Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e Agci Solidarietà  chiedono il rispetto del DL 18/2020: “Dobbiamo fatturare anche per i servizi non erogati  a causa delle chiusure imposte dall’emergenza, sono risorse già previste nei bilanci”. 

(Bologna, 1 aprile 2020) – “Le cooperative sociali dell’Emilia-Romagna devono poter fatturare le prestazioni già previste a bilancio dalle Amministrazioni pubbliche, anche quelle che non si sono potute svolgere a marzo e che non si potranno svolgere nelle prossime settimane per le chiusure dei servizi imposte dalle disposizioni nazionali e regionali per l’emergenza sanitaria. Non chiediamo privilegi, ma il rispetto delle norme di recente approvate dal Governo”.

Lo dichiarano i presidenti delle federazioni regionali di Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci Solidarietà - Luca Dal Pozzo, Alberto Alberani ed Emanuele Monaci - ricordando come l’art. 48.2 del DL 18 del 17 marzo 2020 autorizzi le Pubbliche amministrazioni a pagare i gestori privati dei servizi sospesi a causa dell’emergenza sanitaria, “sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo”.
La richiesta delle centrali riunite nell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna (che rappresenta oltre 900 cooperative sociali e 44.000 operatori che ogni giorno prestano servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi a circa 65.000 persone tra anziani, disabili, svantaggiati e minori) è contenuta in una lettera spedita nei giorni scorsi al presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

“Sono circa 10.000 in regione i lavoratori delle nostre cooperative sociali interessati dalla chiusura dei servizi dovuta all’emergenza Coronavirus, alcuni di loro sono stati impiegati in altre mansioni ma la maggior parte si trova a casa – aggiungono i tre presidenti -. Registriamo ogni settimana danni per diversi milioni di euro a causa della mancata erogazione dei servizi, ma dato che le risorse per pagare le prestazioni interrotte sono già state previste nei bilanci dei Comuni e delle altre Amministrazioni pubbliche con cui lavoriamo, chiediamo che le fatture delle prestazioni vengano pagate altrimenti non sapremo come fare fronte agli stipendi dei nostri operatori e delle nostre educatrici, con gravissime ricadute sulla tenuta delle imprese sociali e sul sistema di welfare emiliano-romagnolo”.

A tal proposito, nella lettera spedita al presidente Bonaccini e che sarà indirizzata anche all’Anci, le centrali cooperative invocano un accordo nazionale tra Regioni, Comuni, Organizzazioni sindacali e Alleanza Cooperative “che possa indirizzare le Pubbliche amministrazioni e le cooperative verso un comportamento omogeneo per evitare l’insorgere di interpretazioni e controversie giudiziarie”. Insomma, niente decisioni a macchia di leopardo e maggiore chiarezza così da mettere al riparo gli amministratori pubblici da eventuali richieste di danno erariale da parte della Corte dei conti.

“Il riconoscimento da parte dei Comuni e delle Pubbliche amministrazioni delle prestazioni del mese di marzo e dei periodi in cui i servizi continueranno ad essere chiusi per l’emergenza Coronavirus – continuano Dal Pozzo, Alberani e Monaci – evita il ricorso a permessi, ferie e Fondo di integrazione salariale (Fis), consentendo alle lavoratrici e ai lavoratori delle cooperative sociali di godere degli stessi diritti dei dipendenti pubblici che svolgono il loro medesimo lavoro”.

“Questo significa – continua la lettera spedita a Bonaccini – che ai funzionari della Pubblica amministrazione è permesso di liquidare le fatture, a maggior ragione a fronte di risorse economiche che già erano state impegnate nei bilanci e che, pertanto, non costituiscono un aggravio della spesa pubblica”.
Infine, concludono le centrali cooperative, “la fatturazione regolare dei servizi permetterebbe di non ricorrere al Fondo integrativo salariale e alla cassa integrazione in deroga, così quelle risorse resterebbero a disposizione di altri lavoratori”.
 

Come anticipato nei giorni scorsi dal sindaco Patrizia Barbieri, si estenderà al materiale di cancelleria per uso scolastico e creativo per i bambini il servizio “Pronto Spesa Comune”, che da oltre due settimane consente, ai cittadini che ne hanno necessità, di ordinare telefonicamente e ricevere a domicilio i prodotti alimentari dei negozi convenzionati, senza costi aggiuntivi di consegna.

A partire da oggi, i titolari di cartolerie ed esercizi specializzati in prodotti per la scuola possono comunicare la propria adesione all'iniziativa, garantendo di poter provvedere autonomamente alla consegna, scrivendo direttamente all'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o rivolgendosi alle associazioni di categoria, Unione Commercianti e Confesercenti, che ancora una volta hanno garantito il proprio supporto organizzativo all'Amministrazione comunale per estendere, anche in quest’ambito, l’iniziativa.

Le modalità per effettuare gli ordini restano invariate anche per quanto riguarda i prodotti da cancelleria, disponibili da mercoledì 1° aprile: occorre contattare il numero 0523-492737, cui rispondono ben cinque operatori di centralino dagli uffici comunali coinvolti, dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12. L’elenco, costantemente aggiornato, delle attività interessate è consultabile sul sito web comunale, con evidenza in home page e nella sezione delle informazioni utili legate all'emergenza Coronavirus, al seguente link: www.comune.piacenza.it/prontospesa.

“Insieme al sindaco Patrizia Barbieri – spiegano gli assessori alla Formazione e ai Servizi Sociali, Jonathan Papamarenghi e Federica Sgorbati – abbiamo ritenuto che gli appelli ricevuti da tante famiglie, affinché la cancelleria e il materiale scolastico venissero inclusi tra i beni di prima necessità, meritassero una risposta concreta e tempestiva. E’ molto importante che bambini e ragazzi possano avere a disposizione tutto ciò che occorre per restare al passo con le lezioni, nonché per trascorrere il tempo in modo intelligente, dando spazio alla fantasia”.

“Come già avviene per la spesa alimentare a domicilio – aggiunge l’assessore al Commercio Stefano Cavalli – a tutti gli esercenti sarà richiesto, a tutela loro e dei cittadini che fruiscono del servizio, di dotarsi dei dispositivi di protezione individuale, mascherina e guanti, raccomandati dalle normative vigenti, privilegiando laddove possibile l’uso del Pos per i pagamenti. Grazie alla preziosa collaborazione di tutti, l’iniziativa sta funzionando a pieno ritmo e con grande correttezza”.

Se, in questa prima fase di avvio, ai titolari di cartolerie sarà richiesto di provvedere in autonomia alle consegne, per quanto riguarda i prodotti alimentari continua ad essere determinante, come aveva evidenziato nei giorni scorsi il vice sindaco Elena Baio, il sostegno garantito da Croce Rossa Italiana, Gruppi Scout e Auser, i cui volontari si sono resi disponibili per assicurare che la spesa arrivi a domicilio dei richiedenti in giornata.

Per quanto concerne la cancelleria, invece, si prevede che gli ordini possano essere evasi entro due o tre giorni.

Coronavirus. L’aggiornamento ad oggi, martedì 31 marzo: 14.074 i casi positivi in Emilia-Romagna, 543 in più rispetto a ieri. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 6.069. Continuano a salire le guarigioni, che arrivano a 1.477 (+250)
I pazienti in terapia intensiva sono 353, 2 in più di ieri. I decessi arrivano a 1.644: 106 in più, comprese persone venute a mancare nei giorni scorsi. Procede il piano di rafforzamento dei posti letto: sono oltre 5.000 quelli già allestiti in tutta la regione. Per i tamponi “drive through” è operativo da oggi il punto presso l’ospedale di Forlì, da domani funzionerà anche quello di Ravenna. Arrivati nuovi dispositivi di protezione individuale, compresi ventilatori polmonari donati dalla Cina

31/03/2020 18:00
Bologna - 14.074 casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 543 in più rispetto a ieri; 54.532 i test effettuati,3.542 in più. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, martedì 31 marzo, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, sono 6.069 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (173 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 353, 2 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.538 a 1.644: 106 in più, quindi, di cui 65 uomini e 41 donne (il dato ricomprende persone venute a mancare nei giorni scorsi).

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.477 (250 in più rispetto a ieri), 1.117 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 360 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 27 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 23 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 1 in quella diFerrara, 5 in quella di Ravenna, 1 nel forlivese, 1 in quella di Rimini. Due decessi si riferiscono a residenti fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.635 (119 in più rispetto a ieri), Parma 1.933 (74 in più), Reggio Emilia 2.307 (99 in più), Modena 2.222 (85 in più), Bologna 1.680 (61 in più), Imola 260 (7 in più), Ferrara 320 (14 in più), Ravenna 580 (12 in più), Forlì-Cesena 730 (di cui 366 a Forlì, 23 in più rispetto a ieri, e 364 a Cesena, 24 in più), Rimini 1.407 (25 in più).

Tamponi “drive through”: operativo da oggi il punto presso l’ospedale di Forlì, da domani quello di Ravenna. In funzione da ieri, per i dipendenti, quello del Sant’Orsola di Bologna

Per accertare la guarigione delle persone già risultate positive, in modo rapido e senza che debbano scendere dall’auto, sono stati allestiti diversi “drive trough” con materiali e mezzi dell’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile e l’impiego del volontariato: a Reggio Emilia, Guastalla, Castelnuovo Monti (Re), Cesena e Forlì. Quest’ultimo, allestito nei giorni scorsi nel parcheggio dell’Ospedale Morgagni (via Carlo Forlanini 34), è operativo da oggi, martedì 31 marzo.

Anche a Ravenna si sta allestendo un punto di drive through, che sarà operativo da domani, presso il Cmp (Centro di medicina e prevenzione dell’Ausl), e in particolare nella parte posteriore della struttura. Qui, in collaborazione con la Protezione civile, è stata predisposta un’area ad hoc che sarà riservata al passaggio delle auto dei pazienti, riconoscibile attraverso un “portale”. I pazienti, contattati dal servizio di Igiene pubblica, si recheranno al parcheggio del Cmp e, passando sotto la struttura, saranno immessi nell’area, protetta anche dalla vista delle altre persone. Gli operatori, seguendo tutti i protocolli di sicurezza previsti, effettueranno il tampone senza che i pazienti escano dall’auto. Anche a Rimini ci si sta organizzando per allestire una struttura analoga.

Intanto, già da ieri, lunedì 30 marzo, il “drive through” viene effettuato anche al Policlinico Sant’Orsola di Bologna: è riservato ai dipendenti positivi e poi guariti che devono essere sottoposti a tampone per poter tornare al lavoro.

Da Piacenza a Rimini, più di 5.000 (5.039) i posti letto aggiuntivi già allestiti su tutto il territorio

Da Piacenza a Rimini prosegue il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto messo a punto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono stati allestiti altri 23 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 5.016 a 5.039, tra ordinari (4.501) e di terapia intensiva (538).

Nel dettaglio: 729 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.134 a Parma (65 terapia intensiva), 730 a Reggio (55 terapia intensiva), 536 a Modena (86 terapia intensiva), 930 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (159 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 258 a Ferrara (32 terapia intensiva), 722 in Romagna (nel dettaglio: 258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 93 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, Parma conferma l’attivazione dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid) e della casa di cura Val Parma Hospital (attivati tutti i 40 posti messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma.

Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (106 posti letto aggiuntivi), che si affianca all’hub dell’ospedale Sant’Anna e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 93 posti letto Covid a cui si aggiungerà quello di Riccione che, al momento, ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per 120 posti letto complessivi, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo;a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese.

Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Villalba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la terapia intensiva, e Villa Laura con 48 nuovi posti letto attivati. Infine, in provincia di Bologna sono attivi posti letto per pazienti Covid anche presso l’ospedale di San Giovanni in Persiceto (52 letti) e Bentivoglio (36 letti).

In arrivo in Emilia-Romagna ventilatori e dispositivi di protezione individuali donati dai filantropi cinesi partner del China-Italy Philanthropy Forum (CIPF)

Un flusso di materiali medico-sanitari, coordinato dall’Ambasciata d’Italia in Cina, viaggia sulla rotta Pechino-Malpensa. Dopo il primo volo, partito il 27 marzo, oggi è decollato il secondo. Le dotazioni sono destinate alle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, e alla Caritas Ambrosiana. Nella sola giornata di oggi 10 ventilatori, 650.000 mascherine chirurgiche, 210.000 guanti, 334.255 tute protettive e 471 occhialini saranno consegnati alle strutture sanitarie sotto pressione a causa della pandemia da Covid-19. I voli umanitari sono sostenuti dal China-Italy Philanthropy Forum (CIPF) che ha raccolto fino ad oggi 850.000 euro dalle Fondazioni aderenti: Fondazione Cariplo, Fondazione Crt, Eni, Fondazione Grimaldi, Fondazione Cucinelli e Fondazione Agnelli, mentre la compagnia aerea Neos Spa copre i costi fissi e quelli del personale. Il ponte aereo sostenuto dal CIPF non trasporta in Italia solo i beni donati dai filantropi cinesi, ma anche altre donazioni provenienti da tutta la Cina e acquisti fatti dalle centrali di committenza pubblica nazionale e regionali per i quali sia urgente il trasferimento in Italia. Presidente onorario del Forum in Italia è il professor Romano Prodi. Il materiale destinato all’Emilia-Romagna è consegnato alla Protezione civile regionale dopo un accordo con il commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi.

 

Le attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Nuovi strumenti e dispositivi di protezione individuale

Quarantaquattro ecotomografi portatili, 40 monitor da trasporto con defibrillatori, 200 pompe siringa, 10 ventilatori polmonari per terapia intensiva, 5 ventilatori polmonari per terapia sub-intensiva, 1.780 kit di accesso vascolare, 58.200 mascherine chirurgiche: questo è quanto il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha fatto pervenire in Emilia-Romagna tra ieri e oggi.

Negli ultimi giorni sono stati recuperati dispositivi di protezione individuale e materiali anche attraverso requisizioni fatte in aeroporto e interporto dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, in stretta collaborazione con la Guardia di Finanza: a Bologna 22.900 mascherine ffp2 e 281.000 mascherine chirurgiche, a Parma 1.199 aspiratori chirurgici. Il materiale viene poi consegnato all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile per la successiva distribuzione. Un’ultima operazione si è svolta proprio questa mattina all’aeroporto di Bologna e all’hub dell’Interporto di Bentivoglio.

