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Una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio. L'incontro ha visto partecipare una settantina di imprenditori soprattutto emiliani e una rappresentanza proveniente da Lombardia, Sicilia, Liguria, Svizzera e Russia, in gran parte dei settori biomedicale, meccanica e micromeccanica, moda. Obiettivo: "Internazionalizzare per crescere e competere". -

Carpi, 27 maggio 2015 –

Import-export, fiscalità internazionale, e-commerce. Ecco alcuni dei temi affrontati nel corso del primo Export Manager Day che si è svolto oggi a Carpi, nella sala delle Capriate presso la sede della direzione commerciale della banca.
Una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio che, utilizzando la leva della formazione e dell'informazione di Go International! – il programma di UniCredit focalizzato sull'approfondimento di tematiche legate al commercio internazionale - hanno voluto condividere un'importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi in modo consapevole sui mercati esteri.

L'incontro ha visto partecipare una settantina di imprenditori soprattutto emiliani (in particolare dalle province di Modena e Reggio Emilia) e una rappresentanza proveniente da Lombardia, Sicilia, Liguria, Svizzera e Russia, in gran parte dei settori biomedicale, meccanica e micromeccanica, moda. Ad aprire la giornata, i saluti di Massimiliano Villa, Area Manager Carpi UniCredit. Subito dopo ha preso il via la tavola rotonda sul tema "Fiscalità internazionale ed e-commerce", che ha visto partecipare Marcello Braglia e Monica Zafferani dello Studio Tributario e Societario. La giornata è proseguita con Mauro Pondini, Responsabile UniCredit Foreign Trade Office Forlì e il workshop centrato sull'argomento "Affrontare l'import export in sicurezza, il Credito Documentario". Alessandro Paoli, Vice President UniCredit International Center Italy ha poi illustrato "Il sistema bancario U.S.A. e il ruolo di UniCredit". La giornata si è quindi conclusa con un dibattito e l'intervento di Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.

"L'orizzonte export e la valorizzazione del Made in Italy costituiscono un elemento fondamentale per lo sviluppo della produttività - ha detto il Regional Manager, Stefano Giorgini - e sono strettamente connessi alla longevità e alla competitività delle imprese italiane. Forti della nostra esperienza sul campo, siamo convinti che il sostegno alle aziende che vogliono aprirsi o rafforzare il proprio posizionamento fuori dai confini nazionali passa anche attraverso la leva della formazione e dell'informazione. Per questo UniCredit – grande Gruppo internazionale che tiene ben salde le radici e l'attenzione sui territori nei quali è presente - da anni sostiene le aziende che vogliono aprirsi all'estero anche con iniziative di aggiornamento, b2b e ovviamente con prodotti e servizi dedicati".
"Un impegno a tutto campo - ha sottolineato l'Area Manager UniCredit di Carpi, Massimiliano Villa - che si completa con gli appuntamenti di GoInternational!, programma formativo di UniCredit che offre alle imprese corsi e momenti di approfondimento gratuiti su temi legati all'export e all'internazionalizzazione, per sostenere la crescita delle aziende nei mercati internazionali e aiutare gli imprenditori nella realizzazione di scelte sostenibili e adeguate al proprio business".

I momenti formativi sono stati sviluppati dalla scuola interna di formazione UniCredit in sinergia con le strutture di business internazionale del Gruppo e con i migliori professionisti del settore, per offrire un quadro chiaro e il più completo possibile su contesto di riferimento, norme, tecniche, strumenti. UniCredit mette così a disposizione il proprio variegato patrimonio di esperienze e know-how tramite professionisti qualificati, con l'obiettivo di accompagnare le Aziende nell'affrontare adeguatamente le opportunità offerte dai mercati internazionali in un contesto che richiede una conoscenza sempre più approfondita e aggiornata.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Lunedì, 25 Maggio 2015 18:09

A Carpi l'Export Manager Day di UniCredit

Mercoledì 27 maggio, nella Sala delle Capriate, sede della Direzione di UniCredit a Carpi, una giornata di formazione e approfondimento
dedicata alle imprese che puntano all'export per crescere. -

Modena, 25 maggio 2015 –

Fa tappa a Carpi l'Export Manager Day di UniCredit: una giornata di confronto attivo tra imprenditori, export manager e rappresentanti di rilevo del territorio che, utilizzando la leva della formazione e dell'informazione di Go International! – programma messo a punto dal Gruppo Bancario e focalizzato sull'approfondimento di tematiche legate al commercio internazionale – potranno condividere un'importante opportunità di crescita, per sapere scegliere e muoversi con maggiore consapevolezza sui mercati esteri.
L'Export Manager Day è in programma per mercoledì 27 maggio, con inizio alle 9, all'interno della Sala delle Capriate, sede della Direzione di UniCredit a Carpi, in via Berengario, 1.

La giornata sarà aperta dai saluti di Massimiliano Villa, Area Manager Carpi UniCredit. Subito dopo prenderà il via la tavola rotonda sul tema "Fiscalità internazionale ed e-commerce". Seguirà un workshop sui temi: "Affrontare l'import export in sicurezza, il Credito Documentario" e "Il sistema bancario U.S.A. e il ruolo di UniCredit". L'incontro sarà quindi concluso da un dibattito e dall'intervento di Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord di UniCredit.

