L'agroalimentare e il turismo potrebbero rappresentare la miscela esplosiva per un rilancio dell'Italia che abbia origine addirittura dal tanto vituperato mezzogiorno.
di Lamberto Colla Parma 14 aprile 2019 -
Quando si parla di mezzogiorno il collegamento corre immediatamente al degrado, al le mafie e allo sfruttamento degli extracomunitari, quel fenomeno disgustoso etichettato, a ragione, la nuova schiavitù.
Ma a ben guardare, le mafie e lo sfruttamento lavorativo sono ben radicati anche al Nord, con la differenza che ancora sono fenomeni di cui si ha paura a parlarne ed il processo "AEMILIA" ne è l'esempio più eclatante e comunque è solo la punta dell'iceberg di una infiltrazione mafiosa, quella dei colletti bianchi, che ha contagiato buona parte del sistema economico del Centro Nord.
Per fortuna invece il Sud d'Italia ha anche notevoli risorse, per lo più inespresse, che potrebbero essere riattivate per dare vigore al processo di rilancio economico del mezzogiorno.
Una straordinaria, quanto inattesa conferma proviene dal sistema agroalimentare grazie a una analisi fornita dall'ISMEA e presentata, nei giorni scorsi, a Parma.
A Cibus Connect è stato infatti presentato uno studio dell'Ismea, per voce del Direttore Generale Raffaele Borriello, concentrato sule aziende agroalimentari dove si evince che queste hanno vinto, in termini quantitativi e qualitativi, la sfida con le imprese del centro nord.
"C'è una cosa che al Sud cresce più che al Nord: il fatturato delle industrie alimentari. - sottolinea Raffaele Borriello - È quanto emerge dallo studio realizzato dall'Ismea in collaborazione con Fiera di Parma e Federalimentare prendendo in analisi 1.526 imprese alimentari dotate di bilancio e fatturato superiore a 10 milioni di euro. Dal rapporto emerge che, sebbene solo il 23% delle aziende medio-grandi si collochi nel Mezzogiorno (dove prevale una presenza ancora massiccia di imprese medio-piccole), negli ultimi tre anni il fatturato dell'industria alimentare è cresciuto di più nelle imprese meridionali (+5,4%) che in quelle del Centro-Nord (+4,4%)".
Numeri straordinari che finalmente riabilitano un Sud spesso troppo contestato e ancor più spesso mal sostenuto, dove le immense risorse economiche, destinate alle imprese o al welfare, sono state disperse e comunque non hanno raggiunto i destinatari ai quali erano indirizzate.
E' ora di cambiare! Oggi che il Sud e il Nord non sono più distinguibili, ahimè, per il fenomeno mafioso si rende necessario imprimere una svolta sostenendo lo sviluppo e contrastando con maggior fermezza l'illegalità per garantire una corretta competitività tra imprese.
Tra le prime cose da fare è imprimere una drastica svolta agli investimenti per grandi opere infrastrutturali di cui il SUD è praticamente privo..
Una conferma viene anche dall'intervento, svolto nella medesima occasione di Cibus Connect, di Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti nazionale e "figlio d'arte" (Giovanni Prandini fu Ministro della Marina Mercantile e dei Lavori Pubblici), che commentava come la filiera alimentare sia troppo frammentata e necessiti di accordi di cooperazione ed unità nella promozione dei prodotti e infine, citando appunto il padre, siano necessarie tutte quelle opere intermodali di cui il Paese è fortemente deficitario.
L'agroalimentare dl Sud quindi è una risorsa ormai accertata sulla quale è lecito e urgente investire.
Figuriamoci se ulteriori risorse venissero destinate a quell'immenso patrimonio artistico e naturalistico di cui il mezzogiorno dispone.
Non ce ne sarebbe più per nessuno e il turismo potrebbe diventare il "petrolio" del Sud.
L'esempio di Matera dovrebbe dare forza e coraggio ai nostri politici per scommettere su questo settore. La "Città dei Sassi" dal 2010 al 2017 ha incrementato del 176% l'accoglienza turistica e Napoli, nello stesso periodo, del 91%.
Numeri che devono far riflettere e essere da stimolo per avviare un possente e rigoroso progetto di rilancio del Sud che parta proprio dall'agroalimentare e dal turismo, anche in combinazione sinergica.
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La Persona è al centro dell'interesse sociale ed economico per la valenza relazione che assume nei contesti familiari e lavorativi, maggiormente esposti al contagio di una società che tende a frammentarsi sui bisogni materiali, e di opinione, facendo emergere l'individuo rispetto all'essere umano.
Di Guido Zaccarelli, Mirandola 14 aprile 2019 - Un tema che da tempo è al centro di un dibattito collettivo che vede diversi attori coinvolti nel cercare di arginare il fenomeno per riportarlo ai valori etici e morali della vita di comunità. L'opportunità di osservare la realtà da un'altra prospettiva è nata dall'incontro inatteso con la Dr.ssa Romana Prostamo, laureata in psicologia, diplomata in Scienze Umane, e specializzata in Neuropsicologia con una lunga esperienza anche a missioni umanitarie, in Kenya, Camerun, Ciad, Ladack, Kashmir, alla quale ho chiesto di fornire il proprio contributo in merito al senso dell'essere umano, tema centrale della Conoscenza Condivisa®.