Volontari all’opera

Sono stati 657 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati ieri, lunedì 30 marzo; dall’inizio dell’emergenza, si contano 8.986 giornate di impegno effettuato. Le principali attività riguardano il supporto alle Ausl nel trasporto dei degenti con ambulanze (100, tra Cri e Anpas), il supporto ai Comuni per le varie attività di assistenza alla popolazione (398, con una significativa presenza – 50 – degli scout Agesci), la disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso a Parma e Piacenza (17) e l’attività di segreteria e logistica a supporto dei Comuni nei Coc, i Centri operativi comunali (132).

Su richiesta dell’Ausl Romagna, è stata montata ieri una tensostruttura per la sanificazione delle ambulanze alla sede riminese della Croce Verde di Novafeltria, con la collaborazione del Coordinamento provinciale del volontariato di Rimini.

Punti triage

Si confermano 32 i punti-triage attivi in Emilia-Romagna: 10 davanti alle carceri e 22 davanti agli ospedali. /CV

 

Ecco il numero verde per l’irrigazione: 800501999.

Reggio Emilia, 31 Marzo 2020 – Le attività di bonifica – che comprendono servizi e forniture per l’irrigazione, gestione e prevenzione del rischio idraulico e lotta al dissesto con opere di consolidamento di versanti, strade e arginature – sono da considerarsi a tutti gli effetti un servizio primario, inserito dalla normativa tra quelli essenziali e pertanto continuano ininterrottamente a servizio della cittadinanza e soprattutto del comparto agricolo nel totale rispetto delle più recenti disposizioni in relazione all’attuale pandemia da Covid-19.

La filiera legata all’agroalimentare e all’approvvigionamento dei prodotti base per la nutrizione infatti è da considerarsi a tutti gli effetti tra quelle che mantengono pressoché inalterata la loro operatività quotidiana e pertanto la risorsa acqua diventa indispensabile per la produzione costante. Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale si è così organizzato in modo capillare in tutto l’esteso comprensorio servito e l’attivazione degli impianti idrovori di derivazione per il prelievo e la distribuzione dell’acqua sono già funzione e progressivamente entreranno a pieno regime con l’incremento delle diverse necessità delle colture tipiche del nostro territorio.

L’impianto principale a scopo irriguo messo in funzione è stato quello di Boretto con abbondante derivazione del fiume Po, un impianto che da solo serve un’area di oltre 220 mila ettari distesa su tre province tra Reggio Emilia, Modena e Mantova. L’attivazione di Boretto e il conseguente riempimento del bacino è propedeutico al successivo invasamento dei due grandi canali di distribuzione che consegnano l’acqua ai coltivatori dell’area di pianura attraverso la rete capillare di canalizzazioni. In questo frangente, caratterizzato dall’alternarsi di periodi particolarmente siccitosi a periodi di piogge violente ed improvvise, la criticità più evidente che potrebbe verificarsi è la gestione dell’equilibrio dei flussi per evitare straripamenti.

Oltre a Boretto, per le zone collinari e pedecollinari dall’appennino verso la Bassa si potrà contare anche sulle derivazioni dal Secchia per l’area modenese e sull’Enza per quella reggiana. In questi casi specifici la modulazione dei quantitativi sarà agevolata proprio dai dislivelli di caduta della risorsa.

E oltre a queste macro-attivazioni il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale metterà in funzione oltre 50 ulteriori impianti in tutto il comprensorio. Il servizio irriguo per le imprese agricolo si svolgerà come sempre attraverso il contatto diretto con gli operatori dello staff consortile e mediante un servizio di prenotazione al numero verde. Nonostante le difficoltà tempistiche nel reperire pezzi di ricambio a causa dell’emergenza sanitaria che vede coinvolte le aziende, a livello tecnico si stanno approntando rilevanti interventi di preparazione in previsione della stagione irrigua grazie a manutenzioni straordinarie e montaggio apparecchiature elettromeccaniche negli impianti Cartoccio, Comune di Novellara (RE), Mondine Irriguo, Comune di Moglia (MN), Botte Bentivoglio, Comune di Gualtieri (RE), Canale 5°, Comuni di Carpi e Soliera (MO). In questo periodo, oltre allo staff tecnico operativo nelle diverse località, il personale amministrativo e di progettazione dell’ente lavora costantemente in condizione di smart working dalla propria abitazione e tutti i servizi restano attivati.

Il presidente del Consorzio Emilia Centrale Matteo Catellani ha rimarcato come “il ruolo della Bonifica sia imprescindibile per tutto il comparto agricolo e tutto il personale dell’ente, come del resto in ogni annualità, darà il massimo per poter soddisfare tutte le richieste inoltrate al Consorzio. E’ un momento molto critico per tutta la comunità visto il perdurare di questa grave emergenza e il nostro impegno sarà assoluto e proficuo per garantire efficienza ai coltivatori”.

A causa dell’emergenza dovuta alla diffusione del Virus Covid-19 il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e i Consorzi Fitosanitari Provinciali di Modena e di Reggio Emilia informano che: contribuenti e consorziati che dovessero trovarsi nella situazione di non poter adempiere al saldo entro la data prevista del 31 marzo potranno provvedere al versamento nei mesi di aprile e maggio senza oneri e/o aggravi aggiuntivi.

UniCredit al fianco della Croce Rossa Italiana con una donazione di 360mila euro per l'acquisto materiale sanitario e dispositivi medici

11mila euro andranno al comitato CRI di Reggio Emilia

UniCredit amplia il proprio impegno a supporto della Croce Rossa Italiana nella gestione dell'emergenza legata alla diffusione epidemiologica del virus COVID - 19 in Italia.

Grazie ai fondi raccolti tramite UniCredit Card Flexia Classic Etica, la banca effettuerà una donazione di 360 mila euro alla Croce Rossa Italiana e a 20 comitati locali che operano sui territori per l’acquisto di mascherine, materiale sanitario e dispositivi medici nonché di un’unità mobile-operativa attrezzata per il coordinamento dell’emergenza.
Nel dettaglio, 11mila euro saranno donati al comitato di Reggio Emilia della Croce Rossa Italiana per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale (circa 120 pezzi tra cui divise, calzature di sicurezza, giacche idro ed emorepellenti, occhiali protettivi), necessari ad operare nell’emergenza per la riduzione del rischio contagio e nell’assistenza di pazienti affetti da covid19.

Inoltre il Gruppo bancario ha messo a disposizione della Croce Rossa Italiana un conto corrente solidarietà completamente gratuito (IT93H0200803284000105889169 intestato a Associazione Croce Rossa Italiana) per la raccolta fondi a supporto di tutte attività che la CRI sta mettendo in atto per affrontare la crisi.

Flavio Ronzi, Segretario Generale della Croce Rossa Italiana: “Ringraziamo di cuore UniCredit per lo straordinario gesto di solidarietà a beneficio di tutto il Paese. Grazie a questo contributo, a supporto dei nostri Comitati sul territorio, stiamo potenziando ulteriormente la nostra risposta a questa emergenza con l’acquisto di nuovi mezzi, presidi e dispositivi di protezione individuale per i volontari e gli operatori impegnati in prima linea. Insieme ce la faremo, insieme siamo Un’Italia Che Aiuta”.

Remo Taricani, Co-CEO Italy di UniCredit ha commentato: "In un momento così difficile, il nostro Gruppo sente la responsabilità e la necessità di fare la propria parte e ci stiamo attivando ogni giorno e in ogni modo possibile per essere di supporto alle comunità, ai territori e alle economie in cui siamo presenti. Questo contributo all’attività della Croce Rossa Italiana - che è in prima linea per supportare il Paese nell’affrontare l’emergenza - è stato possibile anche grazie alla generosità dei nostri clienti, oltre che all’impegno dei nostri dipendenti, ed è motivo di orgoglio per tutti noi".

Il contributo si aggiunge al "Pacchetto Emergenza ampliato" di UniCredit a sostegno del Paese annunciato nei giorni scorsi.

UniCredit Card Flexia Classic Etica è la carta di credito che, senza nessun onere aggiuntivo per il cliente, permette ad ogni utilizzo di contribuire a iniziative solidali. Grazie al suo particolare meccanismo, con il contributo della Banca pari al 2 per mille di ogni spesa effettuata, si alimenta il Fondo Carta Etica. Dal 2005 i clienti UniCredit, utilizzando Carta Etica, hanno contribuito a supportare progetti di utilità sociale in tutta Italia (oltre 750 iniziative locali) con circa 19 milioni di euro. Grazie ai fondi messi a disposizione da UniCredit Card Flexia Carta Etica vengono individuate e sostenute alcune tra le tematiche sociali più urgenti. Un impegno che conferma l’attenzione del Gruppo bancario alle esigenze delle fasce più deboli della comunità.

Martedì, 31 Marzo 2020 11:46

Unicredit alle proprie fondazioni

UniCredit offre alle sue Fondazioni azioniste finanziamenti dedicati a condizioni favorevoli fino a un valore pari all'ammontare dei dividendi
Come annunciato, in linea con le raccomandazioni della BCE, il consiglio di amministrazione di UniCredit ha ritirato le proposte di delibera sulla distribuzione di un dividendo per l'esercizio 2019 e l'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie.

Con l'obiettivo di sostenere le Fondazioni azioniste di UniCredit a continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale sui territori in cui operano, il Gruppo ha deciso di offrire loro finanziamenti senza interessi fino a un valore pari all’ammontare dei dividendi.

Jean Pierre Mustier, CEO di UniCredit, ha dichiarato: “In questa situazione senza precedenti è più importante che mai supportare le Fondazioni bancarie nostre azioniste aiutandole a garantire la continuità del loro straordinario impegno a favore delle comunità e dei territori in cui operano. Per questo motivo abbiamo deciso di offrire finanziamenti dedicati senza interessi alle nostre Fondazioni che sono all’origine del nostro Gruppo.

Di Meccagri 26 marzo 2020 - Con le vendite di macchine e attrezzature agricole totalmente bloccate dal 12 marzo 2020 è ormai crisi nera per i commercianti del settore, “condannati” già dal prossimo mese ad una estrema sofferenza economico-finanziaria che potrebbe causare la chiusura di molte aziende.
 
UNA LETTERA APERTA INVIATA AL PREMIER

Rinaldin_Conte.jpgUnacma, l’Unione nazionale commercianti di macchine agricole, descrive così la situazione di particolare gravità in cui versano i propri associati, situazione che ha indotto il presidente dell’Unione Roberto Rinaldin (nella foto di apertura e qui sopra a sinistra) a inviare una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo a gran voce provvedimenti urgenti per la propria categoria.
 
UN COMPARTO VITALE PER L’ECONOMIA NAZIONALE

Dopo aver espresso grande considerazione per l’operato del governo («Per affrontare una emergenza così imprevedibile, siamo consapevoli che non esista né una procedura né un manuale da seguire e quindi le giunga il nostro apprezzamento per quanto finora fatto nell’interesse di tutto il popolo italiano», si legge nella lettera) e aver assicurato come associazione di categoria «il più completo e assiduo impegno nel garantire i nostri servizi ad agricoltori e contoterzisti perché possano a loro volta, garantire le produzioni alimentari indispensabili», Rinaldin sottolinea l’importante contributo al PIL nazionale del suo comparto corrispondente ad un importo di 4.300 milioni di euro, con una produzione di entrate per lo stato italiano pari a 1.000 milioni di euro netti, senza contare il gettito derivante dalla filiera agricola di cui i dealer fanno parte.
«Su circa 3000 aziende commerciali e di riparazione capillarmente distribuite sul territorio i veri e propri dealer di macchine agricole italiani sono poco meno di 700 – fa presente Rinaldin –. Oltre alle funzioni di distribuzione delle macchine agricole, vengono svolte anche le forniture di ricambi, servizi di riparazione e manutenzione, collaudi funzionali delle attrezzature di distribuzione fitosanitaria, messa a norme delle macchine agricole in base al decreto 81, messe in opera, personalizzazioni ed ottimizzazioni delle macchine da raccolta, manutenzioni degli impianti zootecnici, irrigui ed a servizio dell’industria agroalimentare, trasporti, pratiche di collaudo, servizi finanziari propedeutici all’acquisto, funzioni burocratiche relative all’acquisizione della clientela di pratiche contributive Inail, crediti d’imposta e accesso ai vari piani di sviluppo, ivi compresi studi di fattibilità e redazione dei preventivi».
 (Foto sopra Rinaldin e Conte)


UN’ATTIVITÀ STRETTAMENTE LEGATA ALLA STAGIONALITÀ
«Un’attività – sottolinea il presidente di Unacma – strettamente legata alla stagionalità delle produzioni alimentari, con un apice proprio dal mese di marzo. Allo stato attuale, grazie anche ai provvedimenti dei recenti Dpcm, le nostre strutture sono rimaste attive. Di fatto, però, l’intero comparto vive un momento di sospensione ed è attiva solo per la parte di fornitura urgente dei ricambi e di erogazione di servizi manutentivi, che per prassi sono più un costo che un ricavo».
 
VENDITE FERME, CON LO STOP AGLI INVESTIMENTI DA PARTE DEGLI AGRICOLTORI

«La vendita delle macchine e attrezzature, core business della nostra categoria, dove si consolidano i nostri bilanci, si è totalmente bloccata dal 12 marzo 2020 – prosegue Rinaldin –. Tutti gli agricoltori, comprensibilmente, in questo momento, non sono certo impegnati nel valutare e/o concludere gli investimenti programmati, neppure in presenza della opportunità che il Governo ha concesso agli agricoltori con la trasformazione del super e iper ammortamento in credito d’imposta. Questo significa, per le nostre aziende, perdere totalmente l’anno in corso dal punto di vista commerciale».

Unacma.jpg
 
MOLTE IMPRESE DEL SETTORE COSTRETTE ALLA CHIUSURA
«Unacma – rimarca il suo presidente – ha previsto per il settore l’entrata in uno stato di estrema sofferenza economico-finanziaria entro la fine del mese di aprile, che potrebbe causare la chiusura di molte aziende e il crollo di queste aziende, oltre a determinare ulteriori perdite di PIL e di posti lavoro, comporterebbe un danno difficilmente sostenibile dalle aziende agricole in generale, venendo a mancar loro primariamente il servizio capillare di fornitura e manutenzione del parco macchine circolante».
 
