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A partire da oggi, 1° settembre, torna l'orario invernale alla biblioteca Passerini Landi, aperta dalle 14 alle 19 il lunedì e dalle 9 alle 19 dal martedì al sabato -

Piacenza, 1 settembre 2014 -

Torna in vigore a partire da oggi, 1° settembre, l'orario invernale alla biblioteca Passerini Landi, aperta dalle 14 alle 19 il lunedì e dalle 9 alle 19 dal martedì al sabato. 
Riprendono i consueti orari di operatività anche le sedi decentrate di viale Dante – da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 19, il sabato dalle 9 alle 13 – e della Farnesiana, aperta il lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, il giovedì e sabato dalle 9 alle 13.
Resta invece valido fino al 13 settembre l'orario estivo della sezione Ragazzi Giana Anguissola, che solo da lunedì 15 settembre riprenderà il consueto orario: martedì, giovedì e sabato dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30, mercoledì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30.

(Fonte: Comune di Piacenza)

Il sindaco Dosi è atteso a Tokyo, dove martedì 30 settembre, nella residenza dell'ambasciatore italiano Domenico Giorgi, si terrà la conferenza stampa di presentazione della mostra "Denaro e bellezza: Botticelli e il Rinascimento fiorentino" -

Piacenza, 29 agosto 2014 -

Trasferta d'eccezione, per il sindaco Paolo Dosi, tra il 29 settembre e il 1° ottobre prossimi: destinazione Tokyo, dove martedì 30, nella residenza dell'ambasciatore italiano Domenico Giorgi, si terrà la conferenza stampa di presentazione della mostra "Denaro e bellezza: Botticelli e il Rinascimento fiorentino", di cui uno dei capolavori più importanti in esposizione sarà il Tondo di Botticelli, prestato per l'occasione dai Musei Civici di Palazzo Farnese.

La rassegna, in calendario dal 21 marzo al 28 giugno 2015 presso il Bunkamura Museum della capitale nipponica – la più prestigiosa struttura dedicata all'arte "classica" – è organizzata dal quotidiano "The Mainichi Newspaper" e dalla prima rete televisiva giapponese, Nbk Promotion. "Un'opportunità straordinaria – sottolinea il sindaco – per promuovere il nostro territorio, anche perché al dipinto della Madonna adorante il Bambino con San Giovannino sarà riservato un ruolo da protagonista all'interno di questa rassegna di altissimo livello, curata da Ludovica Sebregondi e supportata da un Comitato scientifico che include anche i nostri Musei Civici farnesiani, accanto ad altre realtà italiane e internazionali di eccellenza".

Il Tondo di Botticelli, in particolare, oltre alla scheda descrittiva comune a tutte le opere nel catalogo della mostra, ne avrà una specificamente dedicata alla sua storia e all'iter del suo restauro, "unica opera – rimarca Dosi – a godere di un simile approfondimento. Sono onorato – prosegue il primo cittadino – di prendere parte alla presentazione ufficiale di questo grande evento: in occasione della conferenza stampa, verrà distribuito l'opuscolo Piacere Piacenza appositamente tradotto in giapponese, e sono allo studio ulteriori forme di valorizzazione dell'attrattività di città e provincia per i turisti nipponici".

Considerazioni che, aggiunge il sindaco, "si fanno ancor più significative se pensiamo che dei cinque milioni di biglietti già venduti, all'inizio di agosto, per l'Expo milanese, ben tre milioni di richieste provengono dall'Oriente, Cina e Giappone in testa". "Non a caso – spiega il sindaco – tra le condizioni che abbiamo posto per il prestito del dipinto di Botticelli c'è la restituzione entro la prima metà di maggio, anche se la mostra al Bunkamura Museum si chiuderà solo il 28 giugno. Questo consentirà l'esposizione a Palazzo Farnese in concomitanza con l'Expo e, nel contempo, permetterà che il quadro possa essere ammirato a Tokyo durante la cosiddetta settimana d'oro che cade all'inizio di maggio e rappresenta, per i giapponesi, il momento clou del turismo culturale".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Martedì, 26 Agosto 2014 11:47

Kamlalaf, Daniela racconta il Senegal

Daniela Patelli, tra i partecipanti al progetto Kamlalaf che hanno vissuto l'esperienza in Senegal con l'associazione Diaspora Yoff, ripercorre alcuni dei momenti più significativi del suo viaggio.

