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Nuova tappa del viaggio in Perù con Danila Pancotti di ProgettoMondo Mlal, nell'ambito di Kamlalaf, per Patrizia Chiappa ed Elena Carrà, partite il 16 luglio scorso e in procinto di rientrare mercoledì 5 agosto. -

Piacenza, 3 agosto 2015 -

Finalmente siamo arrivate sulle Ande, dove siamo state accolte da Vanni De Michele, un cooperante italiano che collabora con ProgettoMondo Mlal. Vanni si occupa del "Sumaq Llankay", parola quechua che significa economia solidale: il progetto contribuisce al rafforzamento delle organizzazioni locali, gestite per la maggior parte da donne, di quattro province andine, al fine di incentivare lo sviluppo economico del territorio.
Come prima tappa abbiamo visitato alcune associazioni di produttori locali e di artigianato tessile nel distretto di Pitumarca, dove siamo state accolte con un lauto pranzo a base di huatya (patate cotte nella terra), mais e riso. Abbiamo assistito anche all'inaugurazione di un negozio di un'associazione tessile. Un altro partner del progetto di economia solidale è Gies Canchis, un'associazione creata nel 2009 che raggruppa produttori che si dedicano ad attività di artigianato, prodotti biologici, medicina naturale, promuovendo un consumo etico. Nella sede di Gies Canchis siamo state accolte da Gloria, partner di progetto e da Pedro, promotore, i quali ci hanno illustrato come lavora un gruppo di artigiani andini. Abbiamo visitato un negozio solidale che vende prodotti tessili delle associazioni affiliate a Gies. In seguito alcune donne ci hanno spiegato come vengono prodotte e lavorate le erbe per la produzione di medicinali naturali. L'accoglienza che ci hanno riservato è stata speciale, in quanto hanno organizzato per noi una "challa", un rito ancestrale andino di buon auspicio per il viaggio. Nella stessa giornata abbiamo visitato una pelletteria affiliata a Gies, dove viene lavorata la pelle di alpaca e di ovino con il fine di produrre peluches di alpaca, tappeti, cappelli, pantofole. Abbiamo assistito alla preparazione di alcuni orsetti che verranno poi venduti in alcune città italiane, tra cui Piacenza, durante i mercatini di Natale.
Il giorno seguente da Sicuani ci siamo spostati verso Ayaviri, un'altra cittadina andina, dove abbiamo incontrato l'equipe tecnica del progetto "Sumaq Llankay" per quanto riguarda il distretto di Puno. Insieme a Victoria, Milagros, Grober, Simeon, Felicitas, Percy abbiamo visitato l'associazione Tikary Pampa nella comunità di Jatun Sayna, nel distretto di Macari, provincia di Melgar. La responsabile del progetto che riguarda la produzione di quinoa è una donna andina, molto intraprendente, di nome Yoni, la quale ci ha illustrato i vari processi mediante i quali viene coltivata e lavorata la quinoa. Yoni è stata molto disponibile e ci ha concesso una piccola intervista, nella quale ci ha spiegato quale ruolo riveste la donna sia all'interno della società che all'interno delle associazioni lavorative. Si è soffermata sulle difficoltà che deve affrontare una donna che ricopre un ruolo di responsabilità. La frase che più ci ha colpite è stato quando ha affermato che l'uomo e la donna differiscono solo per il sesso, ma possono lavorare e gestire la casa allo stesso modo. Per il pranzo siamo state accolte dalla comunità di Tikary Pampa che ci ha preparato un piatto tipico: la "pesq'ue", un piatto di quinoa cucinata con latte e formaggio.
Nel pomeriggio siamo state invitate in Comune dal sindaco di Macari che ci ha accolti come visitatori speciali. In questa occasione sono stati invitati tutti i rappresentanti delle varie associazioni di lavoratori andini, i quali hanno esposto le loro attività. Come omaggio ci hanno offerto i prodotti delle varie associazioni.
Questi giorni sulle Ande sono stati per noi intensi e pieni di energia positiva, sia grazie a Vanni che ci ha trasmesso la passione e l'amore con il quale svolge il suo lavoro, sia per le persone che collaborano in questi progetti, che nonostante le difficoltà, gestiscono con determinazione e volontà il loro lavoro. Grazie per la calorosa accoglienza che ci ha permesso di farci sentire parte, anche se per pochi giorni, della vostra comunità.
Arrivederci Ande!!!
Elena e Patrizia

