Per l’imminente celebrazione del Lavoro sociale 2022, sono dodici i Premiati che, qui di seguito elenco uno per uno, con la foto ed evidenziando (molto sinteticamente) le principali caratteristiche di ciascuno. Come è consuetudine, il Premio dell’Università delle Generazioni è soprattutto un riconoscimento etico, di gratitudine morale e di significato sociale; e consiste unicamente in una semplice pergamena e nella diffusione di tale gratifica attraverso i giornali, web e cartacei, disponibili a pubblicare la notizia. Giornali che qui ringrazio davvero tanto e di cuore, pure perché contribuiscono a rendere onore alle persone che s’impegnano di più nelle nostre varie e difficili realtà sociali, specialmente locali. Spesso il loro è un impegno determinante, decisivo e, a volte, vitale.
Come i Lettori che ci seguono maggiormente sanno, l’Università delle Generazioni, oltre al GRAN PREMIO DELLE GENERAZIONI di ogni Primo Maggio, ha assegnato, nel corso degli anni, il GRAN PREMIO DELLA CULTURA, UNA VITA PER LA CULTURA, IL PREMIO GIGANTI DELLA CALABRIA, IL PREMIO GIGANTI DEL MOLISE, IL PREMIONE DI AGNONE e, in collaborazione con gli “Amici della Calabria”, pure il PREMIO CALABRESI ECCELLENTI.
Andiamo, quindi, a conoscere e ad omaggiare i magnifici 12 Premiati dell’imminente Primo Maggio, adottando, per questa volta, un ordine alfabetico all’incontrario … dalla Z alla A … mentre precedentemente, lo scorso 07 aprile 2022, l’elenco è stato dalla A alla Z (vedi in << https://www.costajonicaweb.it/assegnato-a-dodici-personaggi-il-gran-premio-delle-generazioni-2022/ >>.
Ed ecco chi sono i magnifici dodici super-stakanovisti premiati: Vincenzo VILLELLA, Franco POLITO, Antonio PIPERATA, Ernesta Adele MARANDO, Oreste KESSEL PACE, Renato FIDONE, Emilio ERRIGO, Giorgio DI DOMENICO, Maria Rosaria DE RITO, Lamberto COLLA, Tommaso COLANTUONO, Anna Maria BARICALLA.
01 – VINCENZO VILLELLA
E’ nato a Conflenti (nella Sila del monte Reventino) il 15 agosto 1947 ma vive da decenni nella sottostante e pianeggiante Lamezia Terme (CZ). Senza alcun dubbio è uno dei calabresi che maggiormente mi dà l’idea, la sicurezza quasi, che effettivamente sia esistita davvero la “Prima Italia” di Re Italo. Una “Prima Italia Etica” come età pacifica, con un’armonia diretta tra natura ed esseri umani e con un carattere assai mite delle persone, ricche di valori ed utile operosità. Ed è proprio nel cammino delle mie ricerche sulla “Prima Italia” che ho incontrato circa un anno fa le opere e la biografia del prof. Vincenzo Villella di Lamezia Terme, luogo che è un sicuro termine di riferimento con il suo Golfo, assieme a quello di Squillace, per la nascita del nome Italia e nell’ubicazione iniziale del regno di Italo nell’istmo tra i due mari calabresi, Tirreno e Jonio. Così affermano i più attendibili antichi scrittori e storici, come il più grande filosofo greco dell’antichità, Aristotele, il quale inserisce Re Italo nella sua “Politica” per descriverlo come grande legislatore e realizzatore della prima forma di “democrazia” etica, partecipativa e cooperativa, diffusasi, sotto altre varie forme in tutto il Mediterraneo già 3500 anni fa. Dunque, tra Lamezia e Squillace è nata la PRIMA ITALIA come Stato e Nazione. La prima democrazia etica.
Non ho avuto ancora il piacere di conoscere di persona il prof. Villella, con il quale però sono in frequente contatto telefonico e multimediale. Pure perché si è preso il maggior peso dell’organizzazione della Prima “FESTA DEL NOME ITALIA” che dovrebbe svolgersi, speriamo a livello e significato internazionale, proprio in Lamezia Terme, sabato 18 giugno 2022. Per tutto ciò che è e che ha fatto a favore della Cultura e della Storia calabrese, il prof. Villella meriterebbe il titolo di “Gigante della Calabria”. Ma questo “Gran Premio delle Generazioni” ne è, in un certo senso, equivalente, specialmente per le motivazioni impresse nella pergamena e che qui inserisco per intero.