Piacenza, 26 agosto 2014 -

Il viaggio dei ragazzi partiti per il Senegal nell'ambito del progetto Kamlalaf che ha l'obiettivo di costruire un percorso personale nel mondo del volontariato e della cooperazione internazionale -

Chiudo gli occhi e sento ancora sulla pelle quel soffio di vento che offriva un po' di sollievo sulla spiaggia, mentre in una buca nella sabbia ribolliva l'acqua dell'ataya. Quale migliore compagnia di un tipico tè senegalese? Pare che basti mettere su l'acqua per veder formarsi una cerchia di persone pronte a trascorrere del tempo insieme a chiacchierare. 
In questi giorni non ho conosciuto attimo di silenzio. In strada c'è gente a ogni ora che non può fare a meno di salutarsi, chiedere della famiglia mentre le mani si stringono e non si lasciano. Bambini insabbiati schiamazzano rincorrendosi o giocando a palla o giocando con un copertone.

Tra i vicoli, dall'ombra qualche pecora lancia un belato. I muezzin richiamano i fedeli alla moschea, ognuno dalla propria. E quando il sole cala si alza il ritmo dei tamburi e il canto delle preghiere. Le orecchie sono colme di suoni e un toubab (trad. uomo bianco) potrebbe spazientirsi... E invece, sicuramente questo è il mio caso, quando la partenza si avvicina ci si comincia a chiedere se sia così assurda la prospettiva di restare e quali potrebbero essere le proprie possibilità. E perché no? Potrei buttarmi anch'io in Dakar a fare incetta di merci da rivendere in Yoff. Oppure chi è bravo a cucinare può fare un business del suo piatto forte allestendo un piccolo banchetto in un angolo ombroso delle strade di questo villaggio. Chi è portato per le faccende domestiche potrebbe mettere in piedi una mini impresa e accettare lavoretti, come fare il bucato, stirare, babysitter, pulizia pavimenti.. Se hai un congelatore puoi rivendere anche il tuo prezioso ghiaccio.
 Insomma le possibilità sono infinite per questi senegalesi: la loro duttilità e la loro inventiva invitano a non preoccuparsi troppo del futuro vivendo alla giornata. 


Guardo questa società e questo villaggio di pescatori, specchio di altre comunità senegalesi, e vedo da un lato che la voglia di fare è molta e dall'altro che ci sono tanto lavoro e tante problematiche da risolvere, prime fra tutte l'inadeguatezza delle abitazioni con asfissianti tetti di lamiera oppure lo smaltimento dei rifiuti che inondano strade e piazzali e spiagge. 
Ai miei occhi questo Stato può solo sembrare in crescita e con una buona prospettiva di miglioramento. I

l mio augurio è che il suo popolo non ricalchi passo dopo passo gli errori di noi tubab europei, assorbendo le nostre abitudini e il nostro consumismo, perdendo le proprie tradizioni e i valori di cui ancora sono portatori.
 Qui ho infatti trovato il rispetto per il prossimo come fosse un fratello e il rispetto per l'anziano che ha un ruolo fondamentale nella risoluzione dei conflitti sociali dando voce a etica e buon senso. Ho ritrovato l'umiltà e il senso civico, da noi merce rara, nel volontariato di tante persone che si prodigano per fare ciò di cui c'è bisogno, semplicemente perché c'è n'è bisogno e lo Stato non può permettersi di retribuirli tutti.