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Il viaggio nella penisola balcanica, con Francesco Millione e Davide Marchettini della Caritas Diocesana, nell'ambito del progetto Kamlalaf, promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. -

Piacenza, 1 agosto 2015 -

Valentina Porcu e Silvia Manini raccontano la tappa conclusiva del loro viaggio nella penisola balcanica, accompagnate da Francesco Millione e Davide Marchettini della Caritas Diocesana, nell'ambito del progetto Kamlalaf.

"Da Dubrovnik inizia il nostro viaggio di rientro verso casa. Siamo sulla costa croata, e ci pare di essere in un altro mondo. Abbiamo lasciato alti monti dalle rigogliose pareti di verdissima vegetazione, separate fra loro da innumerevoli tornanti fatti di canyon d'acqua limpida, per trovare monti altrettanto alti ma aridi e brulli, che circondano la cittadina a picco sul mare, tanto da renderla calda e afosa, quasi invivibile. Alterniamo quindi le visite alle meravigliose mura di cinta e al centro storico, con un breve tuffo nelle acque limpide della prima spiaggetta cittadina raggiungibile a piedi. E' una città che ben rappresenta il nostro percorso di servizio civile presso la Caritas di Piacenza. Abbiamo imparato come la realtà può essere osservata da svariati e differenti punti di vista: la si può guardare dall'alto, come fossimo sulla linea della funicolare che ci ha portato in cima ad una montagna per vedere la città; la si può guardare girandoci intorno osservandola dall'esterno, come abbiamo fatto percorrendo le mura; la si può guardare dall'interno, come abbiamo fatto vivendo la città tra la sua gente e nei suoi scorci più intimi. Abbiamo appena il tempo di assaporare l'aria salmastra di questa città Patrimonio dell'Umanità, che è già tempo di ripartire.

Ci spostiamo quindi leggermente verso l'interno, tornando in Bosnia-Erzegovina. La città che secondo le previsioni meteo doveva riservarci un caldo torrido in realtà ci accoglie con un rinfrescante acquazzone che dura giusto il tempo di permetterci di godere di uno spettacolo inaspettato: i tuffi dal Ponte Vecchio. Mostar e il suo ponte hanno un ruolo cruciale nella storia della Bosnia-Erzegovina: il 9 novembre 1993 venne distrutto durante il conflitto fra le forze croate e quelle bosniache, che poco prima avevano combattuto insieme per liberare la città dalle forze serbe. I tuffi che si dice siano iniziati con la creazione del Ponte stesso (1565), sono stati interrotti solo nelle circostanze peggiori quali la guerra appunto, e il segno della loro ripresa sono un po' il segno della ripresa dell'intera città. Il ponte venne infatti ricostruito nel 2004 e venne dichiarato, insieme alla città vecchia, Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.

Nel viaggio di rientro verso casa, ci fermiamo a Banja Luka, la seconda più grande città della Bosnia-Erzegovina e capitale de facto della Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina; con gli accordi di pace di Dayton del 1995 infatti, il territorio è stato suddiviso in Repubblica Serba e Federazione della Bosnia ed Erzegovina, suddivisione che dovrebbe rispecchiare la distribuzione territoriale dei diversi gruppi etnici, ma che in realtà non si avvicina neppure lontanamente a qualcosa di omogeneo (basti pensare che la sola Federazione conta una ripartizione a sua volta in dieci cantoni suddivisi per etnie). Abbiamo giusto il tempo di visitare il Castello medioevale che affianca il fiume Vrbas, e più nient'altro: 800 km si strada ci aspettano e alle prime ore della giornata del 25 luglio si parte.