MOTIVAZIONI DEL PREMIO – Per aver dedicato tutta la sua vita alla Cultura e alla migliore socialità; per essere, ancora e sempre, instancabile studioso e lavoratore stakanovista e vero gigante della Cultura, in particolare regionale con proiezioni anche nazionali ed estere; per essere sempre ottimo “Maestro di Calabresità” e quindi essere e sentirsi ancora e sempre molto orgogliosamente calabrese; per essere stato esemplare educatore di intere generazioni come docente in Istituti di istruzione superiore, evidenziando i migliori valori etici e civili; per aver scritto e pubblicato numerosi e importanti libri di Storia locale e regionale, alcuni dei quali con temi mai affrontati prima da altri; per aver fondato e per dirigere il sito web << www.lameziastorica.it >> e la rivista cartacea “Lamezia Storica”; per aver diretto dal 1990 al 1996 il periodico “Il corriere calabrese” che è stato ottimo aggregatore delle migliori intelligenze; per aver collaborato con numerose testate giornalistiche; per aver documentato, in particolare, le lotte contadine ed operaie in Calabria negli anni della ricostruzione italiana del secondo dopoguerra; per dare molto rilievo al periodo storico della “Calabria Prima Italia” con studi, pubblicazioni ed eventi pubblici … “apostolo e pioniere tra pionieri”; per organizzare la “Prima Festa del nome ITALIA” a Lamezia Terme proprio nell’Istmo dov’è nata la Prima Italia, una democrazia partecipativa, politica ed amministrativa fondata come Nazione da Re Italo ben 3500 anni fa circa.
02 – FRANCO POLITO
Non conosco personalmente l’avvocato Franco Polito di Squillace, ma ne ho apprezzato, col tempo, la grande sensibilità e l’incontenibile amore per il nostro territorio che Lo portano ad impegnarsi pure con il sito giornalistico << www.preserreedintorni.it >> al quale, da qualche tempo, sono solito inviare i miei frequenti comunicati-stampa ch’Egli mi pubblica puntualmente, donandomi (molto gentilmente) pure avviso di avvenuta messa in rete web. E a proposito di Squillace, spero che, prima o poi, pure l’amico Franco mi aiuti a realizzare, con tanti altri, la “Festa del Golfo” di cui proprio Squillace è titolare fin dai tempi più antichi. Ritengo che “il Golfo” sia un’entità omogenea che vada valorizzata come simbolo ideale storico-geografico, di amministrazione territoriale convergente e come potenzialità a 360 gradi.
L’avvocato e giornalista-direttore Franco Polito è nato a Catanzaro il 25 agosto 1969 ed è residente in Squillace (CZ). Ecco le motivazioni del Premio: << Per essersi sempre impegnato in prima persona per il proprio territorio, specialmente collaborando giornalisticamente con varie testate regionali e nazionali, ma anche con formazioni politiche democratiche; per avere fondato e per essere presidente dal 6 ottobre 2014 dell’Associazione Culturale senza fini di lucro “Editando Scrivendo” con sede in Squillace (CZ) tendente a sostenere e portare avanti i valori sociali ed ambientali; per aver fondato e per dirigere, con grande passione e dedizione, il giornale web “www.preserreedintorni.it” che evidenzia persone e fatti, temi e problemi della fascia jonica legata alle propaggini delle Preserre catanzaresi ed immediati dintorni, evidenziando tale territorio “a caratteri cubitali”; per avere svolto attività di collaborazione con ruolo di responsabilità presso l’Ufficio Comunicazione e Relazioni Esterne dell’URBI Calabria (Unione regionale delle bonifiche, delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari per la Calabria) >>.
03 – ANTONIO PIPERATA
Nato a Petrizzi (CZ) il 08 aprile 1935 è coetaneo di mio fratello Antonio, nato tre giorni prima. Tale coincidenza e la sua innata e squisita cordialità me lo rendono ancora più simpatico e vicino. Fraterno. Pure perché Lo conosco ormai da quasi cinquanta anni, essendo stato fin dagli anni sessanta (e non soltanto per me) punto di riferimento giornalistico calabrese, in particolare per tutto il nostro comprensorio del basso Jonio, specialmente con Radio Soverato (una delle prime emittenti private e libere nate in Calabria) ma anche con tutta una serie di altre belle iniziative che elenco nelle seguenti motivazioni. A parte tutto ciò, Egli vale come persona che si distingue per valori etici, affabilità ed umanità … un distintivo ineguagliabile, in particolare in tempi di troppo bieca concorrenza quotidiana ed esistenziale. Riguardo la mia Badolato, Egli fa parte dell’associazione culturale “Circolo Letterario Nicola Caporale”… mentre Gli sono ancora e sempre grato per avermi aiutato a lanciare con grande clamore a livello nazionale, tramite Ezio de Domenico dell’ANSA di Catanzaro, la vicenda del “paese in vendita” il 29 dicembre 1986 che era già stata diffusa da taluna stampa italiana (quotidiano IL TEMPO e poi altri) e, in particolare, dalla Stampa Estera tre mesi prima, dal 7 ottobre (data di inizio della vicenda imitata poi da parecchi Comuni in Italia e all’estero).