Ho scoperto una spiritualità e una saggezza antiche da noi estinte con la diffusione della religione cattolica, fatte di riti pagani e danze tribali e di presenze benigne e maligne che influenzano la vita quotidiana, per cui ogni malattia ha un suo rimedio naturale o spirituale. E così, in preda a un raffreddore che avrebbe stroncato anche il rinoceronte ammirato alla riserva di Bandia, mi ritrovo nel bicchiere un beverone, gentilmente offerto da una delle due mamma di casa - si trattava infatti di un'allegra famiglia poligama. Niaxna (buono), molto buono. Per quanto mi è stato possibile capire si trattava di un delizioso frullato di frutta, ma nel mio cuore rimarrà simbolo della teranga (ospitalità) senegalese e dell'amore materno di cui ho goduto in queste due settimane. 
Jerejef (grazie), grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio e alla famiglia Diagne.
Daniela Patelli

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Domenica, 24 Agosto 2014 09:31

Kamlalaf, l'Uganda di Alberto e Laura

Al "diario" di Alberto Maserati, tra i partecipanti al progetto Kamlalaf, si aggiunge quello di Laura, giovane trevigiana che si è aggregata al gruppo attraverso l'iniziativa "Vieni e vedi" di Africa Mission.

Piacenza 24 agosto 2014 --
Il loro viaggio si è ormai concluso, ma nelle righe che seguono, due tra i ragazzi che hanno vissuto il viaggio in Uganda con Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo raccontano emozioni, sensazioni, scoperte.
Al "diario" di Alberto Maserati, tra i partecipanti al progetto Kamlalaf, si aggiunge quello di Laura, giovane trevigiana che si è aggregata al gruppo attraverso l'iniziativa "Vieni e vedi" di Africa Mission.

Giorno 4
Vi sbagliate! Non vi voglio narrare i fotogenici tramonti africani, fino ad ora nascosti dietro la spessa coltre di fumi che a Kampala trapassa le narici e fa strizzare gli occhi; o della natura sorprendente di questi luoghi, con animali bellissimi e piante meravigliose; o dei colori, dei sapori e degli odori che riempiono questa atmosfera; delle persone, dei bambini festosi e ovunque, dei costumi e delle danze tipiche o come si dice sempre: "la musica e il ritmo l'hanno nel sangue". Ci sono montagne di libri sull'argomento. Leggete quelli.
Vi racconto di un avvenimento che sarebbe potuto succedere anche a pochi metri da casa mia; ma è accaduto qui. Vi racconto di un mio sorriso di ipocrisia, regalato, trasformatosi in lacrime di commozione, per la reazione silenziosa di gioia umile e spontanea, slegato da ogni materialismo o fine egoistico, di chi l'ha ricevuto. Una sensazione di fronte alla quale si rimane disarmati per la sua forza travolgente. Mi è venuta in mente una poesia di Manzoni, "Regala ciò che non hai": "...regala un sorriso quando tu hai voglia di piangere, produci serenità dalla tempesta che hai dentro (...). Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te, invaderà il tuo essere, diventerà veramente tua nella misura in cui l'avrai donata agli altri."

