Una considerazione che vale anche per la Tares, un vero spauracchio per cittadini e imprese. Soprattutto per queste ultime, che con il passaggio da tariffa a tassa si ritroveranno con un costo in più, l'iva del 10% che diventerà indetraibile. Se ciò non bastasse, Comune ed Hera hanno ipotizzato un ulteriore aumento del 3,43% per coprire gli aumenti sui servizi, senza contare l'incognita dello 0,30% a copertura dei servizi indivisibile che – forse – dovrà essere conguagliata a fine anno.
Le Associazioni che fanno riferimento a Rete Imprese Italia hanno incontrato l'Amministrazione Comunale di Modena per affrontare questo problema che, assieme all'Imu, rappresenta una delle componenti più importanti dell'imposizione locale.
Un confronto che parte dalla consapevolezza delle difficoltà delle Amministrazioni locali, alle prese con le incertezze sulle entrate ed i vincoli imposti dal patto di stabilità, ma richiede, da parte dei comuni, una precisa assunzione di responsabilità: la sopravvivenza delle imprese, infatti, oggi dipende anche da imposte locali come la Tares.
Ecco perché le Associazioni hanno chiesto al Comune di Modena l'azzeramento dell'aumento previsto, o comunque che questo non superi l'1,5%.
Ma dalle Associazioni è arrivata anche la richiesta di un'attenta analisi dei costi di gestione del servizio smaltimento rifiuti, ad oggi non disponibili. Non si riesce, infatti, a capire la ragione per cui, a fronte di un indiscutibile calo della produzione di rifiuti da parte delle imprese non diminuiscano anche - simmetricamente - i costi per il loro smaltimento (se diminuisce il Pil cioè, in definitiva, la produzione come accaduto nel 2012, inevitabilmente devono diminuire anche i rifiuti derivanti dalle attività aziendali).
In attesa della costituzione di un'Autorithy che permetta di monitorare e comparare "super partes" l'efficienza delle società di gestione, sorge il sospetto che alle imprese modenesi sia richiesto dall'amministrazione comunale di farsi carico di costi ambientali per rifiuti che esse non producono e di inefficienze della gestione di Hera sulle quali l'Amministrazione, in quanto azionista di riferimento, avrebbe il diritto-dovere di intervenire, a tutela della comunità che rappresenta.
E' questo, secondo le Associazioni, l'approccio che le istituzioni locali devono tenere rispetto alle politiche pubbliche che impattano sulle imprese. Perché se queste ultime sono costrette a chiudere, causando un impoverimento economico e sociale ed un ulteriore importante aumento della disoccupazione, la nostra città si troverebbe a fare i conti con un futuro tutt'altro che roseo e con costi sociali in significativo ulteriore aumento.
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)