MOTIVAZIONI – Per avere educato diverse generazioni di scolari alla Vita e alla Calabresità; per essersi sempre impegnato nel sociale e per il proprio territorio, specialmente collaborando giornalisticamente dal 1961 con varie testate regionali e nazionali, in particolare con RAI ed ANSA; per essere giornalista iscritto all’Albo da lunga data (13 novembre 1974); per avere diretto ed animato dai primordi Radio Soverato e alcune riviste tra cui “Città Calabria” – “Jonio Star” – “Punto & Capo”; per essere stato vice-direttore del periodico “Fiore di Pietra” nell’epica Pro Loco di Petrizzi; per essere stato protagonista, sempre presente e attento e strategico, nell’informazione comprensoriale di Tele Soverato poi Soverato1tv di cui continua ad essere direttore responsabile; per fare parte di Associazioni per la valorizzazione e lo sviluppo di temi, personaggi, situazioni ambientali e lungimiranze; per avere contribuito al clamore nazionale della vicenda di “Badolato paese in vendita” con il lancio ANSA del 29 dicembre 1986; per essere persona di grande umanità e socialità, sempre con il sorriso, assai gentile, disponibile e cordiale con tutti; per essere molto attivo e presente nella famiglia, nel lavoro e nel sociale; per aver dato alle stampe i tre seguenti importanti libri: 1) Una voce dal silenzio: padre Basilio Caminada (2002); 2) Luigi Carnovale, un calabrese per la pace universale (2006); 3) il Catasto onciario di Petrizzi (2016); per aver formato numerose generazioni di giornalisti e di comunicatori.
04 – ERNESTA ADELE MARANDO
Ho saputo dell’esistenza di questa giornalista-medico o, meglio, medico-giornalista dalla seconda metà del mese di dicembre 2011. Infatti, cercando su internet notizie sulle olive bianche (generate dai cosiddetti ulivi del krisma) ho trovato il seguente articolo << https://www.radiocivetta.eu/index.php/archivio/920-lulivo-del-krisma-dalla-calabria-ai-giardini-vaticani- >>. Poiché ero in procinto di scrivere qualcosa a riguardo, ho telefonato al direttore di tale giornale per chiedere l’autorizzazione ad usare le foto presenti nelle sue pagine web. Così ho avuto il piacere di conoscere, seppure telefonicamente, la gentilissima dottoressa Ernesta Adele Màrando, di cui, poi, ho seguìto alcune delle tante battaglie etiche e sociali di grande spessore.
Recentemente, contattandola per il “Gran Premio delle Generazioni” del primo maggio 2022, mi ha fatto presente che proprio quella del primo maggio è una data a Lei molto cara perché giorno di nascita del padre, uomo di grande creatività ed inventiva e mi ha inviato il seguente link di una trasmissione di Telemia (durata 1 ora e 22 minuti) in cui il papà, prof. Romolo Màrando, racconta delle sue tante invenzioni che oggi sono alla base di parecchie realtà internazionali. Ecco, per chi è curioso o interessato di sapere una simile grande meraviglia: << https://www.youtube.com/watch?v=lpV4G5KBwrM&t=4470s >>. Personalmente ne sono rimasto assai stupito ed impressionato. Tale personaggio meriterebbe davvero un’adeguata attenzione e considerazione sociale ai più alti livelli anche internazionali. Pure questa è Calabria! La stessa Calabria geniale, utopica, etica, benemerita e lungimirante pure del prof. Orlando Sculli, anch’Egli jonico di Ferruzzano (RC) cui ho dedicato << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-327-sono-lulivo-che-dona-come-nicola-caporale-e-orlando-sculli-e-tanti-altri/ >> pubblicata il 29 aprile 2021.
Ed ecco le motivazioni del Premio: << Per il suo notevole, lodevole e tenace impegno sociale che si esprime soprattutto attraverso la professione-missione di medico e la vocazione giornalistica messa al servizio della ricerca della Verità, della Libertà, della Giustizia, della Cultura e della Salute; per avere fondato e per portare avanti con forza e determinazione, come animatrice, editrice e direttrice responsabile, l’importante giornale online di informazione politico-culturale www.radiocivetta.eu messo al servizio dei più alti valori sociali ed umanitari e, in particolare, per i temi e i personaggi più eminenti della Calabria, terra di origine, per la quale esprime sempre e comunque il suo grande amore; per essere meridionalista convinta in difesa del Sud oppresso dal 1860 in poi senza soluzione di continuità e senza intravederne la fine; per essere espressione delle donne più coraggiose della Calabria e del Sud; per le sue battaglie in difesa dei diritti umani e civili contro ogni forma di ingiustizia anche attraverso un’altra testata giornalistica in stampa e online “J’Accuse….!” – www.jeaccuse.eu >>.