L'obiettivo di UniCredit è mettere a disposizione della propria clientela il patrimonio di esperienze e know-how del Gruppo tramite professionisti qualificati (interni ed esterni) per accompagnare le aziende ad affrontare adeguatamente le opportunità offerte dai mercati internazionali in un contesto che richiede, molto più che in passato, una conoscenza approfondita e aggiornata degli aspetti di riferimento, dei principali punti di attenzione, delle possibili criticità e rischi.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

Organizzata dalle CNA di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, alla manifestazione hanno partecipato 140 aziende. Sviluppo e innovazione crescono attraverso la rete tra imprese. -

Parma, 22 maggio 2015 -

Dalla provincia di Ferrara e dalla Romagna, ma anche da aree limitrofe, 350 imprenditori in rappresentanza di 140 imprese della produzione e dei servizi si sono incontrati venerdì, presso la Fiera di Ferrara, alla seconda edizione di Cna Business Day, manifestazione organizzata dalle Cna di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, con la partnership dell'Associazione Costruiamo Opportunità e il contributo di UniCredit, Citroen, Heracomm, Acantho, Avis e Cna ServiziPiù.
Caratterizzata da un fitto programma di appuntamenti e matching, fissati dalle stesse imprese con l'obiettivo di ricercare eventuali partner per future iniziative economiche commerciali, o comunque estendere la rete di relazioni della propria azienda, l'intensa giornata è stata caratterizzata da un fitto intreccio di conversazioni incrociate e da una molteplicità di incontri all'insegna del business to business.

"Le imprese che oggi ce la fanno sono quelle che si mettono in rete", ha affermato in apertura della manifestazione Paolo Govoni, presidente regionale di Cna Emilia Romagna e presidente della Camera di Commercio di Ferrara ricordando come, su questo versante, gli incontri tra imprenditori di diversi settori e filiere produttive, costituiscano un formidabile e poco costoso strumento per allargare i confini dell'impresa e veicolare gli stessi processi di innovazione.

"Dall'economia vengono segnali positivi – aveva esordito Alberto Minarelli, presidente provinciale della Cna di Ferrara, dopo il saluto ai partecipanti e agli ospiti - che vanno osservati con attenzione, ma anche con cautela, perché il percorso per una vera ripresa dello sviluppo non è scontato e richiederà, anzi, decise azioni di riforma, innanzitutto rivolte ad alleggerire le aziende del pesante carico fiscale e burocratico che ne rallenta lo sviluppo. In ogni caso, gli imprenditori senza attendere tempi migliori, hanno imboccato il percorso dell'innovazione, investendo nelle proprie risorse e capacità di fare rete per competere sul mercato e per crescere".

Dopo il benvenuto del presidente dell'Ente Fiera di Ferrara, Filippo Parisini, è intervenuto Luciano Resciniti, Area manager di UniCredit Ferrara. "L'incontro di oggi – ha detto Luciano Resciniti, Responsabile Area Commerciale Ferrara di UniCredit – si configura come un'opportunità importante per le imprese del territorio. Un momento di confronto e di crescita in relazione alla possibilità di far rete; e anche un momento di approfondimento su tematiche importanti per lo sviluppo di un business di qualità, grazie al workshop che ci vede partecipare su un argomento di stretta attinenza e risvolti pratici in merito alle tematiche del commercio internazionale".

In tarda mattinata si è, poi, tenuto un workshop dedicato al tema dell'internazionalizzazione, a cui sono intervenuti Pierpaolo Giannaccari, specialista per l'Estero di UniCredit e Gaetano Bergami, presidente nazionale di Cna Produzione. "Gli imprenditori che si affacciano ai mercati esteri – ha spiegato Pierpaolo Giannaccari, Specialista Estero UniCredit - devono essere al corrente non solo delle opportunità ma anche dei rischi connessi al business oltre confine. Oggi abbiamo voluto concentrare l'attenzione sui sistemi di pagamento illustrando loro gli strumenti migliori – come la lettera di credito - e il ruolo delle banche che anche su questo fronte possono essere di grande supporto dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della capacità di garantire le transazioni, tutelando così l'imprenditore e il suo business".

Per tutta la giornata, il colpo d'occhio dei tavoli del grande salone della Fiera, affollati di imprenditori, tecnici e consulenti nelle diverse problematiche della gestione manageriale, ha dato testimonianza della vitalità e del grande fervore espresso da un mondo imprenditoriale, capace di esprimere grande voglia di crescere, e di mettere a frutto le proprie inestimabili capacità professionali e innovative per creare nuove condizioni di sviluppo competitivo.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Domenica, 24 Maggio 2015 12:07

Diritti acquisiti, per molti ma non per tutti

La legge è uguale per ... quasi tutti. Già abbiamo visto che tra pensioni e vitalizi (leggi pensioni dei parlamentari) c'è differenza sostanziale e non solo formale ma, alla luce del decreto del governo di restituzione parziale del maltolto "Fornero", lo Stato può ledere i diritti acquisiti dei "poveri" perciò, e questa è logica, può farlo anche per i "ricchi".

di Lamberto Colla - Parma, 24 maggio 2015 -
Non passa giorno che non si scopra quanto sia malleabile e plasmabile il diritto italiano. Emblematico il caso delle pensioni.
La "lacrimosa" Ministra Fornero, complice del professor Monti il teorico dell'austerity, riuscì a fare risparmiare allo Stato oltre 18 miliardi di euro prelevandoli dalle pensioni. Un taglio lineare discutibile ma accettabile alla luce del rischio di default dello Stato.
Un diritto acquisito leso dei pensionati che, secondo la normativa vigente durante il loro periodo lavorativo, avrebbe garantito loro un determinato reddito una volta fuoriusciti dal circuito lavorativo.

Se a suo tempo costoro avessero avuto l'incertezza di realizzare questi ricavi avrebbero potuto decidere di risparmiare maggiormente e magari di destinare parte del risparmio in assicurazioni integrative o investimenti diversi da portare a reddito.

