Dalla tragedia della Lufthansa alla cerimonia di Tunisi in commemorazione della strage del Museo Bardo. Le occasioni mancate della Cancelliera Merkel.
di Lamberto Colla - Parma, 05 aprile 2015 -
Seppure la stampa, anche quella più autorevole e internazionale, non ne abbia dato il giusto risalto, ma la assenza di Angela Merkel, o di un suo degno rappresentante, alla "Marcia di Tunisi" alla quale invece ha partecipato il nostro Matteo Renzi è stato un enorme errore di stile e politico.
Troppi lutti, forse, per la cancelliera in quei giorni o forse troppa la vergogna per il disastro causato dal suo fanatico concittadino, del quale meglio non riportare il nome per non dare soddisfazione al suo egocentrismo omicida.
Una vicenda, quella della compagnia di bandiera tedesca, che urla vendetta e la dice lunga sulla infallibilità dei tedeschi, capaci più a vanagloriarsi e a nascondere le magagne a differenza di noi "stupidi" italiani che tutto invece mettiamo in piazza, soprattutto le magagne.
La portinaia del condominio "europa", che tutto sa e su tutti ha da dire, l'onnipresente cancelliera che in barba ai protocolli e ruoli istituzionali di cui lei si fa portabandiera, prende a braccetto il bambolotto transalpino e corre ai tavoli della pace con Putin, la cancelliera che si fece immortalare a fianco di Hollande e degli altri grandi della terra (assente solo Obama) per manifestare contro l'assalto al giornale satirico parigino, è mancata all'analoga occasione tunisina. Viene da chiedersi del perché di una tale differenza di trattamento.
Forse che gli incolpevoli turisti fossero meno importanti dei "maleducati" vignettisti satirici e comunque inermi vittime della follia jihadista?
La sua presenza, così come quella di tutti rappresentanti politici dell'occidente, sarebbe stato di grande conforto per la nazione magrebina simbolo della riconversione democratica dei paesi nord africani. Da lì ebbe inizio la "primavera araba" e da lì sono partiti il maggior numero di terroristi arruolati nelle fila di Abū Bakr al-Baghdādī, il sanguinario leader dell'Isis, a dimostrazione di quanto sia difficile e oneroso ristabilire la democrazia dopo il caos.
Ma si sa, la Germania è lontana dalla Libia, dall'Algeria e dagli altri porti da dove si muoveranno le forze jihadiste per la conquista dell'Europa.
Così come non la toccavano i problemi dei confini mediterranei e la disperazione dei profughi accolti da "marenostrum" altrettanto, probabilmente, non toccano la Cancelliera i problemi di Tunisi.
Però che nessun commento sia stato registrato a seguito dello schianto dell'aereo della Lufthansa sorprende e, questa volta, non lo si può giustificare. Non si pretende che faccia harakiri, alla pari di quell'ingegnere giapponese 51enne suicidatosi col rito dei samurai a seguito del crollo del ponte da lui stesso progettato, ma che almeno si scusasse col mondo intero per l'incidente aereo costato la vita a neonati, ragazzi in gita premio, genitori in attesa di un nuovo fiocco rosa o azzurro non si sa, comunque di donne e uomini ognuno con una vita ancora da consumare.
Niente, nessun commento dalla portineria del litigioso condominio europa.
Adesso però che non le venga in mente di trovare qualche escamotage per sostenere la compagnia di bandiera a rischio di fallimento (peraltro in forte difficoltà già prima dell'incidente) per il monte risarcitorio a cui dovrà far fronte. Escamotage che in diverse circostanze la furbetta ha adottato. Come ad esempio quando si è trattato di dichiarare il Pil sommerso o di nascondere i problemini delle sue banche e, purtroppo, nessuno l'ha contrastata concedendo il lusso di "taroccare" i conti.
A noi italiani, è inutile nasconderlo, non va giù il boccone che la Germania ci fece ingoiare, in piena crisi economica, vendendo, in pochi giorni - maggio 2011 - , quasi tutti i nostri titoli di stato innescando una turbolenza finanziaria e politica di cui stiamo ancora curando le profonde ferite.