CINQUE RICHIESTE BASILARI PER LA SOPRAVVIVENZA DELLA CATEGORIA
Di qui la richiesta da parte di Unacma dell’adozione urgente di un provvedimento dedicato alla categoria che consta di cinque capisaldi:
1) intervenire, già entro la fine del mese di marzo, con azioni che ci consentano alla categoria, in mancanza di fatturato, di disporre di sufficiente liquidità per onorare gli impegni in scadenza immediata, ivi compresa una moratoria dei mutui bancari estesa da 6 a 12 mesi (a differenza di quella concessa a tutte le forme imprenditoriali sia individuali che societarie);
2) immediata messa a disposizione degli ammortizzatori sociali per il personale dipendente, oltre alle misure temporali già previste (ammesso che la criticità dovesse essere superata già nel mese di aprile, per i concessionari non cambierebbe nulla o quasi, economicamente;
3) immediata messa a disposizione, attraverso il sistema bancario, di liquidità corrente garantita da un fondo statale, di facile accesso mediante corsie preferenziali per far fronte alle scadenze ordinarie;
4) immediato rinvio di pagamento di qualsivoglia tassazione diretta e indiretta e successiva possibilità di rateizzazione a partire da 12 mesi delle stesse;
5) immediata emissione di contributi a fondo perduto dedicati alla categoria dei commercianti e riparatori di macchine agricole per il sostentamento di comprovate emergenze finanziarie occorrenti al proseguimento dell’attività lavorativa in termini di investimenti tecnico-strutturali.
«Siamo certi – conclude la lettera di Rinaldin – che considererà attentamente le nostre richieste e che vorrà sottoporle anche ai ministri competenti al fine di accoglierne il contenuto con un provvedimento urgente per dare al nostro settore, giustamente considerato primario, le risposte che si attende».
 
 
Fonte testo: Unacma
Fonte immagini: Unacma e SDF, e Nobili spa (lgc)

 

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Coronavirus. L'aggiornamento: 13.531 i casi positivi in Emilia-Romagna, 412 in più rispetto a ieri. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 5.896. Continuano a salire le guarigioni, che arrivano a 1.227 (+86)

I pazienti in terapia intensiva sono 351, 18 in più di ieri. I decessi arrivano a 1.538: 95 in più. Prosegue anche il piano di rafforzamento dei posti letto: sono oltre 5.000 quelli già allestiti in tutta la regione, e si sta estendendo il metodo di effettuazione tamponi 'drive through'

Bologna 30 marzo 2020 - Sono 13.531 i casi di positività al Coronavirus, 412 in più di ieri. 50.990 i test refertati, 1.551 in più rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna.

Complessivamente, sono 5.896 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (170 in più rispetto a ieri); relativamente contenuto – come si sta verificando negli ultimi giorni – l’aumento di quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 351, 18 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.443 a 1.538: 95, quindi, quelli nuovi, di cui 69 uomini e 26 donne.
Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.227 (86 in più rispetto a ieri), 926 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 301 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 21 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 14 in quella di Modena, 16 in quella di Bologna, 2 in quella di Ravenna, 4 in quella di Rimini, 1 decesso si riferisce a un residente fuori regione. Pertanto, nessun nuovo decesso si registra nel territorio imolese, nella provincia di Ferrara né in quella di Forlì-Cesena.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.516 (41 in più rispetto a ieri), Parma 1.859 (50 in più), Reggio Emilia 2.208 (62 in più), Modena 2.137 (43 in più), Bologna 1.619 (115 in più), Imola 253 (14 in più), Ferrara 306 (6 in più), Ravenna 568 (15 in più), Forlì-Cesena 683 (di cui 343 a Forlì, 25 in più rispetto a ieri, e 340 a Cesena, 16 in più), Rimini 1.382 (25 in più).

Tamponi ‘drive through’
La metodologia ‘drive through’ - che prevede l’esecuzione del tampone, in maniera veloce e sicura, sulla persona a bordo della propria automobile - affianca l’attività dei tamponi a domicilio. Due gli obiettivi: valutare in tempi più rapidi persone clinicamente guarite (prive dei sintomi dell’infezione) che necessitano di effettuare il tampone due volte a distanza di almeno 24 ore uno dall’altro, prima di essere dichiarate guarite a tutti gli effetti; e al tempo stesso, eseguire i tamponi anche su persone che presentano sintomi lievi.
La prima apertura è avvenuta il 14 marzo a cura dell’Azienda sanitaria di Bologna presso la sede del Dipartimento a San Lazzaro di Savena. Ma anche questa attività sta progressivamente estendendosi a tutto il territorio regionale.
A Reggio, dopo la prima struttura nella camera calda del vecchio Pronto Soccorso, sono state attivate oggi le strutture ‘Drive in’ per l’esecuzione di tamponi su appuntamento a Castelnovo ne’ Monti e Guastalla, nelle tende fornite dalla Protezione Civile. Domani saranno attivati i punti Drive in a Correggio, Montecchio e Scandiano. I tamponi vengono effettuati alle persone a fine quarantena, in alternativa alle visite a domicilio che richiedono tempi più lunghi, con risparmio di numero di operatori e dispositivi di protezione personale.
A Parma è partita la modalità drive through per l'esecuzione dei tamponi per i sintomatici lievi e gli asintomatici. Le persone vengono chiamate dall’Azienda e, con la propria auto, si recano nella sede del Dipartimento di sanità pubblica a Parma, dove è stata installata la tenda, e alle due postazioni presenti all'Ospedale di Vaio a Fidenza (tenda) e all’Ospedale di Borgotaro, dove viene utilizzata l'ex-camera calda del Punto di primo intervento ora chiuso temporaneamente.
Anche a Modena dal 23 marzo si effettua il test in auto, non solo per accertare la guarigione di chi non ha più sintomatologia, ma anche per i casi di sospetto Coronavirus che, presentando solo sintomi lievi, riescono a spostarsi in auto. Questa modalità, già applicata con successo da alcune settimane per gli operatori sanitari Ausl, rende possibile razionalizzare sia l’utilizzo delle risorse professionali sia quello dei dispositivi di protezione degli operatori sanitari coinvolti. In aggiunta, riduce il carico sugli dell’Assistenza Domiciliare e dell’Igiene Pubblica permettendo così una risposta alla cittadinanza più rapida e modulata sulle diverse condizioni cliniche.
A Cesena la modalità drive through è partita oggi pomeriggio ed è finalizzata all'esecuzione dei tamponi per la verifica di avvenuta guarigione degli asintomatici dichiarati guariti clinicamente. Le persone, convocate dal Dipartimento di Sanità Pubblica, si recano con la propria auto presso il parcheggio dell'ospedale Bufalini, adiacente alla Piastra Servizi, dove è stata allestita la tenda dalla Protezione civile. A Forlì è stata aperta, sempre ad opera della Protezione civile regionale, una struttura - non ancora operativa - dove si effettueranno i tamponi in auto non appena sarà avviata l'attività.

Oltre 5.000 (5.016) i posti letto aggiuntivi già allestiti su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono stati allestiti altri 21 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.995 a 5.016, tra ordinari (4.475) e di terapia intensiva (541).
Nel dettaglio: 735 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.136 a Parma (65 terapia intensiva), 730 a Reggio (55 terapia intensiva), 536 a Modena (90 terapia intensiva), 907 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (158 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 700 in Romagna (in particolare: 258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 71 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).
Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi attivati tutti i 40 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma.
Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid.
Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese.
Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Villalba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva e Villa Laura con 32 nuovi posti letto attivati. Infine, in provincia di Bologna sono attivi posti letto per pazienti Covid anche presso l’ospedale di S. Giovanni in Persiceto (52 letti) e Bentivoglio (14 per acuti e 11 letti di terapia intensiva)

Le attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile
Proprio in queste ore, dal Dipartimento nazionale della protezione civile sta arrivando un significativo quantitativo di dispositivi di protezione individuale di vario tipo; sono attualmente in corso l’inventariazione e la distribuzione, che sarà rendicontata domani nel consueto aggiornamento pomeridiano.
Dall’inizio dell’emergenza a ieri, tra Dipartimento nazionale e donazioni sono pervenute in Emilia-Romagna 555.000 mascherine ffp2, 95.430 ffp3, 12.800 occhiali protettivi, 31.168 tute, 1.888.300 mascherine chirurgiche, 718.00 guanti, 2.600 camici, 3.000 copri scarpe, 2.000 copricapo; 3.597.000 mascherine del tipo Montrasio.

Volontariato
Sonostati 355 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati ieri, domenica 29 marzo; dall’inizio dell’emergenza, si contano 8.329 giornate. Le principali attività hanno riguardato: supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze (Cri e Anpas), per un totale di 135 volontari; supporto ai Comuni per le varie attività di assistenza alla popolazione (196 volontari, con una crescente presenza degli scout Agesci); 24 volontari sono stati impegnati nelladisinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso. Su richiesta pervenuta dall’Ausl Romagna, è stata montata una tensostruttura per la sanificazione delle ambulanze presso la sede riminese della Croce Verde di Novafeltria, con la collaborazione del Coordinamento provinciale del volontariato di Rimini.

32 i punti triage attivi in regione
Sono 32 i punti-triage attivi in Emilia-Romagna (10 davanti alle carceri, 22 davanti agli ospedali): 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di BO (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di FE (Argenta e Cento); 1 in provincia di FC (Meldola); 1 in provincia di RA (Ravenna città); 1 nella Repubblica di San Marino. /EC

 

Per rimanere in forma a casa, in tempi di emergenza coronavirus, il Comune di Parma, Assessorato allo Sport, guidato dal Vicesindaco, Marco Bosi, ha pensato di realizzare una serie di video- tutorial, presenti sul Canale YouTube del Comune. Si tratta di una ventina di video: dal riscaldamento alle flessioni, dagli allenamenti con la palla da basket allo stretching. Le proposte sono tante e per tute le età, da svolgere a casa propria #iorestoacasainmovimento

Basta collegarsi al seguente link: https://www.youtube.com/playlist?list=PL5YvSyUCOJ152KVKjOJ7gvaEg48Yfdu3B

Il Comune di Parma ha infatti pensato di mette a disposizione i video-tutorial realizzati in questi giorni dai professionisti e delle associazioni dello sport del territorio per allenarsi a casa. I benefici legati all'attività fisica ed alla pratica dello sport riguardano il rafforzamento del sistema immunitario e sono importanti per un sano equilibrio psicofisico, da qui il suggerimento di continuare a fare esercizi ed allenarsi. Tutto questo può essere fatto grazie alla disponibilità di tanti professionisti che hanno aderito alla proposta del Comune di Parma.

Il Canale YouTube, può essere costantemente arricchito di video e contributi, per questo, chi fosse intenzionato a collaborare può mandare i propri video a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

"Le associazioni sportive del nostro territorio ancora una volta – spiega il Vicesindaco con delega allo Sport, Marco Bosi - hanno risposto positivamente, mettendosi a disposizione di tutti i cittadini che da casa non vogliono rinunciare all'attività motoria. Voglio ringraziarli e sono certo che quando questo virus sarà alle spalle, loro saranno ancora una volta in prima linea al servizio di tutti gli sportivi.

Per sconfiggere il virus è necessario restare a casa, ma ciò non significa non esercitarsi: è importante sia per il corpo che per la mente.

L'emergenza legata all’epidemia di Covid-19 sta mettendo a dura prova il nostro paese e le strutture del sistema sanitario nazionale e non solo per il virus. Le restrizioni adottate per ridurre la possibilità di contagio hanno portato ad una forzata eliminazione dei contatti tra le persone.

Se per la maggioranza di chi è costretto alla quarantena queste limitazioni sono superabili, per altri, più deboli psicologicamente, le ripercussioni potrebbero rivelarsi fatali.

È in quest’ottica, guardando a chi già prima dell’avvento del virus versava in condizioni di difficoltà, che è stata ideata e realizzata una campagna volta a sensibilizzare le persone e spingerle a telefonare a chi, in questo particolare periodo, vivendo da solo, può accusare maggiormente la situazione di isolamento. Soprattutto soggetti più fragili come gli anziani.

È stata intitolata, a proposito, “Fatti Sentire!”.

La campagna, promossa da CSV Emilia -Forum Solidarietà con il patrocinio del Comune di Parma e del Comune di Fidenza, è stata realizzata a titolo gratuito da Mayonese (video-agenzia pubblicitaria di Parma che si occupa da anni di produzioni per famosi brand nazionali e internazionali). Per il Centro di servizi è un modo per promuovere una forma di volontariato davvero alla portata di tutti e diffondere la cultura della solidarietà.

Alla campagna, anticipata da una locandina grafica realizzata da Giuffredi Advertising, hanno aderito volti noti della città: Alessandro Lucarelli, Sandro Piovani, Gabriele Balestrazzi, Aldo Piazza, Gianpaolo Cantoni e Franca Tragni. Hanno inoltre collaborato Achille Maini, Patrizia Dall'Argine, Francesco Lia e tanti altri che hanno contributo a titolo gratuito, aiutando ad amplificare questo tema importante, che diventerà col trascorrere del tempo in isolamento, purtroppo sempre più attuale.

Chiunque può dare una mano a chi ne ha bisogno con una semplice telefonata. Con lo stesso strumento che normalmente si utilizza per lavoro o intrattenimento. Uno strumento ora utile per far sentire all'altro che non è solo e c’è una luce in fondo al tunnel.
Questa luce possiamo amplificarla e farla risplendere, tutti insieme.

#fattisentire
Qui il link a video e locandina:
https://we.tl/t-1uYqfHXq6y

Ecco il programma che andrà on line da oggi a giovedì 2 aprile su emiliaromagnacreativa.it e Lepida Tv, oltre che sulle pagine web e social degli operatori culturali coinvolti.

Continua con un notevole riscontro di pubblico #laculturanonsiferma, il grande festival multimediale promosso dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il mondo della cultura regionale. Nel passato week end il dato è stato di 36.563 visualizzazioni, con una media giornaliera di oltre 11 mila persone connesse, cui vanno aggiunte le presenze televisive e quelle che si sono collegate alle dirette streaming sulle pagine facebook dei singoli artisti.