Invece niente. Decisero di fidarsi dello Stato e su di esso investirono anche perché, è bene ricordare che sino a metà anni '90, non vi erano alternative.
Purtroppo scoppia una crisi e lo Stato è a rischio insolvenza. Una motivazione che giustifica operazioni straordinarie e come in precedenza si fecero dei prelievi sui conti correnti dei cittadini e altre malefatte analoghe, con il Governo Monti Robin Hood se la prese con i poveri con buona pace di tutti o quasi. Già perché un buon numero di cittadini, eletti dagli stessi appena tartassati, avendo pensioni che vanno sotto il nome di "vitalizi" non vennero assoggettati ai tagli di cui sopra.

Vabbé passi. Prima o poi, era il pensiero comune, anche loro riusciranno a emanare quelle leggi e leggine che elimineranno questi benedetti privilegi.
Tre anni dopo, e è cronaca di questi giorni, la Consulta dichiara incostituzionale il provvedimento della "Fornero" e lo Stato dovrà restituire il maltolto (quasi 20 miliardi di euro)  a quei pensionati utilizzati per fare cassa da tre anni a questa parte.

Giusto o sbagliato, fatto sta che sarebbe stato sancito il diritto acquisito anche per questa categoria di cittadini ex lavoratori, bene o male, alla pari di quegli altri che percepiscono e percepiranno i "vitalizi".
Invece no. Con una rapidità impressionante, nel giro di poche ore, il Governo è riuscito a firmare un decreto nel quale si sancisce che, invece di 20 miliardi, restituirà poco più di 2 miliardi. Giusto quella quota garantita dal "tesoretto" generato dal minor carico di interessi gravanti sul debito pubblico. L'UE applaude il Governo Renzi, che è riuscito a mantenere entro la soglia del 3% il patto di stabilità, e i pensionati piangono lacrime vere insieme a loro i nipoti disoccupati e figli inoccupati che sulla pensione degli antenati contavano per sopravvivere.

Ricordiamo che questi ex lavoratori sono il vero e più efficace ammortizzatore sociale adottato in questo lungo periodo di crisi e confusione giuridico/istituzionale.

Non tutto il male viene per nuocere.
In sostanza, facendo una rapida escursione sui fatti giuridici, è stato dapprima sancito il principio dei diritti acquisiti ma contestualmente anche normato che, in caso di straordinarietà, questi diritti possono essere revocati addirittura con decreto e non con legge parlamentare.
Lo stesso Presidente della Repubblica ne ha dato il buon esempio imponendo il tetto massimo per sé stesso e per tutti i dipendenti del Quirinale.

Si Può Fare!
Si può perciò, vista la straordinarietà, annullare o almeno rimodulare i principi che regolano i "vitalizi". Giusto per memoria ricordiamo che esistono parlamentari che hanno timbrato il cartellino per un solo giorno ai quali è garantito un vitalizio di circa 2.200€ mensile.
Facendo leva perciò sulle necessità dettate dalla straordinarietà e sulla questione etica, infine sui procedenti legislativi, ultimo dei quali il decreto legge sui rimborsi varato lunedi scorso dal Governo Renzi, ci sarebbero spazi ampissimi di manovra per andare a toccare gli interessi e i "diritti acquisiti" di quei tanti paperoni che hanno avuto il merito e la fortuna di lavorare per la pubblica amministrazione & dintorni.
Tra costoro ci sarebbero anche gli stessi Giudici della Corte Costituzionale; il cui stipendio è sensibilmente superiore a quello del Presidente della Repubblica e quasi il doppio di quello "ufficiale" di Obama. Insomma, sono i più pagati al mondo.

Vero che siamo nella terra del diritto però c'è un limite a tutto, soprattutto ai privilegi in tempi di "carestia".

giudici corte costituzionale N

Pubblicato in Politica Emilia

Ben sotto le aspettative l'occupazione alberghiera e prezzi delle camere anche raddoppiati. Ciononostante l'effetto Expo fa segnare un +15% per commercio e hotel. A maggio raddoppiati i prezzi delle camere.

di Virgilio Parma, 24 maggio 2015

L'Expo milanese comincia a fare sentire i suoi influssi positivi sull'economia locale. I negozi e gli hotel del capoluogo e dell'hinterland milanese, a poco più di 15 giorni dall'inizio della manifestazione mondiale, hanno fatto segnare, mediamente, un +15% di vendite. Secondo i dati raccolti da Confcommercio nell'azione di monitoraggio, centro, nelle vie dello shopping, le vendite crescono del 15%. E negli alberghi le prenotazioni aumentano del 20%, di cui il 60% confermate già nei mesi scorsi.

Ma non tutto è rosa e fiori. Il settore alberghiero, nonostante l'incremento registrato, l'occupazione rimane al di sotto delle aspettative degli operatori turistici. Certamente, come tutti gli eventi che si protraggono per una durata consistente, occorre un periodo di rodaggio più lungo per trarre delle considerazioni più consolidate ma, stando ai dati raccolti da l'Osservatorio Digitale di Prontohotel.it il motore di ricerca e confronto prezzi hotel che ha analizzato lo scenario nel periodo di maggio 2015, il risultato fin qui conseguito è ancora lontano dalla attese.
La media di occupazione delle strutture è superiore solo del 12,9% rispetto a quella dello stesso periodo del 2014, avendo registrato una media di occupazione camere degli hotel milanesi di appena il 61%: una percentuale piuttosto bassa, se si confronta con quella dello scorso anno (2014) che registrava un 54% di camere vendute.

Al contrario, stando ai dati forniti dal PHPI (Pronto Hotel Price Index, indice dei prezzi medi per una notte in camera doppia) nel capoluogo lombardo i prezzi degli alberghi a Maggio 2015 sono aumentati del 100%, passando da una tariffa media di 155 Euro registrata nel mese di Maggio 2014 ad una tariffa media di 310 Euro attuali.