Questa volta tocca a noi rammentarle, preventivamente, che gli aiuti di Stato sono banditi dagli accordi UE e che non si azzardi a mettere in campo azioni di salvataggio della ex gloriosa Lufthansa.
Quindi, gentile Angela Merkel, faccia un esame di coscienza e, nel tentativo di riabilitarsi, provi a immaginare un'Europa di cooperazione piuttosto che un campo di sfruttamento economico. Ne gioverebbe anche la grande Germania, almeno in simpatia.
Buona Pasqua anche a lei signora Angela e che la Colomba le porti quel pizzico di umanità che, almeno all'apparenza, le manca per diventare un leader da tutti riconosciuto.
Ancora una volta la Suprema Corte di Cassazione ribalta il giudizio e l'assoluzione riabilita due giovani che hanno comunque trascorso 4 dei più belli anni di gioventù dietro le sbarre.
di Lamberto Colla -
Parma 5 Aprile 2015 -
Un grosso respiro di sollievo per le famiglie dei due imputati di concorso in omicidio della povera Meredith Kercher, che vedono finalmente assolti i figli Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Due giovani che, dopo 8 anni di massima esposizione mediatica, dei quali si è detto di tutto e di più durante i due processi oggi, seppure con difficoltà, si apriranno a una nuova vita.
Una sedimentazione di negatività che non verrà mai più ripulita e un dolore che, forse solo parzialmente, sarà attenuato dai risarcimenti che lo Stato italiano riconoscerà, sempre che decidano di farne richiesta.
Ancora una volta l'assoluzione viene determinata dalla Corte Suprema di Cassazione. La stessa Corte che, in questo caso specifico, il 26 marzo 2013 annullò la sentenza assolutoria d'appello e rinviò gli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze. Per il procuratore generale di Perugia Giovanni Galati, la sentenza di assoluzione era "da cassare" poiché minata da "tantissime omissioni", "errori" e, quindi, da "inconsistenza delle motivazioni".
Il 30 gennaio 2014 la Corte d'Assise d'Appello di Firenze confermò la colpevolezza degli imputati condannando Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni di reclusione e infine, un anno dopo, il 27 marzo scorso la Corte Suprema di Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne per non aver commesso il fatto ponendo definitivamente la parola fine sul caso giudiziario che ha avuto tanto eco internazionale da meritarsi le copertine dei più illustri giornali statunitensi e inglesi.
Una ragazza barbaramente assassinata e almeno una decina di vittime che, a vario titolo, rimarranno ferite dalla vicenda giudiziaria.
Oltre ai due ragazzi e ai loro congiunti, un pensiero deve andare ai familiari di Meredith che rimarranno con il dubbio che giustizia non sia stata ottenuta pienamente.
Infatti, Rudy Hermann Guede, che aveva optato per il rito abbreviato, fu definitivamente condannato a 16 anni di reclusione per concorso in omicidio e violenza sessuale mentre chi avrebbe dovuto concorrere all'omicidio, Raffaele e Amanda, sono stati finalmente assolti. Il dubbio perciò che altri abbiano partecipato al delitto e siano ancora in circolazione sarà difficilmente alienabile dalla mente del papà e della mamma della giovane studentessa inglese.
Un processo certamente difficile, vissuto troppo mediaticamente, che ha scatenato una diffusa curiosità morbosa da parte di una opinione pubblica malata di gossip.
Alla fine, la giustizia ha fatto il suo corso, restaurando le vite di due giovani sepolti dalla disperazione, dalla vergogna e dalla incredulità di essere entrati nel tritacarne della giustizia italiana alla quale però infine devono essere riconoscenti.