Il palinsesto fino a giovedì 2 aprile prevede diversi importanti appuntamenti, a partire da oggi pomeriggio, alle 19,30, con una diretta streaming (Jazz a Domicilio) del sassofonista jazz Piero Odorici in "Remember brother Ray”, concerto dedicato a Ray Mantilla, percussionista e batterista protagonista assoluto della scena dei ritmi afrocubani e maestro del latin jazz, molto legato all’Italia e a Bologna in particolare, morto alcuni giorni fa a New York all'età di 85 anni.
Sempre oggi (alle ore 21,02) Non mi avete convinto. Pietro Ingrao si racconta dialogando a distanza con uno studente anni '80: il regista Filippo Vendemmiati propone una lunga intervista al leader realizzata da gennaio a giugno 2012, che diventa testamento culturale ed emozionale del grande uomo politico.

Domani, martedì 31 marzo, dopo uno speciale (ore 20) Omaggio a Leonard Bernstein con Wayne Marshall che dirige la Filarmonica Arturo Toscanini (”Danze sinfoniche" da West Side Story e ”Ouverture" e "Suite per orchestra" dall'opera Candide), #laculturanonsiferma propone (ore 20,50) Ulisse, l’arte e il mito ai Musei San Domenico di Forlì. Il più grande viaggio nell’arte raccontato in un video documentario che affronta il tema di Ulisse e del suo mito, che da tremila anni domina la cultura dell’area mediterranea ed è oggi universale. La mostra illustra un itinerario senza precedenti, attraverso capolavori di ogni tempo: dall’antichità al Novecento, dal Medioevo al Rinascimento, dal naturalismo al neo-classicismo, dal Romanticismo al Simbolismo, fino alla Film art contemporanea. A seguire, sempre domani (ore 21) Speciale Motus || Panorama, spettacolo del 2018 commissionato da La MaMa E.T.C., mitico teatro newyorkese fondato da Ellen Stewert. Insieme agli attori e attrici della compagnia di casa, la Great Jones Repertory Company, Motus ha costruito una biografia plurale e visionaria del gruppo interetnico di performer, scaturita da lunghe interviste e ricerche nel background.

Mercoledì 1 aprile, dopo un concerto in live streaming (ore 19,30) del pianista Fabrizio Puglisi per Jazz a Domicilio, alle ore 21,02 andrà in onda Nostalgia della luce, film di Patricio Guzmàn, in concorso a Cannes nel 2010 e distribuito solo nel 2016, evento proposto in collaborazione con I Wonder Pictures. Il deserto dell’Atacama, in Cile, per gli astronomi è il punto di congiunzione tra la terra e l’universo. Per Patricio Guzmán diventa anche il luogo d’incontro tra diverse memorie: quella di una nazione che non sta attivamente preservando la memoria storica del periodo della dittatura di Pinochet; quella del passato precolombiano e, infine, quella della terra come pianeta, con la sua conformazione geologica.
La serata di mercoledì proseguirà con l’ultima puntata dello Speciale Motus (ore 22,35). In programmazione Rit It Up, spettacolo-concerto-karaoke-manifesto realizzato nel 2019 con 15 allievi attori della Manufacture, importante scuola di arti sceniche di Losanna.

Giovedì 2 aprile, dopo un “faccia a faccia” tra la Romagna Mia di Mirko Casadei e la Romagna mia - Chinese Version di Alessia Raisi da Shanghai (dalle 19,17), alle ore 19,30 Casa Bentivoglio propone un concerto jazz del pianista Giovanni Guidi, uno tra i migliori giovani musicisti italiani, già forte di collaborazioni con i più grandi jazzisti e concerti in tutto il mondo. Segue, alle ore 20, Speciale Le belle bandiere || La Locandiera, energica rilettura del più celebre testo teatrale di Goldoni con in scena tra gli altri Elena Bucci (Mirandolina), Marco Sgrosso (Il Cavaliere di Ripafratta), Daniela Alfonso (Dejanira), Maurizio Cardillo (Il Conte d'Albafiorita). Per chiudere la serata ancora jazz, questa volta manouche (influenze gitane) alle 22,30 con il chitarrista Paolo Prosperini.
Gli eventi andranno on line sulle piattaforme regionali di EmiliaRomagnaCreativa (www.emiliaromagnacreativa.it) e Lepida Tv www.lepida.tv, canale YouTube LepidaTV OnAir, oltre che sul canale 118 del digitale terrestre e sul 5118 di Sky e sulle pagine web e social degli operatori culturali coinvolti nell’evento.

I programmi potranno subire variazioni, gli aggiornamenti sul portale www.emiliaromagnacreativa.it

14 i mezzi della Polizia Locale dell’UCMAN (Unione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord) che stamani alle ore 10.30. Hanno sfilato a sirene spiegate davanti e nei pressi dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola.

Un saluto di particolare rispetto che il corpo di Polizia ha voluto portare a tutto il personale sanitario – medico ed infermieristico – fortemente impegnato in questi giorni a fronteggiare l’emergenza epidemiologica in corso.

Ma anche un segno di vicinanza e solidarietà - dopo che il nosocomio mirandolese è stato trasformato in struttura sanitaria Covid - alle persone all’interno ricoverate. Un gesto che ha trovato l’approvazione ed il sostegno anche del sindaco di Mirandola Alberto Greco, a bordo per l’occasione, su una delle auto (i mezzi provenivano da ciascuno dei sette presidi territoriali) che hanno compiuto un paio di passaggi in zona ospedale.

Oggi pomeriggio i mezzi sfileranno nuovamente e sempre in segno di saluto alle ore 17.30.

Covid-19: Gruppo COMeSER e Sinapsi Group donano 20 smartphone agli Ospedali di Fidenza e Parma per consentire un contatto tra degenti e famigliari. Gli imprenditori Gianluca Scarazzini e Davide Battistini: “Telefoni già configurati e pronti all'uso per mettere in contatto i ricoverati da Covid-19 con i loro cari a casa”

PARMA - Venti nuovi smartphone con Internet 4G e WhatsApp donati da Gruppo COMeSER e SINAPSI Group all’Ospedale Maggiore di Parma e all’Ospedale di Vaio-Fidenza per permettere, grazie alla sensibilità del personale sanitario, una videochiamata con i famigliari a coloro che si trovano ricoverati in reparti isolati a causa del Coronavirus.

“Desideriamo fare un gesto utile: tutti noi purtroppo conosciamo qualcuno che ha avuto bisogno di cure ospedaliere a causa di questo terribile virus. - spiegano il Presidente di COMeSER Gianluca Scarazzini e l'Amministratore Delegato Davide Battistini di Sinapsi Group in una nota congiunta - Ci siamo confrontati e insieme abbiamo trovato risposta a quella domanda che ci siamo fatti mille volte negli ultimi giorni: le nostre aziende come possono rendersi utili in questa emergenza?

La risposta è arrivata ascoltando i racconti di chi lavora negli Ospedali del nostro territorio: alcuni infermieri nelle scorse settimane, con un gesto di grande umanità, hanno prestato i loro cellulari ai pazienti per permettergli una videochiamata a casa. È così che ci siamo resi immediatamente conto che il nostro gesto di solidarietà poteva arrivare dalla tecnologia, il nostro pane quotidiano. Abbiamo acquistato e configurato alcuni smartphone da donare agli Ospedali di Parma e Fidenza per renderli disponibili a chi è ricoverato. Abbiamo percepito l’importanza di un “ciao”, di quel vedersi mentre si è lontani e isolati: sì perchè non tutti entrano in reparto con un cellulare, non tutti hanno uno smartphone per videochiamare. Si tratta di un piccolo gesto che speriamo possa portare un po' di conforto, ben consapevoli che ciò che davvero serve tantissimo sono mascherine, presidi sanitari, ventilatori polmonari. Ma un aspetto importante della cura è anche il conforto empatico, il non sentirsi soli in mezzo alle difficoltà”.

Questo progetto congiunto fra Comeser e Sinapsi è il primo passo di un progetto che si sta ampliando sempre di più. I due imprenditori hanno discusso con diversi soggetti, trovando la disponibilità ad un coinvolgimento futuro da parte di Comune di Parma, Assistenza Pubblica e altre aziende locali. Altri smartphone potranno così essere donati ai due ospedali, tramite campagne di raccolta fondi condivise.

“Desideriamo esprimere - continuano Scarazzini e Battistini - a nome delle nostre aziende, COMeSER e SINAPSI, e di tutti i nostri collaboratori, la totale stima e dedizione verso tutti coloro che da un mese a questa parte lottano senza sosta per salvare preziose vite umane e per la ricerca di una cura e un vaccino che possano fermare questa terribile pandemia. A loro rivolgiamo tutta la nostra ammirazione”.

Il primo lotto di smartphone è già stato consegnato all’ospedale di Vaio e a breve verrà portato anche il secondo lotto all’Ospedale Maggiore di Parma.

27 Marzo 2020

 

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Non dimentichiamo il valore di una voce amica, nella sofferenza.


In queste ore stiamo assistendo alla più grande battaglia sanitaria che il nostro paese abbia mai compiuto. Le testimonianze dei medici, degli infermieri e dei soccorritori volontari sono drammatiche. Tutte le persone in prima linea nella lotta al Coronavirus, in Italia, stanno confermando che non siamo davanti ad una semplice influenza. Sono sconvolgenti e toccano profondamente le parole della dottoressa Francesca Cortellaro al quotidiano “Il Giornale”.

La primaria del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Carlo Borromeo ha spiegato bene quale sia la cosa più drammatica: “Vedere i pazienti morire da soli, ascoltarli mentre t’implorano di salutare figli e nipotini. Vedi il pronto soccorso? I pazienti Covid-19 entrano soli, nessun parente lì può assistere e quando stanno per andarsene lo intuiscono. Sono lucidi, non vanno in narcolessia“.
La testimonianza di questa dottoressa spiega bene quanto sia terribile questo virus: “È come se le persone stessero annegando, ma hanno tutto il tempo di capirlo. L’ultimo paziente è stato stanotte. Lei era una nonnina, voleva vedere la nipote. Ho tirato fuori il telefonino e gliel’ho chiamata in video. Si sono salutate. Poco dopo se n’è andata. Ormai ho un lungo elenco di video-chiamate. La chiamo lista dell’addio. Spero ci diano dei mini iPad, ne basterebbero tre o quattro, per non farli morire da soli“.

L’idea “PARMA CHIAMA” è nata così. Un post su Facebook tra le tante notizie sul Covid-19, fra la rassegna di dolore che stiamo continuando a leggere. Ho pensato a cosa farei io. Ho pensato ai miei parenti, a miei familiari. Non sono stato il solo a beccare questa testimonianza come un pugno nello stomaco. Altre persone mi hanno chiamato con la stessa urgenza, con lo stesso bisogno di fare qualcosa per chi sta soffrendo e potrebbe non avere il tempo o il modo di sentire i propri cari prima dell’ultimo respiro.

La testimonianza di una dottoressa ci ha colpiti senza intermediazioni: il dramma di morire soli, senza il conforto dei figli, dei nipoti, degli affetti, degli amici. Sappiamo tutti bene quanto sia letale questo virus, oggi. Lo intuiscono lucidi i pazienti, per questo non bisogna in nessun modo lasciarli soli. “Se basta davvero così poco per aiutare i pazienti sul lato affettivo, con quell’ingrediente che sempre può fare la differenza, cioè l’empatia, perché non impegnarsi?

Si: serviva capire come fare, chiamare, comprare i tablet, le sim ricaricabili, attivare la donazione. Abbiamo provato a chiamare chi fa le raccolte fondi, ma non abbiamo trovato soluzioni. Solo attese. Attese che purtroppo non possiamo più sostenere. Da qui siamo partiti per impegnarci in prima persona. Perché c’era il problema degli apparecchi in reparto. In che reparto? Risolto. Poi c’era il problema della sanificazione. Il problema del dispositivo giusto, per whatsapp e video skype. Il problema di una cover di protezione, delle SIM già abilitate e funzionanti. I tanti “aspetti che vediamo” sono rapidamente diventati un grandissimo “si, si può fare”. Allora via, dove comprare? E chi li sistema? Ecco che la chiamata a un amico imprenditore che si occupa di informatica e connettività risolve tutto in un lampo.

Ed ecco che quel “si si può fare” dopo un’altra telefonata, diventa un “Si, ci serve da impazzire. Non possiamo comunicare facilmente fra reparti isolati e reparti non isolati. Questi strumenti ci servirebbero tanto anche per le cure, non solo per il conforto dei pazienti, che è comunque molto importante. Fate presto, grazie”.
Ecco, quel fate presto ci ha spinto oltre i nostri limiti. Ora ci siamo. Non potevamo più far passare un minuto, vedendo continuamente quelle bare passare senza un saluto, verso un forno crematorio.
Grazie Gianluca, grazie Veronica, grazie medici, grazie infermieri. 24 ore dopo siamo qui, con 20 smartphone HUAWEI dotati di scheda SIM prepagata per 6 mesi da donare ai reparti di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Parma e dell’Ospedale di Vaio. Tutti puliti, con la loro custoia, con l’abbonamento attivo.
E nel frattempo l’idea nata dopo un post su Facebook cresce e aggrega più persone. Arrivano gli amici delle istituzioni, delle associazioni. Tanti, diversi, anche loro spinti dalla voglia di aiutare, uniti adesso nel portare avanti l’idea.
Ci sono gli amici Lions sempre presenti, c’è il comandante della Pubblica, che mi dice bello, lo facciamo assieme. Possiamo fare una raccolta fondi? C’è il direttore dell’ospedale di Parma e quella di Vaio e Borgotaro. E poi c’è la disponibilità della Gazzetta. Chiamiamo il Direttore? Lo spazio c’è.
C’è un Toni, papà come me, che mentre mi chiede una mano per far arrivare mascherine dalla Cina, mi dice beh dai se è solo per quello un telefono lo dono anche io. Poi mi scrive dopo un minuto che ne ha già trovato un altro. E poi dopo due minuti sono altri quattro gli imprenditori che vogliono aderire. E poi ci sono altri amici a Milano, e c’è Leonardo, che è impegnato in politica e vuole addirittura coinvolgere il Comune. Sono stati raccolti tanti soldi per l’emergenza e se la cifra è quella, potrebbe parlare a chi se ne occupa, per capire se possiamo comprarne di più e coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza.
E poi, perché non provare ad arrivare a Tim? E’ partner di Parma 2020, magari se li coinvolgiamo, i telefoni li danno loro già sistemati e con loro SIM.
E poi c’è il Sindaco del mio paese, Sorbolo, che si prodiga da tanti giorni nel dire STATE A CASA. Che va a parlare in tutti i negozi che fanno consegna a domicilio e tranquillizza le persone, che i servizi ci sono, che la gente si sbatte per gli altri. “Bella idea, basta poco dai, alcuni anziani trovano il coraggio di rialzarsi e combattere il virus, perché anche l’empatia, il non restare soli aiuta. Come poso aiutarti?” Ecco che il messaggio gira nella chat dei sindaci, cosi che tutti i sindaci adottino uno smartphone e lo donino all’ospedale. Sarebbe un bel segnale. “Si dai, girami qualcosa che parto subito”.
Ecco. Ci siamo. Son qui con i telefoni, il primo passettino è fatto. I malati entrano da soli, ma non sono più soli. Non lo sono mai. Perché c’è sempre qualcuno che vi pensa. Perché da domani ci sarà un telefono per chiamare casa e per dire ai parenti e ai familiari che ci siete, che state combattendo. E potrete sapere che chi vi ama vi attende. Si lotterà sempre a fatica, ma meno soli.
Ecco. Tutto è nato così. Non fermiamoci. Parma chiama, perché ama chi soffre e lo aiuta a ritornare a casa.