Cosa significa: il senso dell'essere umano?
L'affettività ha come ingredienti fondamentali: l'amore, la compassione, la generosità e la "pietas" nel senso cristiano della parola. Elementi intimi che si manifestano a vario grado d'intensità nei moti d'animo e negli impulsi fisiologici. Come uomini basiamo la nostra piena realizzazione e serenità, sull'intimo appagamento del bisogno di affetto. Siamo animali sociali, dunque senza forme di affettività come, per esempio, l'amicizia, un abbraccio o uno scambio verbale, le nostre vite ci appaiono vuote, e la solitudine diventa insopportabile. Noi dipendiamo gli uni dagli altri. Questa interdipendenza è una legge di natura e se ci allontaniamo da essa avviene il disconoscimento di chi siamo, e tutte le qualità intrinseche del senso dell'umano, si sgretolano nell'assenza di un terreno su cui ergersi.
Cos'è l'affettività di cui tanto di parla?
L'affettività è un moto universale, crea un ponte di collegamento indistruttibile tra le persone e tra le generazioni, è un'energia che travalica il tempo, filtra come l'acqua in ogni anfratto della nostra natura di esseri senzienti e genera quel senso del donare scevro da ogni ricerca di risarcimento secondario. Gli studi di neurofisiologia e di psicologia hanno riconosciuto da tempo la circolarità dinamica che connette la dimensione dell'affettività a quella della conoscenza e della coscienza. Harry Harlow, psicologo statunitense, con le sue osservazioni sulla natura dell'amore ha dimostrato quanto il bambino, malgrado sia nella fase dell'appagamento dei bisogni primari, dia priorità alla mamma accogliente per ricevere protezione e affetto, e solo in un secondo momento appaga i bisogni fondamentali della fame e della sete. John Bowlby, con la sua teoria dell'Attaccamento conferma le osservazioni di Harlow, dicendo che le motivazioni intrinseche che legano il bambino ad una figura primaria sono la ricerca di protezione, serenità, calore affettivo, sensibilità. In ultima analisi, il motivo per cui l'amore e la compassione portano la felicità più grande risiede semplicemente nel fatto che nessuno nasce libero dal bisogno di amore.
Come si sta caratterizzando la società?
Malgrado i continui riconoscimenti sull'importanza dell'affettività, la società moderna si sta sempre più caratterizzando in senso negativo: rabbia, indifferenza e la spasmodica ricerca dell'appagamento materiale, prevalgono su sentimenti altruistici e compassionevoli tanto che i valori affettivi sembrano accantonati. Una società che ha un altissimo numero di persone che vivono la solitudine, l'abbandono, la ghettizzazione e la discriminazione, urla forte il bisogno di fermarsi a riflettere sulle cause di una vera e propria anestesia emozionale. Un male sociale che ha innescato il declassamento di qualità meravigliose come l'amorevolezza e la generosità d'animo a meri orpelli utili ma non necessari, rendendo molti affamati di amore, di riconoscimento e di pace.
La famiglia è importante per generare l'affettività?
Nascere in una famiglia i cui genitori sono attenti alle esigenze del bambino, con una spiccata propensione al dialogo, alla comprensione e agli abbracci, gli permetterà di costruire paradigmi affettivi ed emozionali positivi. Questi contenuti lo plasmeranno nell'elaborazione delle informazioni provenienti dall'ambiente, nelle forme pensiero e di conseguenza nel comportamento. C'è quindi la necessità di esperire e far esperire l'amore come stato profondamente intimo, stupefacente e gratificante. Quando questo accade, avremo adulti che ricreeranno nei rapporti interpersonali della propria vita le esperienze di relazione della prima infanzia. E' anche vero che noi, forti della nostra possibilità di scegliere, se non trasformiamo la nostra mente, tutto rimarrà com'è ora.
In conclusione, cosa possiamo suggerire ai nostri lettori?
Quale migliore occasione abbiamo, ogni giorno, di non arrenderci allo status quo e diventare fautori del grande cambiamento, rinnovare il nostro senso umano di desiderio di socialità e accoglienza e dimostrare che abbiamo compreso come essere migliori di chi ci ha preceduto e imparare a donare col cuore aperto. Dobbiamo ricordarci che "per far felice una persona non devi condividere le tue ricchezze ma fargli scoprire le sue".