05 – ORESTE KESSEL PACE
Ho saputo dell’esistenza di questo molto prolifico scrittore, qualche mese fa, in una delle mie tante ricerche internet su Re Italo, fondatore della Prima Italia in Calabria 3500 anni fa. Infatti, Oreste ha scritto un bel libro su Re Italo. E’ davvero un grande “stakanovista” e quasi tutto è a favore della Calabria. Meritava assolutamente un apprezzamento ed un riconoscimento, per esprimerGli la gratitudine di noi calabresi. Ecco perché il Premio. Non mi spiegavo il cognome “Kessel”. Poi ho appreso che è uno pseudonimo. Lui è Oreste Pace, in arte “Oreste Kessel Pace”.
E Oreste Kessel Pace è nato il 6 maggio 1974 a Palmi – RC – dove è residente. Ed ecco le motivazioni del Premio: << Per il suo notevole, lodevole e tenace impegno sociale che si esprime soprattutto attraverso la scrittura di decine di libri storici, tendenti ad evidenziare e a valorizzare la memoria del territorio di appartenenza; per la formazione di diverse generazioni nei valori elevati della cultura, la promozione intergenerazionale di personaggi illustri come, ad esempio, dello studioso e scrittore prof. Domenico Raso; per avere ricevuto numerosi premi da istituzioni ed associazioni nonché molti attestati di stima o recensioni da eminenti personaggi per il grande e diffuso impegno socio-culturale; per formare le generazioni nella Tecnica Narrativa; per essere stakanovista nel lavoro culturale a favore del territorio e per un mondo migliore, pure come editore per le nuove generazioni; per contribuire alla maggiore conoscenza di RE ITALO e della Prima Italia >>.
06 – RENATO FIDONE
Ho conosciuto il dottore, attore, autore e regista teatrale siciliano di Scicli (RG) Renato Fidòne in Agnone del Molise nell’estate 1992, quando la Compagnia teatrale LE 4 C (facente parte del locale Cenacolo francescano, allora diretto dal regista prof. Giuseppe De Martino) ne ha rappresentato l’indimenticabile commedia “La coscienza non basta”. Gli ho dato il romanzo breve “L’amica d’infanzia” (scritto dal mio amico, poliedrico scrittore ed artista, Nicola Caporale nel 1935) affinché lo potesse trasformare in dramma teatrale. Così è stato dopo qualche tempo, ma non ho trovato alcun gruppo disposto a rappresentarlo, dal momento che trattava del celibato dei preti … ancora tema tabù ed intoccabile in Italia. E’ stato però messo in scena in Sicilia, a Palermo per la prima volta, con particolare interesse e successo con il titolo “Il filo spezzato”.
Ho scritto di Renato Fidone nell’ultimo paragrafo di << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-127-la-sicilia-del-mio-cuore/ >> pubblicato il 24 luglio 2015. Ci siamo mantenuti spesso in contatto e, qualche mese fa, abbiamo ripreso a collaborare per la realizzazione di un volumetto a stampa contente proprio la sceneggiatura de “Il filo spezzato” liberamente tratto, appunto, da “L’amica d’infanzia” di Nicola Caporale (Badolato 1906-1994). Il mio sogno è che tale dramma venga rappresentato a Badolato e/o dintorni. Sto cercando di interessarmene pure con gli eredi dello Scrittore meritevole secondo me del Premio Nobel.
Ed ecco le motivazioni del Premio: << Per il suo enorme, tenace e lodevole impegno sociale, che si è espresso in particolare professionalmente, da laureato in Scienze Sociali e dirigente, con il coordinamento del Servizio Sociale Dipartimentale della AUSL 7 oggi ASP Ragusa in decenni di servizio; per una intensa vita dedicata alla Cultura, in particolare nell’attività teatrale amatoriale, pure con l’animazione e la direzione della Compagnia Teatrale “Gli Amici di Matteo” di cui è attivissimo presidente e legale rappresentante dal 1984; per avere fondato nel 1988 il Teatro Piccolo Stabile, contribuendo così alla sensibilizzazione valoriale ed artistica del territorio, specie delle nuove generazioni; per avere portato il Teatro nelle scuole e per essere stato consulente artistico in diverse manifestazioni; per avere scritto e rappresentato oltre trenta Opere teatrali di grande significato etico e sociale, che hanno meritato numerosissimi riconoscimenti e livelli regionali, nazionali e internazionali, recando così onore a sé stesso, alla società e all’Arte; per avere la soddisfazione di vedere le proprie Opere rappresentate in Italia e all’estero; per avere ricoperto con molta dedizione importanti cariche sociali, anche a livello nazionale, nella F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatoriale) e per aver svolto in Sicilia l’attività di Direttore artistico regionale della stessa Federazione; per aiutare i giovani ad iniziare e ad affermarsi nel Teatro amatoriale e professionale; per essere socio SIAE, cui è iscritto dal 1984, titolare di assegno mensile di professionalità per la sua lunga attività di drammaturgo, contribuendo alla dignità della categoria; per essere da decenni socio del Sindacato ANART (Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali); per valorizzare nelle Opere il dialetto siciliano; per aver realizzato la trasposizione della commedia amara e drammatica “IL FILO SPEZZATO” liberamente tratta dalla lunga novella “L’AMICA D’INFANZIA” di Nicola Caporale di Badolato CZ; per farsi onore e per dare onore a sé stesso, alla famiglia, alla sua terra natìa e all’Italia tutta, ma soprattutto all’Arte, alla Cultura salvifica e al migliore genere umano >>.
