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Il presidente della Provincia di Reggio Emilia: "È una manovra che assicura lo sviluppo e prevede numerosi benefici per il nostro territorio, a partire dalla sua messa in sicurezza: rispettati anche gli impegni per Province e dipendenti". -

Reggio Emilia, 29 aprile 2015 -

"Il bilancio della Regione Emilia-Romagna conferma la serietà del lavoro della Giunta non solo nel garantire sviluppo, crescita e occupazione al nostro territorio, ma anche nel rispetto degli impegni assunti nel sostenere in questa delicata fase di riforma le Province, i suoi dipendenti e soprattutto i servizi che sono sempre stati assicurati ai cittadini". Così il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, commenta l'approvazione di ieri del bilancio regionale, una manovra da 12 miliardi di euro che prevede, tra le sue priorità di spesa, il cofinanziamento ai fondi strutturali europei e contiene anche le conferme sui fondi per la non autosufficienza e le politiche socio-sanitarie e un'attenzione particolare alla sicurezza dell'ambiente e ai trasporti.

"L'entità degli investimenti e la coerenza con gli impegni assunti dal presidente Bonaccini al momento dell'insediamento sono ancora più apprezzabili considerando il complicato quadro di finanza pubblica in cui anche le Regioni si trovano a dover operare", continua il presidente Manghi, sottolineando come la manovra avrà consistenti e positive ricadute anche nel Reggiano, "a partire dai 45 milioni complessivamente stanziati per politiche ambientali e difesa del territorio, confermando i fondi con particolare attenzione alla Protezione civile e al contrasto al dissesto idrogeologico che ci permetteranno, come illustrato pochi giorni fa proprio con lo stesso presidente Bonaccini, di intervenire su buona parte delle 80 frane che hanno flagellato negli ultimi anni il nostro territorio".

"Davvero fondamentale, poi, la quota aggiuntiva di 28 milioni, oltre ai 31 ordinariamente previsti, stanziata per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle aree vaste, fondi che consentiranno la copertura integrale delle spese inerenti le funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, oltre a garantire il lavoro ai dipendenti delle Province", conclude il presidente Manghi, per il quale è " importante anche la decisione di non attuare tagli al trasporto pubblico locale, così da garantire i servizi ai cittadini emiliano-romagnoli, e di aumentare da 18 a 28,4 milioni, unica Regione italiana, i fondi per la cultura".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Importante esercitazione per simulare, con Unità cinofile e nuove tecnologie, la ricerca di dispersi. -

Reggio Emilia, 27 aprile 2015 -

Oltre 70 volontari di Protezione civile si sono dati appuntamento lo scorso fine settimana nei fitti boschi di Casina per simulare la ricerca di persone disperse, cani delle Unità cinofile da ricerca in superficie (Ucs) e squadre d'appoggio per la logistica. Nel corso dell'esercitazione - organizzata e coordinata dal referente del Gruppo ricerca persone - Ucs Corrado Bernardi con la supervisione del Coordinamento provinciale del Volontariato e della Provincia di Reggio Emilia - sono stati appositamente elaborati scenari d'intervento in modo che le unità cinofile e le squadre d'appoggio, in fase di debriefing, potessero valutare ed analizzare i percorsi fatti, le tempistiche, la velocità, i dislivelli e la distanza coperta, sia dalla persona dispersa sia dalle Unità cinofile e dal gruppo appiedato di supporto.

Con il nuovo sistema cartografico 3D RTE messo a disposizione dall'Agenzia di Protezione civile della Regione Emilia-Romagna gli operatori impegnati sul campo base, hanno elaborato e prodotto la cartografia sia in digitale sia cartacea, nonché le strategie per affrontare le zone di ricerca che via via venivano assegnate. Le componenti che hanno partecipato a questo importante momento di esercitazione sono state supportate sia dal Coordinamento, che ha messo a disposizione mezzi, materiale e personale, sia dalla Provincia: hanno lavorato per l'intera giornata 12 unità cinofile e 70 volontari, che hanno effettuato ben 14 ricerche, utilizzando queste nuove tecnologie, sempre più necessarie e utili, a supporto dell'operato dei singoli gruppi, ma anche al fine migliorare il lavoro fatto sul campo.
Nell'esercitazioni sono stati coinvolti Associazione nazionale Alpini, il Gruppo cinofilo i Lupi dell'Appennino Reggiano (che si sta formando per entrare nel sistema di Protezione civile) , il Gruppo cinofilo di Albinea, le associazioni Città del Tricolore, Icaro e Val d'Enza, supportati anche dal gruppo Veterinario dell'Ana diretto dal dottor Sergio Bergomi e la Croce rossa di Casina. Presenti anche degli amici esperti del Gruppo cinofili volontari "i Lupi di Albisola" di Savona.

I saluti dell'Amministrazione comunale di Casina sono stati portati dall'assessore Albert Ferrari, che si è compiaciuto per l'impegno, la competenza e la professionalità messi in campo, evidenziando come sempre più il volontariato "sia una risorsa che cresce, che si specializza, che interagisce con il paese, con le sue esigenze e dinamiche, mettendosi sempre in campo per dare un aiuto ed un contributo preziosi nei più disparati scenari in cui è chiamata a concorrere".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Annunciati ieri dallo stesso governatore Stefano Bonaccini. Il presidente Giammartia Manghi: "Riusciremo a sistemare gran parte dei dissesti". Riordino istituzionale, sempre grazie all'impegno della Regione "è ragionevole pensare che non ci saranno esuberi". -

Reggio Emilia, 24 aprile 2015 -

Altri 5 milioni grazie alla Regione per arginare il dissesto idrogeologico del territorio reggiano. E' la buona notizia portata ieri a Reggio Emilia dallo stesso governatore Stefano Bonaccini, dopo la giunta regionale tenutasi in mattinata al Museo Cervi di Gattatico e poco prima di incontrare l'Assemblea dei sindaci in Provincia. 

Incontrando i giornalisti tra i due impegni insieme al presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, agli assessori a Difesa del suolo e Cultura Paola Gazzolo e Massimo Mezzetti e al sottosegretario Andrea Rossi, Bonaccini ha annunciato che "questa mattina la giunta regionale, grazie al lavoro straordinario dell'assessore Gazzolo, ha deciso di assegnare tra maggio e l'autunno tra i 5 e i 5,5 milioni di euro al territorio reggiano, in aggiunta ai 700.000 già destinati nell'ambito dei 5 milioni di fondo regionale straordinario stanziato in seguito all'emergenza maltempo dei primi di febbraio".

"In autunno abbiamo deciso di destinare al territorio reggiano 2 degli 11 milioni assegnatici dal Fondo di solidarietà europeo in seguito alle alluvioni di ottobre e novembre 2014, ai quali a breve aggiungeremo ulteriori risorse, indicativamente tra i 3 e i 3,5 milioni, attingendo in parte da fondi regionali, in parte dai 13,8 milioni stanziati dal Dipartimento nazionale di Protezione civile in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza per la nevicata e mareggiata di febbraio", ha precisato il presidente della Regione. "Crediamo si tratti di una risposta all'altezza delle esigenze segnalataci dal territorio reggiano, che è stato pesantemente colpito dai dissesti", ha aggiunto annunciando che "l'assessore Gazzolo sta anche lavorando ad un Piano decennale di interventi a difesa del suolo e della costa, perché purtroppo solitamente in questo Paese si investe molto dopo la emergenze, ma poco nella prevenzione".

Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha espresso la "grande soddisfazione dei Comuni reggiani per la concertazione istituzionale e l'attenzione che anche in questa occasione la Regione ci ha assicurato e che, in tempi veramente impensati per la politica, hanno prodotto un impegno economico di tale rilevanza". "Quasi 6 milioni nel complesso rappresentano una cifra lunare, che ci consentirà di sistemare buona parte delle emergenze di un territorio che, per sua natura, è estremamente fragile e necessita di una serie di interventi strutturali di messa in sicurezza", ha aggiunto Manghi, ricordando come "siano circa 80 le frane attualmente attive in una decina di comuni reggiani, per una stima di danni che ammonta a circa 9 milioni di euro".