E ancora una volta occorre che tutti ringraziamo l'istituzione del terzo grado di giudizio, quella Corte Suprema di Cassazione che ha il coraggio e l'onestà di ribaltare le sentenze riportando la bilancia della giustizia in posizione di equità. Un collegio di giudici il cui operato non può essere invidiato per le responsabilità morali che sono chiamati ad assumersi verso la società e spesso verso i loro colleghi che hanno giudicato nei precedenti gradi di giudizio.
Un argine di garanzia forte al quale sempre più spesso occorre fare ricorso ma, purtroppo, non tutti hanno le disponibilità economiche per farsi assistere sino alla fine. Un limite discriminante per coloro che, oltre all'aria nei polmoni per gridare la propria innocenza, non hanno mezzi sufficienti per approdare al terzo grado di cassazione.
La legge è uguale ... quasi per tutti ma per fortuna la "Corte di Cassazione" c'è e un grazie è doveroso offrire a quelle donne e a quegli uomini di legge che ne fanno parte, onorando la toga e la nazione.
Ma una riflessione sul sistema di giustizia italiano sarebbe opportuno farla.
A partire dalle modalità di indagine, dall'utilizzo smodato delle intercettazioni telefoniche e dalla loro diffusione frequentemente pilotate, da una parte o dall'altra, nel tentativo, spesso riuscito, di condizionare l'opinione pubblica.
Sono solo alcuni esempi ai quali aggiungerei l'eccessiva spettacolarizzazione dei processi ma addirittura delle indagini arrivando al punto che, l'avviso di garanzia, anzichè un amisura di tutela dell'indagato si trasforma, per l'opinione pubblica, in una sentenza di colpevolezza perché spesso collegata a aridissime e incomplete intercettazioni telefoniche, "sfuggite" alla privacy, e giustamente riportate sui giornali. Un percorso che, come ovvio, condiziona l'opinione pubblica e, in certa misura, anche gli stessi procedimenti giudiziari in corso.
E in queste malsane consuetudini i giornalisti stessi rischiano di essere i portatori di frammenti di trascrizioni anonime, parole prive di alcun sentimento dove, ovviamente, i toni e le inflessioni della voce non possono essre trascritti. Documenti spesso stracolmi di - OMISSIS - e di commenti dell'ufficiale trascrittore che ne può influenzare il giudizio ma che fanno tanto gola al pubblico sempre più pruriginoso.
Giornalisti quindi inconsapevoli vettori di informazioni incomplete e abilmente pilotate allo scopo di favorire una o l'altra parte.
Molto ci sarebbe da fare ma per il momento accontentiamoci del fatto che la Corte di Cassazione esiste.
(FOTO - Scott - Amanda Knox lascia il carcere di Perugia su un'auto insieme a Corrado Maria Daclon, segretario generale della Fondazione Italia USA)
La nota della Gilda Insegnanti sulla presenza di un esponente del Pd al "Solari" di Fidenza in occasione della "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia" -
Parma, 31 marzo 2015 -
Per la seconda volta in pochi giorni rileviamo la presenza di esponenti del Pd all'interno delle scuole di Parma, dopo il caso dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo è successo anche al "Solari" di Fidenza in occasione della "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia", che stando ai media locali sarebbe stata aperta da un esponente del Pd locale. Precisando che la Gilda degli Insegnanti è apartitica ed apolitica (contestavamo in maniera durissima anche le scelte dell'ex governo Berlusconi), essa esprime il proprio disappunto per l'invito ad esponenti politici, innanzitutto perché la scuola è per definizione apolitica e poi perchè è inopportuno invitare proprio gli esponendi del Pd in questo momento, quando tutti i sindacati rappresentativi del settore (compresi quattro sindacati dei dirigenti scolastici) hanno proclamato, come non avveniva da anni, uno stato di agitazione unitario contro le scelte che il governo, ovvero il Pd, vuole imporre ai docenti italiani.
