Nella Parrocchia di Bagazzano, una frazione tra Nonantola e Modena, dove da anni il Parroco, don Emanuele Mucci, accoglie persone con problemi di emarginazione sociale si è recata la Garante regionale delle persone private delle libertà personale -
Modena, 9 aprile 2014 -
Desi Bruno, Garante regionale delle persone private delle libertà personale, si è recata lunedì 7 aprile nella Parrocchia di Bagazzano, una frazione tra Nonantola e Modena, dove da anni il Parroco, don Emanuele Mucci, accoglie persone con problemi di emarginazione sociale (tossicodipendenti, alcoldipendenti, ex detenuti).
La sua proposta si basa sulla condivisione di un’autentica “comunità di vita”, all’interno di un contesto di tipo religioso: “Non importa che si tratti di cattolici, musulmani o di persone che abbracciano altri credi, si chiede però una disponibilità a sperimentare, e a condividere, un proprio percorso religioso. Vivendo in una Parrocchia, non avrebbe senso mettere sotto silenzio questa specificità”.
Comunione di tempi e di spazi, comunicazione di valori semplici vissuti nella quotidianità dei rapporti, creazione di legami affettivi ed emotivamente stimolanti: per don Emanuele, queste sono le condizioni fondamentali di qualunque percorso di reinserimento sociale. “Ho la possibilità di portare avanti un progetto a cui tengo molto, perché credo nelle risorse che possono provenire dalle persone di buona volontà di cui questo territorio, non a caso fra i primi impegnati nella resistenza partigiana, è storicamente dotato. Ma ho bisogno della collaborazione di partner istituzionali”, prosegue il Parroco di Bagazzano, sostenuto dalla Diocesi e dalla Caritas di Modena-Nonantola.
Don Emanuele ha spazi disponibili per accogliere fino a cinque persone. In un primo momento, gli ospiti vengono alloggiati in quelli della canonica per prendere un contatto diretto con l’ambiente e concordare le regole della vita in comune. A ognuno è richiesto non solo il rispetto degli orari e degli impegni personali all’interno della casa, ma anche la disponibilità a sottoporsi periodicamente a controlli che accertino l’astensione dalle bevande alcoliche e dalle sostanze stupefacenti. Se l’inserimento ha esito positivo, si ha l’ingresso in appositi mini-appartamenti, collocati a breve distanza dalla Parrocchia: qui ogni persona dispone di un proprio spazio di autonomia (ogni struttura è dotata di camera, bagno e cucina), ma la contiguità con le altre persone permette loro di condividere momenti di socialità e di abituarsi alla vita in comune in un contesto di libertà.
Fondamentale, in questo percorso, è la ricerca di opportunità di lavoro e formazione professionale, a partire dal tessuto sociale del modenese. La permanenza nelle strutture della Parrocchia di Bagazzano, infatti, è solo temporanea e ha lo scopo di aiutare le persone accolte a riacquistare senso di responsabilità, autonomia di mezzi per la sopravvivenza, senso di appartenenza a una comunità di persone.
In questo contesto, l’impegno concreto dei Comuni risulta fondamentale per predisporre una cornice amministrativa e anagrafica che consenta agli utenti di poter usufruire dei servizi collegati al possesso della residenza; Modena, Castelfranco Emilia e Nonantola hanno già manifestato il proprio interesse all’iniziativa. Imprescindibile risulta il coinvolgimento dei soggetti pubblici per il finanziamento di progetti riabilitativi/lavorativi ad hoc, specialmente per quanto riguarda le necessarie attività di sostegno psicologico individuale.
“Gli appartamenti sono già ultimati e disponibili da tempo per accogliere persone provenienti dalle strutture detentive di Castelfranco Emilia e Modena. Auspico che il progetto di don Emanuele possa concretizzarsi al più presto: le risorse messe a disposizione sui territori- sottolinea Desi Bruno- devono essere valorizzate per aiutare le persone che escono da situazioni di reclusione a ritrovare il senso della loro esistenza, reintegrarsi e a non recidivare nel reato. Questo progetto va incontro ai bisogni delle fasce deboli della popolazione e soprattutto di chi vive in situazione di totale abbandono, come nel caso degli internati di Castelfranco. Di fronte alla scarsità delle risorse dedicate a questi temi, l’iniziativa portata avanti da don Emanuele rappresenta una straordinaria opportunità e auspico che diventi patrimonio comune e fatta propria dall’apposito Comitato per l’area dell’esecuzione penale adulti”, chiudela Garante regionale a conclusione della visita a Bagazzano.
(rg)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)