Giorno 12
Benvenuti in Karamoja.
Ci vediamo catapultati in un altro mondo. Il traffico cittadino va diradandosi, attraversiamo foreste, distese di mais e canna da zucchero, paludi ricoperte di papiri; ed è così che, quasi senza accorgercene, arriviamo in Karamoja. La nostra auto sprofonda nella ferita che taglia un altipiano a perdita d'occhio, cosparso di alberi via via sempre più radi e da invisibili villaggi. Con il loro portamento inconfondibile, avvolti come spiriti nei loro coloratissimi mantelli, ecco che ci appaiono qua e la lungo la strada o vicino alle loro case i karimojong; una popolazione di pastori nomadi, guerrieri per necessità.
È la stagione delle piogge qui, e con questo mi spiego perché, la "terra dimenticata da Dio", mi appare una madre più generosa di come mi era stata descritta. Ma la natura si manifesta subito come è realmente: una matrigna avara alla quale l'uomo, come gli altri abitanti di questa regione, si è dovuto adattare, per sopravvivere, nonostante i suoi capricci. Come le acacie che qui hanno lunghe, durissime spine per difendersi dagli attacchi degli erbivori, anche gli uomini sembrano nascondersi sotto una dura corazza, pronti a proteggersi da qualsiasi sorta di attacco nemico. Un individualismo cieco sembra pervadere questo luogo. Chi ha più vacche è più importante. I bambini mangiano per ultimi. La legge del più forte, la legge della sopravvivenza naturale, regola questo ecosistema.
Ed ecco avanzare verso noi, con passo instabile e insicuro, un uomo, che si è appena bevuto i suoi soldi per sopravvivere ad un mondo nuovo. Non è un ubriacone comune, lui era un fiero guerriero karimojong. Sulla sua pelle si possono contare il numero di uomini da lui uccisi. Nei suoi occhi, velati dalla cataratta e inzuppati di grappa keniota, puoi vedere tutte le vacche un tempo da lui possedute. Il suo mondo è sparito, in un istante. È rimasto senza niente con la campagna del disarmo e la politica del governo per rendere sedentaria e quindi più controllabile questa popolazione. L'alcool, venduto qui in squallide bustine di plastica, è ciò che gli resta. Eccolo fare lo scemo con le nuove turiste bianche.
Ho capito quanto sia, molto spesso, difficile e delicato il lavoro delle Ong. Ho capito quanto sia impossibile aiutare tutti. Ecco perché quando si chiede "la situazione è migliorata da quando C&D e Africa Mission operano in questa regione?" non si può avere una risposta certa, dipende dal punto di vista. Sicuramente è cambiata e come in tutti i cambiamenti, vi sono pro e i contro. I bambini ora, almeno la maggior parte, hanno di che sfamarsi, la possibilità di avere le cure mediche di base, la possibilità di un'istruzione elementare. E tutto ciò è grandioso.
Alberto Maserati
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Questo è il racconto del mio viaggio... il mio primo viaggio in Africa, un viaggio che ho sognato e desiderato da molti anni e che finalmente ha preso forma, non so perchè sono riuscita a partire proprio in questo momento della mia vita, forse lo scoprirò con il trascorrere del tempo, o forse lo sto già capendo pian piano. Il viaggio in realtà è cominciato già in Italia quando ho conosciuto Africa Mission e le persone che ne fanno parte, sono entrata anch'io a far parte di questo gruppo, anzi di questa grande famiglia che ha come casa tutta l'Italia e che mi ha dato l'opportunità di fare questa bellissima esperienza!
Non riesco a riordinare i pensieri e le emozioni che ho provato in questo luogo, perchè qui tutto è pieno...pieno di persone, di colori, di voci e suoni, di odori, di macchine e animali, di polvere e oggetti, di sguardi e strette di mano. Posso descrivere la prima sensazione che ho sentito durante il nostro primo incontro con questo mondo che come un uragano mi ha travolto: mi sono ritrovata catapultata in mezzo a una confusione fatta di vita. Questa sensazione mi accompagna ogni giorno, nonostante cambino i paesaggi, le persone, le abitudini... io rimango travolta da tutto ciò che accade attorno a me, tutto ciò che incontro mi colpisce, è come una sorta di onda d'urto che mi viene addosso.
Potrei descrivere concretamente tutto ciò che abbiamo fatto: le attività con i bambini, i giochi, i luoghi visitati in cui la vita viene vissuta, il prendersi cura di chi ne ha bisogno, l'aiutare le persone che ogni giorno si mettono al servizio dell'altro; ma il mio viaggio è fatto principalmente di emozioni, di sentimenti che nascono da dentro, di pensieri che mi riempiono la mente e che non riesco a far stare in silenzio... è fatto di un qualcosa che è difficile esprimere perchè è un qualcosa che si può solo vivere.
Il mio viaggio è fatto anche di persone che come me hanno scelto di fare questa esperienza, e che non hanno scelto di ritrovarsi nello stesso posto nel medesimo momento, è fatto di un gruppo di ragazzi che, prima ancora di essere dei compagni di viaggio, sono degli amici... amici che guardano questo mondo sconosciuto con gli occhi della curiosità, priva di pregiudizi e paure, piena di stupore e incredulità. Sono contenta di poter condividere con loro questo mio pezzo di vita, sono contenta che ognuno di loro abbia incrociato il mio cammino... sono amici che resteranno per sempre legati a questo mio sogno realizzato, che lo rendono ogni giorno pieno di affetto.
Importante per me è anche la presenza di Paolo che ci sta dando la possibilità di vedere e conoscere ogni piccola realtà, di vedere quanto lavoro e aiuto c'è dietro ai tanti progetti che C&D ha, ci da la possibilità di metterci in gioco completamente, ci da la sicurezza nel poterci esprimere a nostro modo senza aver troppo timore di sbagliare, con quel suo modo semplice e umano di stare in mezzo alla gente e di renderci parte della vita che si costruisce qui ogni giorno.
Bellissimo è stato vivere nella casa di Piergiorgio e Cristina, ci hanno accolto come una mamma e un papà. Ci siamo sentiti una vera famiglia, loro hanno saputo darci l'affetto, il supporto e la sicurezza necessari per affrontare al meglio questa avventura a noi completamente sconosciuta. Ritornare nella loro casa dopo le nostre attività era proprio come ritornare a casa dopo una giornata di lavoro...loro erano sempre li ad aspettarci e noi questo lo sapevamo!
Il mio viaggio non è ancora terminato...so che ci saranno ancora tante persone da incontrare, da conoscere, molti sguardi che incroceranno il mio, molti sorrisi che nasceranno e molte emozioni che riempiranno cuore e mente...
Laura