Il doppio appuntamento di ieri – seduta di giunta in mattinata al Museo Cervi, incontro con i sindaci nel pomeriggio a Palazzo Allende – conferma gli impegni assunti al momento dell'insediamento, nemmeno cento giorni fa, dalla nuova Giunta regionale di "stare poco in ufficio e molto sul territorio", ha spiegato il governatore Bonaccini, che è già alla sua settima visita nel Reggiano e che dietro la scrivania ha appeso "con orgoglio il Primo Tricolore che mi avete donato".
Sempre in quest'ottica, il presidente della Regione ha annunciato per il prossimo 30 aprile la convocazione, a Reggiolo, del terzo coordinamento istituzionale dei sindaci del cratere dei terremoti del 20 e 29 maggio 2012, dopo quelli tenutesi a San Felice e Bondeno.

"Andare sistematicamente sul territorio per interloquire direttamente con le istituzioni locali è una caratteristica che apprezziamo particolarmente, a maggior ragione in questa fase storica, in questa nuova giunta regionale che ha avuto un avvio di mandato molto vivo e pronto ad accogliere gli inviti all'interlocuzione istituzionale", ha sottolineato il presidente Manghi ricordando come questa positiva collaborazione si sia già avviata in diversi ambiti, "a partire dal riordino istituzionale, che è la pietra angolare sulla quale si basa un sistema che vuole riformarsi". Proprio a proposito delle "nuove Province", il governatore Bonaccini ha confermato che "nel bilancio che approveremo martedì sono previsti 28 milioni per i dipendenti provinciali, perché il nostro obiettivo è creare occupazione, non aumentare i disoccupati". "Grazie a questo significativo impegno da parte della Regione, considerando anche mobilità, prepensionamenti e futura 'statalizzazione' di alcuni settori come Centri per l'impiego e Polizia provinciale, è ragionevole pensare che non si registreranno esuberi, e questa è sicuramente una buona notizia perché da sempre una delle nostri preoccupazione è stata quella salvaguardare il prezioso capitale umano rappresentato dai dipendenti della Provincia", ha aggiunto Manghi.

A breve, Bonaccini ha poi annunciato la definizione della legge regionale sulle eventuali funzioni da riassegnare alle Province in aggiunta a quelle individuate dalla riforma Delrio, "con l'auspicio che sia condivisa dai presidenti delle Province e dalla Città metropolitana di Bologna, con i quali ci stiamo confrontando". Poi si aprirà la discussione sul tema delle aree vaste, "enti di coordinamento di determinate politiche, non certo delle Province-bis" chiamate ad aggiungersi appunto alla Città metropolitana di Bologna: "Già la giunta Errani aveva immaginato aree nuove: la Romagna è tendenzialmente pronta a unirsi, per l'Emilia ribadisco di non avere pregiudizi o preclusione: un'Emilia unica o divisa in due non è un problema, l'importante è che ci sia la massima condivisione possibile perché come per le imprese, come per le fiere, come per tutto, le aggregazioni sono indispensabili per sfruttare al meglio le nostre potenzialità e competere con l'Europa più avanzata", ha concluso il presidente della Regione.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Giovedì, 23 Aprile 2015 16:31

Da Rubiera a Reggio ora c’è quasi una Metro

Illustrati in Provincia i tanti benefici della nuova fermata del Regionale 2902 di Trenitalia delle 7.06, ottenuta grazia anche alla Regione. Il sindaco Cavallaro: "Una piccola modifica in grado di cambiare profondamente, in meglio, le abitudini di centinaia di ragazzi." -

Reggio Emilia, 23 aprile 2015 -

Per il sindaco Emanuele Cavallaro è il "treno dei desideri", perché per tantissimi rubieresi rappresenta una svolta quasi epocale: in pratica, avere a disposizione una sorta di metropolitana di superficie che tutte le mattina collega pendolari e studenti alla città, migliorando anche le condizioni di chi continuerà a utilizzare i bus. Tutto questo, grazie a una semplice fermata in più del Regionale 2902 di Trenitalia che, da lunedì, ferma anche a Rubiera alle 7.06 per arrivare a Reggio alle 7.15 (o, volendo, a Parma alle 7.31 e a Genova Bignole alle 10.06).

Il nuovo servizio, dopo i primi giorni di positiva sperimentazione, è stato presentato questa mattina in Provincia dagli artefici di questa innovazione tanto semplice, quanto utile: gli amministratori locali, dai Comuni alla Provincia fino alla Regione che ha giocato un ruolo determinante, Trenitalia ed anche l'Agenzia della mobilità, che avrà a sua volta modo di migliorare i servizi per gli utenti reggiani.
A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, che ha ricordato "l'analogo servizio da poco attivato dall'altra parte della via Emilia, a Sant'Ilario, a conferma dell'impegno delle amministrazioni locali a promuovere una mobilità alternativa, arricchendo i collegamenti tra il territorio e il capoluogo in orario utile per lavoratori e studenti".

"La nuova fermata completa l'offerta già presente nella fascia mattutina, che aveva appunto un 'buco' di un'ora dopo il treno delle 6,35, portando a ben 37 le corse, 19 verso e Bologna e 18 verso Milano, che fermano ogni giorno a Rubiera", ha detto il direttore di Trenitalia Emilia-Romagna Davide Diversi, sottolineando come "al momento non sembri che la nuova fermata abbia impattato sui tempi di percorrenza".

Il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale Andrea Rossi ha ricordato come "la Regione abbia immediatamente deciso di rispondere all'istanza evidenziata dal Comune, una richiesta che nasceva dal buon senso e rivolta in particolare agli studenti, e grazie alla disponibilità di Trenitalia abbiamo dimostrato che anche con piccoli accorgimenti si possono migliorare sensibilmente i servizi per la comunità".
L'assessore regionale alla Mobilità Raffaele Donini ha quindi evidenziato lo sforzo della Regione "nella condivisione con il territorio della qualificazione e del monitoraggio del servizio di trasporto pubblico locale che per noi resta fondamentale: lo dimostra il fatto che non abbiamo tagliato di solo euro lo stanziamento di bilancio 2015, che si attesta su circa 400 milioni grazie anche a un fondo regionale che, tra i pochissimi in Italia, integra con quasi 40 milioni gli investimenti nazionali". "Nel complesso il tpl offre in Emilia-Romagna un servizio buono e diffuso, uno dei pochi in aumento: abbiamo 300 milioni di viaggiatori, 260 dei quali su gomma e 40 su ferro, e il nostro obiettivo è proprio quello di potenziare i settore ferroviario", ha aggiunto.

La soddisfazione della comunità rubierese è stata espressa dal sindaco Emanuele Cavallaro: "Questo treno dei desideri copre un 'buco' che si registrava proprio nel momento più delicato della giornata, e che non ci permetteva certamente di migliorare né il traffico sulla via Emilia, né le condizioni della linea 2, spesso sovraffollata all'inverosimile – ha detto – E' una piccola modifica, che però è in grado di cambiare profondamente, in meglio, le abitudini di centinaia di ragazzi rubieresi: ho già provato un paio di volte il nuovo treno e, arrivando comodamente a Reggio alle 7 e un quarto, alle 7 e 32 ero già al Polo scolastico di via Makallé, oltretutto attraverso un percorso pedonale protetto, in tempo per fare colazione o...per copiare qualche compito".