I viaggi di conoscenza sono occasioni uniche e irripetibili per potersi avvicinare a culture diverse dalla nostra e che scardinano l'idea che abbiamo di "noi", mondo occidentale, come centrali rispetto al resto del mondo. Perché decidere di farne uno? Si ha paura di ciò che non si conosce; grazie alle esperienze di conoscenza, come le opportunità offerte da Kamlalaf, si superano questi timori e viene favorita l'apertura verso l'altro, il diverso da sé. Il dialogo e il confronto permettono di arricchire se stessi e ciò che ci circonda; in particolare, l'esperienza balcanica ci insegna come una piccola scintilla possa innescare reazioni dolorose e inaspettate, che potrebbero realisticamente concretizzarsi ovunque e in qualsiasi momento nel mondo. E' importante quindi lavorare costantemente sulle relazioni fra le persone, come ci hanno insegnato con le loro testimonianze coloro che abbiamo incontrato.

Un grande ringraziamento dunque al Comune e agli sponsor, che hanno contribuito finanziariamente ad una parte delle spese di viaggio; un ringraziamento speciale a Gianluca Sebastiani, che ci ha seguito nel breve percorso formativo prima della partenza, fornendoci validi strumenti per affrontare al meglio il viaggio che ci attendeva, e ad Osvaldo Fusi Presidente dell'Associazione Piccolo Mondo, che ci ha gentilmente ospitato presso la sede dell'associazione stessa; un altrettanto speciale ringraziamento ai nostri accompagnatori, Francesco Millione e Davide Marchettini, operatori della Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, che hanno messo a nostra disposizione il loro tempo e le loro conoscenze del territorio, nonché le preziose abilità da piloti che nei 2800 km di strada si sono rivelate indispensabili.
Per chi fosse interessato a saperne di più, dopo il periodo estivo si terrà un incontro di restituzione dell'esperienza di viaggio alla cittadinanza."

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Reportage da Sarajevo per Valentina Porcu e Silvia Manini, che il 24 luglio hanno terminato il loro viaggio, accompagnate da Francesco Millione della Caritas diocesana, nell'ambito del progetto Kamlalaf, promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. -

Piacenza, 27 luglio 2015 -

La capitale della Bosnia Erzegovina ci accoglie con i suoi moderni palazzi che svettano al fianco dei ruderi sopravvissuti alla guerra, sui quali la stessa ha lasciato evidenti segni; i fori che vediamo evocano in noi il suono degli spari e le grida della gente. La nostra prima giornata è dedicata alla memoria: è Roberta Del Prete, giovane donna che continua a collaborare con Caritas dopo il servizio civile, ad accompagnarci per le vie della città. 
A Sarajevo, la Caritas italiana supporta la Caritas locale nelle sue attività allo scopo di renderla autonoma e, insieme ad altre Caritas internazionali, tra cui quella americana, ha un progetto di supporto alle vittime civili nel processo di rielaborazione del trauma post-guerra e della riconciliazione, tema di cui è ancora necessario parlare guardando in modo concreto la società. Gli accordi di Dayton hanno fatto terminare la guerra ma non hanno risolto i vari contrasti: la pace va costruita giorno dopo giorno con fatica, non è scontata.

L'incontro organizzato per noi coinvolge tre persone sopravvissute alla guerra: Angelko, croato, ci parla della sua esperienza ricordando "persone buone in tempi cattivi" ed esprime speranza nel futuro per "smettere di vivere nel passato"; Andrich, serbo, a stento trattiene l'emozione in alcuni momenti in cui ricorda torture, paura per i propri familiari e senso di colpa, chiedendo giustizia per quanto sofferto, giustizia che può arrivare solo col riconoscimento dei loro diritti (uno fra tutti l'invalidità da shock post traumatico); Amir, bosniaco, è il più giovane, aveva poco più di 10 anni quando, dopo essere stato allontanato dalla sua casa e poi deportato altrove insieme ai suoi compaesani, la vede bruciare alle sue spalle. Nonostante tutto ciò e la perdita del padre, ha ancora un bel ricordo vivo nella mente: l'arrivo degli scout italiani nel campo profughi di Fiume (l'attuale Rijeka) al confine con la Croazia, che facevano giocare i bambini e portavano gli hamburger. 
Il filo comune a tutti e tre gli interventi è stato sicuramente il punto di partenza per imboccare la strada della riconciliazione, che dev'essere il Perdono, necessario e doveroso da parte di tutti verso tutti, perché in questa guerra, come in tutte le guerre, la violenza è di tutti contro tutti, l'umano viene disumanizzato, e le motivazioni che la innescano si perdono nei meandri dei molteplici problemi sociali, etnici, religiosi e culturali; l'altro elemento fortemente sottolineato è il ruolo che la politica deve assumere in questo processo di giustizia sociale, necessaria per poter ripartire (ricordiamo anche come le disposizioni per la costituzione di una Commissione per la riconciliazione, come previsto dagli accordi di pace di Dayton, sono state del tutto disattese).