Gli assessori all'ambiente di Piacenza, Parma e Reggio Emilia insieme per condividere esperienze e sviluppare azioni comuni
Piacenza, 23 agosto 2014 --
L'assessore all'Ambiente Luigi Rabuffi ha incontrato ieri mattina, presso il Municipio di Parma, i colleghi Gabriele Folli e Mirko Tutino, assessori all'Ambiente di Parma e Reggio Emilia, per discutere dei programmi realizzati riguardo la raccolta differenziata, per condividere le esperienze attuate e sviluppare collaborazioni su progetti futuri, anche in relazione alla condivisione, da parte dei tre Comuni, dello stesso gestore per la raccolta dei rifiuti.

- foto del Comune di Parma da sinistra: Tutino, Folli e Rabuffi -

(Comune di Piacenza)

Sentenza di primo grado del Tribunale di Piacenza: "La maggior parte del territorio comunale non soggetta a tassa di bonifica".

Piacenza 23 agosto 2014 --
La quasi totalità del territorio comunale – nonché, di conseguenza, degli immobili che vi sono situati – non dev'essere assoggettata al tributo consortile: lo ha stabilito, in questi giorni, il Tribunale Civile di Piacenza, pronunciandosi sull'annosa controversia relativa al contributo di bonifica per gli immobili di proprietà comunale, che ha visto l'Amministrazione, difesa dall'avvocato Franco Spezia, opporsi al Consorzio di Bonifica di Piacenza e alla Regione Emilia Romagna. La sentenza di primo grado emessa dal giudice Gabriella Schiaffino con una lunga e articolata decisione potrà avere, se diverrà definitiva, risvolti di grande portata per tutta la cittadinanza.
La causa verteva sui tributi pagati dal Comune per gli immobili di sua proprietà tra il 1997 e il 2000, pertanto il Consorzio di Bonifica è stato condannato a restituire più di 160.000 euro oltre agli interessi legali. Il Tribunale ha ritenuto dovuto il tributo unicamente per gli immobili di proprietà del Comune ubicati nelle zone di Mortizza, Le Mose e Dossi di Roncaglia, in quanto ricevono un beneficio diretto dallo scolo delle acque nei cavi consortili. Tale beneficio di scolo deriva dal Diversivo Est, in gestione al Consorzio, che svolge azione di scolo delle acque piovane attraverso la rete di canali consortili, nonché dal Collettore Armalunga e dall'impianto di sollevamento Armalunga, tutti gestiti dal Consorzio.
Nel contempo, il Tribunale ha ritenuto che l'esistenza delle opere gestite dal Consorzio conferiscano al territorio – e quindi, di riflesso, agli immobili che vi sono ubicati – un mero beneficio generico che, in forza delle leggi in materia e dei precedenti di giurisprudenza consolidatisi, non giustifica la pretesa contributiva del Consorzio stesso. Il principio sancito dal Tribunale è che il beneficio dato dalla regimazione delle acque, derivante al restante territorio comunale dalle altre opere idrauliche gestite dal Consorzio, è non solo generale, ma anche mediato dalla rete fognaria realizzata dall'Amministrazione comunale e non incide direttamente a favore dei singoli immobili, per cui non è dovuto il contributo consortile per gli immobili di proprietà comunale siti nelle altre zone della città.
La sentenza si intreccia con la nuova richiesta inviata dal sindaco Paolo Dosi nei giorni scorsi al Ministero dell'Economia e delle Finanze e al Demanio regionale di ottenere la gestione diretta, da parte del Comune, degli impianti Finarda, Armalunga, canale Diversivo Est e Ovest, attraverso una concessione prodromica anche all'acquisizione della proprietà. Ciò consentirebbe una gestione e manutenzione diretta degli impianti collegati alla rete fognaria da parte del soggetto gestore della rete, oggi Iren, con risparmio di spesa e una funzionalità di cui beneficerebbe la collettività locale.
(Comune di Piacenza)