 

Coronavirus. L'aggiornamento: 13.119 i casi positivi in Emilia-Romagna, 736 in più rispetto a ieri. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 5.726. Continuano a salire le guarigioni, che arrivano a 1.141 (+66). Il commissario Venturi: "Continua il trend di una moderata riduzione dei casi percentuali, ma non è il momento di mollare. Rispettiamo tutti regole e restrizioni"

I pazienti in terapia intensiva sono 333, 17 in più di ieri. I decessi arrivano a 1.443: 99 in più. E prosegue anche il piano di rafforzamento dei posti letto: sono 4.995 quelli già allestiti in tutta la regione. Arrivate oltre 520mila mascherine

Bologna 29 marzo 2020 - Sono 13.119 i casi di positività al Coronavirus, 736 in più di ieri. Questo il dato - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativo all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna (oggi, per un problema tecnico, non è disponibile l’aggiornamento sul numero esatto dei test effettuati).
Complessivamente, sono 5.726 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (368 in più rispetto a ieri); relativamente contenuto – come si sta verificando negli ultimi giorni – l’aumento di quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 333, 17 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.344 a 1.443: 99, quindi, quelli nuovi, di cui 67 uomini e 32 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.141 (66 in più rispetto a ieri), 896 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 245 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+53 rispetto a ieri).

“Continua il trend osservato nei giorni precedenti- afferma il commissario ad acta all’emergenza, Sergio Venturi- quindi una moderata riduzione dei casi percentuali, confermati dalla riduzione degli accessi in Pronto soccorso e, attraverso il 118, in ospedale per polmonite interstiziale. Purtroppo, è ancora alto il numero dei decessi, ma ci aspettiamo comunque una significativa riduzione sia dei contagi che dei decessi nei prossimi giorni. Stiamo ponendo particolare attenzione alla situazione delle case protette, che ormai restano l’unico vero focolaio d’infezione sul territorio, perché- chiude Venturi- osserviamo come le misure di distanziamento sociale comincino a dare i primi risultati. Ma non è questo il momento di mollare: rispettiamo tutti regole e restrizioni”.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 26 residenti nella provincia di Piacenza, 21 in quella di Parma, 13 in quella di Reggio Emilia, 17 in quella di Modena, 12 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 2 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena (1 nel cesenate), 5 in quella di Rimini. Un decesso si riferisce a un residente fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.475 (85 in più rispetto a ieri), Parma 1.809 (57 in più), Reggio Emilia 2.146 (150 in più), Modena 2.094 (172 in più), Bologna 1.504 (+157 in più rispetto a ieri, e 239 Imola, nessuno in più), Ferrara 300 (19 in più rispetto a ieri), Ravenna 553 (32 in più), Forlì-Cesena 642 (di cui 318 a Forlì, 18 in più rispetto a ieri, e 324 a Cesena, 12 in più), Rimini 1.357 (34 in più).

Posti letto aggiuntivi già allestiti: 4.995, 109 in più di ieri

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 109 i posti letto allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.886 a 4.995, tra ordinari (4.456, +98) e di terapia intensiva (539, +11).

Nel dettaglio: 735 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.115 a Parma (63 terapia intensiva), 730 a Reggio (55 terapia intensiva), 535 a Modena (89 terapia intensiva), 908 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (159 terapia intensiva), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 700 in Romagna (in particolare: 258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola; 71 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi attivati tutti i 40 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma.

Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid.

Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva, Villa Laura con 32 nuovi posti letto attivati e il San Giovanni con 52 nuovi posti letto.

Le attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Sono pervenute dal Dipartimento nazionale protezione civile altre 270.000 mascherine chirurgiche, 231.000 mascherine Montrasio, 27.000 mascherine ffp2.
Dall’inizio dell’emergenza, tra Dipartimento nazionale e donazioni sono pervenute in Emilia-Romagna 555.000 mascherine ffp2, 95.430 ffp3, 12.800 occhiali protettivi, 31.168 tute, 1.888.300 mascherine chirurgiche, 718.00 guanti, 2.600 camici, 3.000 copri scarpe, 2.000 copricapo; le mascherine del tipo Montrasio risultano essere 3.597.000.
Consegnati ieri, e oggi in allestimento, 3 condizionatori per grandi tende, per la refrigerazione di una struttura della CRI allestita a Piacenza, in supporto all’impianto di cremazione del cimitero; i condizionatori sono del Dipartimento nazionale e sono stati prelevati dal polo Italia Nord presso il magazzino di Bologna. Un rimorchio frigorifero (ritirato dai VV.FF. a Reggio Emilia) e un generatore esterno sono a disposizione in caso di necessità.

Volontariato

Sono stati 494 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati sabato 28 marzo; dall’inizio dell’emergenza, si contano 6.967 giornate. Le principali attività hanno riguardato il supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze (CRI e ANPAS), per un totale di 142 volontari e il supporto ai Comuni per le varie attività di assistenza alla popolazione (312 volontari, la disinfezione e la sanificazione dei mezzi di soccorso (24 volontari), l’attività logistica e segretaria organizzativa (16 volontari).

32 i punti triage attivi in regione

Sono 32 i punti-triage attivi in E-R (10 davanti alle carceri, 22 davanti agli ospedali): 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di BO (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di FE (Argenta e Cento); 1 in provincia di FC (Meldola); 1 in provincia di RA (Ravenna città); 1 nella Repubblica di San Marino.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964
Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus /SA

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 19 - n° 13 29 marzo 2020 -
Editoriale:  - Un uomo solo al comando. - Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.- Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi - Finanziamento da 160 milioni di euro per la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro - FederUnacoma: la produzione di macchine è strategica, come l’intera filiera agro-alimentare - Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus -

Cibus-13-29mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 13 29 marzo 2020
1.1 editoriale
Un uomo solo al comando.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 pomodoro  Finanziamento da 160 milioni di euro per la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro
8.2 meccanica e covid-19  FederUnacoma: la produzione di macchine è strategica, come l’intera filiera agro-alimentare
9.0 vitivinIcoltura e covid-19 Le aziende
9.1 vino post coronavirus Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus
10.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

 

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Coronavirus, l'aggiornamento: 12.383 i casi positivi in Emilia-Romagna, 795 in più rispetto a ieri. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 5.358. Continuano a salire le guarigioni, che arrivano a 1.075 (+115)

5.100 tamponi refertati. I pazienti in terapia intensiva sono 316, 8 in più di ieri. I decessi arrivano a 1.344: 77 in più. E prosegue anche il piano di rafforzamento dei posti letto: sono 4.886 quelli già allestiti in tutta la regione. Drive-through attivi a San Lazzaro di Savena (Bo), Reggio Emilia, Cesena, Guastalla, Castelnuovo Monti (Re) e presto anche a Scandiano, Correggio e Montecchio (Re): obiettivo estenderli a tutti i territori

Bologna 28 marzo 2020 – Sono 12.383 i casi di positività al Coronavirus, 795 in più di ieri. 52.991 i test refertati, 5.193 in più sempre rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna.

Complessivamente, sono 5.358 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (301 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità – come si sta verificando negli ultimi giorni - quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 316, 8 in più rispetto a ieri. I decessi sono passati da 1.267 a 1.344: 77, quindi, quelli nuovi, di cui 44 uomini e 33 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.075 (115 in più rispetto a ieri), 833 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 192 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+38 rispetto a ieri).

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 22 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 8 in quella di Ferrara, 6 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena (1 nel territorio di Forlì), 6 in quella di Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.390 (114 in più rispetto a ieri), Parma 1.752 (62 in più), Reggio Emilia 1.996 (135 in più), Modena 1.922 (150 in più), Bologna 1.347 (+62più rispetto a ieri, e 239 Imola, 11 in più), Ferrara 281 (37 in più rispetto a ieri), Ravenna 521 (33 in più), Forlì-Cesena 621 (di cui 300 a Forlì, 22 in più rispetto a ieri, e 312 a Cesena, 10 in più), Rimini 1.323 (59 in più). 

Posti letto aggiuntivi già allestiti: 4.886, 168 in più di ieri

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 168 i posti letto allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.718 a 4886, tra ordinari (4.358, +160) e di terapia intensiva (528, +8).

Nel dettaglio: 645 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.113 a Parma (63 terapia intensiva), 728 a Reggio (55 terapia intensiva), 531 a Modena (89 terapia intensiva), 897 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (148 terapia intensiva), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 700 in Romagna (in particolare: 258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola; 71 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi 22 posti letto Covid attivati sui 36 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid. Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva, Villa Laura con 32 nuovi posti letto attivati e il San Giovanni con 52 nuovi posti letto.

 Le attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Stamattina all’aeroporto Marconi di Bologna, alla presenza della Guardia di Finanza e del direttore dell'Ufficio regionale Dogane e Monopoli, sono state consegnate all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile 80.600 mascherine.

Sono arrivate dal Dipartimento nazionale protezione civile altre 243.000 mascherine Montrasio, 6.800 mascherine ffp2, 22.080 mascherine ffp3 e 2.160 tute.

Dall’inizio dell’emergenza, tra Dipartimento nazionale e donazioni sono pervenute in Emilia-Romagna 528.000 mascherine ffp2, 95.430 ffp3, 12.800 occhiali protettivi, 31.168 tute, 1.618.300 mascherine chirurgiche, 718.00 guanti, 2.600 camici, 3.000 copriscarpe, 2.000 copricapo; le mascherine del tipo Montrasio risultano essere 3.366.000.

 

Volontariato

Sono stati 685, mai così numerosi, i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati giovedì 26 marzo; dall’inizio dell’emergenza, si contano 6.473 giornate.

Le principali attività che li hanno visti impegnati nella giornata di ieri vanno dal supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze (a cura di 218 volontari tra Cri e Anpas); al supporto ai Comuni per le varie attività di assistenza alla popolazione (oltre 400 volontari di tutti i coordinamenti provinciali); alla disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso (25 volontari tra Parma e Piacenza).

È stata montata una tenda ministeriale pneumatica presso la Caserma dei Carabinieri di Ferrara, per lo svolgimento delle udienze di convalida degli arresti in sicurezza e un’altra tenda ministeriale è stata installata presso l’ospedale Bufalini di Cesena per effettuare i tamponi direttamente dalle macchine.

 

Drive through

Per accertare la guarigione delle persone già risultate positive, senza scendere dall’auto, sono in corso azioni a San Lazzaro di Savena (Bo), Reggio Emilia, Cesena, Guastalla, Castelnuovo Monti (Re); presto anche a Scandiano, Correggio e Montecchio (Re).

La metodologia ‘drive through’ affianca l’attività dei tamponi a domicilio. Obiettivo: valutare persone clinicamente guarite (prive dei sintomi dell’infezione) che necessitano di effettuare il tampone due volte a distanza di almeno 24 ore uno dall’altro, prima di essere dichiarate guarite a tutti gli effetti.

La prima apertura è avvenuta il 14 marzo a cura dell’Azienda sanitaria di Bologna presso la sede del Dipartimento a San Lazzaro di Savena. A seguire, si stanno diffondendo le postazioni, grazie all’impegno per l’allestimento dei volontari di protezione civile: la struttura di Reggio Emilia è stata attivata nella camera calda del vecchio Pronto Soccorso; a Cesena sono state montate una tenda e un gazebo nel parcheggio dell’Ospedale Bufalini; a Scandiano, Correggio e Montecchio stanno per essere approntate postazioni nelle camere calde dei Pronto Soccorso.

 

32 i punti triage attivi in regione

Con l’apertura dello spazio di filtraggio davanti all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, sono 32 i punti-triage attivi in Emilia-Romagna (10 davanti alle carceri, 22 davanti agli ospedali): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in quella di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 a Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 nel modenese (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 1 a Ravenna città); 1 nella Repubblica di San Marino. /BB

 

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale – Insieme si può: l’Emilia Romagna contro il Coronavirus

 

 

Coronavirus, l'aggiornamento: 11.588 i casi positivi in Emilia-Romagna, 772 in più rispetto a ieri. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 5.057. Continuano a salire le guarigioni, che arrivano a 960 (+168)

I pazienti in terapia intensiva sono 308, 7 in più di ieri. I decessi arrivano a 1.267: 93 in più. E prosegue anche il piano di rafforzamento dei posti letto: sono 4.718 quelli già allestiti in tutta la regione. A Rimini struttura di pre-triage al day hospital oncologico. Dopo le due strutture per tamponi "drive in" nel reggiano, transit point anche nel parcheggio dell'Ospedale Bufalini di Cesena. Arrivate 350mila mascherine e oltre 11mila tute protettive

Bologna 27 marzo 2020 – Sono 11.588 i casi di positività al Coronavirus, 772 in più di ieri. 47.798 i test refertati, 5.403 in più sempre rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna.