07 – EMILIO ERRIGO
Ho saputo dell’esistenza del generale Emilio Errigo molto recentemente, da quando, cioè, ha cominciato a scrivere sul quotidiano web “Calabria.Live” fondato e diretto da circa cinque anni dal giornalista Santo Strati. Ho talmente apprezzato le sue nitide analisi e le sue accorate indicazioni operative che l’ho contattato per un utile scambio di idee. Sono assai ammirato per il grande e forte Amore che esprime per la nostra Terra. Ce ne vorrebbero davvero tanti altri come il prof. Errigo per far risollevare la nostra regione dai troppi avvilimenti cui è sottoposta e costretta. Persone come Lui rappresentano una utile e bella speranza soprattutto per le future generazioni. Il generale è nato a Reggio Calabria nel 1957.
Motivazioni: << Per essere e sentirsi, ancora e sempre “Calabrese”; per adoperarsi a contribuire, con affetto e passione, al progresso morale, sociale, economico, generazionale specialmente con la sistematica pubblicazione nel sito web “Calabria.Live” di articoli ed utili proposte; per essere “stakanovista” nel lavoro e nello studio delle sue materie professionali, conseguendo due lauree e diversi “master”; per aver fatto carriera come Ufficiale nella Guardia di Finanza, giungendo al grado di “Generale di Brigata”; per essere docente all’Università della Tuscia e in Istituti Superiori nelle Istituzioni dello Stato; per aver pubblicato numerosi libri di grande interesse anche internazionale; per essersi guadagnato numerosi premi ed onorificenze; per essersi fatto onore e per continuare a fare onore a sé stesso, alla sua famiglia, alla sua Terra di nascita così come all’Italia e al genere umano >>.
08 – GIORGIO DI DOMENICO
Ho conosciuto il dottore Di Domenico (ex dirigente bancario in pensione) qualche anno fa, in casa di amici a Vasto (in provincia di Chieti, in Abruzzo). Mi è stato presentato come direttore del mensile “Vastodomani” una bella rivista che, da ben 56 anni, porta le sue novità non solo nella città di Vasto ma anche in tante parti del mondo dove ci sono vastesi o abruzzesi emigrati. Osservandolo come giornalista molto sensibile ed attento al territorio, ho pensato che si potesse collaborare insieme per valorizzare qualche aspetto di Vasto e dintorni. Così gli ho prospettato l’idea di denominare “Vasto Paradiso” la lunga scogliera che va da Vasto Marina al Porto; ed in effetti, come direttore, ha puntato i riflettori su tale iniziativa.
Poi ci siamo soffermati su un’altra possibilità, un concorso di scrittura (letteraria, giornalistica, fotografica, artistica, ecc.) intitolato “In punta di penna” traendo spunto dal fatto che, accanto al porto, c’è Punta Penna con uno dei fari più alti e belli d’Italia e del Mediterraneo. E il faro, con tutti i suoi simboli di luce nelle tenebre, avrebbe potuto essere proprio il logo e la materializzazione emblematica del Premio, pure come trofeo. Ultimamente, ha concretizzato l’indicazione della “Giornata della Gentilezza” nelle Scuole.
Il dottore Giorgio Di Domenico è nato a Roma il 13 dicembre 1944 ed è residente a Vasto (CH). Ecco le motivazioni del Premio: << Per il suo notevole e tenace impegno sociale che si esprime soprattutto giornalisticamente con la direzione e la diffusione dell’utile mensile “Vastodomani” che rappresenta una continuità generazionale da oltre cinquant’anni a favore della città di Vasto e dintorni e, in particolare, a beneficio pure degli abruzzesi sparsi nei cinque continenti; per contribuire ad un mondo migliore pure con varie iniziative, come ad esempio la “Giornata della Gentilezza” nelle scuole e in città, in collaborazione con istituzioni ed associazioni assai benemerite; per lottare contro le ingiustizie e per il bene comune; per essere generoso nell’elargire amicizia e sostegno; per l’impegno profuso a favore della cultura, dell’ambiente e del paesaggio in seno ad una importante associazione cittadina >>.