Diplomata in Medicina Tradizionale Cinese, Fitoterapia, Training neurosensoriale. Romana Prostamo inizia la sua esperienza professionale presso il reparto oncologico del Niguarda Cà Granda e poi, nella Clinica "Città di Milano". Studia da 25 anni la filosofia buddhista che amplierà la sua visione personale e di terapista. Praticante delle tecniche meditative, tra cui la Vipassana e la Mindfulness. Ha acquisito il Diploma di Operatore Ayurvedico al "Center for Study and Research on Alternative Medicine" a Milano e ha frequentato i corsi di Julian Barnard per la Floriterapia di Bach e a quelli di Iam White sui Bush Flowers australiani. Dopo gli studi in logopedia, inizia la sua esperienza in Francia, Stati Uniti e Paesi in via di sviluppo, approfondendo così le tecniche di training riabilitativo lavorando giornalmente con persone affette da malattie neurodegenerative progressive. Nel periodo in cui lavora nell'Hospital of Leh, India del nord, approfondisce lo studio della Medicina Ayurvedica, assistendo al lavoro dei medici Amchi, ladakhi e tibetani, e in loco inizia il suo apprendimento come allieva tantrico buddhista Mahayana sui percorsi di ricerca spirituale e guarigione. Tornata a Milano, al fine di poter aprire un Centro per un approccio terapeutico alternativo alle disabilità, frequenta per due anni la facoltà di Scienze Biologiche all'Università Statale di Milano, per la necessità di comprendere più a fondo l'organizzazione funzionale del corpo umano, grazie alla quale riesce ad approfondire lo studio delle strutture e delle funzionalità cellulari. Nello stesso periodo intraprende, come volontaria, la terapia riabilitativa a domicilio ai malati di Corea di Huntington. Consegue la laurea in "Scienze e Tecniche Psicologiche" con la tesi "Le mille strade per il cambiamento" e successivamente in "Psicologia" con la tesi "BDSM tra psicopatologia e normalità". Successivamente comincia a prendere forma la D.C.P.A. (Dinamiche di Cambiamento e Potenziamento delle Abilità), nel riconoscimento che ciascuna persona è diversa e di conseguenza anche al percorso terapeutico viene richiesto un "taglio sartoriale".
Nel 2014 fonda il Centro Biopsicotronico per il benessere Nerudo al cui interno operano diverse figure professionali per il miglioramento e la guarigione delle persone. https://www.divulgazionemetafisicamilano.it/curriculum
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Pur rimanendo moderatamente positive, sono state riviste leggermente al ribasso le previsioni macroeconomiche per il 2019 della provincia di Reggio Emilia, ad eccezione dell’andamento dell’interscambio commerciale.
I dati previsionali per la nostra provincia aggiornati ad aprile, infatti, mostrano un rallentamento della crescita del Pil che, secondo l’elaborazione di gennaio, per l’anno in corso avrebbe dovuto attestarsi al +0,5%, mentre le ultime stime parlano di un +0,1%. L’andamento previsto per Reggio Emilia risulta in linea con il dato nazionale (+0,1%), ma lievemente al di sotto della crescita ipotizzata per l’Emilia-Romagna (+0,3%).
Le cose dovrebbero andare meglio nel 2020 quando il Pil reggiano, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sugli "Scenari per le economie locali" elaborati da Prometeia, dovrebbe riprendersi e raggiungere il +0,9%.
Relativamente alle esportazioni, invece, le previsioni parlano di una crescita che dovrebbe essere superiore al dato ipotizzato a gennaio.
I primi segnali di rallentamento dell’economia provinciale erano già emersi dalle interviste con gli imprenditori che ipotizzavano, per il primo trimestre del 2019, una frenata sia della produzione manifatturiera che del fatturato, e una flessione degli ordinativi, in particolare quelli interni.
Il lieve rallentamento della crescita del Pil è da attribuire alle previsioni riviste al ribasso, anche se con intensità differenti, in tutti i settori economici. Ad influenzare maggiormente la performance più contenuta dell’economia della provincia di Reggio Emilia è l’industria, per la quale il valore aggiunto viene ipotizzato in flessione dello 0,1% rispetto alle previsioni di gennaio, quando si stimava un incremento dello 0,3%. Per il 2020 le previsioni parlano di una ripresa del settore con una crescita che dovrebbe raggiungere l’1,3%.
Ad incidere sul lieve rallentamento della crescita dell’economia reggiana prevista per il 2019 c’è anche l’andamento del settore dei servizi, per il quale è previsto un aumento dello 0,1% rispetto allo 0,5% delle stime precedenti.
Per quanto riguarda le costruzioni, l’aumento dovrebbe raggiungere l’1,5%% rispetto al +1,8% dell’elaborazione di gennaio. Le previsioni di crescita dell’agricoltura, poi, dovrebbero fermarsi al +0,4% rispetto al +1,2% stimato in precedenza.
Anche per l'occupazione si prevede un 2019 in leggero rallentamento, ma sempre in territorio positivo, con un incremento degli occupati pari allo 0,3% (era +0,7% nelle stime precedenti), mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe essere confermato al 4,2%.
Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia
Export, e-commerce e opportunità per l’internazionalizzazione delle imprese sono stati i temi principali trattati in occasione del seminario “Forum delle Economie: Easy Export & Trade Finance e altri servizi per l’internazionalizzazione delle imprese”, organizzato a Bologna da UniCredit e Confindustria Emilia.