Pubblicato in Economia Emilia

Ben sotto le aspettative l'occupazione alberghiera e prezzi delle camere anche raddoppiati. Ciononostante l'effetto Expo fa segnare un +15% per commercio e hotel. A maggio raddoppiati i prezzi delle camere.

di Virgilio Parma, 24 maggio 2015

L'Expo milanese comincia a fare sentire i suoi influssi positivi sull'economia locale. I negozi e gli hotel del capoluogo e dell'hinterland milanese, a poco più di 15 giorni dall'inizio della manifestazione mondiale, hanno fatto segnare, mediamente, un +15% di vendite. Secondo i dati raccolti da Confcommercio nell'azione di monitoraggio, centro, nelle vie dello shopping, le vendite crescono del 15%. E negli alberghi le prenotazioni aumentano del 20%, di cui il 60% confermate già nei mesi scorsi.

Ma non tutto è rosa e fiori. Il settore alberghiero, nonostante l'incremento registrato, l'occupazione rimane al di sotto delle aspettative degli operatori turistici. Certamente, come tutti gli eventi che si protraggono per una durata consistente, occorre un periodo di rodaggio più lungo per trarre delle considerazioni più consolidate ma, stando ai dati raccolti da l'Osservatorio Digitale di Prontohotel.it il motore di ricerca e confronto prezzi hotel che ha analizzato lo scenario nel periodo di maggio 2015, il risultato fin qui conseguito è ancora lontano dalla attese.
La media di occupazione delle strutture è superiore solo del 12,9% rispetto a quella dello stesso periodo del 2014, avendo registrato una media di occupazione camere degli hotel milanesi di appena il 61%: una percentuale piuttosto bassa, se si confronta con quella dello scorso anno (2014) che registrava un 54% di camere vendute.

Al contrario, stando ai dati forniti dal PHPI (Pronto Hotel Price Index, indice dei prezzi medi per una notte in camera doppia) nel capoluogo lombardo i prezzi degli alberghi a Maggio 2015 sono aumentati del 100%, passando da una tariffa media di 155 Euro registrata nel mese di Maggio 2014 ad una tariffa media di 310 Euro attuali.

Pubblicato in Economia Emilia

Giovedì 21 maggio, uno sguardo ai mercati finanziari globali con 5 esperti, per valutare opportunità e rischi degli investimenti. Per UniCredit interviene Carlo Aloisio, Senior Broker - Private Investor Products Italy Markets Corporate & Investment Banking. -

Parma, 19 maggio 2015 -

Nell'ambito degli appuntamenti dell'ITForum 2015 in programma a Rimini, giovedì 21 maggio a partire dalle 16 presso la sala dell'Arco, sarà possibile dare uno sguardo ai mercati finanziari globali con il supporto di cinque esperti, per valutare opportunità e rischi degli investimenti.
Per UniCredit interverrà Carlo Aloisio, Senior Broker - Private Investor Products Italy Markets Corporate & Investment Banking UniCredit Bank AG. Con lui Wlademir Biasia, Strategist - Partner Foundation of WB Advisors; Gaetano Evangelista, AD Age Italia; Claudia Segre, Segretario Generale ASSIOM FOREX & Board Member AC; e Giovanni Zibordi, Strategist Cobraf.com. Modera Claudio Kaufmann, Direttore Editoriale ITF News.

Per informazioni e iscrizioni: goo.gl/L8IiKo e www.itforum.it/rimini2015/programma?e=1OCPG5GTP14I&idfrom=ACU8OM2G49VM 

(fonte: ufficio stampa Unicredit)

Presentato il Rapporto sulla coesione sociale a Reggio Emilia realizzato dall'Osservatorio Economia, Coesione sociale e Legalità della Camera di Commercio. Mazzoli: "fenomeni non facilmente reversibili". Landi: "Serve un'azione congiunta di intensità inedita".-

Reggio Emilia, 15 maggio 2015 -

"Fuga da Reggio Emilia?". E' sicuramente questo il titolo più provocatorio tra i tanti contenuti nel Rapporto sulla coesione sociale a Reggio Emilia realizzato dall'Osservatorio Economia, Coesione sociale e Legalità della Camera di Commercio.
La spiegazione è nelle parole del sociologo Gino Mazzoli, che ha curato la raccolta dei dati e le analisi contenute nel ponderoso studio.
"Abbiamo un export invidiabile, un capitale sociale (organizzazioni del terzo settore e volontari) molto consistente, eppure - dice Mazzoli - la "fuga dei cervelli", le rimesse degli immigrati in calo verticale, i "quasi poveri" (14.000) raddoppiati in tre anni, i 70.000 lavoratori vulnerabili (34.000 disoccupati e 35.800 fruitori di ammortizzatori sociali) l'esplosione degli sfratti (passati dai 543 del 2001 ai 2.800 del 2013) e il 50% di pensionati poveri (il 54% è sotto la soglia dei 750 euro al mese) inducono a pensare che la nostra provincia, oltre a perdere attrattiva, stia producendo fenomeni di ritiro e di fuga".

Pochi anni fa, ricorda Mazzoli, parlavamo di una provincia ancora forte, ma più vulnerabile, e progressivamente questi fenomeni di fragilità si sono trasformati in povertà, tanto che oggi - dice Mazzoli - "ci si può chiedere se la povertà stia diventando una fuga".
Ma la risposta la offre lo stesso rapporto camerale: "Per ora - sottolinea il noto sociologo reggiano - niente di allarmante, ma al contempo il fenomeno non sembra facilmente reversibile".