09 – MARIA ROSARIA DE RITO
Nella Lettera n. 384 del 02-02-2022 così ti scrivevo: << Tra l’altro sono stato assai lieto di avere avuto due riscontri diretti: il primo (con email di sabato 22 gennaio 2022 ore 10.55) mi è pervenuto da Maria Rosaria DE RITO di Diamante (CS) di cui ti ho dato conto venerdì 28 gennaio 2022 ai paragrafi 1 e 2 di <<https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-383-la-rivoluzione-femminile-delle-spose-del-sud-con-ultima-puntata-su-rai-uno-domenica-sera-30-gennaio/>>. La signora Maria Rosaria è moglie, madre, nonna e grande lavoratrice; e si sente anche assai orgogliosamente calabrese con un senso altissimo della dignità identitaria. E non tollera affatto che si parli male della nostra Calabria. Reagisce e protesta.
Ed è stato proprio questo il motivo principale per cui mi ha contattato, avendo letto alcune mie rivendicazioni dell’orgoglio calabrese a sèguito delle polemiche sorte dopo la prima puntata della mini-serie TV “La Sposa” andata in onda da Rai Uno per tre domeniche dal 16 al 30 gennaio 2022. Così ho scoperto una donna molto impegnata socialmente e soprattutto una bravissima ma nascosta scrittrice che, sebbene ai primi passi di scrittura, riesce ad impressionale moltissimo. Basta rileggere bene questi brevissimi dieci racconti << https://www.costajonicaweb.it/wp-content/uploads/2022/03/2-Maria-Rosaria-DE-RITO-TI-AMO-CALABRIA-MIA-Dieci-racconti-edizione-web-Domenico-Lanciano-per-la-Festa-dele-Donne.pdf >> che hai pubblicato come allegato della “Lettera n. 390 dell’08 marzo 2022” giornata delle donne.
Maria Rosaria De Rito è nata a Cosenza il 23 febbraio 1963 e queste sono le motivazioni del Premio: << Per essere e sentirsi ancora e sempre molto orgogliosamente calabrese e per rivendicare verità e giustizia per il nostro Sud depredato dal 1860; per essere e sentirsi parte essenziale nella catena generazionale della sua famiglia ed in particolare “figlia” e “mamma” perenne e nonna devota; per essere una “stakanovista” nel lavoro, nella famiglia e nella società; per dedicarsi con amore e lungimiranza alla “scrittura” come dono per sé stessa, la famiglia, le presenti e le future generazioni >>.
10 – LAMBERTO COLLA
E’ il fondatore e il direttore del quotidiano web << www.gazzettadell’emilia.it >> ma anche promotore e direttore di numerose altre iniziative sociali e produttive nella provincia di Parma e nella regione Emilia-Romagna. L’ho conosciuto per la gentilezza e la puntualità con cui da qualche anno a questa parte mi pubblica quasi tutti i comunicati-stampa che gli mando, avendo preso a cuore il mio impegno nel giornalismo sociale. Poi, guarda caso, ho scoperto di avere amici in comune! Piccolo il mondo, eh Tito?!…
Il dottore e giornalista-direttore Lamberto Colla è uno dei più accaniti stakanovisti che abbia mai finora conosciuto. Pensa che dorme meno di 5 ore a notte (quasi come me) e si alza puntualmente alle 5 della mattina, tutti i giorni, qualsiasi sia stato l’orario dell’andata a letto. Che fibra! Certo, Lui è la dimostrazione di ciò che riesce a fare la motivazione del lavoro come servizio reso alla Comunità.
Lamberto Colla è nato a Parma il 24 maggio 1958 ed è residente in Sissa Trecasali, nella stessa provincia. Ecco le motivazioni del Premio: << Per il grande impegno nella comunicazione sociale, con la fondazione nel 1993 del settimanale di attualità “Qui Parma”, nel 2001 dell’agenzia-stampa elettronica agroalimentare www.cibusonline.net e nel 2013 del quotidiano web www.gazzettadellemilia.it messo a disposizione, con generosità, pure di altre realtà regionali; per avere coperto con dedizione e lungimiranza posizioni apicali in imprese ed associazioni, in particolare nell’editoria, nella formazione professionale e nel settore alimentare; per dedicarsi con amore e passione, con ruoli dirigenziali ed organizzativi, alla Confcooperative pure a livello regionale e alle DECO del Comune di Noceto (PR); per esprimere notevoli doti gestionali, economiche, organizzative e capacità relazionali e negoziali; per la gentilezza e la signorilità nei rapporti interpersonali con chiunque; per essere infaticabile stakanovista nel lavoro e nella generosità sociale >>.
11 – TOMMASO COLANTUONO
E’ nato il 30 marzo 1956 a Cerro al Volturno IS), un amenissimo borgo quasi ai piedi delle Mainarde sul versante laziale-abruzzese del Parco Nazionale; ma vive ad Isernia dove lavora ed ha famiglia. O, almeno, quel che resta, purtroppo della sua famiglia. Infatti, Tommaso ha perso la moglie giovanissima che lo ha lasciato con tre figli ancora da crescere, di cui una con notevoli problemi di salute. Inoltre, ha perso un figlio adolescente in un incidente stradale e un’altra figlia, sposandosi, è dovuta emigrare al Nord.