L'assessore alla Mobilità del Comune di Reggio Emilia Mirko Tutino, oltre "ai tanti benefici per studenti e pendolari, anche per le condizioni di trasporto sui bus da Bagno e Masone verso la città che certamente potranno migliorare", ha voluto sottolineare in particolare "l'impatto positivo rappresentato dalla novità di questa Giunta regionale che, a differenza del passato, sta dimostrando grande attenzione al trasporto pubblico e a problemi che magari possono essere considerati piccoli in uno scacchiere regionale, ma che sono fondamentali per le piccole comunità".
Di "piccoli interventi in grado di assicurare grandi risultati" ha parlato anche il direttore dell'Agenzia della mobilità, Michele Vernaci: "Non c'è alcun pericolo di cannibalismo tra Seta e ferrovia, ma anzi un migliore servizio di Trenitalia ci permetterà di curare meglio le sofferenze che si registrano su altre linee", ha detto ricordando "come sia determinante l'integrazione tra la mobiltà su ferro e altri servizi, come quelli che già oggi assicuriamo ad esempio con l'80% delle linee urbane che transitano dalla stazione, con le navette che la collegano agli istituti scolastici o con il bike-sharing".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di RE)

Il dibattito con il ministro Delrio e i magistrati Gratteri, Conte e (in collegamento telefonico) Di Matteo ha chiuso Noicontrolemafie, la settimana della legalità promossa dalla Provincia. Manghi: "Dobbiamo farci tutti testimoni di una nuova stagione morale". -

Reggio Emilia, 20 aprile 2015 -

Riforme legislative, ma anche - se non soprattutto - della nostra società per sconfiggere la criminalità organizzata al centro del dibattito conclusivo di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso per il quinto anno consecutivo dalla Provincia di Reggio Emilia. In un auditorium Malaguzzi gremito di studenti delle superiori, ne hanno parlato esponenti davvero di rilievo di chi conduce la lotta alla mafia in prima linea e di chi, queste riforme, è chiamato a vararle: magistrati e giudici come Nicola Gratteri, Mario Conte e (in collegamento telefonico da Palermo) Antonino Di Matteo, il ministro alle Infrastrutture (l'ex sindaco reggiano e, fino a pochi giorni fa, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri) Graziano Delrio e Antonino Nicaso, studioso di fenomeni criminali e, soprattutto, direttore scientifico di Noicontrolemafie, di cui è il principale artefice insieme a Rosa Frammartino e alla Provincia.

A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia Reggio Emilia Giammaria Manghi, che ha tirato le fila di una lunga settimana densa di iniziative "rivolte soprattutto ai ragazzi, perché è indispensabile misurarci con chi sta crescendo e deve farlo con valori limpidi e cristallini" e promosse in diversi "paesi proprio perché, come testimonia l'aggiunta alla classica denominazione della dicitura "Comuni e Cittadini reggiani", è una intera comunità che si sta impegnando e sta offrendo concreti segnali di crescente consapevolezza e responsabilità nella lotta all'infiltrazione criminale".

"A Reggio, ed è un dato culturale non scontato, esiste da tempo un lavoro intenso di collaborazione tra le istituzioni che, a breve, produrrà anche ulteriori strumenti condivisi con la Prefettura per dare una mano ai sindaci nella difficile sfida che quotidianamente, specie in campo urbanistico, devono affrontare per contrastare i pericoli di infiltrazione – ha aggiunto - Ma oltre ad un arricchimento delle norme, serve cambiare anche l'etica della nostra società, perché la morale sta sopra la legalità: capire che non si deve rubare non perché si può essere puniti, ma perché è sbagliato. La nostra realtà non è disastrosa, ci sono tantissime testimonianze di eticità e di impegno per il bene comune. Ma serve una rigenerazione locale: dobbiamo farci testimoni di una nuova stagione morale, segnata dalla coerenza tra il dire e il fare e spinta da una forte motivazione, perché è quella che può fare la differenza. Una nuova stagione morale che ci consenta di sperare in un oggi e in un domani migliore".

Anche per questo è fondamentale, come ha detto il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, "il carattere educativo e pedagogico, il lavoro di diffusione culturale di questa iniziativa". Anche il primo cittadino ha sottolineato "il circuito virtuoso di dialogo istituzionale che da tempo esiste nella nostra provincia", ma pure le tante difficoltà che devono affrontare i pubblici amministratori "perché non basta essere onesti e trasparenti, per essere efficaci occorrono anche riforme pensate mettendosi nei panni delle autonomie locali e normative adeguate, come ad esempio una banca dati nazionale aggiornata che ci consenta di sapere se una ditta che lavora qui abbia ricevuto un'interdittiva antimafia in un'altra provincia".
"L'Emilia non è terra di mafia, perché qui non regna l'indifferenza, qui si reagisce grazie a una storia che affonda le proprie radici in un sistema di valori nato con la Resistenza, esiste una cultura della legalità ancora oggi profondamente radicata – ha concluso - L'Emilia dunque non ha intenzione di cedere e ci riuscirà continuando a essere quello che è sempre stata, alimentando la fiducia nella comunità".

Antonio Nicaso ha quindi illustrato il tema del dibattito, quello delle riforme, "indispensabili in un Paese che ha sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e razionale". "Ora finalmente, grazie al pacchetto di riforme prodotte dalla commissione coordinata da Gratteri, questo lavoro è stato svolto e se anche solo un terzo delle proposte diventerà legge metteremo davvero in difficoltà le mafie", ha detto, sottolineando poi l'importanza "della semiotica delle buone pratiche, perché non bisogna solo essere onesti, ma anche dimostrarlo quotidianamente con gesti adeguati" e tornando, dunque, sulla polemica che ha riguardato il sindaco di Brescello. "Io, che vivo a settemila chilometri di distanza, non posso certo chiedere le dimissioni di chi è stato eletto democraticamente, le dimissioni in una vicenda che non ha risvolti penali sono un fatto personale – ha detto - Ma non sono certamente concepibili certe valutazioni da parte di un sindaco su uomini con sentenze passate in giudicato per associazione mafiosa e che anche le recenti indagini confermano essere personaggi di spicco della 'ndrangheta. Queste non sono e nemmeno possono sembrare brave persone, questa è feccia da isolare come sta facendo ad esempio la Prefettura di Reggio Emilia con il consistente numero di interdittive antimafia emesse anche recentemente, nel solco del coraggioso lavoro avviato da Antonella De Miro".

Mario Conte, consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo, ha quindi ribadito la necessità di un impegno comune, a partire innanzitutto dai cittadini e in particolare dai giovani, "che devono scendere in campo, non essere spettatori, perché la prima riforma sta in noi: la società deve assumersi le proprie responsabilità, dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, perché la mafia non si sconfigge con magistrati e forze dell'ordine, ma come ci ricorda Gesualdo Bufalino con un esercito di insegnanti elementari".
Emblematico il caso di "quei quattro ragazzi, tra 20 e 25 anni, che una notte tappezzarono Palermo con adesivi con su scritto "un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità": si erano chiesti se davvero volevano vivere in una società soffocata dalla mafia e, in questo Paese dove siamo solitamente più bravi a lamentarci, avevano deciso di rimboccarsi le maniche. Da lì è nato il comitato "Addiopizzo", che oggi conta migliaia di iscritti, e ha messo in rete oltre mille commercianti protetti solamente da un adesivo".

Il procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri è quindi entrato nel dettaglio del pacchetto di riforme consegnato a fine anno al Governo Renzi, al termine del lavoro nato "grazie proprio a una intuizione di Delrio, che me lo chiese per telefono negli stessi giorni in cui... non ero ministro". "Un lavoro nel quale ho coinvolto professionisti di mia assoluta fiducia per valore etico-morale e competenze tecnico-giuridiche e che ha avuto tre criteri di fondo: non abbassare di un millimetro il livello di garanzia degli imputati; non rendere conveniente delinquere; utilizzare il più possibile ogni tecnologia per abbattere costi e tempi dei processi".