Quello che il Rapporto sulla coesione sociale presenta è comunque sicuramente un territorio che soffre demograficamente (-1.000 abitanti nel 2014, e solo 133 bambini in più in un decennio), per la situazione delle famiglie (70.000 quelle composte da una sola persona e un reddito tornato ai livelli del 2004), per l'aumento dei giovani che non studiano nè lavorano (il 15,4% dei reggiani tra i 15 e i 24 anni), per un'economia che guadagna posizioni nella classifica della competitività (5° posto in Italia, migliorando di 26 posizioni tra le province Italiane rispetto al 2010) e delle esportazioni (quasi 9 miliardi nel 2014), ma che tra il 208 e il 2014 ha visto un aumento dei disoccupati pari a 18.400 unità.

Dati tra i quali, dice Mazzoli, spicca la "fuga dei cervelli reggiani all'estero", con 2.609 persone che in sei anni hanno assunto la residenza all'estero, salendo però a 10.500 se si considerano anche coloro che si sono trasferiti in cerca di lavoro senza cambiare residenza.

E dal fronte dei servizi sociali non arrivano notizie migliori. Per ogni 100 anziani sopra i 75 anni, nella nostra provincia vi sono 13 badanti e 1,2 posti in centro diurno, 2,9 posti in casa protetta, 3,8 prestazioni di assistenza domiciliare (1-2 ore settimanali per ogni anziano), con un nettissimo sbilanciamento a favore del badantato e famiglie sempre più in difficoltà (per ragioni economiche, ma fors'anche per la rigidità dell'offerta pubblica) nell'accesso al pubblico, come attesta il consistente calo -37.000 giornate dell'utenza dei centri diurni e degli asili nido.

Una situazione complessiva, quella rivelata dal Rapporto sulla coesione sociale, a fronte della quale, e pur senza allarme, "oggi occorre - afferma il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - un'azione congiunta di intensità inedita da parte delle forze politiche e sociali, degli operatori economici e delle istituzioni, per rilanciare Reggio Emilia non banalmente come la città dei primati in una società complessivamente in crisi, ma come un territorio in cui la coesione è valore ed è azione, è principio fondativo ed obiettivo da ricercare costantemente.
"Serve fare squadra - scrive al proposito Mazzoli - tra i diversi attori locali per rendere più attraente questo nostro ancora ricco e vitale territorio".

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Gli esperti del Gruppo bancario hanno incontrato, presso la sede di Unindustria Reggio Emilia, i rappresentanti di numerose aziende locali: una riunione operativa volta a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati. Un'opportunità in più per il rilancio del sistema produttivo locale. -

Reggio Emilia, 15 maggio 2015 -

Economie in crescita e appassionate di made in Italy. Sono due caratteristiche che rendono la Turchia e l'Azerbaijan un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export da parte delle imprese italiane. UniCredit e Unindustria Reggio Emilia intendono proporsi come partners privilegiati nel supporto allo sviluppo degli affari delle aziende italiane all'estero, per questo hanno pensato e sviluppato il "Forum Turchia e Azerbaijan" che si è tenuto ieri, presso la sede di Unindustria, in via Toschi a Reggio Emilia.
Un appuntamento realizzato grazie all'unione delle competenze degli specialisti dei mercati esteri di UniCredit e alla sinergia con Unindustria Reggio Emilia con l'obiettivo di mettere in atto non tanto un convegno informativo quanto un incontro il più possibile operativo con gli imprenditori del territorio. Questi ultimi, infatti, hanno avuto la possibilità di confrontarsi con esperti sulle caratteristiche e le potenzialità di mercati capaci di crescere a ritmi straordinari.

La giornata è stata aperta dai saluti di Paolo Bucchi, Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia; e di Massimo Morselli, Area Manager Reggio Emilia UniCredit. Sono quindi seguiti gli interventi di Nicola Longo Dente, responsabile International & Multinational Banking - YapiKredi (UniCredit) sul tema: "Turchia: un'opportunità per le aziende italiane"; e di Rosario Sapuppo dello Studio Schonherr Istanbul, su "Investimenti in Turchia: aspetti pratico legali". "Guida pratica per il successo in Turchia", è stato il titolo dell'intervento di Ece Aldogan di Sancar Consulting Turchia, seguito dall'approfondimento "Doing business in Azerbaijan", a cura di Orhan Gultekin, Sales AGM in Yapi Kredi Azerbaijan; e di Narmin Aslanova, Tax Manager Deloitte & Touche LLC - Deloitte Baku. L'incontro si è quindi concluso con un dibattito e gli approfondimenti con le singole aziende interessate.

"Abbiamo creato insieme a UniCredit il format di questa iniziativa appositamente non come un convegno tradizionale, ma piuttosto come una riunione operativa – ha affermato Paolo Bucchi, Vicepresidente Unindustria Reggio Emilia -, nella quale imprenditori e manager hanno avuto un confronto diretto con gli esperti per comprendere al meglio quali siano le caratteristiche e le potenzialità di questi mercati capaci di crescere a ritmi straordinari. Ogni azienda interessata poi ha avuto la possibilità di approfondire singolarmente gli aspetti di maggior interesse. Unindustria continua a puntare sull'internazionalizzazione supportando con attività concrete le industrie locali nel loro percorso di approccio ai nuovi mercati esteri"

"Uno dei nostri principali obiettivi è fornire un sostegno operativo agli imprenditori che già operano su mercati oltre confine o che vogliono ampliare il proprio business all'estero – sottolinea Massimo Morselli, Responsabile Area Commerciale Reggio Emilia UniCredit –. Il nostro Gruppo può farlo in concreto, dal momento che è presente in Turchia e in Azerbaijan con Yapi Kredi Bank e Yapi Kredi Azerbaijan, banca privata di riferimento per l'area che dispone di una rete integrata con copertura diffusa di filiali e canali innovativi. Riteniamo fondamentale per gli imprenditori il fatto di poter fare affidamento su un Gruppo come il nostro, che può contare su un network internazionale presente in 50 mercati ma che mantiene ben salde le radici e l'attenzione sui territori in cui è presente".