Derattizzazione, il sindaco scrive al Demanio: "Necessario intervento anche all'interno di Torrione Fodesta".

Piacenza, 21 agosto 2014 -- --
Urge un intervento di derattizzazione anche all'interno di Torrione Fodesta, "per non vanificare l'efficacia delle analoghe misure straordinarie che l'Amministrazione comunale intende attivare al più presto, associate all'avvio di un sistema di raccolta dei rifiuti che elimini, nella zona, i cassonetti stradali, potenziale fonte di alimentazione dei roditori". Questo, in sintesi, il contenuto della nota che il sindaco Paolo Dosi ha inviato stamani al direttore dell'Agenzia regionale del Demanio Riccardo Uzzo, chiedendo che si agisca tempestivamente sulla struttura di via XXI aprile di cui il primo cittadino sottolinea lo stato di abbandono e conseguente degrado, anche come ricettacolo di rifiuti.
Nel confermare che si procederà a un'operazione capillare di derattizzazione – che integri l'attività ordinaria già svolta in quest'ambito dalla ditta incaricata dall'Amministrazione – il sindaco rimarca come i frequenti avvistamenti di topi all'interno e nelle vicinanze di Torrione Fodesta, denunciati nelle ultime settimane dai residenti nei dintorni dell'immobile, siano stati confermati nel corso dei sopralluoghi effettuati dal personale comunale competente.
Garantendo al Demanio la piena disponibilità e collaborazione dell'Unità operativa Ecologia, condivisa con l'assessore Rabuffi, Dosi conclude invitando il direttore dell'Agenzia emiliano-romagnola, "a tutela dell'igiene e della salute pubblica, a predisporre e attuare nel più breve tempo possibile gli interventi necessari a riportare la situazione sotto controllo".
(Comune di Piacenza 20 agosto 2014)

Il cordoglio del sindaco Dosi per la scomparsa del senatore Spigaroli

Piacenza, 18 agosto 2014 - "Con il senatore Spigaroli, Piacenza perde non solo una delle sue figure più illustri sotto il profilo della politica e dell'impegno culturale, ma ancor prima una personalità che godeva della stima e del rispetto di tutta la cittadinanza". Il sindaco Paolo Dosi, esprimendo il cordoglio dell'Amministrazione comunale per la scomparsa del presidente dell'Ente Farnese, sottolinea "il sentimento di profonda gratitudine della comunità piacentina nei confronti di Alberto Spigaroli, che alla guida della nostra città, come nei suoi mandati al Senato e alla Camera ha saputo interpretare la politica nella sua più alta accezione".

Aggiunge Dosi: "E' stato determinante, per la crescita della cultura del nostro territorio. Il suo impegno e il suo grande trasporto per il restauro di Palazzo Farnese e delle mura farnesiane, con il recente recupero del Bastione di via Campagna restituito alla collettività, rappresentano una testimonianza autentica e incancellabile della sua opera infaticabile per la tutela del patrimonio pubblico. Inoltre – prosegue il primo cittadino – i suoi tratti signorili hanno fatto di lui una persona che privilegiava il dialogo e i rapporti interpersonali. A modo suo, lascia un segno indelebile nella comunità piacentina, che saprà ricambiare con affetto e con grande senso di responsabilità quanto ha fatto il senatore Spigaroli per la nostra città".
(Comune di Piacenza)

Giovedì, 14 Agosto 2014 09:16

Piazza Cavalli al PD, il Sindaco risponde

Concessione di piazza Cavalli al Pd, il sindaco risponde: "Nessuna violazione al Regolamento comunale".