Complessivamente, sono 5.057 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (377 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità – come si sta verificando negli ultimi giorni - quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 308, 7 in più rispetto a ieri. I decessi sono passati da 1.174 a 1.267: 93, quindi, quelli nuovi, di cui 59 uomini e 34 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 960 (168 in più rispetto a ieri), 806 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 154 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+30 rispetto a ieri).

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 25 residenti nella provincia di Piacenza, 13 in quella di Parma, 16 in quella di Reggio Emilia, 15 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (di cui 2 nel territorio imolese), 2 in quella di Ferrara, 1 in quella di Ravenna, 3 in quella di Forlì-Cesena (2 nel territorio di Forlì), 5 in quella di Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.276 (63 in più rispetto a ieri), Parma 1.690 (79 in più), Reggio Emilia 1.861 (163 in più), Modena 1.772 (96 in più), Bologna 1.185 (+151più rispetto a ieri, e 228 Imola, 9 in più), Ferrara 244 (32 in più rispetto a ieri), Ravenna 488 (37 in più), Forlì-Cesena 580 (di cui 278 a Forlì, 37 in più rispetto a ieri, e 302 a Cesena, 30 in più), Rimini 1.264 (75 in più).

Posti letto aggiuntivi già allestiti: 4.718, 88 in più di ieri
Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 88 i posti letto allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.630 a 4.718, tra ordinari (4.198, +82) e di terapia intensiva (520, +6).
Nel dettaglio: 589 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.062 a Parma (63 terapia intensiva), 714 a Reggio (55 terapia intensiva), 526 a Modena (89 terapia intensiva), 873 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (148 terapia intensiva), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 682 in Romagna (in particolare: 248 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 71 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva.

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi 22 posti letto Covid attivati sui 36 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid. Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva, Villa Laura con 32 nuovi posti letto attivati e il San Giovanni con 52 nuovi posti letto.

A Rimini struttura di pre-triage al day hospital oncologico
Completata questa mattina Rimini una struttura che funziona come pre-triage, in capo al 118, ad uno degli ingressi del day hospital oncologico dell'ospedale di Rimini. Tutti i pazienti vengono indirizzati lì e, accedendovi, trovano operatori, adeguatamente protetti con i dispositivi di protezione individuale, i quali effettuano la misurazione della temperatura ed una breve intervista diagnostica. Se, dunque, il paziente non presenta alcun sospetto/sintomo di Covid-19, prosegue nel suo percorso e viene introdotto direttamente presso il day hospital per la terapia, terminata la quale viene indirizzato ad una uscita diversa, per cui non incrocia pazienti non ancora screenati. Qualora invece emergano sintomi che lascino aperto un sospetto, il paziente viene preso in carico secondo il percorso Covid-19 previsto, e quindi indirizzato in pronto soccorso o al domicilio, ovviamente dopo aver attivato il protocollo per pazienti sospetti Covid-19.

Dispositivi di protezione individuale
Nella serata di ieri sono pervenute dal Dipartimento nazionale protezione civile al magazzino della sanità di Reggio Emilia: 237.000 mascherine Montrasio, 114.320 mascherine ffp2, 11640 tute.
Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus al 27 marzo 2020, tra Dipartimento nazionale protezione civile e donazioni sono pervenute in Emilia-Romagna per le esigenze del sistema sanitario regionale: 521.403 mascherine ffp2, 73.350 ffp3, 12.800 occhiali protettivi, 29.008 tute, 1.618.300 mascherine chirurgiche, 718.00 guanti, 2.600 camici, 3.000 copriscarpe, 2.000 copricapo. Le mascherine del tipo Montrasio consegnate sono state 3 milioni e 23 mila.

Una nuova struttura per i tamponi di controllo all’Ospedale Bufalini Cesena
Dopo l’approntamento delle due strutture per tamponi “drive in” nel reggiano (Castelnuovo Monti e Guastalla), sono state oggi montati una tenda ed un gazebo nel parcheggio dell’Ospedale Bufalini di Cesena, in via Giovanni Ghirotti 286, per realizzare un terzo “transit point” per tamponi di controllo: le persone accosteranno con la propria auto e faranno l’esame senza scendere. In alternativa alle visite a domicilio, ciò consentirà di risparmiare un gran numero di operatori e dispositivi di protezione individuale. Le strutture sono state allestite dai volontari del Coordinamento provinciale del volontariato di Forlì-Cesena.

Volontariato
Sono stati 600 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati giovedì 26 marzo: dall’inizio dell’emergenza, si contano 5.788 giornate.
Le attività principali sono state il supporto alle Ausl locali nel trasporto degenti con autoambulanze in tutte le province (CRI e ANPAS: 207 volontari); l’assistenza alla popolazione nella consegna di farmaci e spesa ad anziani, immunodepressi e malati (289 volontari distribuiti su tutte le province). Questa attività è stata svolta anche da 13 volontari scout dell’Agesci regionale. Proseguono le funzioni di segreteria logistica e amministrativa presso i COC, i punti triage degli ospedali, le sedi dei coordinamenti dei volontariati provinciali (103 di cui 5 cuochi impegnati nella mensa Caritas a Reggio Emilia e 29 nel montaggio del nuovo punto tamponi drive in al Bufalini di Cesena); la sanificazione dei mezzi di soccorso a Parma e Piacenza (24 volontari). Un paio di volontari attivati a livello nazionale sono in attività presso l’aeroporto Marconi di Bologna.

Attivi 32 punti triage
Operativo da ieri il nuovo pre-triage davanti all’ospedale di Ravenna: costituito da una tenda mobile da campo allestita presso l’ingresso di Oncoematologia dell’Ospedale Santa Maria delle Croci a Ravenna, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei pazienti oncologici ed ematologici che devono recarsi all’Ospedale per controlli o terapie.

Con l’apertura del nuovo spazio di valutazione e filtraggio davanti all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, diventano 32 i punti-triage attivi in Emilia-Romagna: 10 davanti alle carceri, 22 davanti agli ospedali:
* 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni);
* 3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro);
* 3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla);
* 5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città);
* 3 nella città metropolitana di BO (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola);
* 2 in provincia di FE (Argenta e Cento);
* 1 in provincia di FC (Meldola);
* 1 in provincia di RA (Ravenna città);
* 1 nella Repubblica di San Marino.

Sottoscritta la polizza #AndràTuttoBene di Unisalute. Coperture e assistenza per tutte le categorie di lavoratori, compresi gli OSS. Il presidente Olivi: "La sicurezza sul lavoro è prioritaria. Grazie a tutto  il nostro personale che garantisce servizi essenziali per la comunità"

Reggio Emilia, 27 marzo 2020 - Coopservice ha sottoscritto una polizza assicurativa #AndràTuttoBene di UniSalute per tutelare tutti i suoi oltre 16.000 dipendenti in caso di ricovero per cause legate al coronavirus. La polizza copre tutte le categorie di lavoratori, compresi gli OSS (Operatori Socio Sanitari) che, essendo considerati affini agli operatori della sanità, sono spesso esclusi dalle coperture assicurative di questo genere ma che Coopservice ha voluto fortemente includere nella polizza.

Le coperture previste sono finalizzate ad assistere il dipendente nell'iter di cura da infezione Covid-19 e supportarlo nel percorso di recupero post-ricovero, grazie ad una diaria giornaliera e assistenza sanitaria h24.

"Questa emergenza, che non ha precedenti, ha richiesto da parte nostra una importante ridefinizione delle procedure organizzative e di gestione dei servizi che hanno impattato in modo considerevole sull'operatività aziendale - ha dichiarato il presidente di Coopservice, Roberto Olivi - Abbiamo dovuto affrontare criticità e problematiche nuove e, nonostante i nostri sforzi, non sempre siamo riusciti a dare risposte immediate per ragioni spesso indipendenti dalla nostra volontà. Stiamo lavorando per predisporre tutte le misure organizzative necessarie per fronteggiare questa situazione complessa e difficile che avrà ripercussioni sull'economia nazionale e mondiale non solo nel breve periodo, per mantenere il necessario equilibrio economico per assicurare stabilità occupazionale e di reddito a tutti i nostri lavoratori, senza mai perdere di vista la tutela della salute".

Con la sottoscrizione della polizza per tutti i dipendenti, Coopservice intende ribadire il proprio impegno nella tutela della salute dei propri lavoratori, molti dei quali in questa emergenza si trovano a lavorare in prima linea, come gli operatori dei servizi di cleaning impegnati nella sanificazione delle strutture sanitarie e delle aziende; dei servizi di logistica chiamati ad approntare strutture temporanee di assistenza ai malati e a garantire l'approvvigionamento dei farmaci e dei dispositivi medicali nei presidi ospedalieri; dei servizi di vigilanza occupati a tutelare la sicurezza nei pronto soccorso e a vigilare su imprese e cittadini; dei servizi tecnici-manutentivi che assicurano il buon funzionamento degli impianti e delle strutture permettendo il regolare svolgimento delle attività essenziali.

Questa azione di tutela si aggiunge alle numerose iniziative che Coopservice ha introdotto per gestire l'emergenza da Covid-19 fra cui le misure per favorire il distanziamento sociale, come ad esempio l'introduzione dello smart working o lavoro agile, oppure la ricerca di ulteriori Dispositivi di Protezione Individuale resa molto faticosa e complessa da un mercato indirizzato forzatamente verso la fornitura alla Protezione Civile.

"Ci teniamo a ringraziare tutti i lavoratori, senza eccezioni - ha continuato Olivi - Il nostro primo pensiero va a coloro che stanno operando in prima linea. A loro esprimiamo tutta la nostra gratitudine per l'impegno e la dedizione con cui hanno continuato a garantire l'erogazione di servizi essenziali. Ma vogliamo far arrivare il nostro ringraziamento a tutti i dipendenti nei cantieri, nelle filiali e nella sede centrale che hanno accettato con spirito di collaborazione i cambiamenti organizzativi imposti dall'emergenza (e anche qualche sacrificio) e hanno adeguato le proprie modalità di lavoro per fare in modo che l'azienda potesse continuare ad operare. Ci auguriamo che questa emergenza possa finire nel più breve tempo possibile, per poter ritornare ad abbracciarci e a relazionarci senza barriere, reali e virtuali, nello spirito di comunione che contraddistingue il nostro essere cooperativa".

 

Prosegue l’attività di consulenza psicologica telefonica per i cittadini al numero 0522 296555 dalle 7.30 alle 17.00 dal lunedì al venerdì, il sabato dalle 7.30 alle 13.00. Risponde un operatore che inoltra la chiamata all’équipe psicologica per l’emergenza (EPE) dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia. Il costo della chiamata è a carico del cittadino.

Le domande più frequenti che i cittadini rivolgono agli psicologi e alle psicologhe che lavorano al servizio di consulenza psicologica per emergenza COVID riguardano il timore di poter avere contratto il virus prima dell’isolamento anche in assenza di sintomi, preoccupazioni e timori di poter essere veicolo di contagio per le persone anziane che vivono in casa, la paura di non riuscire a gestire familiari risultatati positivi in isolamento domiciliare, l’isolamento e la solitudine, il timore che l’epidemia possa durare ancora molto tempo, le indicazioni su come poter gestire la comunicazione con i bambini o come dar loro informazioni.

Analoghi percorsi, con diverse modalità organizzative, sono stati attivati per offrire supporto agli operatori, ai cittadini affetti da COVID in isolamento e ai loro familiari.

Il 23 Marzo alle ore 17 il progetto “Prima Linea” ha aperto ufficialmente le linee telefoniche e le manterrà fino al 23 Aprile.

Che cosa è Prima Linea? Lo chiediamo alla Country Manager di HAL ALLERGY Italia, azienda che ha realizzato il progetto.
“Prima Linea” è una bellissima iniziativa, dedicata a tutti gli operatori sanitari e non, che sono impegnati negli ospedali delle regioni più fortemente colpite dal Coronavirus – ci dice la dottoressa Sabrina de Federicis".

“Abbiamo sentito molto forte la necessità di offrire un contributo diretto a tutto il personale ospedaliero impegnato, in questi giorni, in turni massacranti e in situazioni devastanti emotivamente”.
“La vista dei loro volti segnati dalle mascherine, stremati, che continuano senza sosta e grande coraggio il loro lavoro, ci ha spinto a cercare di realizzare qualcosa di dedicato che li aiutasse e sostenesse”.
Nasce così “Prima Linea” nel giro di pochissimo, con la collaborazione prontissima di Avalon Counseling e della sua fondatrice dottoressa Zuleika Fusco e del gruppo di counselor da lei coordinato per questo progetto.

Come funziona “Prima Linea”?
“Abbiamo attivato un numero specifico funzionante dalle 17 alle 20 di tutti i giorni della settimana, a partire da lunedì 23, fino al 23 Aprile, per il momento. Ogni chiamata sarà accolta da un counselor esperto, il tutto nella totale riservatezza come impone il codice deontologico e la normativa del trattamento dei dati personali.
“Mi auguro – continua la Country Manager di HAL Allergy – che questa opportunità venga colta dagli operatori del settore. Proprio da tutti.”
“Penso alla testimonianza di un ragazzo di venti anni Matteo, che fa il cuoco in uno di questi ospedali e che con impegno, nonostante l’ansia dichiarata, porta avanti il suo lavoro. Agli infermieri o medici che dormono sfiniti sulle scrivanie o che si trovano a gestire i malati e i loro familiari e la solitudine di tutti”.
“Il momento è davvero complesso e il nostro appoggio e contributo è doveroso e HAL Allergy vuole essere in “PRIMA LINEA”.

Il numero per chiamare “PRIMA LINEA” è lo 06 - 69310443 e sarà attivo dalle 17 alle 20 da Lunedì a Domenica a partire dal 23 Marzo fino al 23 Aprile.

Per informazioni rivolgersi al numero 338 6245224 o scrivere ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Di Meccagri 26 marzo 2020 - FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura, prende atto della decisione del governo di non inserire fra le attività produttive ritenute essenziali, in questa fase di emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando, il proprio comparto modificando quanto precedentemente deciso, sulla base delle pressioni delle rappresentanze sindacali.
 