L’importanza della voce export per le aziende dell’Emilia Romagna è confermata dai dati relativi all’intero 2018 nel corso del quale le esportazioni sono risultate pari a oltre 63 miliardi di euro (+5,7% anno su anno), con un incremento delle vendite in quasi tutti i principali settori di esportazione, fatta eccezione per il comparto della gomma plastica, ed un surplus commerciale rispetto alle importazioni di oltre 27 miliardi di euro. Il comparto della meccanica, che da solo rappresenta quasi il 30% dell’export della regione, nel periodo osservato ha registrato un aumento del 4,7%, con un giro d’affari di oltre 18 miliardi di euro, mentre il comparto dei mezzi di trasporto e quello del tessile-abbigliamento, che insieme pesano per oltre il 20% dell’export regionale, hanno segnato un incremento rispettivamente del 7% per 7,2 miliardi e del 6,4% per 7 miliardi.
Tra le più importanti destinazioni di merci e servizi della regione, lo sviluppo nel 2018 è risultato significativo per Regno Unito (+13% anno su anno), Stati Uniti (+7,2%), Cina ed Area Euro (entrambe a +6,2%) e con le vendite in Germania che sono andate oltre la media (+6,5% a/a).
Anche per l’area di Bologna le esportazioni nel 2018 sono aumentate (+6,2% sull’anno precedente) arrivando a superare i 14,5 miliardi. Meccanica e mezzi di trasporto si confermano i settori di maggior peso in termini di esportazioni, con una quota export che si aggira rispettivamente intorno al 38% e al 17%. Guardando alla crescita rispetto al 2017, il settore della meccanica registra il 3,3% mentre i mezzi di trasporto raggiungono quasi il 18%.
Le più importanti destinazioni di merci e servizi dell’area bolognese si confermano Germania e Stati Uniti, che rappresentano ciascuno l’11% dei volumi esportati. Da segnalare l’aumento dei volumi in partenza per gli Stati Uniti (+10%) e verso il Regno Unito – quarto mercato di sbocco per importanza - pari al 22%. (Fonte: elaborazioni Retail Value Management & Research su dati ISTAT aggiornati a marzo 2019)
Per agevolare l’export un canale è sicuramente quello della digitalizzazione, ed è per questo motivo che il Forum ha previsto un focus su "Easy Export": il servizio che offre UniCredit e che unisce alla partnership con Alibaba (la piattaforma di commercio b2b più grande al mondo, presente in 190 Paesi con 160 milioni di clienti) l’offerta modulare composta da un servizio di web marketing (partner VarGroup) e di logistica (partner Geodis). Inoltre per il tema digitalizzazione delle operazioni di Trade Finance è stata presentata la piattaforma online Trade Finance Gate.
Ad aprire l’evento che si è svolto presso la sede di Confindustria Emilia a Bologna, i saluti introduttivi di Morena Fiorentini, Responsabile Internazionalizzazione Confindustria Emilia Area Centro; e di Barbara Benedetti, Responsabile Area Corporate Bologna Nord. A seguire gli interventi di Marco Wallner, Head of Corporate Commercial Synergies UniCredit, sulle opportunità offerte da Easy Export; di Paola Castellacci, CEO Var Group, sull’offerta digitale per un export di successo; e di Davide Manna, Trade Finance Sales UniCredit Spa, sui temi del Trade Finance Gate.
Ha chiuso l’incontro una tavola rotonda, moderata da Livio Stellati, Responsabile Territorial Relations Centro Nord UniCredit e volta a stimolare il confronto sui temi e prospettive legate all’export e all’internazionalizzazione, cui hanno preso parte Valeria Basile, Amministratore G.A. Ricambi Spa; Massimo Lanzarini, Corporate Business Centro Nord UniCredit; Roberta Corsi, AD Mini Press Srl; Matteo Cevolani, Commerciale Estero Molino Pivetti Spa.
“L’export digitale – ha sottolineato Andrea Burchi - costituisce una delle opportunità per lo sviluppo delle imprese e dell’economia di questo territorio. Per questa ragione è stato pensato Easy Export che, a costi molto contenuti, affianca alla partnership con Alibaba i servizi di VarGroup e di Geodis. La piattaforma favorisce l’approccio verso nuovi mercati non domestici e consente alle aziende di sperimentare strategie multicanale, che spesso si rivelano vincenti per aumentare il proprio interscambio. Inoltre per le aziende attive nel Trade Finance offriamo un portale digitale, Trade Finance Gate, che favorisce un’operatività più fluida sull’estero”.
