi, magari, di tergersi il volto, con un asciugamanino nero, dal sudore di una serata torrida con l’accompagnamento musicale aggiunto del frinire delle cicale – ecco gli amarcord parmigiani, che toccano il cuore di chi li ha vissuti, sia pure giovanissimo, come nel mio caso.
Metà anni settanta, quelli in cui quella del disc jockey non era ancora una professione, anche se come lavoro si stava imponendo proprio tra i giovani, appassionati di musica e delle prime radio libere, quorum ego: ricordo ancora con immenso orgoglio quando Roby Bonardi, nel ’76 (avevo 12 anni) mi autografò la tesserina dell’AID (Associazione Italiana Disc Jockey), corredata da una mia foto d’epoca (un po’ alla Bergomi, ossia coi baffi, va beh, incipienti e non già folti come quelli dello Zio quando vinse il Mundial 82), con tanto di cuffione, microfono, incravattato sotto un pullover dalle tinte reggiane ed occhiali a goccia alla Venditti…). Erano quelli i lontani anni in cui per la prima volta sentivo parlare di Ronnie Jones…
E quegli anni, ieri sera, Ronnie Jones li ha rimembrati citando proprio Roby Bonardi, purtroppo mancato troppo presto, che da lui si riforniva degli altrimenti introvabili dischi d’importazione che poi venivano posti in vendita per il grande pubblico al Discobolo (di Borgo XX Marzo) e alla Discoteca 33 (di via Goldoni, di fronte alla quale, qualche anno dopo sarebbe nata radio Onda Emilia) del Re del Vinile Riccardo Schmidt. Nomi di esercizi che oggi in pochi rammentano: solo in un paio abbiamo alzato la mano quando RJ ha domandato al pubblico chi li ricordasse, decisamente di più, un vero boato, quando il gigante ha citato il Jumbo, music hall di Sanguinaro: “Lì ho conosciuto Ray Charles in persona e ho presentato come disc jockey strampalato la sua serata a Parma, parlo del 1982 pressapoco…”
Ma i remember di Ronnie Jones non si limitano al ducato: nel suo peregrinare nella Penisola conosce, ad esempio, due infanti che erano andati ad assistere a un suo spettacolo e che poco dopo sarebbero diventati molto famosi: Renato Zero e Loredana Bertè. Proprio chi segue i talent per televisione sa che quest’anno Ronnie Jones ha partecipato in qualità di concorrente alla terza edizione di The Voice Senior, su Rai1, proprio nella squadra di Loredana Bertè.
Ad inizio serata Ronnie scherza sul comune che lo ospita, facendo finta di non conoscerlo: “Quando mi hanno detto che dovevo andare a Noceto io ho esclamato: mamma mia, fino in Calabria?” Col trascorrere del tempo, invece, No-ce-to viene ben scandito durante l’interazione col pubblico presente, che per poter ammirare meglio dal palco, Jones chiede di illuminare con l’accensione dei riflettori. E poi quella che non è solo una classica captatio benevolentiae: “E’ stata una serata strepitosa per me: non riesco a vedere quanti siete, ma siete troppo pieni di anima… Qui c’è un’anima che non ho mai trovato da nessuna parte, siete veramente stupendi…”.
e nel prologo era stato l’assessore alla cultura del comune di Noceto Antonio Verderi a fare gli onori di casa (“con la nostra Fiera di Luglio, di cui questo prestigioso evento fa parte, stiamo facendo di tutto per riportare vitalità, giovialità e voglia di incontrarsi e di uscire dopo un lungo periodo in cui tutti si è stati sull’attenti”) al fianco del direttore artistico della rassegna Enrico Grignaffini (“da dieci anni abito in questo comune e ho intessuto con l’amministrazione un ottimo rapporto”) in giacca, nonostante la calura, nel finale è stato il Sindaco Fabio Fecci in persona, a consegnare il prodotto tipico del territorio, il Nocino, (“grazie a Ronnie Jones che ha fatto davvero vibrare questo magnifico palco del Castello della Musica”) al versatile cantante statunitense, che poco prima aveva condiviso con la sua band – consegnandola al basso Silvia Preda la bottiglia di vino appena ricevuta come cadeau dall’organizzazione. “Noceto nel cuore”, ha ribadito Ronnie Jones percuotendosi il petto, salutando tutti, scendendo dal palco, dopo aver intonato What a Wonderful world.
Il saluto finale da parte di Piccola Orchestra Italiana è stato a cura della emozionatissima Nico (Nicoletta Simoncini): “Non so voi, ma faccio fatica a parlare: ho i brividi! Un applauso a questi musicisti pazzeschi che ci hanno regalato aneddoti di una vita straordinaria… Un’anima generosa, piena di luce, una voce potente che stasera ha fatto riscoprire la nostra anima blues. E’ stato un onore e un privilegio avere per i 20 anni di Musica in Castello a Noceto Ronnie Jones”. La presentatrice, in apertura, aveva ricordato che l’ingresso ad offerta va appannaggio di Pangea: “Come sapete, perché ci conoscete da 20 anni, accanto all’ingresso gratuito sposiamo sempre una causa sociale: quest’anno sentivamo davvero importante supportare le donne. Come vedete, sulla maglietta dei nostri ragazzi dello staff c’è simboleggiata una donna con una serie di fiori in testa e la scritta “Fiorisciti”: questi fiori simboleggiano tutti gli amori, le difficoltà e le paure che vanno comunque sempre curate. E quest’anno vogliamo appunto sostenere Fondazione Pangea che aiuta le donne vittime di violenza. Pensate che una donna su tre subisce violenza domestica e insieme alla donna stessa anche i propri figli che, se anche non la subiscono direttamente, vivono un contesto di violenza. Un bambino su cinque vive in questo tipo di contesto e Pangea supporta le donne e i loro piccoli, per questo vi chiediamo di aiutarli…”.
Foto di Michele Bussolati
Queste le prossime serate di Musica in Castello: inizio ore 21.30, ingresso libero con offerte devolute a Fondazione Pangea ETS:
Mercoledì 19 luglio 2023 a Lesignano de’ Bagni, Parco ex Terme: THE MANHATTAN TRANSFER 50th Anniversary and Final World Tour
Venerdì 21 luglio 2023 a Compiano, Piazza Vittorio Emanuele: JESPER LINDELL & Band Twilight, la band svedese rivelazione del rock