Un esempio di quanto ancora la politica sia "indietro" rispetto alla maturità ormai acquisita da gran parte della popolazione, è il mancato supporto statale in termini di finanziamento ai progetti di riconciliazione: Caritas Bosnia Erzegovina, ad esempio, riceve il 97% dei fondi dall'estero. 
Quest'anno, tra l'altro, l'associazione spegne 20 candeline e ripercorre la sua storia ricordando come è nata (aiuti umanitari rivolti a tutte le etnie/fedi religiose nel contesto della guerra) e come lavora oggi, collaborando con altre organizzazioni su progetti di sviluppo: assistenza domiciliare ad anziani rimasti soli dopo l'emigrazione dei giovani familiari, interventi sul mercato del lavoro per ridurre la disoccupazione ed evitare la conseguente emigrazione verso l'estero, che si declina anche come azione di prevenzione della tratta di esseri umani (prostituzione e traffico di organi umani).


La seconda giornata è stata dedicata al dialogo interreligioso, partendo da una visita ai quattro cardini religiosi (cattedrale cattolica, moschea, sinagoga e chiesa ortodossa), per poi incontrare alcuni membri del gruppo del Consiglio Interreligioso, costituito da una ventina di giovani che operano insieme a ragazzi dai 15 ai 25 anni. Si cerca di educarli alla pace, in particolare nelle zone rurali, perché è nelle periferie che sono rimasti ancora molti pregiudizi e ostacoli da superare, dopo la guerra. Non bisogna dimenticare che la coesistenza tra le tre religioni è imperfetta, non si può credere che sia tutto semplice, per questo bisogna continuare a impegnarsi in modo costante perché vi possa essere un futuro di pace. Il Consiglio collabora anche con le comunità, con i religiosi e con le donne. "Bisogna amare il prossimo come se stessi" è ciò che viene sottolineato dai membri. Indipendentemente dalle differenze etnico-religiose "l'amore non fa nessun male al prossimo". E' questo il grande insegnamento che tutte le religioni chiamate in causa ci insegnano.

Sulle stesse tematiche oggetto del lavoro di Caritas Bosnia Erzegovina, opera anche l'associazione Education Builds Bosnia & Herzegovina, fondata nel 1994 dall'ex Generale dell'esercito Jovan Divjak. I destinatari principali del loro operato sono i bambini vittime della guerra e le madri degli stessi: forniscono aiuti agli invalidi e borse di studio per i ragazzi, anche di etnia Rom. Le difficoltà che incontrano sono numerose, prima fra tutte il sistema scolastico, estremamente frammentato: il territorio è infatti diviso in Cantoni, ognuno dei quali ha le sue leggi indipendenti dal quelle del governo centrale della Federazione, anche in tema di istruzione. I giovani vengono inoltre sensibilizzati a buone pratiche di vita, come ad esempio evitare di iscriversi ad un partito politico per ottenere un lavoro o altri privilegi (pratica estremamente diffusa). 
Concluderemmo questo racconto su Sarajevo con una frase che ci riporta all'importanza della riconciliazione e a riflettere sulla costanza necessaria per superare le avversità: "ogni giornata porta con sé il bello e il brutto". Conserviamo quindi con cura ciò che di buono otteniamo e mettiamo da parte ciò che è andato storto; col tempo il cassetto si riempirà di tante cose positive.

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Il sindaco e l'assessora al Commercio Katia Tarasconi hanno preso parte, nella cornice del padiglione cinese di Expo 2015, al Chongqinq Day, organizzato dall'omonima città metropolitana. -

Piacenza, 22 luglio 2015 -

Ieri mattina il sindaco Paolo Dosi e l'assessora al Commercio Katia Tarasconi hanno preso parte, nella cornice del padiglione cinese di Expo 2015, al Chongqinq Day, organizzato dall'omonima città metropolitana che conta oltre 30 milioni di abitanti.

