Venerdì, 22 Settembre 2017 16:03

Welfare, in Emilia-Romagna oltre un milione di anziani: 565mila con più di 75 anni In evidenza

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Il presidente della Regione oggi a Pavullo, nel modenese, al convegno 'Comunità e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessità e sostenibilità'. "Solo per la non autosufficienza, nel 2016 abbiamo investito oltre 470 milioni di euro".

22 settembre 2017

Qualità della vita delle persone, intesa come benessere fisico, sociale e ambientale, con particolare riguardo alle persone anziane e fragili. L'impegno di istituzioni e associazioni per sostenerlo e favorirlo. Di questo e delle politiche di assistenza, prevenzione e promozione della salute si è discusso oggi al convegno "Comunità e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessità e sostenibilità" che si è svolto a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, al Centro servizi per la terza età "Francesco e Chiara". A parlare degli strumenti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna a favore delle persone più deboli, anziane in particolare, è stato, in apertura dei lavori, il presidente Stefano Bonaccini.

"In una regione come la nostra, con una forte presenza di anziani, il cui numero, secondo le previsioni demografiche, aumenterà nei prossimi vent'anni di oltre il 22%, credo sia compito della politica investire in un welfare in grado da una parte di coinvolgere e valorizzare le capacità e le aspirazioni che le persone non più giovani hanno in grande quantità, e dall'altra di garantire un invecchiamento attivo, buone condizioni di salute e servizi di cura e assistenza all'altezza dei bisogni. A questo obiettivo- ha aggiunto Bonaccini- guarda il nuovo Piano socio-sanitario, con cui abbiamo ridisegnato alcuni dei principali servizi rivolti agli anziani: in primo luogo l'assistenza domiciliare, la prevenzione dei rischi per la salute, il sostegno alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie. In quest'ultimo ambito, solo considerando il 2016, abbiamo investito oltre 471 milioni di euro".

Il progressivo invecchiamento della popolazione rappresenta il trend demografico con cui deve misurarsi sempre più anche l'Emilia-Romagna, così come l'Italia e i Paesi occidentali. Allo stesso tempo, sempre in Emilia-Romagna si stima che i cittadini over 65 possano contare su un'aspettativa di vita in buona salute di circa 10 anni.

L'impegno della Regione

In Emilia-Romagna sono oltre 1 milione gli anziani residenti (23,4% della popolazione), di cui più di 565 mila gli ultra 75enni (12,7%); questi ultimi, secondo le previsioni attuali, nel 2035 supereranno i 625 mila. È il quadro demografico in cui si collocano le politiche della Regione, finalizzate a sostenere la partecipazione attiva di questi cittadini alla vita della comunità, favorire le opportunità di aggregazione e di scambi intergenerazionali, promuovere stili di vita sani e ricchi di relazioni nel corso di tutta la vita.

Sul piano dell'assistenza, tra gli strumenti più significativi c'è il Fondo regionale per la non autosufficienza, attraverso il quale la Regione, con oltre 471 milioni di euro investiti nel 2016, sostiene lo sviluppo della rete di servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica per il mantenimento al domicilio degli anziani non autosufficienti. L'Emilia-Romagna, inoltre, è anche una delle pochissime Regioni ad avere avviato, già dal 1999, un Progetto demenze - al quale partecipano Ausl, Aziende ospedaliere, Comuni, associazioni dei familiari e di volontariato - che garantisce ai malati, non solo di Alzheimer, assistenza sanitaria, sociale e socio-sanitara.

Con il Piano regionale della prevenzione e Programmazione locale per il benessere sociale e la salute, la Regione sostiene da anni programmi e interventi specifici che vedono impegnate in modo diretto le comunità locali, non solo istituzionali, come le Case della Salute. Esse rappresentano per i cittadini un unico punto di riferimento per l'accesso alle cure primarie, gestione delle patologie croniche e percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all'ospedale. Proprio dalle equipe presenti nelle Case della salute - composte dal medico di medicina generale, infermiere dell'ambulatorio per la gestione integrata della cronicità, assistente sociale e, a seconda del bisogno emergente, dallo specialista - vengono elaborati i Profili di rischio di fragilità (Risk-ER) che consentono di identificare precocemente i cittadini in condizioni di salute più a rischio e quindi di intervenire in modo appropriato.

Infine, tra gli strumenti più innovativi messi in campo dalla Regione c'è il Progetto di telemedicina, che consente di offrire assistenza sanitaria e costante monitoraggio di parametri vitali, prevalentemente in caso di patologie a rischio, ai cittadini anziani o vulnerabili residenti in aree della regione particolarmente disagiate e difficili da raggiungere. /Ti. Ga.

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

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