Le potenzialità del mercato turco - L'Emilia Romagna e Reggio Emilia

Nel 2014 il giro d'affari dell'Emilia Romagna con la Turchia ha riguardato quasi 550 milioni di euro di importazioni ed oltre 1 miliardo di euro di esportazioni. Rispetto all'anno precedente le vendite sono calate del 3%, mentre gli acquisti sono aumentati allo stesso ritmo.

Nel 2014 i settori trainanti per le esportazioni emiliano-romagnole nel mercato turco sono stati quelli manifatturieri, nello specifico:
- Macchinari ed apparecchi, per oltre 470 milioni di euro, in flessione del 2% rispetto al 2013;
- Sostanze e prodotti chimici, per quasi 106 milioni di euro, in diminuzione del 7%;
- Mezzi di trasporto, per più di 71 milioni di euro, in riduzione del 14% su base annua;
- Metalli di base e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti, per circa 70 milioni di euro, in contrazione del 10%;
- Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, per oltre 68 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto all'anno precedente.

Per quanto riguarda la provincia di Reggio Emilia, nel 2014 il valore delle esportazioni verso la Turchia è stato di quasi 140 milioni di euro, mentre le importazioni sono state di circa 79 milioni di euro. Rispetto al 2013 le esportazioni della provincia verso il mercato turco sono aumentate dell'1%, gli acquisti sono invece diminuiti del 10%.

Sempre nel 2014 le esportazioni da Reggio Emilia verso la Turchia hanno riguardato principalmente le seguenti merci:
- Macchinari e apparecchi, per oltre 83 milioni di euro, con un incremento del 5% rispetto al 2013;
- Metalli di base e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti, per circa 14 milioni di euro, in calo del 5%;
- Sostanze e prodotti chimici, per quasi 9 milioni di euro, in rilevante crescita (+21%) su base annua;
- Computer, apparecchi elettronici e ottici, per poco meno di 9 milioni di euro, in aumento del 9%;
- Mezzi di trasporto, per circa 7 milioni di euro, in flessione del 2% rispetto all'anno precedente.

Si stima che per l'anno in corso le esportazioni totali della provincia di Reggio Emilia cresceranno del 6%; anche le importazioni aumenteranno, ma al ritmo del 4%.

[Fonte. Elaborazioni Territorial & Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]

Le potenzialità del mercato dell'azerbaijan - L'Emilia Romagna e Reggio Emilia

Nel 2014 il giro d'affari dell'Emilia Romagna con l'Azerbaijan ha riguardato poco più di 100mila euro di importazioni e circa 91 milioni di euro di esportazioni. Rispetto all'anno precedente le vendite sono aumentate del 22%, mentre gli acquisti sono calati del 33%.

I settori trainanti per le esportazioni emiliano-romagnole nel mercato medio-orientale nel 2014 sono stati i comparti manifatturieri di:
- Macchinari ed apparecchi, per più di 27 milioni di euro, con un incremento rilevante (+35%) rispetto al 2013;
- Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, per circa 16 milioni di euro, in aumento del 16%;
- Articoli in gomma e materie plastiche ed altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, per oltre 13 milioni di euro, in crescita dell'8% rispetto all'anno precedente;
- Metalli di base e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti, in deciso aumento (+23%).

Per quanto riguarda invece la provincia di Reggio Emilia, nel 2014 il valore delle esportazioni verso l'Azerbaijan è stato di quasi 12 milioni di euro, mentre non ci sono state importazioni. Rispetto al 2013 le vendite dal territorio reggiano verso il mercato medio-orientale non hanno registrato variazioni di rilevo.

Sempre nel 2014 le esportazioni reggiane verso l'Azerbaijan hanno riguardato principalmente le seguenti merci:
- Metalli di base e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti, per quasi 4 milioni di euro, con un incremento rilevante (+23%) rispetto al 2013;
- Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, per circa 2 milioni di euro, in crescita del 16%;
- Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, per poco meno di 2 milioni di euro, in diminuzione del 10% su base annua;
- Prodotti alimentari, bevande e tabacco, per quasi 1,4 milioni di euro, in flessione del 18%.

Si stima che per l'anno in corso le esportazioni totali della provincia di Reggio Emilia aumenteranno del 6%, mentre le importazioni del 4%.

[Fonte. Elaborazioni Territorial & Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Il Consiglio di Amministrazione di Credem, presieduto da Giorgio Ferrari, ha approvato i risultati individuali e consolidati del primo trimestre 2015. -

Parma, 12 maggio 2015 -

Ø Raccolta da clientela(1) +11,8% a/a a 56.235 milioni di euro, con un incremento in valore assoluto di circa sei miliardi di euro a/a; raccolta gestita +18,7% a/a a 21.924 milioni di euro (in valore assoluto +3,5 miliardi di euro circa a/a);
Ø prestiti(1) a clienti +6,6% a/a (vs sistema -1,7% a/a(2)), con un aumento dello stock di circa 1,3 miliardi di euro a/a, a 20.834 milioni di euro;
Ø 182 milioni di euro di mutui erogati (+51,5% a/a);
Ø rapporto sofferenze/impieghi a 1,64% tra i più bassi del sistema;
Ø 73 assunzioni(3) nei primi tre mesi dell'anno, 85% al di sotto dei 30 anni, con una crescita dell'organico dell'1,7% a/a;
Ø utile netto +47,4% a/a a 84 milioni di euro.