Alcune di queste riforme sono tanto utili e redditizie quanto di sconvolgente semplicità, a conferma di come questo Paese sia purtroppo sotto molti aspetti fortemente arretrato: "Con l'informatizzazione dei procedimenti e la chiavetta usb di un avvocato si possono eliminare a ogni richiesta di copia degli atti settimane di lavoro e ventimila euro di fotocopie; regolando in maniera diversa le eccezioni preliminari si possono accorciare di due, tre mesi i processi; videoregistrando le deposizioni dei testimoni si può evitare che, per il trasferimento o anche la maternità di uno dei giudici dei processi ordinari, si debba ricominciare daccapo, ma anche far perdere tempo e denaro a poliziotti nel frattempo trasferiti a migliaia di chilometri di distanza chiamati a ripercorrere l'Italia per confermare quanto già detto", ha detto Gratteri. Poi ancora la possibilità di infiltrare agenti sotto copertura o utilizzare finte società finanziarie per contrastare mafie e corruzione, tema anticipato al dibattito di ieri, e l'inasprimento delle pene per gli ecoreati, oggi solamente puniti con semplici contravvenzioni. Nuove regole e sanzioni sulle intercettazioni telefoniche ("il nostro obiettivo non è limitare la libertà di informazione, ma scoprire chi passa le notizie ai giornalisti ed evitare che i processi si svolgano prima sui giornali e che alla gente interessi più il gossip del reato, che non è da Paese civile ed evoluto") e soprattutto una profonda riforma della polizia penitenziaria. Da trasformare, prendendo a riferimento i marshals americani (il Tommy Lee Jones de "Il fuggitivo" per intendersi), in un Corpo di giustizia dello Stato che si occupi della gestione di tutti i provvedimenti limitativi della libertà personale, dalla fase immediatamente successiva all'emissione fino alla materiale esecuzione, nonché dell'amministrazione dei collaboratori di giustizia e della sicurezza di tribunali e magistrati. Ed anche in queste settore, grazie alle tecnologie, "ed in particolare alle videoconferenze, ogni anno si potrebbero risparmiare 70 milioni sprecati per questa sorta di turismo giudiziario, ovvero la traduzioni di detenuti per processi che occupano ben 10.000 degli attuali 44.000 agenti di polizia penitenziaria, con alto rischio di evasione e pericoli anche per la comunità: 70 milioni che potrebbero essere investiti ogni anno in tecnologie e in assunzioni di agenti o di personale di cancelleria".

L'intervento di Gratteri è stato inframmezzato dall'atteso collegamento telefonico con Antonino Di Matteo, pubblico ministero del Tribunale di Palermo, contattato da un Antonio Nicaso che non ha potuto esimersi dall'esternare "il proprio atteggiamento critico nei confronti delle logiche correntizie del Csm, perché Di Matteo alla Procura nazionale antimafia sarebbe stata la persona giusta al posto giusto".
"Ho ancora ben vivo il bellissimo ricordo del meraviglioso incontro dello scorso anno, della voglia di partecipazione di tanti giovani che vogliono lottare contro la mafia – ha detto il magistrato rivolto ai ragazzi – Purtroppo impegni di lavoro mi hanno impedito di tornare a Reggio Emilia, ma sono certo che i relatori sapranno stimolarvi per farvi capire che la mafia non è solo una questione militare, non è roba di stragi e droga, ma è soprattutto una mentalità: là dove prevale la logica del favore e della raccomandazione, c'è la mafia, una mafia oggi sempre più strettamente legata alla corruzione e che cerca di impadronirsi dell'economia e delle istituzioni. Tenetelo sempre ben presente e tenete alta la vostra passione civile, perché la mafia prospera nel silenzio e nel disinteresse".

Ha chiuso i lavori l'ex sindaco di Reggio e neo ministro alle Infrastrutture, Graziano Del Rio, che ha ribadito la necessità di riforme, e l'impegno del Governo in questa direzione, perché comunque "la lotta alla mafia è fatta da professionisti come i magistrati al mio fianco, ma senza leggi e mezzi adeguati non può essere vinta, e il popolo e una condivisione vera sono certamente importantissimi, ma anche questa Liberazione ha bisogno di persone che imbraccino il fucile e combattano in prima linea".
Quella contra mafia e corruzione è "una battaglia complicatissima, che necessita di un'alleanza vera anche con gli imprenditori, mentre la politica fondamentalmente deve mettere le persone in condizioni di far bene il proprio mestiere", ha aggiunto Delrio confermando come "il ministro della Giustizia sia impegnato a portare avanti il prezioso lavoro coordinato da Gratteri".

L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ha poi ricordato le misure già attuate, o in cantiere, da parte del Governo: dalla recente nomina di Raffaele Cantone a capo dell'Autorità nazionale anticorruzione per rafforzare la vigilanza su contratti pubblici, "che però non significa bloccare i lavori", alla indispensabile riforma del codice degli appalti, "che dovrà certamente limitare le gare al massimo ribasso che favoriscono solo la mafia, prevedere una sorta di rating di legalità per le imprese e un albo ben verificabile di collaudatori e controllori di opere pubbliche". Riforme che devono essere portate avanti nel segno della "semplificazione, non certo aggiungendo norme perché più semplifichiamo più saremo efficaci". "La politica deve aiutare gli amministratori a fare il bene delle loro comunità e ha il dovere di controllare perché così si recupera la fiducia dei cittadini, ma serve anche l'impegno e l'orgoglio da parte di ognuno di noi nel fare e nel vedere una cosa fatta bene", ha concluso il ministro ricordando la locuzione latina ubi societas, ibi ius: "se una società è attenta, allora c'è la legge".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Corruzione e criminalità al centro della quinta giornata di Noicontrolemafie. Il procuratore della Dda di Reggio Calabria indica le possibili riforme puntando il dito anche contro gli appalti al massimo ribasso e ammette: "Se la giustizia non va anche il Csm ha le sue colpe" -

Reggio Emilia, 18 aprile 2015 -

Sconfiggere la mafia anche infiltrando al suo interno agenti sotto copertura. E' una delle ricette – tante: ben 150 sono infatti gli articoli di codici, leggi e regolamenti di cui si propone la modifica - individuate dal gruppo di lavoro per la riforma delle norme contro la criminalità organizzata coordinato da Nicola Gratteri che lo stesso procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria ha anticipato questa mattina al cinema Olimpia di Reggio Emilia.

"Grazie agli agenti sotto copertura abbiamo ottenuto risultati importanti nella lotta al traffico internazionale di armi e droga, anche contro la mafia questa attività, di cui gli americani sono maestri, può risultare determinante", ha detto Gratteri, ieri mattina nuovamente ospite – qui ormai è un caro amico di famiglia - di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia. "Uomini selezionati e preparati che per mesi rinuncino a qualsiasi contatto con familiari e forze dell'ordine, che possano girare con armi non convenzionali per meglio calarsi nei panni del criminale e la cui identità venga lasciata segreta anche in udienza davanti al giudice", ha meglio precisato Gratteri addentrandosi in una delle tane proposte contenute nella relazione di 266 pagine consegnata a fine anno al Governo Renzi (ma l'incarico risale al Governo Letta).

Un gruppo di lavoro, come ha spiegato il direttore scientifico di Noicontrolemafie Antonio Nicaso presentando Gratteri agli studenti – chiamato a porre finalmente fine a uno dei tanti punti deboli del nostro Paese: "L'avere sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e seria".
Lo stesso genere di riflessioni che Gratteri ha condiviso ieri mattina con gli studenti reggiani, puntando il dito anche contro un'altra anomalia tutta italiana, quella della logica del massimo ribasso negli appalti pubblici: "Da 10, 15 anni si assegnano opere con ribassi anche del 40%, ma questo significa che si costruisce con acqua e terra e che tutte queste opere, in caso di una scossa di terremoto del settimo grado, sono destinate a crollare". E non risparmiando critiche nemmeno alla sua categoria: "Se la giustizia in Italia non funziona siamo tutti responsabili: la politica ha le sue colpe, ma anche i magistrati, anche il Csm ne hanno, tantissime e grandissime, nella scelta dei capi degli uffici o nel distribuire il numero di magistrati in tali uffici".

