Se vedete una cicogna in volo sul vetro di un’ambulanza sappiate che quell’ambulanza sta trasportando un bambino appena nato che necessita di cure intensive e che quel logo identificativo è stato realizzato dall’associazione Colibrì per un servizio attivo da alcuni mesi presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Inoltre, grazie al contributo di Colibrì la Neonatologia ha ricevuto un monitor dedicato al trasporto collegabile alla stampante portatile. Con loro i Donatori di coccole che hanno invece consegnato le felpe a tutto il personale della Neonatologia.
Il trasporto di emergenza neonatale è effettuato dalla Centrale 118 con a bordo i medici e gli infermieri della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Maggiore e si svolge in particolare lungo la via Emilia tra Fidenza e Piacenza, in quanto Parma è centro di riferimento (Hub in termine tecnico) per gli ospedali di Vaio e di Piacenza (Centri Spoke). Il bacino di utenza delle provincie di Parma e Piacenza conta fino a 6000 neonati/anno di questi 1-1,5% sono neonati con bassa età gestionale per i quali possono rendersi necessarie le cure della terapia intensiva.
La presentazione del servizio e delle donazioni è avvenuto alla presenza della direttrice della Neonatologia Serafina Perrone con la coordinatrice infermieristica Mara Cauli, del responsabile Terapia intensiva neonatale Enzo Romanini, del direttore Centrale 118 Adriano Furlan con i coordinatori Giulio Bernardini e Teresa Di Bennardo e al direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Nunziata D’Abbiero.
“Ci tenevamo davvero moltissimo a partecipare concretamente alla realizzazione di questo progetto – ha dichiarato Daniela They presidente di Colibrì -. E’ un trasporto speciale, un taglio netto col cordone ombelicale e con l’idea e la speranza che la nascita avvenga al termine e nella gioia. Siamo felici di ‘accogliere’ le nostre nuove e speciali famiglie su di una ambulanza dedicata, curata in ogni dettaglio, come per gli adesivi, che abbiamo donato e scelto insieme ai sanitari. Inoltre abbiamo perseguito