Il Consiglio di Amministrazione di Credem, presieduto da Giorgio Ferrari, ha approvato nella seduta ieri i risultati individuali e consolidati del primo trimestre 2015.

"La crescita che abbiamo registrato nel 2014 sta proseguendo nel primo scorcio dell'anno anche nell'attuale contesto di mercato. Nel solo comparto dei prestiti, nei primi tre mesi dell'esercizio, siamo cresciuti del 6,6% anno su anno per uno stock di oltre 1,3 miliardi di euro. Continueremo nel corso del 2015 ad investire sullo sviluppo commerciale sia con l'assunzione di professionisti sia con nuovi prodotti e servizi adatti a seguire l'evoluzione delle esigenze della nostra clientela. Quest'ultima sta aumentando numericamente in modo costante confortandoci del lavoro finora svolto e stimolandoci a ricercare soluzioni innovative, sempre nel rispetto di una crescita equilibrata e sostenibile", ha dichiarato Adolfo Bizzocchi, Direttore Generale Credem.

A fine marzo 2015 il Gruppo Credem ha assunto 73 persone(3) ed aumentato del 6,6% a/a i prestiti(1) con un incremento dello stock di circa 1,3 miliardi di euro a/a in valore assoluto, di cui 182 milioni di euro di nuovi mutui (+51,5% a/a), mantenendo elevata la qualità dell'attivo. La raccolta(1) complessiva da clientela è cresciuta dell'11,8% a/a, +6 miliardi circa in valore assoluto rispetto al fine marzo 2014. L'utile netto consolidato è pari a 84 milioni di euro in crescita del 47,4% a/a rispetto a 57 milioni di euro di fine marzo 2014 beneficiando principalmente dei proventi da trading.

Risultati economici consolidati

Il margine di intermediazione cresce del 23,2% a/a a 353,1 milioni di euro rispetto a 286,7 milioni di euro a fine marzo 2014. Il margine finanziario(4) si attesta a 106,2 milioni di euro rispetto a 123,6 milioni di euro dello stesso periodo del 2014 (-14,1% a/a) influenzato dai tassi applicati alla clientela per supportare lo sviluppo commerciale e dal riposizionamento del portafoglio di proprietà da titoli governativi italiani, con ristretti margini di ulteriore apprezzamento di valore, a titoli governativi europei "core" e sovranazionali di analoga scadenza. Tale ricomposizione ha invece positivamente influenzato il margine servizi(5)(6) che infatti è in crescita del 51,4% a/a a 246,9 milioni di euro rispetto a 163,1 milioni di euro a fine marzo 2014. Nel dettaglio, è in forte crescita l'aggregato trading titoli, cambi e derivati, ma anche il contributo della gestione assicurativa vita di Gruppo e le commissioni, in particolare quelle relative ai prodotti gestiti.

Per quanto riguarda i costi operativi(6), questi hanno raggiunto 175,5 milioni di euro rispetto a 166,7 milioni di euro di fine primo trimestre 2014 (+5,3% a/a) in coerenza con gli investimenti per la crescita commerciale e lo sviluppo del Gruppo. Le spese amministrative sono pari a 55 milioni di euro (+1,9% rispetto a marzo 2014), mentre le spese relative al personale si attestano a 120,5 milioni di euro (+6,9% a/a).

Il cost/income(7) è pari a 49,7% in contrazione sia rispetto al 58,1% di fine marzo 2014 sia rispetto al 61,3% di fine 2014.

Il risultato lordo di gestione segna +48% a/a attestandosi a 177,6 milioni di euro rispetto a 120 milioni di euro dello stesso periodo del 2014. Gli ammortamenti sono pari a 9,5 milioni di euro rispetto a 9,2 milioni di euro nel primo trimestre 2014 (+3,3% a/a). Il risultato operativo cresce del 51,7% a/a per raggiungere 168,1 milioni di euro rispetto a 110,8 milioni di euro nello stesso periodo del 2014.

Gli accantonamenti per rischi ed oneri ammontano a 9,4 milioni di euro (2,3 milioni di euro a fine marzo 2014) e comprendono 5,1 milioni di euro relativi alla prima quota annuale di contribuzione al Fondo Nazionale per la Risoluzione previsto dalla Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive). Le rettifiche nette di valore su crediti(1) sono pari a 36,8 milioni di euro rispetto a 13,5 milioni di euro nel primo trimestre 2014. In particolare si è proceduto, a seguito di un aggiornamento delle policy creditizie coerente con uno scenario economico ancora particolarmente debole e con il rigoroso approccio valutativo applicato dal Gruppo, all'incremento del livello di copertura dei crediti problematici e dei crediti in bonis, sia rispetto a marzo 2014 sia rispetto a dicembre 2014. Il saldo delle componenti straordinarie è pari a 5,4 milioni di euro (-1,6 milioni di euro a fine marzo 2014).

L'utile ante imposte è di 127,3 milioni di euro, +36,3% rispetto a 93,4 milioni di euro nello stesso periodo del 2014. Le imposte sul reddito sono pari a 43,3 milioni di euro (+19% rispetto a 36,4 milioni di euro a fine marzo 2014). L'utile netto consolidato raggiunge gli 84 milioni di euro, in crescita del 47,4% rispetto a 57 milioni di euro nel primo trimestre 2014 beneficiando principalmente dei proventi da trading.