Presenti anche il direttore di Confapi Andrea Paparo e Simona Bazzoni, piacentina residente a Roma, che lavora nel settore alimentare e, grazie ai frequenti contatti con l'area asiatica, si è fatta promotrice dell'incontro tra i due territori.
Il sindaco Dosi ha approfondito, in una riunione ristretta con il primo cittadino di Chongqing Huang Qifan, i contenuti del memorandum che la Giunta comunale ha approvato nella seduta di lunedì, consegnato anche al console italiano nel distretto di Chongqing Sergio Maffettone. Oggetto del documento, che dopo la traduzione in cinese sarà firmato dai due sindaci, la reciproca collaborazione per condividere informazioni, favorire scambi e investimenti, in particolare nei settori dell'agricoltura e della logistica.

"Siamo particolarmente orgogliosi – commenta il sindaco Paolo Dosi – dell'evento vissuto stamani, foriero di grandi potenzialità per il sistema piacentino così come, ci auguriamo, per la realtà cinese con cui ci siamo impegnati a concretizzare nuove iniziative di condivisione e conoscenza, che speriamo preludano a investimenti con ricadute positive anche in termini occupazionali. Molto interesse ha destato il nostro polo logistico, comparto che anche per Chongqing rappresenta un caposaldo dell'economia locale, così come il nostro know-how in ambito agroalimentare".

"Nel rinnovare il ringraziamento a Simona Bazzoni per la sua intraprendenza e disponibilità nel rendere possibile questo incontro – aggiunge l'assessora Tarasconi – mi fa piacere sottolineare che la nostra era l'unica città italiana invitata oggi per discutere di questioni commerciali e imprenditoriali, accanto ad altre realtà come la Regione Valle d'Aosta. E' un'opportunità importante, che dopo la firma del memorandum vedrà probabilmente il viaggio di una delegazione piacentina sul posto, così come ci prepariamo ad accogliere qui i loro rappresentanti".

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Incontro sulla ristrutturazione dell'ex Collegio San Vincenzo, progetto finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca per 4.520.000 euro, con l'obiettivo di destinarlo a residenza per gli studenti. -

Piacenza, 21 luglio 2015 -

Si è tenuto ieri, lunedì 20 luglio, su iniziativa del vicesindaco Francesco Timpano, un sopralluogo con i rappresentanti di tutte le realtà accademiche presenti a Piacenza, in merito alla ristrutturazione dell'ex Collegio San Vincenzo, progetto finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca per 4.520.000 euro, con l'obiettivo di destinarlo a residenza per gli studenti. Un'operazione resa possibile con la concessione dell'immobile da parte del Comune di Piacenza alla Asp Collegio Morigi – De Cesaris che, nella sua funzione di ente delegato per il diritto allo studio, è intestataria e realizzatrice del progetto.

"Scopo dell'incontro – spiega l'assessore Timpano – è stato quello di raccogliere idee e suggerimenti per la realizzazione di un collegio di impianto innovativo sulla mobilità internazionale degli studenti, rivolto anche a docenti e ricercatori. E' nostra intenzione proporre un modello di residenza universitaria non tradizionale, aperto alle nuove forme della frequenza in ateneo, spesso caratterizzata dalla presenza per periodi di tempo limitati. L'obiettivo – aggiunge in proposito il vicesindaco – è per esempio quello di dare vita a una struttura adatta alle nuove esigenze dei corsi di laurea magistrale del Politecnico, ma anche a servire gli studenti internazionali delle lauree magistrali dell'Università Cattolica. Vogliamo poi coinvolgere l'Università di Parma e il Conservatorio, affinchè la struttura sia al servizio di tutto il sistema universitario piacentino".

"Sarà più una residenza che un collegio – precisa Francesco Timpano – e speriamo, con il sostegno di Ergo, Agenzia regionale per il diritto allo studio, di poterne fare un luogo di erogazione di servizi per gli universitari piacentini, collocato in centro storico. E' una scommessa importante sul futuro del nostro polo universitario, per mantenere e far crescere il quale occorre che il sistema territoriale continui ad investire, in un periodo in cui le sedi decentrate delle università sono oggettivamente in ridimensionamento. Vogliamo farlo con tutte le istituzioni del territorio ed abbiamo condiviso queste riflessioni con Provincia, Camera di Commercio e soprattutto con la Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha programmi importanti di sostegno alla nostra realtà universitaria".

