Martedì, 26 Maggio 2020 15:39

Associazione Vittime Riunite d'Italia, Coronavirus: un errore chiamato Luna Park In evidenza

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Lettera al Direttore di Gazzettadellemilia.it da AVRI  Associazione Vittime Riunite d'Italia.

"Egregio Direttore, ci permettiamo di rubare uno spazio all'interno della Sua rubrica per esprimere le nostre perplessità riguardo le nuove aperture, soprattutto per quel che riguarda il Luna Park che si vocifera avere luogo in Cittadella a partire dal giorno 13 del mese di giugno. Sappiamo che è doverosa una ripartenza dell'economia e della vita della cittadinanza ma crediamo che ci siano dei paletti assolutamente da mettere per la tutela delle fasce deboli. Fino ad oggi abbiamo visto che il rispetto delle norme imposte per la civile convivenza non ha prodotto i risultati attesi.

La movida ha preso piede, così come i bivacchi cittadini davanti al teatro Regio piuttosto che i gruppi di persone in piazzale della Pace ecc... I giovani purtroppo o per fortuna termineranno le lezioni e avranno molto più tempo a disposizione per socializzare e come hanno fatto fino ad ora (ma non solo loro intendiamoci) non rispetteranno presumibilmente le regole basilari date dalla regione in merito alla pandemia che stiamo lasciandoci a fatica dietro le spalle. Veniamo al punto: mettere un Luna Park in un parco cittadino nel quale fino a ieri fioccavano multe per poco rispetto delle distanze-norme sembra quasi una follia. Come possiamo pensare che tutte le persone che vi andranno rispetteranno i crismi della normale vita in comunità, se ad oggi non indossano le mascherine e non mantengono le distanze? Come possiamo pensare che si possa mantenere la distanza di un metro almeno sopra una giostra? Con quale tipologia di mascherina sarà necessario entrarvi? Siamo in un periodo dove non si trovavano guanti, cosa indosseranno le persone prima di salire? Verrà misurata la temperatura a tutti?
Questi quesiti che appaiono polemici e obsoleti sono a tutela delle categorie più deboli, quali ad esempio anziani o ammalati in genere. L' esempio che per primo ci sovviene è il classico bambino-ragazzo che va contagiando il nonno anziano e cagionevole. Cosa succederà dopo al nonno? Ecco vede Direttore, noi come associazione siamo dalla parte dei più deboli e delle vittime e per vittime non si intende solo coloro che perdono la vita, anzi noi vorremmo poter evitare che si arrivi a tutto ciò. Questo è il nostro impegno civico che anche con la presente siamo a rinnovare.
Siamo qui per dire che secondo il nostro punto di vista questo svago può diventare pericoloso e fare incrementare la pandemia mandando all'aria 3 mesi di sacrifici di cittadini, commercianti e tanti altri.
Abbiamo già subito troppe perdite e non intendiamo solo a livello economico, parliamo di numeri di decessi. Parma ha già avuto troppe vittime, non ne servono altre. La città è stata già ampiamente vessata dalla pandemia. Dovremmo aver già imparato tutti la lezione."

Grazie per averci dato spazio per esprimere la nostra voce. Cordialmente.

AVRI: Associazione Vittime Riunite d'Italia sezione di Parma.
Domenico Muollo, Laura Rossi e Nicola Comparato

 

 

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