Aggregati patrimoniali consolidati(1)

La raccolta complessiva da clientela a fine marzo 2015 è in crescita dell'11,8% a/a e raggiunge 56.235 milioni di euro (50.291 milioni di euro l'anno precedente). La raccolta complessiva si attesta invece a 66.599 milioni di euro, +13,1% a/a rispetto a 58.870 a fine marzo 2014. In particolare, la raccolta diretta da clientela aumenta del 6,7% a/a a 18.274 milioni di euro rispetto a 17.121 milioni di euro di fine marzo 2014. La raccolta diretta complessiva è pari a 20.574 milioni di euro rispetto a 19.094 milioni di euro nel primo trimestre 2014 (+7,8% a/a). La raccolta assicurativa raggiunge i 4.942 milioni di euro, +37% rispetto a 3.607 milioni di euro dello stesso periodo dell'anno precedente. La raccolta indiretta da clientela è pari a 33.019 milioni di euro, +11,7% rispetto a 29.563 milioni di euro a fine marzo 2014. Nel dettaglio, la raccolta gestita cresce del 18,7% a/a per raggiungere 21.924 milioni di euro rispetto a 18.476 milioni di euro nello stesso periodo dell'anno precedente; nello specifico le gestioni patrimoniali sono pari a 5.061 milioni di euro (+26,1% a/a) e i fondi comuni di investimento e Sicav sono pari a 9.797 milioni di euro (+12,6% a/a).

Gli impieghi mostrano una crescita del 6,6% a/a (rispetto a -1,7% a/a a livello di sistema(2)) e raggiungono 20.834 milioni di euro rispetto a 19.548 milioni di euro nel primo trimestre 2014 con costante attenzione alla qualità del portafoglio. Nel dettaglio i mutui ipotecari alle famiglie a fine marzo registrano flussi erogati pari a 182 milioni di euro (+51,5% a/a) e consistenze per 6.242 milioni di euro (+2,5% a/a). Le sofferenze nette su impieghi si attestano a 1,64% (rispetto a 1,63% nello stesso periodo del 2014) dato significativamente inferiore alla media di sistema. La percentuale di previsione di perdita sulle sofferenze è del 59,2% (58,8% a fine marzo 2014). I crediti problematici totali netti sono pari a 787,2 milioni di euro (776,8 milioni di euro a fine marzo 2014).

In base alle disposizioni dettate dagli articoli 11, paragrafi 2 e 3, e 13, paragrafo 2, del regolamento UE n. 575/2013 (CRR), le banche controllate da una "società di partecipazione finanziaria madre" sono tenute a rispettare i requisiti stabiliti dal predetto regolamento sulla base della situazione consolidata della società di partecipazione finanziaria medesima. A seguito di tale normativa sul capitale è stato modificato il perimetro di consolidamento del Gruppo ai fini della vigilanza prudenziale portando a calcolare i ratio patrimoniali su Credemholding, la controllante (del 76,9%) di Credem S.p.A. Il CET1 Ratio phased-in calcolato su Credemholding è così pari a 11,01% (fully phased 10,23%); il Total capital ratio (Basilea 3 phased in) è pari a 12,78% (fully phased 12,28%). Entrambi gli indicatori non prevedono la contabilizzazione dell'utile del periodo computabile con il quale passerebbero rispettivamente a 11,31% e 13,07%.
Nel corso del 1° trimestre 2015 è avvenuta l'emissione, mediante private placement, di obbligazioni subordinate per circa 200 milioni di euro. Tale emissione era finalizzata a sostituire analogo aggregato di prestiti emessi in anni precedenti con un piano "amortizing" che, sulla base di un recente orientamento della vigilanza, non erano più computabili nel capitale di classe 2.

A fine marzo 2015 la struttura distributiva del Gruppo si articolava in 636 tra filiali, centri imprese e negozi finanziari. I dipendenti erano 5.792, i promotori finanziari con mandato 799, 275 gli agenti finanziari e 119 gli agenti finanziari specializzati nella cessione del quinto.

Evoluzione prevedibile della gestione

Si prevede la conferma di sostenuti ritmi di sviluppo commerciale con il conseguente progresso dei proventi finanziari e commissionali e la crescita della spesa, in discontinuità rispetto al sistema bancario. Per il prosieguo dell'anno si prospetta inoltre una parziale modifica della struttura dei ricavi, che sarà meno focalizzata sull'apporto dell'area finanza e con una più contenuta incidenza del margine finanziario, a seguito del riposizionamento del portafoglio titoli, ma che potrà beneficiare, principalmente per effetto del marcato sviluppo dei volumi, del crescente apporto dell'intermediazione da clientela.

Altre informazioni

Nel corso del trimestre si è completato il piano di rimborso alla Banca Centrale Europea del finanziamento LTRO che ammontava a 1,5 miliardi di euro a fine 2014; è rimasto invariato a 0,7 miliardi il finanziamento TLTRO mentre a gennaio è stata attivata l'Asta di Rifinanziamento Trimestrale per un importo pari a 0,5 miliardi di euro.

Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Paolo Tommasini, dichiara, ai sensi del comma 2 dell'art. 154 bis del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, che l'informativa contabile relativa a Credito Emiliano S.p.A. e l'informativa contabile consolidata relativa al Gruppo Credem contenuta in questo comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

In allegato i prospetti di stato patrimoniale e conto economico consolidati e il conto economico consolidato riclassificato. Il resoconto intermedio di gestione consolidato riferito al 31 marzo 2015, non soggetto a revisione contabile, sarà a disposizione del pubblico nei termini di legge previsti. Una presentazione di commento ai risultati consolidati al 31 marzo 2015 verrà resa disponibile nella sezione "Investor Relations" del sito internet www.credem.it

Per ulteriori informazioni su Credem e sulle società del gruppo è disponibile il sito Internet www.credem.it 

(Fonte: ufficio stampa Credem)

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