Fonte: Unicredit
Editoriale: - 70 anni della NATO festeggiati in sordina. - Lattiero caseari. Invariate le quotazioni del burro e della crema. Leggero calo del Parmigiano Reggiano 18 e 24 m -Cereali e dintorni. Repentina inversione di tendenza - Parmigiano Reggiano: l'assemblea approva il bilancio consuntivo 2018 - Vinitaly 2019: il Parmigiano Reggiano a Sol & Agrifood si sposa con i migliori vini del Belpaese -
SOMMARIO Anno 18 - n° 14 7 aprile 2019
1.1 editoriale
70 anni della NATO festeggiati in sordina.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Invariate le quotazioni del burro e della crema. Leggero calo del Parmigiano Reggiano 18 e 24 mesi.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. GRAFICI TENDENZA
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA nessuna preoccupazione imminente
3.1 bis cereali e dintorni Cereali e dintorni: tendenze
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Repentina inversione di tendenza
5.1 imprese e acquisizioni Consilium acquisisce Dino Corsini Srl
5.2 bracconaggio ittico Sequestrata una rete da pesca di 80 metri nel Taro
6.1 nuove imprese BUYHOOP - Market Place innovativo
6.2 sanità West Nile virus Sanità - West Nile, Forza Italia: azioni preventive per contrastare la diffusione del virus
8.1 ambiente Piacenza, PSR, presentati progetti per 3 milioni e 700 mila euro
8.2 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano: l'assemblea approva il bilancio consuntivo 2018
9.1 bonifica piacenza Il Consorzio di Bonifica non ci sta.
9.2 ambiente fluviale Ripreso il primo storione che risale dall'Emilia Romagna alla Lombardia
10.1 vinitaly Vinitaly 2019: il Parmigiano Reggiano a Sol & Agrifood si sposa con i migliori vini del Belpaese
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Di Mario Vacca Parma, 7 aprile 2019 - Per ciascuna delle procedure prese in esame e richiamate nel precedente articolo, il piano attestato di risanamento – ex art. 67 – l'accordo di ristrutturazione dei debiti – ex art. 182-bis – ed il concordato preventivo – ex art 160 - è opportuno tenere conto di una serie di vantaggi e svantaggi, che possono indurre un'impresa in stato di necessità a ricorrere ad uno strumento piuttosto che ad un altro o addirittura anche a più strumenti. Nelle Linee-Guida per il finanziamento alle imprese in crisi, si afferma: "L'impresa può infatti iniziare trattative "protette" verso un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell'art. 182-bis, commi 6° e 7° (supra, par. 1.3), e passare ad un concordato preventivo (conservando gli effetti protettivi sul proprio patrimonio) se lo strumento dell'accordo di ristrutturazione dei debiti si rivelasse inidoneo (art. 182-bis comma 8° )."
Il vantaggio comune alle tre procedure è rappresentato dalla possibilità, in caso di successivo fallimento, di esenzione da revocatoria fallimentare per gli atti, i pagamenti e le garanzie posti in essere durante l'esecuzione dei piani.
L'Accordo di ristrutturazione dei debiti
Gli Accordi di Ristrutturazione dei Debiti sono uno strumento flessibile disciplinato dalla legge come mezzo di risanamento. L'impresa in crisi vi ricorre quando vuole ridurre la propria esposizione debitoria e tentare il risanamento. Il comma 1 dell'art. 182-bis L.F. prevede che l'imprenditore in crisi può domandare "l'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori rappresentanti almeno il settanta per cento dei crediti, unitamente ad una relazione redatta da un professionista in possesso dei requisiti di cui all'art. 67, terzo comma, lett. d) sull'attuabilità dell'accordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare il regolare pagamento dei creditori estranei"
Il contenuto dell'accordo con i creditori aderenti, anche di natura tributaria e previdenziale, è liberamente determinabile mentre a quelli non aderenti si deve assicurare l'integrale pagamento nei termini fissati dalla legge. Nel tentativo di raggiungere un accordo, che potrebbe durare anche del tempo, l'impresa può fare richiesta di pre-accordo al fine di ottenere l'applicazione "anticipata" delle tutele previste.
La tesi prevalente riconosce all'accordo di ristrutturazione una natura privatistica: si tratterebbe di un accordo tra privati che, se concluso nel rispetto di determinate regole di procedimento, produce gli effetti particolari previsti dalla legge, pertanto il legislatore ha valorizzato il ruolo dell'autonomia privata, mediante la previsione di una procedura semplificata a carattere stragiudiziale sfociante in un accordo, stipulato dal debitore con i creditori rappresentanti almeno il sessanta per cento dei crediti, la cui efficacia è garantita dal provvedimento di omologazione del Tribunale.
Stante il carattere contrattuale dello stesso, il regolamento in esso previsto vincola esclusivamente i creditori che vi abbiano aderito. Per quanto concerne, gli altri creditori, la legge prevede, come requisito stesso di attuabilità dell'accordo , la sua idoneità ad assicurare il pagamento dei creditori estranei escludendo in tal modo qualsiasi effetto remissorio del loro credito.