Con questo Premio si è voluto apprezzare ed evidenziare la grande forza d’animo di questo piccolo-grande uomo che, pur con interminabili problemi familiari ed esistenziali, riesce ancora ad essere sorridente, cordiale e signorile con tutti. In particolare, ritengo Tommaso Colantuono uno dei miei maestri della “Filosofia della sofferenza e dell’audacia esistenziale”. Infatti, ho avuto il privilegio di frequentarlo per parecchi anni sul posto di lavoro alla ASREM (azienda sanitaria regionale del Molise) di Agnone, dove abbiamo fatto servizio. L’amico Tommaso ha apprezzato quanto sta facendo l’Università delle Generazioni; ma io apprezzo di più quanto sta facendo Lui con quella che potremmo definire … l’Università della Vita!!!…
Ecco le motivazioni del Premio: << Per aver dimostrato sempre una grande forza d’animo ed un particolare coraggio nel sostenere le troppo difficili prove della vita come la morte in giovane età della moglie Dora la quale Lo ha lasciato con tre figli piccoli, di cui una, Donatella, con disabilità tale da richiedere una continua attenzione ed assistenza, in gran parte assicurate da Lui stesso; per aver affrontato con dignità e fede l’immenso dolore per la troppa immatura morte del figlio diciottenne Manuel, deceduto in un tragico incidente; per sopportare la lontananza della famiglia della figlia Valentina, emigrata in nord Italia, e in particolare la mancanza dei due nipotini; per essere stakanovista nel lavoro, impegnandosi pure in agricoltura oltre ai compiti di operaio, prima nell’edilizia privata e poi nell’Asrem; per essere persona assai cordiale, affettuosa e signorile con tutti >>.
12 – ANNA MARIA BARICALLA
E’ colei che mi ha telefonato sabato 29 gennaio 2022 alle ore 13.37 per segnalarmi le Calabrotte, ovvero le ragazze calabresi andate in sposa a giovanotti delle Langhe, in Piemonte, dai primi anni sessanta, per un ventennio circa. E, in particolare, con grande amore e “rispetto” filiale, la storia della propria madre, Maria Cefalì e di altre tre adolescenti di Cortale (paese al centro dell’Istmo di Catanzaro, tra i golfi di Squillace e di Lamezia, proprio nella zona dove è nato il nome e la Prima Italia).
Ho trovato talmente interessante la storia di queste 4 “Calabrotte” che te ne ho immediatamente scritto in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-385-la-grande-storia-damore-di-maria-cefalisposa-del-sud-da-cortale-di-calabria-alle-langhe-piemontesi-per-diventare-calabrotta/ >> pubblicato alle ore 20.20 di lunedì 07 febbraio 2022. Tutto ciò avveniva, è bene contestualizzarlo, a sèguito della sopra citata miniserie televisiva “La Sposa” trasmessa da Rai Uno dal 16 al 30 gennaio 2022 proprio sul tema delle ragazze del Sud Italia andate in sposa a uomini del centro-nord Italia nel dopoguerra (dal 1945 al 1985 circa). In tale contesto ho ricevuto pure la telefonata di Maria Rosaria De Rito di cui ho già detto al paragrafo 9.
Per me, comunque, quella delle “Calabrotte” non era una novità assoluta, per tre motivi. Primo, perché ne ho avute pure in famiglia, tra mie parenti. Secondo, perché sapevo che ne aveva già scritto l’ottimo antropologo Nuto Revelli di Cuneo in vari suoi studi sul campo e, in particolare, nel libro “L’anello forte” (Einaudi di Torino, 1985). Terzo, perché avevo già letto il libro “Ti ho visto che ridevi” scritto dal collettivo Lu Palanca e pubblicato da Rubbettino di Soveria Mannelli nel 2015, che io ho recensito per alcune testate web come, ad esempio, << https://www.restoalsud.it/in-evidenza/le-langhe-salvate-dalle-calabresi-leuropa-dalle-attuali-migrazioni/ >> pubblicato alle ore 13.09 di mercoledì 13 aprile 2016.
Grazie all’intervento della signora Anna Maria, il discorso sulle “Calabrotte” è proseguito fino a portarmi a proporre immediatamente ai Sindaci dei Comuni delle Langhe di realizzare in loro onore un monumento. Quindi a conoscere il giornalista piemontese Piero Dadone che ne aveva già scritto per il quotidiano torinese “La Stampa” e adesso sta per pubblicare un libro proprio sull’epopea delle Calabrotte, vista pure come elemento sociale e valoriale di contribuire ad una maggiore e migliore unità d’Italia e di rapporto Nord-Sud e Sud-Nord … un’operazione culturale molto importante. Un’autentica epica sociale!