Piacenza 13 agosto 2014 - "Non c'è discrepanza alcuna tra la concessione di piazza Cavalli per la festa del Partito Democratico e quanto previsto dal Regolamento comunale che disciplina la materia": così il sindaco Paolo Dosi risponde alle richieste di chiarimento giunte da più parti in questi giorni, a seguito della delibera di Giunta del 5 agosto con cui si concede l'uso della piazza per la Festa dell'Unità dal 28 agosto al 2 settembre prossimo.
"Innanzitutto vorrei precisare che alla manifestazione non è stato dato il patrocinio dell'Amministrazione, in conformità all'articolo 3 del citato Regolamento che include appunto, tra le iniziative non patrocinabili, gli eventi a carattere politico promossi da partiti o movimenti. Ben diversa – prosegue il primo cittadino – è la collaborazione, tant'è che se ricorre una delle due fattispecie, si esclude l'altra. Come riportato chiaramente anche nella scheda informativa pubblicata sul sito web del Comune, la collaborazione richiede sempre una delibera di Giunta e viene concessa per iniziative coerenti con i princìpi e le finalità istituzionali delineate nello Statuto dell'ente. Presupposti che paiono evidenti per la Festa dell'Unità – aggiunge Dosi – si connota tradizionalmente come una manifestazione aperta a tutta la cittadinanza, nella quale si intrecciano aspetti di convivialità e intrattenimento, confronto e dibattito che costituiscono un forte elemento di aggregazione, in grado di coinvolgere un pubblico ampio ed eterogeneo".
"L'uso di piazza Cavalli, nel caso specifico – conclude il sindaco – non confligge neppure con l'articolo 15 del Regolamento per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, consentito per manifestazioni culturali, sportive, di solidarietà, scolastiche, politiche e patriottiche, nonché di promozione commerciale, organizzate, autorizzate o patrocinate dal Comune. Ricordo infine che è previsto sia il pagamento del canone per l'occupazione di suolo pubblico, sia il versamento di un idoneo deposito cauzionale, come sancito anche nel verbale della conferenza dei servizi del 21 luglio scorso, che è parte integrante della delibera di collaborazione, in cui non si ravvede nessuna contrarietà alla normativa comunale".

(fonte comune di piacenza)

Giovedì, 14 Agosto 2014 08:20

Kamlalaf, l'Uganda di Vincenzo

Nelle righe che seguono, il racconto del viaggio in Uganda con Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo vissuto da Vincenzo Salluzzo, tra i partecipanti all'edizione 2014 del progetto Kamlalaf che, accompagnati da Paolo Strona, hanno visitato il Paese tra la capitale Kampala e l'arida regione del Karamoja.

