"Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui" (1 Giovanni 2,15); e l'incontro con il giovane ricco: "Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni." (Mc 10,21-22).
La conversione essendo personale è un processo diverso per ognuno di noi ma, a mio avviso, per ciascuno è rivoluzionario giacché coinvolge il distacco dalle proprie consuetudini ed usando un'espressione moderna richiede l'uscire dalla propria confort zone.
La conversione è una Grazia donataci da Dio Padre; e non importa se è dolorosa nell'abbandonare le cose di questo mondo, non importa se ci spaventa conoscere noi stessi ed ammettere con quanta leggerezza abbiamo peccato, perché Egli ci sorregge in maniera prodigiosa in questa metamorfosi che ci rende liberi (Giovanni 8,32).
L'esigenza dell'anima accomuna chi è travolto, da questo evento straordinario che dura tutta la vita, dall'aspirazione a colmare quella mancanza percepita, dal desiderio di Amore e Verita' che gli infonde il coraggio di trasformare radicalmente se stesso.
Pertanto siano il nostro faro, durante tutta la nostra esistenza di conversione, le parole che Gesù rivolge a Nicodèmo: "Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto" (Giovanni 3,7).