VIA DALL’ELENCO DELLE ATTIVITÀ ESSENZIALI, UNA SCELTA CON PESANTI CONSEGUENZE

Alessandro-Malavolti-Presidente-Federunacoma.jpg«L’elenco dei nuovi codici Ateco stilato ieri (il 25 marzo, ndr) dal MISE – commenta il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti (nella foto) – esclude di fatto dalle attività ritenute essenziali le nostre produzioni, unico caso in Europa, ponendo un segmento produttivo da 11,4 mld di fatturato in gravissima difficoltà».

FederUnacoma ritiene pertanto doveroso fare alcune precisazioni a tutela del settore perché in gioco c’è certamente la massima attenzione nei confronti dei lavoratori, della loro salute ma anche la tenuta di un tessuto industriale che “serve” il Paese e il mondo.
L’agricoltura è da sempre il “bene primario” di ogni territorio, e in questa fase emergenziale è ritenuta giustamente, insieme alle attività sanitarie e farmaceutiche, un asset strategico al quale il mondo dei costruttori di macchine agricole appartiene interamente in un’ottica di filiera.
 
IL TRATTORE E LE MACCHINE AGRICOLE CHE NON VEDI AL SUPERMERCATO

In questo periodo dell’anno sono molti gli ordini in corso di ricambi e macchine, in particolare quelle stagionali come le seminatrici, le tante attrezzature per la lavorazione del terreno, le macchine per la raccolta, le macchine per i trapianti che, in particolare, avviano adesso la stagione agraria per la produzione di tanti nostri alimenti. Tutto quello che nei supermercati non si vede ma che è indispensabile a monte della filiera agro-alimentare e la cui possibile difficoltà di reperimento potrebbe rendere ancora più critica l’attività di molte aziende agricole.
 
ALCUNE AZIENDE AVEVANO CHIUSO MA ALTRE STAVANO CONTINUANDO A LAVORARE, NEL PIENO RISPETTO DELLE NORMESUPERMERCATO_TRATTORE.jpg
Alcune delle imprese aderenti a FederUnacoma – che accoglie piccole, medie e grandi aziende – sin dall’inizio delle restrizioni resesi necessarie per il contenimento del contagio, avevano già deciso la chiusura degli stabilimenti per difficoltà logistiche dovute anche all’incertezza su quelle che sarebbero state le decisioni governative.
Ma molte altre realtà aziendali stavano cercando di continuare a lavorare – seppur con linee produttive estremamente ridotte – nel rispetto di tutte le norme emanate dal governo e della sicurezza dei propri dipendenti, per non bloccare del tutto un comparto già pesantemente segnato da cali di fatturato senza precedenti.
 
PRONTI A PROSEGUIRE LA PRODUZIONE IN SICUREZZA, CON SENSO DI RESPONSABILITÀ
«Siamo dotati di un grande senso di responsabilità e di servizio per il nostro Paese, dichiara il presidente Malavolti, ma è difficile comprendere la mancanza di consapevolezza dell’importante ruolo svolto da questi mezzi meccanici soprattutto in un momento complesso come questo».
La Federazione sottolinea poi il rischio di una concorrenza sleale da parte di competitor internazionali in considerazione del fatto che molti altri Paesi ritengono essenziali attività produttive analoghe alle nostre, che hanno quindi la facoltà di continuare a commercializzare al posto delle nostre imprese.
Impossibile per FedeUnacoma pensare che il blocco imposto possa andare oltre il 3 aprile; la Federazione auspica quindi un confronto urgente con le parti politiche competenti per ripristinare, dopo questa data e secondo una gradualità adeguata, le produzioni delle nostre aziende.
 
Fonte: FederUnacoma
Fonte immagini: Maschio Gaspardo, Pixabay elaborazione Meccagri, e Nobili spa (lgc)

 

 

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Coronavirus, l'aggiornamento: 10.816 i casi positivi in Emilia-Romagna, 762 in più rispetto a ieri. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 4.680. Continuano a salire le guarigioni, che arrivano a 792 (+71)

I pazienti in terapia intensiva sono 301, 7 in più di ieri. Aumentano purtroppo i decessi, che arrivano a 1.174: 97 in più. E prosegue anche il piano di rafforzamento dei posti letto: sono 4.630 quelli già allestiti in tutta la regione. Arrivate oltre 617 mascherine di varie tipologie

Bologna 26 marzo 2020 – Sono 10.816 i casi di positività al Coronavirus, 762 in più di ieri. 42.395 i test refertati, 4.350 in più sempre rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna.

Complessivamente, sono 4.680 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (415 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità – come si sta verificando negli ultimi giorni - quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 301, 7 in più rispetto a ieri. Ma crescono purtroppo i decessi, passati da 1.077 a 1.174: 97, quindi, quelli nuovi, di cui 64 uomini e 33 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 792 (71 in più rispetto a ieri), 668 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 124 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 29 residenti nella provincia di Piacenza, 16 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (nessuno nel territorio imolese), 4 in quella di Ferrara, 1 in quella di Ravenna, 4 in quella di Forlì-Cesena (2 nel territorio di Forlì), 9 in quella di Rimini e 1 residente fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.213 (91 in più rispetto a ieri), Parma 1.611 (86 in più), Reggio Emilia 1.698 (112 in più), Modena 1.676 (143 in più), Bologna 1.253 (di cui Bologna 1.034, 135 in più rispetto a ieri, e 219 Imola, 11 in più), Ferrara 212 (8 in più rispetto a ieri), Ravenna 451 (64 in più), Forlì-Cesena 513 (di cui 241 a Forlì, 26 in più rispetto a ieri, e 272 a Cesena, 33 in più), Rimini 1.189 (53 in più).

Posti letto aggiuntivi già allestiti: 4.630, 307 in più di ieri

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 307 i posti letto allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.323 a 4.630, tra ordinari (4.116, +294) e di terapia intensiva (514, +13).

Nel dettaglio: 589 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.052 a Parma (63 terapia intensiva), 701 a Reggio (55 terapia intensiva), 499 a Modena (89 terapia intensiva), 852 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (142 terapia intensiva), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 665 in Romagna (in particolare: 248 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 54 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva.

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi 22 posti letto Covid attivati sui 36 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid. Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva, Villa Laura con 32 nuovi posti letto attivati e il San Giovanni con 52 nuovi posti letto.

Castelnuovo Monti e Guastalla, 2 nuove strutture per effettuare i tamponi di controllo

È in corso l’approntamento di 2 strutture per tamponi “drive in”, in accordo fra la Direzione dell’Azienda Usl di Reggio Emilia, il coordinamento provinciale del volontariato e il servizio Area Affluenti Po.

Per la realizzazione, a Castelnuovo Monti e Guastalla (Re), dei due punti coperti in cui gli “osservati” da Asl potranno recarsi, su chiamata, per il secondo tampone di controllo, sono state oggi predisposte le due tende occorrenti.

A Castelnovo ne’ Monti, in via dei Partigiani 10, presso il Centro sovracomunale di Protezione civile dell’Unione montana dei Comuni dell'Appennino Reggiano, è stata allestita una tenda di proprietà dell’Associazione Nazionale Alpini; a Guastalla si è messa a disposizione una delle due tende, non più usate come triage, nel parcheggio dell’Ospedale Civile, in Via Donatori di Sangue 1.

La modalità delle strutture per tamponi è definita “drive in”, perché le persone si accosteranno con la propria auto e faranno l’esame senza scendere. In alternativa alle visite a domicilio, ciò consentirà di risparmiare un gran numero di operatori e dispositivi di protezione individuale.

Dispositivi di protezione individuale

Nella serata di ieri, l’Agenzia regionale di Protezione civile ha ricevuto dal Dipartimento nazionale 223.000 mascherine Montrasio, 158.200 chirurgiche, 176.420 ffp2, 46.080 ffp3 e 13.800 tute.

Volontariato

Sono stati 654 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati il 25 marzo; dall’inizio dell’emergenza, si contano 5.188 giornate.

Al solito, le attività principali sono il supporto alle Ausl locali nel trasporto degenti con autoambulanze (Cri e Anpas: 228 volontari); l’assistenza alla popolazione nella consegna di farmaci e spesa ad anziani, immunodepressi e malati (380 volontari distribuiti su tutte le province, più i 5 impegnati a presidio della tenda Caritas a Reggio Emilia). Questa attività viene svolta ora anche da una quindicina di volontari scout dell’Agesci regionale; la sanificazione dei mezzi di soccorso (25 volontari tra Parma e Piacenza). Proseguono le funzioni di segreteria logistica e amministrativa presso i punti triage. Un paio di volontari sono stati impegnati a Ravenna, nel nuovo presidio presso l’ospedale.

Nella giornata di ieri il Coordinamento del volontariato di Ferrara ha messo a disposizione due volontari per trasportare da Bologna, con un autoarticolato, due moduli ISO 20, destinati alla Ausl di Piacenza, per esigenze legate alla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale nei vari reparti dell’ospedale cittadino.

Diventano 32 i Punti triage: da ieri operativo quello davanti all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna

Operativo da ieri il nuovo pre-triage davanti all’ospedale di Ravenna: costituito da una tenda mobile da campo allestita presso l’ingresso di Oncoematologia dell’Ospedale Santa Maria delle Croci a Ravenna, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei pazienti oncologici ed ematologici che devono recarsi all’Ospedale per controlli o terapie.

Con l’apertura del nuovo spazio di valutazione e filtraggio davanti all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, diventano 32 i punti-triage attivi in E-R: 10 davanti alle carceri, 22 davanti agli ospedali:

* 3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni);

* 3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro);

* 3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla);

* 5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città);

* 3 nella città metropolitana di BO (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola);

* 2 in provincia di FE (Argenta e Cento);

* 1 in provincia di FC (Meldola);

* 1 in provincia di RA (Ravenna città);

* 1 nella Repubblica di San Marino.

 

 

Parma, 26 marzo 2020 – Nell’attuale scenario influenzato dagli effetti del virus Covid-19 il Consorzio della Bonifica Parmense ha ridefinito il proprio assetto organizzativo interno con la priorità immediata di garantire la continuità del servizio d’irrigazione a sostegno di una delle poche filiere, quella agricola, che prosegue l’attività quotidiana nel nostro territorio. Oltre a questo hanno continuità tutte le attività di difesa idraulica e di protezione e prevenzione dal rischio idrogeologico.

L’obiettivo è dunque bivalente: mantenere il servizio a tutela dei cittadini serviti e garantire la piena sicurezza del personale impegnato. L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia rende, oggi più che mai, importante e fondamentale il mantenimento delle unità operative, la cui attività viene ritenuta indispensabile da ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica) nel rispetto delle disposizioni governative.

Lo staff è costantemente impegnato in attività di manutenzione e preparazione del reticolo di canalizzazione e degli impianti idrovori utili all’irrigazione. Un’irrigazione che quest'anno, nonostante le ultime gravi gelate, con la complicità di un inverno caldo e siccitoso, inizierà con ogni probabilità in anticipo sulla normale tabella di marcia, quindi alla metà di Aprile.

Ogni anno il Consorzio nel comprensorio del Parmense distribuisce attraverso l’invasamento della propria rete di canali circa 30 milioni di metri cubi d'acqua prelevati da fonti di superficie e da falde sotterranee per consentire la produzione agro-alimentare delle nostre aree vocate a produzioni tipiche quali Parmigiano Reggiano, pomodori, ecc., che non può fermarsi neanche nell'attuale condizione di emergenza sanitaria.

Lo sportello rivolto agli utenti è temporaneamente chiuso e tale resterà almeno fino al 3 Aprile. Il Consorzio ha messo in evidenza sul portale www.bonifica.pr.it tutti i riferimenti specifici e di settore a cui gli utenti possono richiedere informazioni o espletare pratiche (numeri Verdi, numeri diretti dei responsabili, mail e simili).

A meno di un mese dall’inizio dell’emergenza, oltre il 90% dei dipendenti della sede è in regime di smart working. Sono state individuate tipologie di lavoro cosiddetto “agile” con l’obiettivo di diminuire al massimo la necessità di uscita o presenza negli uffici puntando sulla responsabilizzazione dei lavoratori e tutelando l’efficienza del servizio erogato.

Emergenza coronavirus:  il gruppo Mutti interviene a favore dell’Ospedale Maggiore di Parma e dei lavoratori impegnati negli stabilimenti produttivi

Una donazione di 500.000 euro per fronteggiare la situazione sanitaria locale e un incremento del 25% degli stipendi per i dipendenti che stanno supportando il nostro Paese in termini produttivi.

Parma, 25 marzo 2020. Il Gruppo Mutti ha deciso di devolvere 500.000 euro all’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che oggi, come tutte le strutture sanitarie nazionali e regionali, è in prima linea per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

“Abbiamo ritenuto fondamentale intervenire economicamente a supporto del territorio dove operiamo per dare il nostro sostegno a una struttura d’eccellenza che si trova a lavorare, tutto il giorno, in condizioni d’emergenza, impegnandosi in prima linea per la salute dei pazienti. Oggi, oltre alla vicinanza spirituale e al rispetto delle regole, alle strutture servono fondi per sostenere il loro operato e il nostro Paese. Chi può, deve intervenire” - ha dichiarato Francesco Mutti.

La necessità di un intervento si è resa evidente di fronte ai numeri che l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma rileva ogni giorno e che rappresentano non solo pazienti ma nomi e volti delle famiglie oggi direttamente colpite dalla pandemia.

Il Gruppo Mutti, da parte sua, è anche impegnato a garantire la disponibilità del bene primario del cibo, fondamentale come la salute. “Per questo” - ha aggiunto Francesco Mutti – “oltre all’attivazione di una copertura assicurativa extra relativa al Covid-19 per i dipendenti a tempo indeterminato e determinato, abbiamo disposto una maggiorazione del 25% sulla retribuzione di coloro che, anche in questi giorni, stanno permettendo alla nostra azienda e, al Paese stesso, la continuità produttiva. Intendo sia tutto il personale impiegato nel processo produttivo e nella logistica, sia i soggetti cooperativi del nostro indotto”.

A livello territoriale l’azienda sta inoltre predisponendo diverse donazioni a livello nazionale, tra le quali l’invio dei suoi prodotti all’Emporio Solidale di Parma e all’Ospedale da Campo di Bergamo.