Piacenza, 14 agosto 2014 - Ripenso a poche settimane fa, pieno di aspettative e inconsapevole di tutto. Avevo immaginato che questa realtà mi avrebbe sconvolto e cambiato, ma non immaginavo così tanto. Pensavo di essere pronto all'incontro, allo scambio, alla condivisione, ma quando si tratta dell'Africa non lo si è mai abbastanza, nemmeno dopo anni. In realtà non ho ancora avuto tempo di metabolizzare cosa ho visto, sentito e toccato. È accaduto così in fretta, di corsa, sguardo dopo sguardo, sorriso dopo sorriso, incredulità, stupore ed amarezza. Voglia di migliorare, aiutare ed essere presente, con la consapevolezza che tutto scorrerà con il suo tempo regolare, una volta tornato in Italia. L'Italia, che Paese lontano. Non conosco ancora la terra in cui vivo e già ne voglio scoprire un'altra? No, questa savana infinita richiede pazienza e a tempo debito sarà capace di rispondere a molte domande semplicissime.
Ricordo che appena ho toccato il suolo africano, stremato dalle quattordici ore di volo, ciò che desideravo era solamente dormire, ma i miei occhi erano attratti ed attenti a scrutare dal finestrino della jeep quello che sarebbe stato il mio scenario di vita per tre settimane. Sono passati giorni in cui sono stato lontano da tutto e tutti, sto scoprendo una terra sconosciuta, sto conoscendo me stesso. Un ragazzo che sempre si mette in gioco ed ora ha deciso di farlo senza tirarsi indietro, anche se con passi troppo grandi forse per lui.
L'aiuto ai Missionaries of the Poor, i giochi alla Great Valley School, i pomeriggi spesi cercando invano di capire come renderti utile o semplicemente come sorridere nel modo più sincero possibile. Si, ciò che in queste settimane ho deciso di fare è sorridere sempre, mostrarmi allegro, perché quei bambini hanno bisogno di affetto e quei ragazzi di sicurezze. Mi bastano pochi secondi per fissare in mente occhi colmi di insoddisfazione, gratitudine, rabbia e penso a quanto in fondo siamo uguali ma diversi allo stesso tempo. Per la prima volta mi sono ritrovato seduto all'alba in un kral accanto ad una popolazione coperta solo da una coperta che sa di povertà e tradizione. Mai avrei immaginato di camminare per le arterie di una città, Kampala, perdendomi anche solo con lo sguardo, mai ero riuscito a vedere così chiare le costellazioni ed esprimere undici desideri per undici stelle cadenti nell'arco di un'ora. Il mio desiderio egoistico? Essere felice! Ma da giorni a questa parte non riesco ad esserlo a pieno a causa di quei bimbi che corrono senza meta, con magliette lacerate, su cigli di strade impercorribili, rosse, secche e fangose allo stesso tempo.
Come riusciamo? Come riusciamo a preoccuparci di apparire, quando qualcuno in un altro continente vive in capanne di fango e paglia o addirittura non vive affatto per il riso ed il posho non abbastanza sufficienti a sfamare una bocca. La realtà è questa, ne porto la triste testimonianza, le gocce di sudore e le cicatrici sul cuore. È tutto vero, sei muzungu, sei ricco, sei dannatamente potente, navighi in fiumi di soldi, quando adolescenti alla tua semplice richiesta di restare in fila per ricevere dei biscotti, ti assalgono perchè vivono di quello, di acqua portata con taniche dal peso improponibile sulla testa. Ebbene si, non dimentico nulla e riporto tutto. Calzano scarpe che rimediano da pneumatici, vivono ad un metro di distanza l'uno dall'altro, litigano ma sanno essere solidali, forti e calorosi. Ad ogni mercato, villaggio o scuola sembra di entrare direttamente in casa loro, cantano, ballano per te, ti sorridono, ti studiano, per loro sei amico con una carezza, fratello con un abbraccio e loro salvatore per una penna ed un quaderno donati. Sì, la cultura si può sostenere ed il progresso favorire, ma per quanto? Per tutta una vita, basta costanza e determinazione.
L'Africa ti accoglie tra la sua gente, le sue tradizioni, la sua musica, il suo ritmo, i suoi colori, i suoi tramonti. Ti rapisce, uccide, provi dolore, gridi, piangi ma poi ti rialzi, rinasci e vivi. Ti senti finalmente vivo e consapevole come mai in diciott'anni. Cos'ha significato per me la permanenza tra le mura di Africa Mission? È vivere sentendoti a casa, anche lontano da essa. È combattere, lottare per te e chi crede che alla fine anno dopo anno qualcosa cambierà, in fondo anche solo un sorriso riempie l'anima, testato! Dura un secondo? Si è vero, tecnicamente è così ma quello stesso secondo rimane incastrato dentro quel cuore che mi ha portato a conoscere il mondo. Personalmente credo nelle nuove generazioni, ripongo le mie speranze nella formazione e informazione. Dal fresco progetto del Centro giovanile del distretto di Moroto "Youth is the engine of the world" ("La gioventù è il motore del mondo") traggo ispirazione lasciando un messaggio: plasmiamolo, questo mondo, in modo tale che possa ospitarci tutti, insieme nonostante il colore della pelle.
Vincenzo Salluzzo

(Fonte Comune di Piacenza)

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