La presenza di esponenti del Pd all'interno delle scuole suona come una provocazione: il testo del cosiddetto Disegno di Legge sulla "Buona Scuola", prevede l'insaturazione della dittatura del preside, scardina il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione, rimettendo sostanzialmente alla volontà di un singolo la decisione dei criteri per le assunzioni e addirittura dei trasferimenti dei docenti, volontà che se passeranno saranno portatrici di inevitabili fenomeni di corruzione anche nelle scuole. Si vuole dare ai presidi il potere di entrare nella didattica, nonostante la Costituzione tuteli espressamente la libertà dell'insegnamento. Inoltre si vogliono licenziare d'ufficio tutti coloro che per oltre 36 mesi sono stati sfruttati con contratti a temine, ciò se malauguratamente non dovessero rientrare in un fumoso piano di assunzioni che il governo intende agganciare alla sua pseudo riforma e che invece potrebbe attuare con un decreto ad hoc. Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda, precisa: "Sappiamo che l'iniziativa di Fidenza non ha niente a che vedere con la pseudo riforma del governo, tuttavia è auspicabile che anche il territorio Parmense dia segnali chiari di repulsione nei confronti delle intenzioni di una certa parte politica".
(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Parma)
L' interrogazione di Andrea Bertani (M5s) alla Giunta sulla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato e l'eventuale riassorbimento di competenze e funzioni in quelle delle altre Forze di polizia. -
Parma, 31 marzo 2015 -
La ventilata riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato e l'eventuale riassorbimento di competenze e funzioni in quelle delle altre Forze di polizia, secondo le previsioni del disegno di legge "Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche" del 23 luglio 2014, è oggetto di un'interrogazione di Andrea Bertani (M5s).
Il disegno di legge proposto dal Governo, sottolinea l'esponente M5s, "andrebbe nella direzione di sopprimere il Corpo forestale, le cui funzioni sarebbero, presumibilmente, assorbite in quelle delle altre Forze di polizia o di altri enti pubblici, con il risultato di smembrare l'univocità di competenze in materia di tutela ambientale e del territorio agreste e rurale che lo caratterizzano".
In Emilia-Romagna, ricorda il consigliere, "il Corpo forestale opera, d'intesa con la Regione, nell'ambito del controllo dell'ambiente e della prevenzione e gestione delle emergenze" e, "pur garantendo un servizio eccellente, presenta una rilevante carenza di organico (410 unità rispetto alle 641 della pianta organica) particolarmente allarmante nelle province di Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini".
Considerato che l'azione del Corpo forestale è oggi indispensabile anche nella lotta all'inquinamento ambientale e nel contrasto alle sofisticazioni agro alimentari, "chiedo alla Giunta", conclude Bertani, "di intervenire sul Governo e in Conferenza Stato Regioni e Unificata affinché il Corpo forestale non sia soppresso ma, anzi, venga rafforzato attraverso l'assorbimento di personale proveniente da altre pubbliche amministrazioni".
(lg)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015
(in allegato il documento scaricabile in pdf)
1.1 editoriale Miracolo italiano: Expo 2015
2.1 Speciale vinitaly Vinitaly 2015: un'ottima annata
3.1 cereali e materie prime (2) Comincia a farsi sentire il peso dei raccolti sud americani.
4.1 export e tutela L'Europa deve difendere la qualità per competere sui mercati
5.1 cereali e materie prime (1) mercato infiammato
6.1 Lattiero caseario Listini stabili su tutti i fronti
7.1 italian sounding Reggio Emilia chiede al Governo più tutela internazionale per il Parmigiano Reggiano
7.2 speciale vinitaly Torna a volare il mercato interno delle Cantine Lungarotti
8.1 export russia Crollo dell'export verso la Russia
8.2 speciale vinitaly Bevitori alla guida tremate. L'autovelox si è montato l'alcoltest
9.1 speciale vinitaly Le idee stravaganti e qui il tasso alcolico non c'entra
10.1 lavoro Street Food, come "aprire" una cucina su 4 ruote
11.1 speciale vinitaly Le creazioni di luce che seducono i wine blogger
11.2 prezzi origine Ismea, più 0,4% i prezzi agricoli a febbraio
12.1 speciale vinitaly Inaugurato il 49° Vinitaly con il Ministro Martina e una grandissima affluenza di pubblico.