L'accordo si ritiene privato anche in ragione del fatto che non determina l'apertura del concorso dei creditori sul patrimonio dell'impresa, non vi è l'obbligo di rispettare la par condicio tra i creditori e non è nominato alcun organo che rappresenta la massa dei creditori, non ha una efficacia vincolante verso tutti i creditori e quindi solo nei confronti degli aderenti.
Al contrario del piano di risanamento, la procedura dell'accordo è soggetta a pubblicità ed infatti, ha efficacia dalla data di pubblicazione sul registro delle imprese.
Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee. George Bernard Shaw
Di Guido Zaccarelli, Mirandola 7 aprile 2019 - Quando si parla di Conoscenza Condivisa è necessario orientare lo sguardo prima sul piano dell'espressione e successivamente riportarlo sul piano del contenuto, per comprendere il valore etico e morale che possiede nel suo complesso per dare seguito, in una fase successiva, all'applicazione concreta messa in atto dalla disponibilità delle persone a condividere in modo collettivo i propri saperi.
La Conoscenza Condivisa® è il nuovo paradigma di riferimento al quale le aziende, e le persone tutte insieme, devono identificarsi per modificare i modelli organizzativi e trasformarli da piramidali a circolari, per eliminare la presenza del disagio e la mancata disponibilità dei lavoratori a dialogare. Il livello del benessere crolla e le persone lavorano esclusivamente in relazione alla retribuzione mensile, oltre non vanno, frammentando la relazione e parcellizzando il lavoro. Fin dalle sue prime apparizioni nel 2012, la Conoscenza Condivisa® ha incontrato lungo il suo cammino la diffidenza, per la mancata capacità di indicare all'imprenditore un ritorno monetario certo sull'investimento.
La teoria della diffusione dell'innovazione, elaborata dal teorico e sociologo della comunicazione americano Everett Rogers, mostra con una curva a campana le diverse fasi che compongono la teoria e dove si colloca il muro della diffidenza. Nella fase iniziale troviamo il numero degli innovatori, che di norma è molto basso. Successivamente il valore sale per la pronta disponibilità di qualche soggetto a dare credito all'idea con la possibilità di arrestarsi davanti al muro della diffidenza: (pensiamo a internet, posta elettronica). Se questo avviene tutte le attività svolte si arrestano contemplando l'abbandono o l'attesa alla ricerca di nuove idee o partner. Superato il muro, ecco entrare in scienza la terza fase, che vede la presenza dell'espansione ottenuta grazie alla maggioranza tardiva per completarsi, con i ritardatari. La tradizione aziendale è sempre molto attenta al conto economico lasciando marginale l'attenzione verso i lavoratori, impiegati per produrre elevate quantità di prodotto a ritmi incalzanti.
La stessa immagine che abbiamo dei rematori delle Galee, quando ogni giorno dovevano vogare per condurre l'imbarcazione in battaglia o per raggiungere i porti commerciali del Mediterraneo. Potevano incontrare mari tranquilli e alati che accompagnavano la navigazione oppure incontrare onde vigorose che s'infrangevano contro l'imbarcazione, increspandosi ad ogni sobbalzo dello scafo. Per farlo dovevano dare il meglio di sé per dare continuità al viaggio appena intrapreso oppure morire. Questo era il senso del loro lavoro controllato a vista dall'aguzzino.
La Conoscenza Condivisa® è prima di tutto cultura, welfare culturale, nata dalla volontà di assicurare il benessere dei lavoratori che oggi trovano espresso nel welfare aziendale, consapevoli che godono di benefici economici ai quali viene associata impropriamente la felicità, senza intervenire sul modello organizzativo che rimane immutato. Il vero welfare aziendale è la cultura alla quale si associano successivamente i benefici economici. Per cambiare il sistema delle regole occorre partire dal basso, coinvolgendo i lavoratori in un progetto che abbia come riferimento la Conoscenza Condivisa®, un modello unico al quale ispirarsi, per promuovere ogni forma di iniziativa che vada nella direzione della persona e del valore etico associato alla sua identità. Solo in questo modo sarà possibile superare il muro della diffidenza evitando che il sistema imprenditoriale ponga dei limiti alle imbarcazione (i lavoratori) di uscire dal porto per iniziare a solcare i mari dove affrontare le onde del cambiamento. "Una nave in porto è al sicuro ma non è per questo che le navi sono state costruite".
La Conoscenza Condivisa®, ambisce a creare luoghi di lavoro felici unendo le persone verso uno scopo comune. Da più parti emergono contributi che promuovono la felicità in azienda. E' un passo importante verso una nuova presa di coscienza che induce a pensare che siamo prossimi a superare il muro della diffidenza presente all'inizio quando nel 2012 la Conoscenza Condivisa® è entrata in contatto con il mondo sociale ed economico. Si sente affermare spesso: "qui le persone non sono felici, è possibile in Italia cambiare la condizione nella quale ci troviamo?".