In tale operazione di evidenza storica ed antropologica mi ha aiutato un giovane giornalista, Livio Oggero, il quale mi ha seguìto in questa mia valorizzazione delle Calabrotte da febbraio ad aprile e, ritengo, mi seguità ancora e tanto che lui stesso potrebbe scrivere un libro sulle Calabrotte e sui loro figli e nipoti in terra di Langa. Adesso spero che nelle Langhe i Sindaci realizzino l’auspicato Monumento e che il Comune di Cortale (CZ) concretizzi qualche utile iniziativa in loro onore, come ha già fatto intravedere. Tra cui un “Calabrotte Day” ogni 8 marzo come ho iniziato a fare nella trascorsa “Festa delle Donne” 2022 nelle Langhe.
Le motivazioni: << Per essere e sentirsi, innanzitutto, ancora e sempre “parte della Calabria” essendo figlia di Maria Cefalì di Cortale (CZ) “calabrotta” emigrata nelle Langhe cuneesi, per matrimonio, nel 1966; per essere parte centrale delle sue generazioni di famiglia e per svolgere questo ruolo-missione con immenso amore e utile lungimiranza; per aver dimostrato di portare altissimo e lodevole “rispetto” verso i propri genitori e, adesso, per essere il sostegno dell’età avanzata della mamma; per farsi onore nel lavoro, pure come vocazionale stakanovista, e nella società di appartenenza, con la massima disponibilità al servizio della propria comunità; per aver collaborato con assiduità con questa associazione per l’evidenza sociale e storica delle meritorie “Calabrotte” con iniziative lungimiranti e anche produttive nel contesto di un migliore e maggiore rapporto di unità nazionale tra Nord e Sud e viceversa >>.
13 IN RICORDO DI MIA CUGINA GIUSEPPINA LANCIANO
Caro Tito, dopo aver passato in rassegna ai magnifici 12 Premiati dell’imminente Primo Maggio 2022, permettimi di rendere omaggio ad un’altra ultra-stakanovista, la mia cugina di primo grado Giuseppina Lanciano, figlia quartogenita su otto generati da mio zio Vincenzo (ragazzo del 1899 nella Grande Guerra 1915-18 e fratello maggiore di mio padre) e dalla moglie Maria Giovanna Caminiti (1903-1998).
Giuseppina era nata a Badolato il 19 marzo 1930 ed è deceduta domenica 27 marzo scorso, a 92 anni appena compiuti; il 03 febbraio 1951 aveva sposato Giuseppe Cunsolo di Soverato (1912-1999) combattente nella seconda guerra mondiale, pittore edile ma anche artista (famosi i suoi immensi presepi che incantavano tutti e i numerosi vascelli fatti a mano). Per tanto che era bravo, come uomo e come artista, l’ho inserito alle pagine 286-288 del quarto volume del “Libro Monumento per i miei Genitori”.
Hanno avuto tre figli, Maria Caterina (1953) e due gemelli: Maria Immacolata (detta Marilina) e Giovambattista (detto Gianni) nati il 22 agosto 1956. La nostra famiglia Lanciano ha avuto finora in tutte le sue generazioni frequenti parti gemellari. Puoi trovare la famiglia di questa mia cugina Giuseppina alle pagine 124-124 del terzo volume del citato “Libro-Monumento”.
Questa mia cugina è stata sicuramente una delle persone più miti, solari e gentili delle generazioni Lanciano, già arcinoti per il loro sempre largo sorriso e il loro buon cuore tenero e generoso. Basta osservare questa foto di Giuseppina per capire come e quanto fosse una donna, una moglie, una mamma, una nonna ed una bisnonna molto dolce, amorevole ed accogliente. Ogni volta che andavano a Soverato era d’obbligo ma soprattutto un piacere passare da casa sua per salutare Lei e la sua meravigliosa famiglia.
14 – SALUTISSIMI
Caro Tito, nel congedarmi con questa “Lettera n. 398” e nell’andare con il pensiero alla n. 399, passo ai saluti e, in particolare, all’augurio che cessi prima possibile questa folle, astrusa e orribile guerra in Ucraina, senza dimenticare gli altri atroci e numerosi conflitti tra popoli ed etnie. Non solo, resto sempre più convinto che urge un disarmo il più completo possibile. E spero che il primo maggio tutte le piazze del mondo gridino << NO ALLA GUERRA IN UCRAINA! NO ALLA GUERRA! NO A TUTTE LE GUERRE! >> come abbiamo espresso giovedì santo 14 aprile in << https://www.costajonicaweb.it/universita-delle-generazioni-primo-maggio-2022-tutte-le-piazze-del-mondo-contro-la-guerra/ >>. Cordialità,
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, mercoledì 20 aprile 2022 ore 08.54 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state fornite dagli interessati o da familiari.
https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-398-ecco-i-magnifici-12-premiati-del-primo-maggio-2022-dalluniversita-delle-generazioni/