Agli studenti, il procuratore aggiunto della Dda ha concluso sollecitandoli "a contribuire a un nuovo modo di pensare in Italia, a ricostruire una etica e una morale in questa società che ci ha costruiti come macchine da consumo omologando i gusti e in cui si è valutati in base a ciò che si ha e non per quello che si è". Come? "Puntando sull'istruzione, riparlando tra di voi in lingua italiana e non con quella dei telefonini sennò non sarete in grado di scrivere un tema a concorso, e sulla ricerca: e poi, ma solo dopo istruzione e ricerca, anche sulla cultura".

Quello di Nicola Gratteri è stato l'intervento conclusivo di un'altra ricca mattinata di spunti offerta da Noicontrolemafie alla quale, dopo il saluto del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, è intervenuto anche il prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto: "Avendo anche una figlia che fa la prima superiore vi parlo più da padre che da prefetto – ha detto - Voi avete la fortuna di essere nati in un territorio che ha tradizioni antiche di rispetto delle regole: un territorio civile che trae le proprie origini da una cultura contadina che stiamo dimenticando e che, come tante altre zone d'Italia, registra pure una presenza criminale che si manifesta anche con corruzione: allora vi dico che rispettare le regole alla lunga è appagante e vantaggioso più che vivere nella illegalità, che la legalità non accetta compromessi ed è uno stile di vita al quale dovete improntare la vostra quotidianità, anche nelle piccole cose".

Concetti ripresi da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, il più importante network mondiale contro la corruzione presente in 100 Paesi del mondo: "La corruzione non si debella con polizia e magistratura, per questo da anni andiamo nelle scuole per far capire che la legalità è un sistema di vita e un fatto di cultura – ha spiegato – L'equazione politica uguale disonestà è sbagliata, perché se sei onesto lo resti anche da politico, se sei un politico disonesto vuol dire che lo eri anche prima". Carnevali ha quindi evidenziato il preoccupante risultato di un sondaggio svolto tra i ragazzi, nel 58% dei casi disponibili a farsi corrompere, sottolineando come "purtroppo siamo tutti un po' mafiosi, perché il denunciare un amico che evade il fisco o un collega che timbra il cartellino e poi va a fare la spesa non lo riteniamo un nostro dovere civico, ma un tradimento". Quella che serve, dunque, è una "presa di coscienza da parte di tutti noi che il corrotto non sta derubando una entità astratta, ma ciascuno di noi".

Come ha illustrato Cristina Brasili, docente di Politica Economica dell'Università di Bologna, la corruzione comporta infatti nel nostro Paese costi economici e sociali rilevantissimi. Al di là delle sue esatte dimensioni, ovviamente quasi impossibile da quantificare essendo frutto di attività illegali e dunque nascoste (i 60 miliardi stimati dalla Commissione europea, e pari alla metà dei 120 ipotizzati in tutta Europa, sono infatti una "stima grossolana frutto di incomprensioni e passaparola"), ci sono dati attendibili e apparentemente contrastanti sui quali è certamente necessario riflettere. "Le condanne per corruzione e concussione sono scese in Italia dalle 1.714 del 1996 alle 263 del 2010, ma questo è dovuto ad esempio alla abolizione del reato di falso in bilancio o all'accorciamento dei tempi di prescrizione, non certo alla riduzione di un fenomeno corruttivo che per ben il 97% degli italiani, era l'84% nel 2007, viene avvertito come diffuso, dato peggiore in tutta Europa dopo il 99% della Grecia: eppure solo il 42% degli italiani pensa di esserne personalmente colpito e appena il 2%, contro una media europea del 4%, dichiara di aver avuto una richiesta di pagamento di tangente", ha concluso illustrando poi il "gioco di ruolo" ideato con un gruppo di ricercatori di UniBo, e proposto con grande successo proprio ieri a Bibbiano, per far crescere questa consapevolezza.

Paolo Bertaccini Bonoli, coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli, ha quindi ricordato la figura del commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona, fedele servitore dello Stato che pagò con la vita il suo impegno "divenendo un protagonista della storia del nostro Paese". "La professionalità, fare bene il proprio mestiere, è un passaggio non banale nel contrasto alle mafie – ha spiegato ai ragazzi - E noi italiani siamo noti, e da molti secoli, per far bene le cose: certo, è faticoso però ci tutela da molti pericoli. E non è vero che la nostra piccola azione quotidiana è inutile, così come non è vero che siete abbandonati a voi stessi perché ci sono anche molti 'adulti' che ancora si impegnano per il bene del nostro Paese".

Ultimo intervento quello di Salvatore Sberna, assegnista di ricerca dell'Istituto universitario Europeo di Firenze, per il quale "le mafie campano anche senza corruzione, sopravvivranno finché ci saranno mercati illeciti da regolamentare" e l'attenzione, più che alla politica, "dovrebbe essere rivolta, oltre che agli imprenditori, a faccendieri, ex politici e grandi burocrati che, come anche le ultime inchieste hanno rivelato, hanno un ruolo spesso più importante".

Il programma di oggi, sabato 18 aprile

Ore 8.45-9.30 scuola media Balletti di Quattro Castella
Saluto del sindaco Andrea Tagliavini
IL RISPETTO DELLE REGOLE CI RENDE LIBERI
nel gioco come nella vita
Incontro con Mario Conte consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo
e autore, insieme a Flavio Tranquillo, del saggio "I dieci passi"

Ore 10-12.30 Auditorium Malaguzzi Reggio Emilia
QUALI RIFORME
NELLA LOTTA ALLE MAFIE?
Saluti di Giammaria Manghi presidente della Provincia Reggio Emilia
e Luca Vecchi sindaco di Reggio Emilia
Presiede
Antonio Nicaso direttore scientifico di Noicontrolemafie
Relatori
Graziano Del Rio ministro delle Infrastrutture
Nicola Gratteri procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria
Mario Conte consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo

Ore 17 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
BIBBIANO CONTRO LE MAFIE
Conferimento della cittadinanza onoraria all'Associazione Cortocircuito
Consegna targhe "Campione di legalità"
a Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, già cittadino onorario di Bibbiano
A seguire
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso autori di "Oro bianco" Ed. Mondadori
Intervistati da Elia Minari coordinatore di Cortocircuito
Associazione culturale antimafia di Reggio Emilia

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Nella quarta giornata di "Noicontrolemafie" si è parlato degli scempi ambientali. Tra i testimoni anche don Maurizio Patriciello, il sacerdote di Caivano che "non è la Terra dei fuochi, ma la Terra dei fumi che ci avvelenano e uccidono ragazzi e giovani madri". -

Reggio Emilia, 17 aprile 2015 -

"Custodire il futuro: bellezza contro paura" e, dunque, quando la mafia deturpa la nostra terra e mette a repentaglio la nostra salute al centro della quarta mattinata di "Noicontrolemafie", il festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia. Ma, soprattutto, a catalizzare l'attenzione degli studenti che hanno gremito il cinema Olimpia – in un gruppo di relatori comunque di grande competenza – è stato don Maurizio Patriciello, il sacerdote di Caivano in prima linea contro i veleni dei roghi a cielo aperto provocati dalla camorra nel Napoletano. Lui - "un esperto di niente" come si è presentato, solo "un semplice sacerdote entrato in seminario a 30 anni per servire Dio e i suoi fratelli, lasciando il lavoro da paramedico, dopo aver dato un passaggio in auto a un frate" - che ha raccontato il dramma delle più povere famiglie napoletane trasferite nei quartieri del post-terremoto. In quella che – a causa dello sversamento illegale da parte della camorra nelle campagne o ai margini delle strade di rifiuti, anche tossici, che vengono poi bruciati - è diventata la tristemente nota 'Terra dei fuochi'. "Che in realtà è una 'Terra dei fumi', perché di fuochi non se ne vedono, noi siamo circondati da nuvole di denso fumo nero...", ha detto don Maurizio, divenuto l'emblema della ribellione popolare contro questo sfregio non solo ambientale "dopo essermi stancato di celebrare funerali di ragazzini o giovani madri stroncati da tumori e leucemie".