Oltre agli assessori comunali Francesco Timpano e Silvio Bisotti erano presenti il professor Dario Zaninelli, prorettore della sede di Piacenza del Politecnico di Milano, il dottor Angelo Manfredini della sede di Piacenza dell'Università Cattolica, il Maestro Camillo Mozzoni del Conservatorio Nicolini, la professoressa Lorella Franzoni, delegata del Rettore dell'Università di Parma per il benessere studentesco e la dottoressa Ketty Bulgarelli, coordinatrice della sede didattica di Piacenza del corso di laurea in Infermieristica..
In rappresentanza della Asp Collegio Morigi – De Cesaris, il direttore Eugenio Silva e l'architetto Giuseppe Oddi hanno illustrato il progetto e guidato il sopralluogo. "Ora – conclude il vicesindaco – parte la corsa contro il tempo nella speranza di vedere l'opera realizzata per il 2017".

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Arriva da Zenica, in Bosnia, la nuova pagina di diario di Valentina Porcu e Silvia Manini, in viaggio con Francesco Millione della Caritas diocesana nell'ambito del progetto Kamlalaf. Rientreranno venerdì 24 luglio, ma nel frattempo continuano a raccontare la loro esperienza. -

Piacenza, 21 luglio 2015 -

"A differenza dell'ingresso in Slovenia, in Bosnia Erzegovina il confine alle frontiere si percepisce: 30 minuti di coda per i controlli alle automobili hanno reso tangibile questa demarcazione. A Zenica alloggiamo presso l'orfanotrofio Dom Porodica, struttura che ospita un centinaio di bambini che vivono in gruppi di 12 componenti insieme ad un educatore. La cittadina è gemellata con Fiorenzuola, e l'associazione Fiorenzuola Oltre i Confini sostiene l'orfanotrofio.
Abbiamo incontrato Emir, presidente dell'associazione Sezam, organizzazione non governativa no profit che si impegna a migliorare la qualità della vita e le relazioni interpersonali delle comunità presenti: croati cattolici, serbi ortodossi, bosniaci musulmani (binomi che rappresentano la maggior parte delle formazioni etnico-religiose sul territorio). L'attività dell'associazione consiste in programmi di educazione alla pace e di gestione non violenta dei conflitti, allo scopo di promuovere la riconciliazione. Il tema della riconciliazione a vent'anni di distanza dalla fine della guerra nei Balcani può sembrare scontato, ma così non è; basti pensare al fatto che i matrimoni "misti" prima della guerra erano all'ordine del giorno, mentre ora si possono contare sul palmo di una mano.
Siamo capitate a Zenica proprio durante i festeggiamenti per la fine del Ramadan, che hanno portato per le strade centinaia di giovani belli ed eleganti, vestiti a festa. Il secondo giorno lo abbiamo trascorso una decina di bambini e ragazzi dell'orfanotrofio: è stato bello riuscire a condividere un momento di gioco con loro, nonostante non parlassimo la stessa lingua. La povertà, qui, si tocca con mano: cani randagi, spazzatura e tanti piccoli dettagli. Nonostante questo la gioventù è piena di voglia di vivere, e pare non sia neppure figlia di tanta crudeltà che nel passato ha insanguinato questa terra; loro del resto non sanno neppure cosa sia la guerra, ma l'ostilità e la diffidenza verso il prossimo lasciano traccia di un passato triste che poi così lontano ancora non è".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio con la Caritas diocesana verso la Bosnia per l'edizione Kamlalaf 2015. -

Piacenza, 17 luglio 2015 -

Arriva da Lubiana, la prima cartolina dell'edizione 2015 di Kamlalaf. Il progetto è promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. E' un'iniziativa dedicata al turismo responsabile e consapevole, rivolta a quanti desiderano conoscere il mondo della cooperazione internazionale. 