12.2 speciale vinitaly Vinitaly, una grande festa italiana
13.1 speciale vinitaly Vinitaly, Valpolicella e Parmigiano insieme
14.1 promozioni Per Bacco che promozioni e che Partner
L'avranno vinta i "gufi" o le migliaia di maestranze e tecnici che stanno turnando giorno e notte per consegnare al mondo l'efficienza italiana? Anche Hannover non debuttò nel migliore dei modi tanto da essere rimasto come simbolo negativo nell'albo delle esposizioni universali. E che dire dei mondiali di calcio del Brasile?
di Lamberto Colla - Parma, 29 marzo 2015 -
Trentatre giorni all'inaugurazione di Expo2015. Un count down inesorabile scandito dalle pillole, quasi quotidiane, del Commissario Giuseppe Sala sullo stato di avanzamento dei lavori. 4 o 5 i padiglioni in ritardo sul crono-programma, stando all'ultimo resoconto di giovedi scorso del Commissario. Un ritardo sul 70% delle opere stando a altre fonti di informazione.
Un gap troppo elevato anche in ragione del fatto che l'accesso ai cantieri è giustamente protetto. Chi ha avuto modo di osservare da vicino (una cinquantina di giornalisti sono stati invitati alla inaugurazione del padiglione di Intesa San Paolo) ha potuto constatare un diffuso ottimismo tra gli operatori che non può che far ben sperare nell'ennesimo miracolo italiano.
Un po' come la liquefazione del sangue di San Gennaro, il primo maggio si alzerà il sipario di EXPO2015 di Milano e il teatrino dedicato al cibo andrà in scena regolarmente per 6 mesi in barba ai gufi.
A meno 50 giorni, preso dalla curiosità, ho tentato un avvicinamento all'area espositiva, giusto per curiosare e annusare l'atmosfera. Non nego di essere rimasto deluso, prima di tutto per la difficoltà di accesso.
Il traffico milanese non si può certamente considerare tra i più fluidi e le nuove infrastrutture sono ancora ben lontane dall'essere completate. Un esempio è il grande ponte ad arco progettato dagli architetti Antonio Citterio e Patricia Viel, difficile che possa essere inaugurato per tempo. Per chi dovesse invece giungere con la metropolitana dovrebbe farsi una sgambinata di circa un chilometro per raggiungere l'ingresso.
L'impressione e tengo a precisare, solo una impressione, è stata di un cantiere ancora in alto mare ben diversa dalla reale constatazione che tutti possono apprezzare seguendo le evoluzioni del Drone messo a disposizione da EXPO (Expo 2015: Belvedere in città) e che settimanalmente, postato su youtube, aggiorna sullo stato d'avanzamento dei lavori.
Infine ben venga l'investimento di quasi tre milioni di euro destinati a "pulire" il panorama, mimetizzare quanto ancora incompiuto e quello che rovinerebbe l'estetica. In fondo avremo ospiti importanti da tutto il mondo e sarebbe sconveniente e poco educato ospitarli nel disordine.
E allora via con le operazioni posa in opera, degli "External exhibition elements", degli allestimenti delle quinte di camouflage, nonché dell'installazione dell'arredo urbano del Sito Espositivo.
A questo punto, che siano 20 milioni o solo 15 milioni i visitatori, l'importante è aprire e dimostrare l'efficenza e la caparbietà della gente normale di questo piccolo grande paese.
La forza e la maestria di migliaiai di anonimi che con il sudore e l'ingegno fanno fare gran belle figure a incapaci, spesso disonesti, rappresentanti delle istituzioni.
Per tutte queste belle persone che lavorano giorno e notte dobbiamo fare il tifo. E se l'Expo 2015 avrà successo sarà prevalentemente per merito loro che, in piccolo, rappresentano la maggioranza del Paese, quelle donne e uomini che con umiltà e in silenzio con orgoglio responsabilità portano avanti, in gravi difficoltà, le loro famiglie.
