Redazione

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Duro colpo della Guardia di Finanza di Ravenna al mercato della contraffazione sul web. Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle di Faenza hanno individuato una ramificata organizzazione che, attraverso l'uso dei social network, vendeva capi di abbigliamento "tarocchi" su tutto il territorio nazionale.

Le indagini hanno preso avvio a seguito di una perquisizione, disposta dalla Procura della Repubblica di Ravenna nella persona del Sostituto Procuratore Dottoressa Lucrezia Ciriello, presso l'abitazione di una donna di Riolo Terme che, a seguito del monitoraggio del web operato dalle Fiamme Gialle al fine di individuare canali di vendita on line di merce illegale, è risultato particolarmente attiva nel commercio di articoli di vestiario e accessori riportanti marchi dell'alta
moda.

Nel corso della perquisizione i Finanzieri della Compagnia di Faenza hanno effettivamente individuato presso la residenza della donna un considerevole quantitativo di merce contraffatta ed hanno sottoposto a sequestro anche il telefono cellulare dell'indagata.

Dall'esame delle applicazioni "Facebook" e "Whatsapp" presenti sul telefono, le Fiamme Gialle hanno disvelato un'estesa rete di rapporti tra alcuni soggetti "fornitori" di capi di abbigliamento taroccati, operanti nelle province di Napoli e Salerno, ed una pluralità di "rivenditori" dislocati su tutto il territorio nazionale, tra i quali anche la donna di Riolo Terme.
In sintesi, attraverso "vetrine virtuali" appositamente create sul social network Facebook, venivano posti in vendita articoli riportanti i loghi dei famosi brand nazionali ed esteri, tra i quali "Louis Vuitton", "Gucci", "Prada", "Michael Kors", "Colmar", "Moncler", "Liu Jo", "Adidas" e "Nike".

Sulla bacheca del social network venivano mostrati i capi di vestiario ed indicati i relativi prezzi, dopodiché il soggetto interessato all'acquisto contattava il "rivenditore" attraverso il canale Whatsapp per definire le modalità di acquisto. Solo dopo aver ricevuto il pagamento mediante l'accredito della somma richiesta su una carta Postepay, il "rivenditore" procedeva alla spedizione della merce all'acquirente finale.

Il sistema di spedizione dei capi contraffatti era stato congegnato in modo tale da preservare la riservatezza dei "fornitori" della merce illegale. Infatti, nella totalità dei casi, agli spedizionieri nazionali incaricati della consegna del pacco contenente i falsi articoli non veniva comunicato il reale indirizzo del mittente, ma un indirizzo  fittizio; stratagemma che tuttavia non ha impedito alle Fiamme Gialle di individuare presso gli spedizionieri svariati plichi in partenza verso i "rivenditori", che sono stati sottoposti a sequestro.

L'operazione delle Fiamme Gialle, battezzata "Quattro Chiacchiere" dal nome di uno dei gruppi di Whatsapp creato tra i "fornitori" ed i "rivenditori" degli articoli contraffatti, ha consentito di denunciare alla Procura della Repubblica di Ravenna ben 68 soggetti (10 "fornitori" e 58 "rivenditori") per i reati di contraffazione e di ricettazione, artefici di un mercato illegale on line del falso capace di generare, in circa un anno e mezzo di attività illecita, un fatturato di oltre 600 mila euro completamente "in nero", che ora sarà recuperato a tassazione.

Anche agli "acquirenti finali" individuati, ben 104 soggetti residenti in tutto il territorio nazionale, sarà contestata la violazione amministrativa prevista per l'"incauto acquisto", che prevede una sanzione pecuniaria da 100 a 7.000 euro per chi acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l'entità del prezzo, inducono a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà
industriale.

Incessante è l'impegno della Guardia di Finanza nella lotta alla contraffazione, a presidio delle regole della sana e leale concorrenza ed a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti che operano quotidianamente nel rispetto della legalità.

Domus Assistenza commenta l'arresto dell'operatore socio-sanitario di Mirandola. "Mai accaduto in 36 anni di vita della cooperativa, prenderemo tutti i provvedimenti del caso".

Mirandola 16 maggio 2018 - "In 36 anni di vita della nostra cooperativa non era mai accaduto un episodio del genere e siamo tutti choccati".  Lo afferma il presidente della cooperativa sociale Domus Assistenza di Modena commentando l'arresto di un operatore socio-sanitario che lavora presso il centro per disabili Arcobaleno di Mirandola, gestito in appalto dalla cooperativa.

"Abbiamo cautelativamente sospeso questo operatore e, se le sue responsabilità saranno confermate, procederemo al licenziamento per giusta causa, come previsto dal nostro regolamento – dichiara De Vinco – Nel frattempo abbiamo informato il nostro organismo interno di vigilanza (Odv), previsto dal protocollo di applicazione del dlgs 231 del 2001, per occuparci del caso e prendere i relativi provvedimenti per evitare che si ripetano episodi di questo tipo.
Siamo, comunque, molto dispiaciuti – conclude il presidente di Domus Assistenza - ed esprimiamo piena solidarietà sia all'utente coinvolto che alla sua famiglia".

Parma: nei giorni scorsi personale della Squadra Mobile e della Stazione Carabinieri di Parma Centro hanno dato esecuzione all'Ordinanza di applicazione di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Parma dr. CONTI su richiesta del Sost. Proc. della Repubblica dr.ssa DAL MONTE, nei confronti dei 4 giovani responsabili di due rapine perpetrate in esercizi commerciali.

I loro obiettivi erano i supermercati del centro storico, due in particolare: il primo il SIMPLY di via Verdi, dove hanno colpito il 3/12/2017 ed il secondo il PAM di strada Garibaldi, colpito solo 11 giorni dopo.

Nella prima occasione, i 4 giovani, successivamente identificati in G.B. D.L.J. classe '97, D.M. classe '98 e L.C. M. F. classe '99, dopo essersi appropriati di bottiglie di alcol ed altri generi alimentari dagli scaffali del supermercato per un valore di circa 150 €, al fine di sottrarsi al controllo da parte della cassiera che aveva notato che all'interno dello zaino di uno di loro era stata riposta la merce che, chiaramente, non intendevano pagare, non si sono fatti alcun scrupolo a colpire la donna scaraventandola contro un espositore, procurandole delle lesioni al braccio.

Nella seconda occasione, in modo forse ancora più sfrontato ed aggressivo, gli stessi L.C. M. F. classe '99 e D.M. classe '98 accompagnati, in questo caso, da K. C. T. classe '95, D.M.S. classe '92 ed M.B. classe '94, introdottisi nel supermercato appena chiuso, forti del loro numero, hanno iniziato a saccheggiare gli scaffali del supermercato portando via merce per un valore di 223 euro, minacciando il cassiere che, temendo per la propria incolumità, non ha potuto far altro che assistere inerme all'azione criminale.

L'azione sinergica degli operatori della Polizia di Stato e dei Carabinieri, i quali nei giorni successivi ai fatti hanno iniziato a porre insieme gli elementi raccolti in relazione ai fatti e le risultanze dei numerosi controlli effettuati nei mesi precedenti sui soggetti gravitanti nel centro storico cittadino, ha consentito di giungere all'individuazione ed all'identificazione dei responsabili.

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