Di Lamberto Colla Reggio Emilia 23 gennaio 2021 - Forse è la pazienza o forse è la grande consapevolezza di sé stessi che fanno una donna o un uomo di successo, soprattutto se alla base c'è la condizione di rifugiato politico.
Dalla fuga per la vita a una vita piena e gratificante nel Paese ospite, anche se con un tratto di nostalgia per il proprio amato Paese d'origine.
E' questa, in brevissima sintesi, la Storia di Layla Yusuf che può considerarsi, a tutti gli effetti, un buon esempio per molti e un punto di eccellenza da ammirare per gli immigrati, ma anche per gli autoctoni, insomma per tutti coloro che un ruolo, nella vita sociale e democratica, ambiscono ad assumerlo.
Oggi Layla Yusuf, 58 anni, è una donna di successo. Una mamma orgogliosa di una figlia che dimostra la stessa determinazione della genitrice, una posizione lavorativa di alto profilo e una apprezzabile vita sociale, divisa tra il volontariato e l'impegno politico.
Ma non è stato sempre così.
Vero che la sua famiglia d'origine era tra le più in vista della Somalia (il Papà era un Ministro in carica nel momento della rivoluzione scoppiata il 30 dicembre 1990), ma dalla notte al giorno tutto crollò e l'ultimo dell'anno del 1990 erano già tutti (3 sorelle e 7 fratelli con i genitori) alla frontiera del Kenia relegati alla qualifica di rifugiati politici. E così, mentre i genitori ottennero la cittadinanza australiana potendo portare con loro i figli minorenni, i maggiorenni dovettero spargersi in giro per il mondo alla ricerca di solidarietà e di un lavoro.
Layla, laureata in chimica industriale con una specialità in "Tecnologia dei materiali" (UNIBO), insieme a un centinaio di cattedrattici somali, ottenne una borsa di studio in Italia (Università di Padova) dove, a soli 28 anni, ha dovuto ricostruirsi una vita.
"Oggi posso dire - sottolinea Layla Yusuf -, che vivo in Italia con una scelta consapevole, è un paese che amo con tutta la sua bellezza e le sue contradizioni, lo considero il mio di paese e ritengo che il popolo Italiano sia culturalmente e tradizionalmente solidale, alla provincia di Reggio Emilia dove risiedo mi sono sempre sentita di far parte della comunità a 360°, e se ho potuto realizzarmi sia a livello professionale che nel privato, grazie alla disponibilità di chi mi ha dato l’opportunità di inserirmi nella società senza pregiudizi e chiusura. Con positività e ottimismo mi impegno concretamente insieme a tanti i cittadini, per affrontare le difficoltà attuali, le sfide della globalizzazione e per costruire un futuro sereno e soprattutto di speranza per la nuova generazione.
Alla base c'è, senza ombra di dubbio una passione, un fuoco ardente che non l'ha mai abbandonata, nemmeno nei momenti di maggiore disagio e sofferenza.
Così, senza mai lasciarsi scappare alcuna occasione, ha navigato in campo lavorativo approdando via via in porti sempre più rassicuranti e ogni volta instaurando relazioni che a lungo andare sono state importanti e strategiche per la crescita.
"La mia professione - continua Layla - consiste nella consulenza, nell'implementare il Sistema di Gestione aziendale con Strategia, pianificazione, gestione attività dei reparti con Risk Management, identificando le opzioni con appropriati KPI e suggerendo raccomandazioni per il cambiamento con miglioramento continuo, oltre a consulenza su risorse aggiuntive e implementare soluzioni. Inoltre mi occupo di sviluppo economico, di azioni di penetrazione economica internazionale nei principali mercati mondiali. Ho svolto missioni all'estero coinvolgendo aziende in vari paesi con incontri a livello governativo guidando delegazioni commerciali con rappresentanti d’imprese italiane. In particolar modo lavoro in Asia e Africa, tra cui Cina, Malesia, Indonesia, Viatnam, Tailandia, Brunei, Kenya, Uganda, Tanzania, Ruanda, Gambia, Zimbabwe, Mozambico, Malawi, Liberia, Guinea e Zambia. Esperta di: Gestione e Sviluppo Economico, coordinamento internazionale B2B, promozione del commercio estero e attrazione per progetti di investimento dall'estero".