L'Italia c'è!
Il volo del Drone del 16 marzo 2015
La prima, presentata dalla Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, sottoscritta anche dai consiglieri Enrico Aimi (Fi) e Tommaso Foti (Fdi), approvata all'unanimità. La seconda presentata da Pd e Sel, prima firmataria Barbara Lori (Pd), approvata da tutti Gruppi ad eccezione del Movimento 5stelle -
Parma, 26 marzo 2015 -
Sono state approvate ieri, dall'Assemblea legislativa regionale, due risoluzioni finalizzate ad evitare la soppressione della sede distaccata del Tribunale amministrativo regionale di Parma.
La prima, presentata dalla Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, e sottoscritta anche dai consiglieri Enrico Aimi (Fi) e Tommaso Foti (Fdi), approvata all'unanimità, chiede alla Giunta regionale di adoperarsi presso il Governo "affinché valuti le ragioni di funzionalità e celerità della giustizia che rendono opportuno mantenere aperta la sede parmense" del Tar.
La seconda risoluzione, presentata da Pd e Sel, prima firmataria Barbara Lori (Pd), approvata da tutti Gruppi ad eccezione del Movimento 5stelle, che si è astenuto, chiede alla Giunta di attivarsi per chiedere al Governo "una proroga di almeno sei mesi, entro la quale svolgere un adeguato approfondimento sull'economicità dell'operazione e, più in generale, del reale rapporto costi-benefici considerato che la chiusura del Tar di Parma comporterebbe, comunque, la necessità di riorganizzazione in altra sede e un più complessivo allontanamento dai territori di riferimento" - si legge nella nota della Regione.
"La soppressione del Tar di Parma- spiega Rainieri nella nota - avrebbe come sicura conseguenza un aggravio a carico di cittadini e imprese di costi e disagi per ottenere giustizia, mentre è dubbia l'economicità della chiusura". Condivisione sulla mancata economicità dell'eventuale chiusura e sull'aggravio di costi per cittadini e imprese anche dai consiglieri Foti (Fdi), Aimi (Fi), Lori e Massimo Iotti (Pd), Igor Taruffi (Sel) e Gian Luca Sassi (M5s).
La riflessione dell'Associazione Millecolori sull'operato degli amministratori sulla questione Parma Calcio e Scuola Europea: "Pizzavecchio o Tavezzotti?" -
Parma, 23 marzo 2015 -
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa integrale -
Tavecchio sarebbe intervenuto con colpevole ritardo sulla vicenda Parma Calcio poichè gli organismi di vigilanza da tempo avevano segnalato la gravissima situazione economico-finanziaria della società.
Riteniamo questo ritardo di Tavecchio gravemente colpevole poiché, nel frattempo, i debiti sono lievitati in danno dei fornitori, con l'auspicio che anche a causa di tale ritardo non siano state depredate le casse sociali.
Peraltro un qualche interrogativo anche il nostro Sindaco avrebbe dovuto formularselo quasi un anno fa essendo a conoscenza:
a) della non ammissione della squadra all'Uefa per problemi economici;
b) dei rilevanti debiti del Parma Calcio nei confronti di società comunali o partecipate del Comune (Parmainfrastrutture, Parma Gestione Entrate, Tep spa).
Egli ha invece preferito urlare (per ingraziarsi i tifosi) contro la perfida Uefa, tacendo colpevolmente la situazione a lui nota, ringraziando Ghirardi che era tornato sui suoi passi dopo il primo annuncio dell'abbandono.
Questo modo di fare per noi è tipico dei vecchi politicanti e, d'altronde, il ritardare gli atti dovuti è avvenuto anche per quanto riguarda la Scuola Europea.
Dalla stampa di questi giorni si è infatti appreso che, dopo due anni di cantiere fermo, si è deciso di risolvere il contratto con l'ATI appaltatrice.
