Mi chiamo Luca Soncini e sono nato a Parma nel 1980.
Sono cresciuto nel quartiere Montanara, in un magico limbo tra la città e la campagna, ai tempi una periferia piuttosto problematica, ma un bellissimo enorme luna park agli occhi di noi ragazzini, dove la fantasia non trovava ostacoli ed ogni giorno offriva sempre un’avventura diversa.
E senza dubbio, da quel posto è partita la mia piccola scintilla.
Ricordo che ai tempi mi interessavo di fumetti, seppur le loro storie mi annoiavano facilmente, ma graficamente mi incuriosivano e così iniziai a creare qualche personaggio a matita tra cui parecchi teppistelli di quartiere, ma tutti rigorosamente muti.
Mi iscrissi più avanti, nel 1995, all’istituto artistico Paolo Toschi con questa immutata passione, che nel tempo aveva preso forza e si era sviluppata per il disegno in generale, e lì capii al volo di essermi trovato nel luogo giusto. Furono cinque anni indimenticabili e preziosissimi della mia vita.
Abbandonai molto presto la mia vena fumettistica e mi appassionai alla comunicazione della grafica pubblicitaria, ai poster futuristici e alla scena artistica americana degli anni sessanta, e su consiglio di alcuni professori una volta terminato l’istituto mi iscrissi all’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano.
Gli anni di Milano furono un laboratorio di totale studio e sperimentazione artistica, tra pittura, incisioni e illustrazioni di vario genere. Cominciai ad esporre in diverse città i miei lavori, e con la tecnologia che prendeva sempre più sopravvento nel settore mi approcciai anche al digitale studiando in totale autonomia diversi software grafici. E da qui partì un po’ tutto, come la successiva decisione di puntare la mia professione lavorativa sulla comunicazione visiva, nello specifico nel settore della grafica pubblicitaria.
E così dopo aver visto una bellissima mostra di Guido Scarabottolo a Parma decisi di approfondire il mondo delle illustrazioni digitali.
Il gioco, l’ironia, il nonsense, l’amore che già da molti anni nutrivo per Magritte e Andy Wharol, è stato tutto di grande aiuto per decifrare quella bellissima forma d’arte e per provare ad introdurmici a piccoli passi.
Ho sperimentato per molto tempo stili illustrativi diversi. Ho amato ma anche tremendamente odiato l’illustrazione, che sembrava quasi una formula matematica che non mi lasciava scampo: o mi sembravano belle, complete e armoniche, oppure se erano prive di una di queste componenti quasi le rigettavo.
Ora invece sono riuscito a guardarle in una visione più distaccata e meno emotiva.
Negli anni scorsi davo molto peso all’estetica grafica delle mie illustrazioni, i contenuti erano sempre variabili, mancavano forse di una vera connessione tra loro, e in quello sapevo che avrei dovuto fare ancora un maggior sforzo.
E l’occasione giusta, purtroppo o per fortuna, arrivò proprio quest’anno durante il lockdown.
Artisticamente parlando, nella sfortuna della situazione, ho trovato una certa consapevolezza dei miei mezzi e tutto ora sembra esser diventato molto più fluido tra la mia testa e la mia mano, tutto meno faticoso.
Il buon riscontro che stanno avendo queste illustrazioni chiaramente mi fa molto piacere e mi fa capire di trovarmi su una buona direzione, o che gli dei per una volta si sono schierati dalla mia parte, ma aldilà di tutto questo, sono conscio che c’è ancora tanto, tantissimo lavoro da fare…
Quindi stay tuned!