A spedirla la cartolina sono Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio dal 15 al 24 luglio con la Caritas diocesana – accompagnate da Francesco Millione – con destinazione Bosnia. La prima tappa, però, è Lubiana, da dove scrivono poche righe, accompagnando la loro foto:

"Eccoci da Lubiana, capitale della Slovenia. Il passaggio alla frontiera è stato veloce e indolore, l'unica differenza rilevata è la forma della bottiglia dell'acqua (lunga e squadrata e senza etichetta). Testimonianza di quanto in realtà sia labile e debole l'idea che noi abbiamo di frontiera.
Lubiana è una perla verde di grande bellezza dall'atmosfera austriaca. Ci ha colpito la sua tranquillità e il suo essere pulita. 
Il simbolo della città è il drago: secondo una leggenda, l'eroe greco Giasone sconfisse il drago che viveva nella palude vicino alla sorgente del fiume che attraversa la città, salvandola dallo stesso. Lubiana è anche ricca di acqua: piccole fontanelle sbucano ad ogni angolo delle tante viuzze del centro storico. Sarà forse per la presenza di così tanta acqua che tutte le energie negative sembrano svanire e lasciare spazio a una sensazione di pace e tranquillità".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Aperte le iscrizioni al servizio di refezione scolastica per l'anno 2015-2016. Termine ultimo il 30 settembre. -

Piacenza, 9 luglio 2015

Sono aperte – con termine ultimo il 30 settembre – le iscrizioni al servizio di refezione scolastica per l'anno 2015-2016. La relativa domanda è scaricabile dalla sezione "modulistica/infanzia" del sito www.comune.piacenza.it, nonché disponibile in cartaceo presso gli sportelli Quic e l'Ufficio Mense di viale Beverora. Attivando le credenziali del sistema regionale Federa, è possibile compilare il modulo direttamente on line, accedendo in rete alla prenotazione del servizio e trasmettendo il tutto via web.

La richiesta di ammissione può inoltre essere spedita ai numeri di fax 0523-492800/2515, tramite posta elettronica all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  o per posta, a Comune di Piacenza, Servizio di refezione scolastica, viale Beverora 59, 29121 Piacenza. Chi lo desidera può riconsegnarla a mano, agli sportelli polifunzionali Quic, il lunedì, martedì e giovedì dalle 8.15 alle 17, il mercoledì e venerdì dalle 8.15 alle 13.30, il sabato dalle 8.15 alle 12.15.

Per gli alunni che proseguono il ciclo scolastico – infanzia, primaria, secondaria di primo grado – dell'anno precedente, riconfermando l'iscrizione nella fascia tariffaria intera, senza richieste di agevolazioni, non è necessario ripresentare la domanda.
Le tariffe in vigore per i nuclei familiari residenti a Piacenza variano dall'importo massimo di 5.56 euro euro per Isee superiore ai 9 mila euro, ai 3.35 euro per gli Isee da 4.300,01 a 9 mila euro, sino alla tariffa minima di 1.75 euro a pasto per Isee inferiori. Per i residenti in altri Comuni, è in vigore la tariffa unica di 5.75 euro a pasto.

Sono inoltre previste agevolazioni per le famiglie numerose, in cui più figli usufruiscano delle mense: la tariffa massima, ad esempio, scende a 5 euro se i bambini sono 2, 4.45 in caso di tre, 3.89 per quattro e 2.78 euro per 5 figli e oltre. I possessori di Family Card possono richiedere lo sconto in relazione al numero di minori complessivamente presenti nel nucleo, anziché sulla base degli utenti del servizio di refezione. Per i minori in affido, viene applicata l'esenzione a fronte di documentata richiesta da parte della famiglia, mentre per gli alunni disabili è prevista la tariffa immediatamente inferiore a quella dovuta per l'Isee familiare. In particolari situazioni di disagio, certificate dai Servizi Sociali, possono essere previste riduzioni di costo o esenzioni anche laddove vengano superati i valori Isee di riferimento.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Dal 13 luglio la distribuzione delle nuove tessere per l'uso gratuito dei bus per i neo 65enni. -

Piacenza, 7 luglio 2015 -

Seta rende noto che le nuove tessere per l'uso gratuito dei bus urbani, rivolte ai cittadini che hanno compiuto 65 anni nel corso del 2015, verranno distribuite presso la biglietteria di piazza Cittadella a partire da lunedì 13 luglio. Chi dovesse ricevere a casa, prima di quella data, la lettera che informa della disponibilità della card nominativa da andare a ritirare, potrà nel frattempo circolare liberamente sui mezzi pubblici in città con la sola carta d'identità, sino a mercoledì 15 luglio.
I cittadini già in possesso della tessera possono invece continuare a usarla sino al 31 dicembre di quest'anno, senza doversi recare in biglietteria: entro la fine di questa settimana, ad ogni validazione verrà visualizzato dall'utente il segnale verde.