"Non era il mio compito, ma ho dovuto fare qualcosa", ha detto spiegando le tante iniziative promosse insieme alle stesse mamme di Caivano per sensibilizzare quelle istituzioni, a partire dal Governo, "che sono responsabili in egual misura di camorra e industrie dell'avvelenamento della nostra terra e di tante, troppe morti". L'ultima proprio l'altro giorno, con la lettera-appello firmata da 25 associazioni per sollecitare il Parlamento ad approvare in tempi rapidi il disegno di legge sugli ecoreati, così da "dare ai magistrati le armi per combattere e punire questo crimine odioso, perché inquinare il creato equivale ad ammazzare gli uomini".

Insieme a don Maurizio, ieri mattina – ben coordinati dal capo della pagina di Reggio Emilia del Resto del Carlino, Gigi Manfredi, che ha sottolineato come "anche ai danni dell'ambiente le mafie prosperino e facciano affari, e come la bellezza ci possa veramente salvare" – sono intervenuti Patrizia Fava, docente del Dipartimento di Scienze della vita dell'Università di Modena e Reggio Emilia, e Walter Ganapini, direttore generale di Arpa Umbria e membro onorario del Comitato scientifico dell'Agenzia europea Ambiente. Ad aprire la giornata, il saluto del presidente della Provincia Reggio Emilia Giammaria Manghi, che ha ricordato ai ragazzi l'importanza "di un festival della legalità proprio nella settimana che precede il 25 aprile: queste sono le nuove Resistenze, oggi sono le mafie il nuovo terreno di una lotta che ha bisogno di partigiani attivi, contro le eversioni e infiltrazioni malavitose, perché il nostro territorio è occupato anche da persone che non vogliono il bene della nostra comunità, e i danni ambientali di cui oggi parleremo rappresentano uno dei tanti crimini compiuti a danno del vostro futuro".

"Perché se si inquinano le falde acquifere nel Meridione, se si inquina la filiera alimentare, i prodotti non restano comunque al Sud, ma finiscono anche sulle vostre tavole", ha aggiunto il direttore scientifico di Noicontrolemafie, lo studioso delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso, sottolineando con rimpianto come anche proprio dal Napoletano "grazie a un grande giurista e filosofo, Gaetano Filangieri, la Costituzione americana abbia attinto per sancire il suo fondamento centrale, quello della ricerca della felicità". "Un principio che è nato proprio a Napoli, dove nel Settecento una legge garantiva ai cittadini il diritto di vedere il mare – ha aggiunto – Oggi invece basta girare in qualsiasi città italiana, non solo del Sud, per assistere a ogni genere di scempio, alla cementificazione della coste e a uno sviluppo urbanistico selvaggio. Allora voi ragazzi dove cercare di crescere nella consapevolezza di gestire con cura questo territorio e non farvelo strappare dalle mani da chi cerca solo bruttezza e scempio ".

Sull'importanza della consapevolezza ha insistito anche la docente di UniMoRe Patrizia Fava: "Spesso siamo troppo disattenti a dove lasciamo i nostri rifiuti – ha detto – Il 70% dei rifiuti nel mondo finisce in discarica, anche se tutto contiene energia che può essere riutilizzata, e solo il 19 per cento viene destinato a forme corrette di smaltimento come riciclo e compostaggio". E il 50% per cento dei rifiuti si stima sia composto da plastica, ha aggiunto Fava citando lo scempio – che ha molto colpito i ragazzi – delle vere e proprie 'isole di plastica' (il Pacific Trash Vortex), quegli enormi accumuli di spazzatura galleggiante formatisi a partire dagli anni cinquanta nell'Oceano Pacificio a causa dell'azione delle correnti.

Walter Ganapini, ambientalista reggiano che ha lavorato un po' in tutta Italia (anche in Campania, in particolare sui laghetti di Castelvolturno, venendo anche minacciato dalla camorra) ha invitato i ragazzi "a pretendere che si cambi il nostro modo di vivere e di consumare, perché purtroppo abbiamo innescato una bomba a tempo e vi stiamo consegnando una terra devastata". "Anche qui nel Reggiano, perché basta guardare dalla chiesa di Albinea la cappa marrone che copre la Pianura padana a causa dell'inquinamento ed in particolare delle polveri sottili, che sono cancerogene, per rendersene conto – ha detto - Allora voi dovere pretendere che tutti i discorsi fatti oggi non si fermino qui, ma si traducano in azioni concrete a tutela del nostro territorio, perché purtroppo anche qui dobbiamo fare i conti con un consumo sconvolgente di suolo".

Il programma di oggi, venerdì 17 aprile

Ore 10 Palazzetto dello Sport di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
DON CIOTTI
incontra gli studenti delle scuole superiori di Correggio
Promosso da Lions Club Correggio "Antonio Allegri"

Ore 10.30-13 Cinema Olimpia, via Tassoni Reggio Emilia
Saluti di Giammaria Manghi presidente della Provincia Reggio Emilia
e Virginio Carnevali presidente di Transparency International Italia
CRIMINALITÀ E CORRUZIONE
Una metastasi che corrode senso civico e cultura democratica
Presiede Antonio Nicaso direttore scientifico di Noicontrolemafie
Relatori
Cristina Brasili docente di Politica Economica, Università di Bologna
Paolo Bertaccini Bonoli coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli e Centro Studi
Territoria/ASAG Università Cattolica
Salvatore Sberna research fellow, Istituto Universitario Europeo di Firenze
Conclusioni
Nicola Gratteri procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria

Ore 11-12.30 Aula magna istituto Galvani-Iodi di Reggio Emilia
QUANDO IL GIOCO NON È PIÙ UN GIOCO
Dialogo con il pubblico sulla pericolosa diffusione del gioco fra i giovani
Saluto della dirigente Maria F. Dall'asta
Relatori Filippo Arcelloni e EnzoValeri Peruta
autori de Il Circo delle Illusioni, progetto di prevenzione al gioco d'azzardo

Ore 21 Centro di volontariato Kaleidos di Poviglio
Saluto del sindaco Giammaria Manghi
ORO BIANCO
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso presentano in prima nazionale
"Oro bianco" Mondadori: storie di uomini, traffici e denaro dall'impero della cocaina
Conduce Nicola Fangareggi direttore di 24Emilia

Ore 21 Teatro Herberia di Rubiera
Saluto del sindaco Emanuele Cavallaro
IL CIRCO DELLE ILLUSIONI
Spettacolo teatrale di prevenzione al gioco d'azzardo di e con Filippo Arcelloni e Enzo
Valeri Peruta
A seguire, dialogo degli attori col pubblico sul tema 'Quando il gioco non è più un gioco'

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Protagonisti gli studenti degli Istituti Chierici, Filippo Re, Galvani-Iodi, Matilde di Canossa e Zanelli impegnati nel progetto di pedagogia civile. -

Reggio Emilia, 15 aprile 2015 -

Giovani talenti per la legalità protagonisti ieri pomeriggio al Festival "Noicontrolemafie". Nella Sala del Consiglio provinciale, insieme alla vicepresidente Ilenia Malavasi e alla curatrice scientifica del progetto di pedagogia civile Rosa Frammartino, si è fatto il punto delle tante iniziative attuate in diverse scuole superiori reggiane: Chierici, Filippo Re, Galvani-Iodi, Matilde di Canossa e Zanelli. Coordinati dal direttore di Reggio Report Pierluigi Ghiggini, sono intervenuti i docenti Rosaria Cascio, educatrice del metodo Don Puglisi, e Stefano Aicardi, curatore educativo del progetto, la vicepresidente provinciale dell'Anpi Fiorella Ferrarini e Maria Cristina Sarò, autrice teatrale e regista. Al termine è stato consegnato un attestato agli studenti reggiani coinvolti nei progetti Per l'"impegno costante e fruttuoso contro ogni forma di illegalità e di prevaricazione nel mondo della scuola e nella società".