Il quadro di René Magritte - La Décalcomanie, è un pretesto per suggerite all'uomo l'urgenza di osservare la realtà oltre confini del proprio presente, dove intravedere in lontananza una spiaggia vuota e un mare piatto che unisce se stesso all'azzurro infinito di una nuova realtà da vivere nei luoghi di lavoro, dove condividere i frutti della condivisione. È un tentativo di mostrare che oltre alla conoscenza visibile c'è molta conoscenza invisibile che l'uomo trattiene per sé, e che messa a frutto, è in grado di condurre l'uomo nell'alba di un nuovo futuro.
La Décalcomanie è l'immagine dell'uomo riflesso in se stesso, con e senza veli, in grado di mostrare al mondo come appare rispetto all'invisibile, ciò che trattiene per se stesso senza donarlo agli altri. La mela che spesso René Magritte usa è il simbolo della perfezione e della bellezza nata dalla mente intuitiva e creativa dell'uomo che simboleggia, con la sua rotondità, la perfezione del cosmo e la capacità di esprimere la conoscenza circolare. La mela nutre le persone attraverso lo scambio che apre a nuove relazioni, nuove conoscenze e nuove idee, che condivise, portano al cambiamento della nostra società che ancora oggi profuma d'antico.
La diffusione della Conoscenza Condivisa® deve entrare di diritto nella consapevolezza comune per la presenza di obsolescenza culturale e sociale e oltrepassare i livelli altissimi di malessere ai diversi livelli. Dobbiamo insieme superare la diffidenza del sistema imprenditoriale spesso legato a stili di vita lavorativi lontani dalla realtà economica attuale con una azione del basso che coinvolga tutti i lavoratori verso la presa cosciente di un nuovo modo di fare impresa.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici: https://www.wikipedia.org/
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Al private equity la quota di maggioranza di Dino Corsini, leader nella produzione di prodotti colati da forno private label.
Milano, 1° aprile 2019 - Consilium SGR, attraverso il fondo Consilium Private Equity Fund III, annuncia l'acquisizione di una quota di maggioranza in Dino Corsini. La famiglia Corsini manterrà una quota nel capitale e continuerà a cooperare con la società con l'obiettivo di proseguire il percorso di forte crescita degli ultimi anni.
Fondata nel 1935, Dino Corsini opera come produttore di prodotti colati da forno (tortini, plumcake, muffin) per la marca privata fornendo i principali operatori della grande distribuzione organizzata in Italia.
Il mercato dei colati da forno è, nel settore delle merendine confezionate, il segmento a maggiore crescita e Dino Corsini, in tale ambito, rappresenta un'eccellenza in termini di qualità e ampiezza dell'offerta, con una gamma completa anche nella nicchia ad elevato potenziale dei prodotti salutistici (biologico, gluten-free, senza zuccheri aggiunti, farine speciali).
Consilium ritiene che, facendo leva sulla qualità del know-how produttivo e l'elevato livello di servizio offerto ai propri clienti, Dino Corsini sia in grado di consolidare la propria posizione di leadership nel mercato di riferimento ed è pronta a supportare l'azienda in un ambizioso piano di sviluppo.
Advisor di Consilium per gli aspetti contrattuali è stato lo studio Alpeggiani & Associati, mentre la due diligence contabile è stata curata da KPMG, quella di business da Long Term Partners, quella fiscale, legale e di struttura dallo studio Russo De Rosa & Associati e il financing da Essentia.
Advisor finanziario della famiglia Corsini è stato lo Studio Cenedese, mentre gli aspetti contrattuali sono stati curati dallo Studio legale Dentons.
L'operazione è stata finanziata da UniCredit, assistita dallo Studio legale Orrick.
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Consilium SGR
Consilium è una società di gestione del risparmio indipendente dedicata all'attività di private equity. Consilium gestisce due fondi mobiliari chiusi riservati a investitori qualificati: il Consilium Private Equity Fund e il Consilium Private Equity Fund III, con una dotazione complessiva di circa €300 milioni. Consilium si focalizza su opportunità di buy-out e investimenti in capitale di sviluppo in aziende italiane di piccole e medie dimensioni.
Editoriale: - Approvata la norma europea sul Copyright, o quasi! - Lattiero caseari. Quote del burro stabili, crema in salita. Prezzi dei formaggi fissi da un mese - Cereali e dintorni. Variazioni insignificanti. - La Spergola a Vinitaly - Ora legale, lancette avanti di un'ora. Dal 2021 gli Stati UE potranno scegliere il loro fuso orario preferito. - Penny Germania ritira il Grana Padano e non il Parmigiano Reggiano - Il Parmigiano Reggiano a CIBUS CONNECT (10-11 aprile 2019)-
SOMMARIO Anno 18 - n° 13 31 marzo 2019
1.1 editoriale
Approvata la norma europea sul Copyright, o quasi!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Quote del burro stabili, crema in salita. Prezzi dei formaggi fissi da un mese.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. GRAFICI TENDENZA
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Variazioni insignificanti.
3.1 bis cereali e dintorni Cereali e dintorni: tendenze
5.1 VINITALY e SPERGOLA La Spergola a Vinitaly
5.2 ora legale Ora legale, lancette avanti di un'ora. Dal 2021 gli Stati UE potranno scegliere il loro fuso orario preferito.