 

 

L’operazione è stata conclusa grazie al supporto di Cassa Depositi e Prestiti e UniCredit, insieme a un pool di banche, per ampliare il business del Consorzio, eccellenza italiana dell’agroalimentare

Rivarolo del Re (CR) 25 marzo 2020 - È stato recentemente siglato un accordo di finanziamento da oltre 160 milioni di euro tra il Consorzio Casalasco del Pomodoro, un pool di istituti finanziari e con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), a supporto dello sviluppo delle attività produttive e commerciali della cooperativa.

Questa operazione, che ha coinvolto diversi istituti di primaria importanza e ha visto UniCredit come banca agente e Cassa Depositi e Prestiti come arranger insieme ad alcune banche, evidenzia il forte sostegno da parte dl sistema bancario al Consorzio Casalasco. Grazie a questo finanziamento la Cooperativa rafforzerà la propria struttura finanziaria e potrà realizzare importanti investimenti sia sul fronte industriale che su quello commerciale.

La partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti – presente nel capitale della cooperativa dal 2016 attraverso la controllata SIMEST – conferma la forte attenzione del Gruppo nei confronti di un settore strategico come l’agroalimentare, cruciale per lo sviluppo del territorio e per la crescita del Made in Italy.

Oggi il Consorzio Casalasco del Pomodoro aggrega centinaia di aziende agricole e rappresenta la prima realtà nazionale nella filiera di pomodoro da industria. Con oltre 1.000 dipendenti e 3 stabilimenti, è presente in più di 60 Paesi al mondo e può contare su una consolidata relazione di co-packing con le principali multinazionali del food, oltre che su due rinomati marchi di proprietà, Pomì e De Rica, che proprio grazie a questa operazione potranno essere ulteriormente valorizzati sui mercati internazionali.

“Un’operazione strategica - afferma Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro– a supporto del lavoro svolto e, soprattutto, dei progetti che realizzeremo nei prossimi anni. Parlare di futuro ed investimenti sul Made in Italy in questi momenti così delicati per il Paese non è semplice, ma comunque possibile. Il settore agroalimentare sta dimostrando ancora una volta il proprio ruolo strategico e il grande contributo che può dare anche in situazioni di emergenza come queste”.

“L’impegno di Cassa Depositi e Prestiti è sempre più orientato alla vicinanza con il territorio e al supporto delle imprese, per generare un impatto positivo sul tessuto economico e sulle comunità locali - ha dichiarato Nunzio Tartaglia, Responsabile della Divisione CDP Imprese - In questo momento particolare, sentiamo ancor di più la responsabilità di rinnovare e rafforzare il sostegno alla crescita delle eccellenze italiane nel mondo, come il Consorzio Casalasco del Pomodoro, anche con l’obiettivo di valorizzare le aziende impegnate nell’agroalimentare, settore vitale per l’economia del Paese”.

“Il supporto alle aziende e alle comunità locali è da sempre uno degli obiettivi che ci prefissiamo, ancor più in momento difficile come l’attuale - ha aggiunto Marco Bortoletti, Regional Manager Lombardia di UniCredit - Il finanziamento al Consorzio Casalasco del Pomodoro, eccellenza italiana dell’agroalimentare, rappresenta un concreto segnale della volontà di supportare e accompagnare nel proprio percorso di crescita questa realtà imprenditoriale attiva in un settore fondamentale e strategico per il Paese”.

Iniziativa spontanea di un gruppo di studenti universitari partita al grido “Together, we are stronger!”.

Esistono, ci sono, in carne ed ossa. Sono gli otto studenti universitari, prevalentemente di Medicina e Chirurgia, che hanno lanciato una raccolta fondi spontanea in favore della Terapia intensiva di Parma e in poche ore ha fatto il giro del web arrivando a raccogliere quasi 300.000 euro attraverso una piattaforma online (298.177 per l’esattezza, al netto delle commissioni del sistema di pagamento).

Loro si chiamano Stefano Bacchini, Serena Gaccione, Giacomo Toscani, Marco Masetti, Luca Vento, Tommaso Trombini, Lorenzo Rotelli, Alessandro Fanti e volevano e vogliono fare la loro parte.

“Ci siamo impegnati per sostenere gli operatori sanitari in questa situazione – afferma il promotore Stefano Bacchini a nome dei compagni di questa avventura – un piccolo gesto per il grande lavoro che stanno svolgendo. Together, we are stronger!”.

E la loro parte l’hanno fatta alla grande e quanto raccolto è confluito sul capitolo “Anticovid” dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che provvederà ad utilizzarli per sostenere e implementare i reparti direttamente coinvolti a fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

A loro e a tutte le persone che hanno donato attraverso la loro iniziativa i più sentiti ringraziamenti della direzione aziendale, dei direttori e del personale dei reparti coinvolti nell’affrontare l’emergenza Coronavirus.

Per coloro che desiderassero attivare una campagna di crowdfunding personale, è ora possibile farlo in modo ufficiale attraverso la piattaforma Crowd For Life: https://www.ca-crowdforlife.it/project/sosteniamo-i-nostri-ospedali/. Il ricavato andrà automaticamente ad aggiungersi al Fondo Emergenza Coronavirus attivato da Munus con le Istituzioni del territorio e sarà raddoppiato da Fondazione Cariparma. 

La Federazione di Parma del Partito della Rifondazione Comunista partecipa con la somma di 2.000 euro alla sottoscrizione promossa dalle Aziende Sanitarie a favore degli ospedali di Parma e provincia.

E’ un piccolo contributo per testimoniare la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza nei confronti dei lavoratori della sanità che stanno
sostenendo pesanti sacrifici per affrontare l’emergenza. Tutti dobbiamo preoccuparci che si faccia tutto il possibile per garantire in primo luogo la loro sicurezza.
Inoltre vogliamo ribadire una nostra radicata convinzione: i servizi essenziali (e in primo luogo la sanità) devono essere garantiti con una gestione pubblica e adeguati finanziamenti.

Occorre stabilire la giusta priorità negli investimenti da parte dello Stato e rimediare ai tagli e ai processi di privatizzazione che negli scorsi anni hanno inciso pesantemente sul servizio sanitario.
E’ necessario in particolare un programma di assunzioni a tempo indeterminato, un lavoro sicuro e qualificato che tuteli la salute di tutti i cittadini.

Rifondazione Comunista - Federazione di Parma

Mascherine ad uso sanitario e dispositivi di protezione per i professionisti impegnati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus a Parma, Vaio e Borgotaro

12.800 mascherine ad uso sanitario consegnate questa mattina, e altri 1100 dispositivi di protezione FFP2 in arrivo domani, da parte dell’Unione Parmense degli Industriali al Maggiore di Parma per tutti gli operatori della sanità impegnati in prima linea ad assistere i malati Covid 19, in città e in provincia.

Un’operazione complessa realizzata in collaborazione con il Programma Gestione Emergenze di Confindustria, come spiega Marco Occhi, Vicepresidente e responsabile del gruppo PGE di Upi, “che siamo riusciti ad organizzare in tempi abbastanza rapidi grazie alla disponibilità di Upi che ha donato la fornitura e ad una quota parte di Protezione civile nazionale, all’interno di una convenzione siglata da Confindustria nazionale Piccola Industria e Protezione civile che prevede una donazione al servizio socio sanitario da parte delle aziende che acquistano dispositivi di protezione per i propri dipendenti”.

“L’Unione Parmense degli Industriali - sottolinea la Presidente Annalisa Sassi - con questo gesto intende contribuire allo sforzo comune per arginare la pandemia e proteggere i professionisti sanitari e tutti coloro che sono impegnati in prima linea nell’affrontare questa emergenza. La gratitudine ed il sostegno vanno ai medici, infermieri, OSS, alle aziende che si occupano delle pulizie, della sanificazione, dello smaltimento dei rifiuti, delle forniture indispensabili alla vita dei nostri Ospedali con un ruolo determinante delle Associazioni di volontariato, alla Protezione Civile e in generale a tutti ma proprio tutti coloro che nella sanità pubblica e nelle diverse strutture della sanità privata stanno facendo “squadra” per contrastare e sconfiggere uniti e compatti il Covid-19”.

“Le aziende, e lo dimostrano i tanti gesti di generosità di queste settimane, - continua Annalisa Sassi - stanno svolgendo un ruolo fondamentale per assicurare la tenuta economica e sociale del nostro Paese. Molte aziende, proseguendo la loro attività con grande fatica, difficoltà e rischio, stanno assicurando alla popolazione beni e servizi essenziali alla vita quotidiana di tutti.
Molte altre aziende possono e devono chiudere o ridurre significativamente la loro attività e, a queste aziende, andranno assicurati reali sostegni per evitare che non riaprano o chiudano per effetto dei danni subiti in conseguenza della crisi sanitaria creando disoccupazione e povertà.
In ogni caso come imprenditori, insieme a coloro che collaborano con noi nelle aziende e insieme alla nostra Unione, siamo impegnati ogni giorno a cercare di “fare” mettendo la sicurezza di ciascuno di noi al vertice delle scelte possibili.
Questo piccolo gesto, insieme ai tanti altri che come aziende abbiamo compiuto e compiamo, è un segno della nostra grande riconoscenza anche nel ricordo di coloro che, colleghi ed amici, non ce l’hanno fatta ma che continuiamo a sentire vicini”.

“Una donazione preziosa– ha dichiarato Massimo Fabi, commissario straordinario Azienda ospedaliero-universitaria di Parma –per l’impegno profuso da parte di Unione Parmense degli Industriali e della Protezione civile e per l’attenzione dimostrata nel confronti dei professionisti dell’Ospedale di Parma che in questo periodo di emergenza stanno sentendo al loro fianco un intero territorio. Questo dà forza a tutti noi per mettere in campo ogni azione necessarie per fornire l’assistenza adeguata ai pazienti Covid”.

“E’ fondamentale per i professionisti che lavorano giorno e notte negli ospedali sentire il sostegno di un’intera comunità, la comunità di cui fanno parte – ha dichiarato Elena Saccenti, commissario straordinario Azienda Usl di Parma – Una donazione come questa non solo è di grande utilità per difendere la salute di tutti ma dimostra ancora una volta l’attenzione e la vicinanza delle imprese e della Protezione civile per la nostra comunità”.

"L'Assistenza Volontaria di Collecchio - Sala Baganza - Felino è in prima linea per l'emergenza Covid-19, con mezzi e personale sanitario, tra cui medici, infermieri e volontari qualificati. L'attività delle tante persone impegnate può essere svolta solo in condizioni di sicurezza e questo richiede un quantitativo consistente di dispositivi di protezione individuale che l'Associazione deve continuamente reperire e avere sempre a disposizione. Proprio grazie alla solidarietà di enti, aziende e privati possiamo continuare a garantire il nostro indispensabile servizio.  Grazie a tutte le persone che ci sostengono e che ci sosterranno."

Un aiuto concreto e responsabile per la popolazione, gli operatori impegnati nell’emergenza del Coronavirus e i lavoratori

Modena, lì: 25 marzo 2020 - Al fine di contribuire a supportare gli operatori impegnati a far fronte al contrasto della diffusione del Coronavirus e per poter fornire sollievo alla popolazione più in difficoltà, il Comitato per la Responsabilità sociale di Italpizza, leader nazionale nella produzione di pizze di alta qualità con stabilimenti nel Modenese e nel Pavese, ha determinato un pacchetto di iniziative di solidarietà.

EMERGENZA: come prima misura ha deliberato di donare il proprio prodotto agli Enti Pubblici e alle Organizzazioni non governative coinvolte. Già nella giornata odierna un carico di pizze è stato consegnato alla Croce Rossa Italia e alla Caritas di Bergamo. Inn questi giorni è avvenuta la distribuzione a varie Associazioni di Volontariato di Assistenza Pubblica, come la consegna diretta a famiglie numerose in difficoltà economica. Da domani inizierà la consegna di pizze alla Caritas di Modena e partirà un carico per l’AUSL di Lodi.

SOLIDARIETA’: a seguito della forte impennata di vendite, che si somma al trend già positivo che era in corso, Italpizza mettere a disposizione 20 posti di lavoro per lavoratori autonomi entrati in difficoltà
a causa della chiusura delle loro attività e che non possono disporre di ammortizzatori sociali.

SANITA’: Italpizza donato al Policlinico di Modena un Ecografo per la terapia intensiva.

LAVORATORI: ai lavoratori del Sito Italpizza di Modena e dello stabilimento di Mortara (PV), oltre a supporti per i genitori con bambini in età scolare, è stato riconosciuto ad ognuno un bonus di € 200 (lordi) per il lavoro svolto nell’ultima settimana di marzo e quello che si svolgerà nel mese di aprile.

La modalità per richiede la donazione del prodotto potrà essere avanzata tramite semplice domanda via e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando:
• ragione sociale;
• natura e funzione sociale dell’ente;
• scopo dell’impiego della merce donata;
• quantitativo desiderato
(una tantum o previsione di consumi settimanali per future forniture);
• indirizzo di consegna della merce;
• nome e telefono del referente che riceverà la merce;
• impegno a non immettere nel mercato il prodotto donato e di renderlo disponibile a operatori e volontari impegnati in questa fase di crisi.

ITALPIZZA S.p.A.
Via Gherbella, 454/A - 41126 Modena (MO) Italy - Tel +39 059 465611 Fax +39 059 465039 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.italpizza.com
Capitale Sociale Euro 1.000.000,00 i.v. - C.F., P.IVA, VAT Number IT 03095170365 - Reg. Impr. MO 03095170365 - R.E.A. MO 357681
Socio unico Dreamfood S.r.l. - Società soggetta a direzione e coordinamento di Acta S.r.l.
Allegati: foto consegna CRI e Caritas Bergamo

Chi è Italpizza
Italpizza S.p.A. è leader nella produzione di pizze surgelate e non. Fondata nel 1991, oggi l’azienda conta oltre 1.000 addetti e oltre 100 milioni di pizze prodotte ogni anno, sia a marchio proprio, che a marchio dei principali retailer al mondo. Italpizza esporta in 55 paesi con un fatturato di circa 150 milioni di euro. L’export rappresenta il 65% del mercato. Italpizza si distingue sul mercato per un modello di business basato sulla capacità di replicare le modalità produttive della pizzeria tradizionale in forma industriale, con un esclusivo processo artigianale che comprende una lievitazione degli impasti per oltre 24h, una stenditura e farcitura manuale del prodotto ed una cottura esclusiva nel forno a legna.

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