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

L'intesa, dopo un articolato percorso di confronto, pone in primo piano l'obiettivo di evitare tagli ai servizi e inasprimenti sulla fiscalità locale, mantenendo la spesa sociale, con particolare attenzione all'emergenza lavorativa. -

Piacenza, 19 giugno 2015 -

E' stato firmato ieri mattina in Municipio, dal sindaco Paolo Dosi e dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, il Protocollo d'intesa tra Comune e Sindacati confederali – di Categoria e dei Pensionati – relativo al Bilancio di previsione 2015 di Palazzo Mercanti. L'intesa, dopo un articolato percorso di confronto, pone in primo piano l'obiettivo di evitare tagli ai servizi e inasprimenti sulla fiscalità locale, mantenendo la spesa sociale, con particolare attenzione all'emergenza lavorativa.

Con riferimento alle imposte comunali, le parti hanno concordato di prevedere alcune agevolazioni sulla Tasi, tra cui l'esenzione dal pagamento per le abitazioni principali con rendita catastale inferiore o uguale a 250 euro e per gli inquilini che abbiano in locazione abitazioni e relative pertinenze con rendita catastale non superiore ai 700 euro, oltre a riconfermare le tariffe per i rifiuti ai livelli del 2014. Apprezzamento, da parte delle Organizzazioni sindacali, per la progressività nell'applicazione dell'addizionale Irpef, nonché per la fascia di esenzione sino agli 11 mila euro, già stabilita dall'Amministrazione comunale.

Condivisa la necessità di istituire un Tavolo di monitoraggio sul nuovo Isee, che permetta di valutare eventuali modifiche nelle soglie di accesso alle prestazioni agevolate. Accordo anche sul potenziamento della lotta all'evasione e sull'impiego di personale interno al Comune a tale scopo, con l'auspicio, da parte sindacale, che ci si possa avvalere di professionalità provenienti da altri enti in fase di riorganizzazione.
Sul fronte delle Società partecipate, impegno congiunto a costituire un Tavolo di confronto permanente, ribadendo – in uno specifico documento – il ruolo centrale delle pubbliche Amministrazioni. Previsto inoltre, all'interno del Tavolo sulle aziende partecipate, un percorso dedicato al Trasporto pubblico locale.

In materia di servizi socio-assistenziali, orientamento volto a valorizzare la domiciliarità e la semi-residenzialità, con attivazione di un Tavolo di confronto e approfondimento sul Piano comunale di riordino delle forme di gestione pubblica dei servizi alla persona. Saranno oggetto di verifica le nuove tariffe in vigore dal 1° luglio prossimo per i Centri residenziali, diurni e occupazionali rivolti ai cittadini con disabilità (l'importo mensile non potrà superare, ad esempio, l'indennità di accompagnamento).

Priorità al fenomeno delle nuove povertà in tema di Politiche sociali, nonché a interventi mirati per prevenire i comportamenti giovanili a rischio e, in merito all'emergenza abitativa, al rilancio dell'Agenzia per l'Affitto. Per quanto riguarda i servizi per l'infanzia, le sigle confederali hanno valutato positivamente l'accoglimento della richiesta di non diminuire i posti nei Nidi a gestione diretta del Comune.
A fronte della richiesta, da parte sindacale, di confermare e incentivare l'introduzione di una tariffa sociale per i servizi pubblici, l'Amministrazione si impegna a dare continuità a iniziative quali Social Market e Gruppi di acquisto collettivi, nonché a creare un tariffario comunale degli artigiani per anziani soli. Verrà inoltre attivato un confronto tra Comune e Sindacati sull'utilizzo dei 100 mila euro destinati, nel 2015, ad alimentare un Fondo anticrisi a sostegno delle famiglie maggiormente colpite dall'attuale congiuntura.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)