6.1 sicurezza alimentare Penny Germania ritira il Grana Padano e non il Parmigiano Reggiano
6.2 parmigiano Reggiano Il Parmigiano Reggiano a CIBUS CONNECT (10-11 aprile 2019)
8.1 ambiente e plastiche Il progetto sperimentale "Il Po d'AMare"
9.1 export agrumi Le Arance rosse a Pechino
10.1 ambiente Bonifica Parmense, ripristinata e messa in sicurezza la strada di Sgui a Varsi
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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(Scarica il PDF alla sezione allegati)
di Mario Vacca Parma 31 marzo 2019 - Alla fine la riforma del diritto fallimentare è giunta al traguardo e sostituisce uno dei regi decreti più noti tra quelli ancora in vigore. La prima parte contiene gli articoli sul codice della crisi e dell'insolvenza, la seconda modifiche al codice civile, la terza garanzie per gli acquirenti di immobili da costruire la quarta disposizioni finali e transitorie. I principali obiettivi sono stati quelli di agevolare il risanamento dell'impresa in crisi valorizzando gli accordi negoziali per tutelare il valore aziendale e i livelli occupazionali.
Di seguito si identificano gli strumenti messi a disposizione dal legislatore, considerando che l'intento è stato quello di evitare il ricorso a procedure liquidatorie e/o fallimentari da parte dei soggetti in crisi e quindi – come evidenziato poc'anzi - tutelare il valore aziendale e i livelli occupazionali.
Sono previste tre diverse procedure, tutte finalizzate alla gestione e al superamento dello stato di crisi delle imprese. Elemento comune è che l'impresa rappresenti un piano di risanamento credibile con il quale si individuino le cause, si analizzino le possibili alternative e delineino con precisione le strategie e gli interventi fondamentali che dovranno guidare l'impresa per superare le difficoltà.
Le procedure appena richiamate sono le seguenti:
piano attestato di risanamento (ex art. 67 , L.F.);
accordo di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis , L.F.);
concordato preventivo (ex artt. 160 ss. L.F.).
Il piano attestato di risanamento – di cui ho parlato in un precedente articolo - e gli accordi di ristrutturazione dei debiti non possono essere annoverati tra le procedure concorsuali al pari del concordato preventivo; spesso ritenuti "minori" poiché trattasi di strumenti nella mani dell'imprenditore per risanare l'impresa e riportarla in equilibrio attraverso una serie di operazioni strategiche senza che vi sia un vero e proprio controllo del tribunale; il piano attestato di risanamento non prevede l'intervento del tribunale e non è soggetto ad alcun regime pubblicistico, l'accordi di ristrutturazione viene pubblicato al registro delle imprese ma vede il coinvolgimento del tribunale soltanto nella fase finale dell'omologazione, mentre il concordato preventivo vede il tribunale operare quale organo della procedura sin dall'inizio ed ovviamente la stessa è pubblicata in camera di commercio.
Non sempre queste tre procedure sono alternative tra loro ma è comunque possibile individuare caratteristiche fondamentali comuni:
presupposto soggettivo: possono accedervi le imprese (siano imprenditori individuali o società commerciali) ritenute fallibili; Ricordo che non sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori che dimostrino il possesso congiunto dei seguenti requisiti:
1. aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila;
2. aver realizzato, nei tre esercizi antecedenti ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila;
3. avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila.
presupposto oggettivo: sussistenza dello stato di crisi per il piano attestato di risanamento e dello stato di crisi o insolvenza sia per gli accordi di ristrutturazione dei debiti sia per il concordato preventivo;
tutele e limitazioni all'azione revocatoria: l'art. 67, comma 3 , lett. d), L.F. sottrae all'ambito dell'azione revocatoria una serie di atti sulla base della loro inerenza al piano di risanamento. Non sono quindi applicabili le disposizioni in materia di bancarotta semplice e preferenziale a pagamenti e operazioni compiuti in esecuzione di un piano attestato o di un accordo di ristrutturazione omologato. È quindi opportuno che il piano preveda con un elevato grado di dettaglio gli atti da compiere;
piano attestato da parte di un professionista indipendente incaricato dal debitore. Il professionista incaricato della redazione della relazione giurata, oltre a possedere i requisiti indicati dall'art. 28 , lett. a) e b), della L.F. deve essere iscritto nel registro dei revisori legali. L'attestatore deve inoltre possedere tutti i requisiti di indipendenza e professionalità ai sensi dell'art. 2399, c.c. "e non deve, avere prestato negli ultimi cinque anni attività di lavoro subordinato o autonomo in favore del debitore, in pratica deve essere completamente indipendente. L'attestazione suppone la verifica della veridicità dei dati aziendali, la concretezza del piano affinchè sia idoneo a risanare le posizioni debitorie e a garantire il riequilibrio della situazione economico-patrimoniale.