Carissima Suu,
ovunque ti trovi,
sotto il cielo della Birmania,
buon 8 marzo!
Ti tengono prigioniera
perché hanno paura della tua libertà.
Senti, Suu, il canto del tuo popolo?
La voce dei giovani,
il coraggio di Mya Thwate Thwate Khaing, uccisa a Naypyidaw,
e di Kyal Sin, uccisa a Mandalay,
cadute per la Birmania libera?
Per la libertà della loro giovinezza,
per la libertà del loro Paese giovane
sulla via della democrazia.
Dove ti hanno nascosta?
Ti hanno sottratto
agli occhi del tuo popolo e del mondo,
e non sanno che tu sei nel cuore
del tuo popolo e dell’umanità.
Ti hanno ridotto al silenzio,
ma parla la tua vita,
parla il tuo sogno del giardino da coltivare,
la vigna del Myanmar.
Nessuno sa dove tu sia, in questo 8 marzo.
Sappiamo che sei ovunque,
nelle strade e nelle piazze,
ovunque si chiede la tua liberazione
e quella di tutti gli altri arrestati.
Sei in ogni angolo della Birmania,
sulla terra rossa come il sangue dei martiri,
nei villaggi più lontani,
nelle pagode dove lo spirito invoca la pace,
sulle strade dove le suore si inginocchiano davanti ai militari
per fermare la violenza.
Forse tu non sai, Suu, tutte queste cose,
tu non sai di questi giorni
in cui irrompe nel mondo
la coscienza democratica del Myanmar.
Tu sapevi, tu sai che il tuo popolo
è il tuo tesoro, il tesoro del Myanmar.
Buon 8 marzo, Suu,
con la forza delle donne.
Torneremo a cantare con te, ricordi?
Va’ pensiero… O mia Patria, sì bella e perduta.
Non sanno, Suu, i militari,
che tengono agli arresti la donna più libera del mondo.
Buon 8 marzo, Suu!
Con il nostro abbraccio.
Albertina