Saltato per l'improvvisa indisponibilità delle relatrici il dibattito di questa mattina Teatro Re-Giò sul tema "Minacce all'articolo 21: in Italia come in America latina?", il festival prosegue nel pomeriggio a Rubiera nel nome di Libero Grassi con la merenda della legalità sotto i portici della via Emilia e la passeggiata con consegna dell'adesivo "Io scelgo la legalità" e in serata in Sala del Tricolore con la proiezione del film di Nella Condorelli "L'inchiesta" sui fasci siciliani dei lavoratori, prodromo dell'amtimafia sociale.

Il programma di domani, giovedì 16 aprile

ORE 10.30-13 Cinema Olimpia, via Tassoni Reggio Emilia
Saluto di Giammaria Manghi, presidente della Provincia Reggio Emilia
CUSTODIRE IL FUTURO: bellezza contro paura
Relatori
Patrizia Fava docente del Dipartimento Scienze della vita di UniMoRe
Walter Ganapini direttore generale Arpa Umbria e membro onorario del Comitato scientifico dell'Agenzia Europea Ambiente
Don Maurizio Patriciello sacerdote di Caivano (NA), in prima linea contro i veleni dei roghi "a cielo aperto"
Antonio Nicaso studioso delle organizzazioni criminali
Conduce Luigi Manfredi direttore del Resto del Carlino Reggio Emilia

Ore 10-12.30 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi
Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Bibbiano
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Testimonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra lavori degli studenti
Merenda della legalità
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità

Ore 15-18.30 Sala del Consiglio comunale di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
I GIOVANI DI BIBBIANO IN GIOCO
CONTRO LA CORRUZIONE
Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo!
Quali ricadute comportano corruzione ed illegalità sull'economia e sulla società? Come si possono contrastare? Un gioco di ruolo, ispirato a vicende realmente accadute, coinvolgerà un gruppo di giovani ad accettare e cercare di vincere la sfida della legalità
Intervengono
Cristina Brasili docente del Dipartimento di Scienze statistiche UniBo
Paolo Bertaccini Bonoli coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli e Centro Studi Territoria/ASAG Università Cattolica
Team di Progetto: Valentina Aiello, Pierre Maurice Reverberi, Jacopo Fanti
ricercatori presso il Dipartimento di Scienze statistiche UniBo

ORE 17.30-19 Centro Sociale 25 Aprile di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
LA LEGALITÀ FRA I BANCHI DI SCUOLA
Educazione alla legalità con laboratori di scrittura, musica e teatro con gli studenti della scuola media Andreoli

Ore 21 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
IL CIRCO DELLE ILLUSIONI
studio grafico delicatessen
Spettacolo teatrale di prevenzione al gioco d'azzardo di e con Filippo Arcelloni e Enzo Valeri Peruta
A seguire, dialogo degli attori col pubblico sul tema 'Quando il gioco non è più un gioco'

Ore 21 Sala conferenze Palazzo Principi di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
CON I FASCI SICILIANI NASCE L'ANTIMAFIA SOCIALE
Uomini e donne che hanno fatto la storia
Proiezione de L'inchiesta di Nella Condorelli
Un film e una doppia inchiesta nel 120° anniversario dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (70')
Relatori
Nella Condorelli regista
Giuseppe Carlo Marino prof. ordinario di Storia contemporanea
Conduce Mirco Zanoni coordinatore culturale Istituto Alcide Cervi

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Mercoledì, 15 Aprile 2015 10:34

Quando la mafia diventa davvero...cosa nostra

Nella seconda giornata di "Noicontrolemafie" si è parlato della 'ndrangheta in Emilia e, dunque, anche della recente inchiesta Aemilia, di ritardi e di silenzi. Ma Zincani, Nicaso, Pignedoli e Bini hanno anche spiegato agli studenti reggiani come fare per contrastarla -

Reggio Emilia, 15 aprile 2015 -

'Ndrangheta in Emilia, e dunque anche la recente, clamorosa inchiesta Aemilia, al centro della seconda mattinata di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso per il quinto anno consecutivo dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con Università, Comune di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna. In cattedra - davanti a un platea di studenti delle superiori e moderati dal direttore di Radio Bruno, Pierluigi Senatore - il direttore scientifico del festival, lo storico delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso, Vito Zincani, già procuratore capo del Tribunale di Modena, il consigliere con delega alla legalità della Provincia di Reggio Emilia, Enrico Bini, e la giornalista del Resto del Carlino, Sabrina Pignedoli.

E' stato proprio Enrico Bini - ex presidente della Camera di commercio al quale, come ha ricordato Nicaso, "dobbiamo essere grati per essere stato il primo a segnalare le anomalie del settore dell'autotrasporto" - ad aprire la giornata, "emozionato nel vedere tanti giovani, che voglio ringraziare insieme alle scuole e agli insegnanti per l'appoggio che ci hanno sempre dato nelle battaglie a favore della legalità".
"Nella lotta alla mafia non siamo all'anno zero, purtroppo nel mondo imprenditoriale siamo sotto zero, mentre nel mondo politico si è fatto qualcosa di più e si è compiuto qualche passo in avanti", ha tra l'altro detto Bini ricordando anche "il silenzio assordante che ha accompagnato le prime coraggiose iniziative del prefetto De Miro da parte di chi, proprio come il sistema imprenditoriale reggiano, doveva invece dire qualcosa".

Antonio Nicaso ha quindi analizzato del dettaglio il profilo della 'ndrina presente nel Reggiano, "che non è una 'ndrangheta di serie B, ma quella che fa capo a Nicolino Grande Aracri, un boss che l'inchiesta Aemilia ha confermato avere rapporti con politici e imprenditori, perfino magistrati di Cassazione attraverso avvocati compiacenti, con una commercialista di Bologna convinta a fare operazioni particolari sul mercato legale, che aveva contatti con la massoneria e con un monsignore che inconsapevolmente si era prestato a far trasferire un detenuto". "Una 'drina che non è comparsa ora dal nulla – ha aggiunto Nicaso - ma che è stata protagonista oltre vent'anni fa della faida con i Dragone, Antonio faceva il bidello a Quattro Castella, vincendola e riuscendo a mettere le mani in questa terra appetibile sulla grande ricchezza della mafia, il traffico di cocaina, e stipulando un accordo strategico con i casalesi: a loro il Modenese, a Grande Aracri il Reggiano".

E da allora è cresciuta sempre più, come ha confermato l'inchiesta Aemilia e chi questa indagine l'ha raccontata, come la giornalista reggiana del Carlino Sabrina Pignedoli, citata anche lei nelle carte dei magistrati come cronista coraggiosa che ha rifiutato pressioni per pubblicare notizie aggiustate. "Anche io quando ho iniziato a lavorare non credevo che a Reggio esistesse la 'ndrangheta – ha ammesso – Tutto è cambiato con l'operazione Pandora e una intercettazione che lessi e che mi lasciò senza parole: tre persone che uscivano da una pizzeria di Montecchio e in macchina si mettono a parlare di uccidere qualcuno a colpi di bazooka...". Da allora ha iniziato a indagare, a leggere carte, ad annotare nomi e rapporti e a raccontare di mafia, fino a spingere un poliziotto compiacente a minacciarla di "non scrivere più di certe persone". Lei, ovviamente, ha continuato, ma non tutti hanno detto no alla mafia: "L'economia, ad esempio, ha voluto usufruire di certi servizi perché era comodo, ha preferito chiudere gli occhi, perché i soldi sono utili e non puzzano", ha denunciato.

Ma quali i rimedi alle infiltrazioni della mafia nella ricca Emilia? Per il magistrato Vito Zincani, uno su tutti: "La trasparenza, soprattutto la trasparenza può spezzare il matrimonio innaturale tra mafia e imprenditoria, perché è solo nella oscurità che si coltivano certi rapporti". Ma, purtroppo, in Italia non si fa abbastanza: "Abbiamo perso la battaglia dei falsi in bilancio, e da quando lo abbiamo fatto la nostra economia è andata a rotoli; non abbiamo ancora abbastanza trasparenza nei pagamenti, visto che il nostro è l'unico Paese del mondo occidentale nel quale oltre il 60 per cento dei pagamenti continua ad avvenire in contanti – ha detto – Ma è anche vero che, da noi, la pressione fiscale è pari al 70 per cento e che, in generale, è il nostro modello complessivo di sviluppo ad aver subito un forte condizionamento che appartiene anche a scelte di natura politica: leggi e normative sono fondamentali per contrastare le mafie, se l'Italia non si libererà da questo abbraccio non decollerà mai. Così come è importante investire nella scuola e in voi giovani...".