Una posizione apicale raggiunta senza tralasciare la famiglia e la cura della figlia (oggi 29enne e ben affermata anch'ella professionalmente) e tantomeno l'impegno sociale che dal sistema del volontariato l'ha proiettata nella politica, aderendo a +Europa, e giungendo a collocarsi tra i massimi dirigenti nazionali e portavoce regionale del partito.
"Credo nell’impegno sociale - continua Layla Yusuf - per le altre persone e cerco di dedicare più tempo possibile a questa causa. Dedico il mio tempo libero al volontariato, con Emmaus Volontariato aiuto gli anziani soli a domicilio con gli Avvocati di Strada dando supporto alle persone senza fissa dimora. Inoltre, perseguo temi particolarmente a me care con fini solidaristici attraverso la promozione della cultura e delle opere della accoglienza e della condivisione, svolgendo attività a favore della collettività ed in particolare delle donne e dei nuclei famigliari provenienti da vari paesi per favorirne il processo di integrazione e di formazione all’interno della società italiana scoraggiando l’immigrazione selvaggia che mette a rischio le vite delle persone."
Un attaccamento alla solidarietà e sostegno dei più deboli che è stato, senza volerlo, il primo modo di approccio a una società nuova e diversa e potenzialmente sospettosa per etnie diverse.
"Sono membro di vari associazioni, - prosegue Layla - come ad es. "Women of Mediterranean East and South European Network" sostenuto da Regione Emilia Romagna, in cui promuovo e sostengo associazioni di donne che lottano per far sentire la propria voce sulla emancipazione, partecipazione politica e si impegnano contro la violenze sulle donne. EWMD “European Women's Management Development” e dell’Associazione FILEF di Reggio Emilia. Faccio parte dei fondatori del Forum dei Musulmani laici che si occupa per i diritti della donna e promuove la libertà religiosa in Italia rispettando la carta dei diritti fondamentali dell'unione europea sulle diversità culturale, religiosa e linguistica."
La capacità di soluzione dei problemi e la capacità di ascolto le hanno garantito una stima e riconoscibilità sempre più crescente al punto da diventare appetibile anche per i movimenti politici arrivando a scegliere quello che meglio rappresentava le sue ideologie: difesa dei diritti umani e liberismo economico.
Il movimento di Emma Bonino sembrava rappresentare appieno queste sue aspettative e nel momento che divenne partito Layla raccolse la sfida candidandosi alle europee ottenendo molti consensi (settima di lista).
"Ho ricevuto inaspettatamente voti da Trieste e persino da Venezia, luoghi che non avevo mai frequentato. Il progetto +Europa - conclude Layla Yusuf - mi pare sia l’unica alternativa credibile che propone valori e principi, per me, importantissimi. Da +Europa mi impegno sull’individuazione dei principi irrinunciabili come la crescita economica sostenibile, il diritto all’autodeterminazione della persona, uno Stato di diritto eu carta dei diritti fondamentali dell'unione europea ropeo efficace e condivisa, il rispetto dei diritti umani, civili e politici da parte di tutti gli stati membri, nel perseguire un’unione sempre più stretta. Credo fortemente che un’Europa unita sia importantissima, non solo per gli italiani e per europee, ma per l’equilibrio geopolitico e geo-economico mondiali."
Da dicembre 2018 è la Coordinatrice eletta di +Europa di Reggio Emilia, ma anche porta voce del Coordinamento regionale di +Europa Emilia-Romagna e d è componente all’assemblea nazionale del partito.
Una storia di vita vissuta pienamente che non può non essere pubblicizzata affinché dai migliori esempi ciascuno di noi possa prendere spunto per reagire alle piccole o grandi difficoltà che il "fato" ci pone di fronte inaspettatamente.