Redazione

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Panchine gialle per chi fa l'autostop: l'idea da importare da Lugano a Roma. Sono state installate in Svizzera oggi a Brè, Aldesago, Albonago e Cassarate. Appositamente pensate per chi cerca un passaggio

Il bus non passa? C'è sempre l'autostop. E da oggi a Lugano ci sono anche le "panchine condivise".

Appositamente pensate per chi cerca un passaggio in auto, complementari al trasporto pubblico. Il progetto è nato da un'idea della Commissione di quartiere della città di Lugano, a cui il Municipio ha concesso gli spazi necessari. Le prime quattro panchine per autostoppisti, di colore rigorosamente giallo, sono comparse questa settimana nelle zone di Brè, Aldesago, Albonago e Cassarate, vicino ad altrettante fermate del bus. In prossimità di ognuna sono stati installati anche degli appositi cartelli, con spiegazioni sul funzionamento del servizio. Una panchina è installata anche a Ruvigliana.

Il progetto, ha fatto sapere la Commissione di quartiere nei mesi scorsi, prevede una fase di test per i prossimi sei mesi. Dopodiché, in base al responso della popolazione, si vedrà se estenderlo nel tempo e magari al resto della città. Non sarà di certo il modo per risolvere il problema dei trasporti, sostiene Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ma si tratta di un elemento originale di arredo urbano.

Le panchine scarseggiano, dunque, in città dove l'effetto ottenuto sarebbe almeno doppio: moltiplicare le rare sedute e offrire la possibilità a chiedere un passaggio per casa comodamente seduti. Un'iniziativa basata sulla fiducia e sul senso di responsabilità. Chi transita con la macchina potrà dare un passaggio a chi ne ha bisogno, e magari è anche un conoscente.

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(17 maggio 2018)

Nella mattinata di ieri presso la Scuola Primaria "Buon Pastore" di Modena, si è svolta la cerimonia di consegna de "IL MIO DIARIO", l'agenda scolastica della Polizia di Stato.

Si tratta di una iniziativa, giunta alla 5^ edizione, promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, con il sostegno del Ministero dell'Economia e Finanze e il contributo del gruppo bancario BNL Paribas, che prevede la distribuzione di circa 50.000 copie dell'agenda agli studenti delle classi 3^ degli Istituti primari delle province di Modena, Cuneo, Trieste, Pisa, Latina, Salerno, Lecce, Crotone, Caltanissetta ed Oristano.

Protagonisti grafici del progetto sono Vis e Musa, due super eroi che accompagneranno gli studenti durante il prossimo anno scolastico, fornendo loro spunti di riflessione e momenti di approfondimento da condividere con genitori e docenti su questioni fondamentali per la loro formazione non solo scolastica, ma anche di vita.

Il diario affronta temi di grande attualità, dai principi fondamentali della Costituzione italiana ai pericoli della rete, dal rispetto della donna al fenomeno del bullismo, dai diritti dell'uomo al valore dello sport.

Il Questore Filippo Santarelli, il Prefetto Maria Patrizia Paba e il Dirigente Scolastico Provinciale Silvia Menabue hanno portato il loro saluto e il loro augurio per una crescita nel rispetto delle regole, del vivere civile e di una fraterna convivenza.

Sono stati allestiti stand delle varie specialità, che hanno permesso ai bambini di conoscere da vicino l'attività della Polizia di Stato. Al richiamo delle sirene della Volante, i giovani poliziotti si sono così cimentati nel rilievo delle impronte digitali al fianco della Polizia Scientifica, hanno fatto "rombare" le moto della Polizia Stradale e sono corsi in aiuto di Kira, cane poliziotto alla ricerca di esplosivo, pilotando il PEDSCO, il robot degli artificieri, per disinnescare l'ordigno.

 

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La stagione del terrorismo, cosiddetto politico, è alle spalle da poco tempo, molte ferite sono ancora da rimarginare e piena luce ancora non si è fatta su molte vicende che hanno drammaticamente caratterizzato quegli anni di piombo.

di LGC 18 maggio 2018 - E' ricorso proprio nei giorni scorsi, era il 9 maggio del 1978, il quarantesimo anniversario della morte di Aldo Moro e su quella stessa vicenda ma come in tante altre, da Piazza della Loggia (Brescia 28 maggio 1974) alla strage di Bologna (2 agosto 1982) per citarne alcune, ancora non si è fatta piena luce.

Il tema della visibilità concessa ai protagonisti della stagione brigatista si trascina da tempo, alimentato dall'assenza a tutt'oggi tra i membri della direzione strategica delle Br di casi di pentimento. E a alimentare ancor più il clima sono state alcune dichiarazioni di una irriducibile, quella Barbara Balzerani che a Matrix, in una puntata del marzo scorso,  dichiarò che "Fare la vittima è un mestiere". per contrappasso, il capo della Polizia Franco Gabrielli, in un recente incontro pubblico dichiarò che pontificano un po' troppo: «Questi signori erano delinquenti due volte, perché non solo uccidevano, non solo rapinavano, non solo privavano dei loro affetti figli, padri e madri, ma cercavano in una logica di morte di sovvertire le istituzioni democratiche del Paese».

Oggi siamo testimoni di un altro evento, "Vivere e non sopravvivere: quando i figli delle vittime scelgono di incontrare gli ex terroristi". Un dibattito pubblico, organizzato dalla CGIL di Parma, che raccoglie al medesimo tavolo dei "relatori" Giovanni Ricci, figlio di Domenico appuntato dei carabinieri ucciso in via Fani durante il sequestro di Aldo Moro, Giorgo Bazzega, figlio del poliziotto Sergio, colpito a morte nel 1976 da Walter Alasia e appunto Adriana Faranda, ex brigatista della colonna romana e parte attiva durante il sequestro Moro.

Gli organizzatori sostengono, e c'è veramente da augurarselo, che Adriana Faranda stia seguendo, anche attraverso questa serie di incontri, un reale percorso critico e di condanna alla violenza tramite la giustizia riparativa.

(galleria foto di Francesca Bocchia)

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