Già, i giovani. A fine dibattito, quando la parola è passata agli studenti reggiani, tante le domande, ma principalmente un unico, accorato interrogativo di fondo: ma noi, cosa possiamo fare per contrastare le mafie? Altrettanto accorate, le risposte. Per Nicaso "rispettare le regole e lavorare, evitare la logica del compromesso e le raccomandazioni, essere onesti e coerenti, cercando di essere cittadini responsabili, sentinelle vigili del territorio: ma soprattutto studiare, distinguervi, perché solo i sacrifici rendono liberi". Per Zincani "isolare il modello culturale del mafioso che in alcune aree si presenta come persona di successo: studiare perché la vostra idea della mafia sia quella corretta, quella di una organizzazione criminale nociva, non qualcosa che dà successo e facile denaro". Per Pignedoli "rispettare diritti e doveri, essere cittadini responsabili delle proprie azioni, anche nelle piccole cose, come ad esempio segnalare la targa di chi tampona un'altra auto in un parcheggio e fugge". Per Pierluigi Senatore "fare come Sabrina: saper dire di no".

Il programma di oggi mercoledì 15 aprile

Ore 10-12.30 Teatro Re-Giò Via Agosti 6 Reggio Emilia
Saluto della Presidenza dell'Assemblea legislat iva dell'Emilia-Romagna MINACCE ALL'ARTICOLO 21
In Italia come in America latina?
Relatori
Antonio Nicaso scrittore e studioso di criminalità organizzata Isabella Pascucci giornalista e criminologa
Cynthia Rodriguez giornalista messicana
Conduce Massimo Sesena della della Gazzetta di Reggio Spettacolo QUESTIONE DI UN ATTIMO
di Emanuele Tirelli con Marco Ziello Regia di Alessandro Gallo Prod.Caracò A seguire: dialogo con il pubblico

Ore 10-12.30 Sala Conferenze Palazzo dei Principi di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Correggio
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Test imonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra lavori degli studenti
Merenda della legalità
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità

Ore11-12.30 Aula Magna Istituto Filippo Reviale Trento Trieste 4
Saluto della dirigente Maria Dall'Asta
QUANDO IL VISSUTO DIVENTA NARRAZIONE
storie di ragazze e ragazzi del liceo Regina Margherita di Palermo
Rosaria Cascio educatrice Metodo Don Puglisi e docente
Io pretendo la mia felicità, ho pagato tanto e adesso me la merito Ed. Navarra progetto di scrittura collettiva con le storie dei ragazzi del Liceo Regina Margherita di Palermo

Ore 17-19.30 Sala del Consiglio comunale di Rubiera
Saluto del sindaco Emanuele Cavallaro

IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Correggio
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Test imonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra fotografica Scatti di legalità
Merenda della legalità sotto i portici della via Emilia
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità

Ore 21 Sala del Tricolore, Municipio d i Reggio Emilia
Saluti di Luca Vecchi sindaco di Reggio Emilia
e Giammaria Manghi presidente della Provincia di Reggio Emilia
CON I FASCI SICILIANI NASCE L'ANTIMAFIA SOCIALE
Uomini e donne che hanno fatto la storia
Proiezione de L'inchiesta di Nella Condorelli
Un film e una doppia inchiesta nel 120° anniversario dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (70') Relatori
Nella Condorelli regista
Giuseppe Carlo Marino prof. ordinario di Storia contemporanea
Giacomo Notari presidente Anpi provinciale Reggio Emilia
Antonio Nicaso storico delle organizzazioni criminali
Conduce Nando Rinaldi direttore Istoreco

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Approvati i criteri di ripartizione dei 13,8 mln stanziati per interventi urgenti su tutto il territorio regionale. Votati all'unanimità dall'Assemblea dei sindaci in vista del Piano che presenterà il commissario delegato alla gestione dell'emergenza. Solo nel Reggiano prima stima danni di 42 milioni -

Reggio Emilia, 9 aprile 2015 -

L'Assemblea dei sindaci della Provincia di Reggio Emilia, presieduta da Giammaria Manghi, ha approvato ieri mattina all'unanimità i criteri di ripartizione dei finanziamenti che verranno concessi in seguito alla nevicata, e ai conseguenti black-out e dissesti idrogeologici, che hanno interessato anche il Reggiano ai primi di febbraio. Sulla Gazzetta Ufficiale del 30 marzo è stata infatti pubblicata l'ordinanza del capo Dipartimento della Protezione civile che – in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri - stanzia 13,8 milioni di euro per interventi urgenti su tutto il territorio regionale, colpito in quei giorni anche da una violenta mareggiata sulle coste romagnole. Sulla base di tale ordinanza, il commissario delegato alla gestione dell'emergenza – individuato nel direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile, Maurizio Mainetti – entro fine mese dovrà sottoporre al Dipartimento nazionale il Piano degli interventi urgenti riguardante interventi realizzati da Comuni, Province, enti pubblici o strutture organizzative nella fase di prima emergenza rivolti a rimuovere le situazioni di rischio e ad assicurare l'indispensabile assistenza alle popolazioni; attività poste in essere per la messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi; interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.

Nell'esprimere "soddisfazione per l'approvazione all'unanimità da parte dell'Assemblea dei sindaci dei criteri di ripartizione, a conferma del senso di responsabilità e del grande lavoro di condivisione da parte di tutti i primi cittadini anche in questa occasione", il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, sottolinea come "i 13,8 milioni stanziati per tutta la regione siano insufficienti a risarcire i territori, considerando l'entità dei danni provocati dall'ondata di maltempo registratasi ai primi di febbraio".

Come ha ricordato la responsabile della Protezione civile provinciale, Federica Manenti, "una prima quantificazione di tutti i danni riportati, inoltrata alla Regione da Comuni e Provincia in febbraio, stimava in circa 42 milioni i fabbisogni di pubblico, privato ed attività produttive solo nel Reggiano". Danni a cui si aggiungono – come ha illustrato il dirigente del Servizio Infrastrutture Valerio Bussei – gli ulteriori, nuovi 18 dissesti che hanno interessato strade provinciali, per un fabbisogno di 2 milioni e 750.000 euro (portando, complessivamente, a 80 i dissesti su strade provinciali provocati dal maltempo negli ultimi anni, per un danno di circa 9,6 milioni di euro).
Anche i fondi urgenti stanziati dalla Regione Emilia-Romagna immediatamente dopo la nevicata, hanno coperto solo in minima parte le esigenze dei Comuni, che si sono visti soddisfare 24 delle 57 domande presentate, per un importo di 650.000 euro a fronte dei 3,8 milioni richiesti.

"Dai dati pervenuti dai Comuni, solo sommando le voci relative all'assistenza alla popolazione e agli interventi di somma urgenza eseguiti e da eseguire, si arriva nella nostra provincia a 9,4 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero 8,6 milioni per le opere di mitigazione del rischio – conclude il presidente Manghi – E' quindi indispensabile individuare ulteriori risorse e, su questo, mi impegno a sollecitare il presidente della Regione che incontrerò nei prossimi giorni".

L'ordinanza del capo Dipartimento di Protezione civile disciplina anche i contributi per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari evacuati la cui abitazione principale - abituale e continuativa - sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle autorità, adottati a seguito degli eccezionali eventi meteorologici. Sono altresì contemplati i danni subiti dal patrimonio privato e dalle attività economiche e produttive per i quali sia rinvenibile il nesso di causalità con l'evento, nonché una quota per oneri per prestazioni di lavoro straordinario svolto dalle Pubbliche amministrazioni.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

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