Bene noi questo passo lo avevamo chiesto oltre un anno fa, prima con una diffida dell'aprile 2014 e poi con un esposto alla Corte dei Conti del maggio 2014. Avevamo infatti chiesto rapidità nelle decisioni perché quanto fino a quel momento realizzato continuava a deperire.
C'è voluto un anno per una decisione dovuta, scontata ed obbligata.
Questa scontata e dovuta decisione non poteva assumersi prima visto che tutti i fatti erano noti e che, nel frattempo, la struttura deperiva sempre più?
I danni conseguenti questo ritardo chi li pagherà?
Caro Sindaco Pizzavecchio o Tavezzotti siamo felici che si sia svegliato. Speriamo che adesso non ricada nel solito torpore relativamente ai tantissimi problemi della nostra Città (problemi che temiamo Lei neppure conosca fino in fondo perché "conoscere" comporta "fatica" e "rinuncia" alle gite in Russia, Kagawa, ecc.).
(Fonte: ufficio stampa Associazione Millecolori)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015
(Formato pdf scaricabile allegato)
1.1 editoriale Parola d'ordine, boicottare. Evviva la libertà di pensiero!
2.1 cereali e materie prime (2) Materie prime, tendenze rialziste.
3.1 parmigiano reggiano La corsa degli allevatori per la "quota latte parmigiano reggiano"
4.1 cereali e materie prime (1) Materie prime, un mercato sconquassato. Il confronto con un anno fa.
5.1 Lattiero caseario Deboli segnali di ripresa per il Parmigiano Reggiano
6.1 mais & soia Mais & Soia: marzo 2015
7.1 vinitaly eventi Il Valpollicella diventa Vegan
7.2 aspettando vinitaly Lungarotti: Vino, Cultura e Giovani. Al Vinitaly guardando all'expo
7.3 aspettando vinitaly Vinitaly 2015: la 49^ edizione
8.1 aspettando vinitaly 112 aziende e 210 etichette dalle Marche al Vinitaly
9.1 agricoltura produzioni "AgrOsserva" Speciale Bilancio 2014
9.2 acqua Paesaggi mozzafiato dell'Emilia Romagna dove l'acqua, con la sua bellezza e la sua forza, è regina incontrastata
10.1 Aspettando vinitaly Donelli Vini celebra i 100 anni
11.1 promozioni e Partner Per Bacco che vantaggi con le Card Sconti di Stepa!
Non la pensi come noi, allora ti boicottiamo. Accadde a Guido Barilla nel settembre 2013 e ora a Dolce e Gabbana di essere oggetto di boicottaggio per avere espresso un pensiero personale fuori dal coro.
di Lamberto Colla - Parma, 22 marzo 2015 -
Pare sia vietato esprimersi a favore della famiglia tradizionale. Chi osa prendere le sue difese , eterosessuale o omosessuale che sia , viene immediatamente soffocato dalla violenta reazione della lobby gay.
Il primo a farne le spese fu Guido Barilla, nel settembre 2013, quando intervistato a "la zanzara" se ne uscì con una infelice quanto imprudente affermazione a favore della famiglia tradizionale escludendo categoricamente la possibilità di produrre "spot" pubblicitari con famiglie gay perché, insiste Guido, "...non la penso come loro e penso che la famiglia cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica. Nella quale la donna, per tornare al discorso di prima, ha un ruolo fondamentale, è il centro culturale di vita strutturale di questa famiglia».
Un'opinione che ha immediatamente avuto eco sulla stampa tradizionale e viralizzata sui social media e l'hashtag #boicottabarilla è entrato tra i trend, diventando velocemente internazionale con la versione inglese #boycottbarilla. Una reazione che ha obbligato il presidente della multinazionale della pasta a scusarsi e a giustificarsi.
Episodio che, per certi versi, fu utile alla azienda parmense per riposizionare le proprie politiche interne e le campagne "gay friendly" oriented al punto tale da essere diventato un modello internazionale riuscendo a conseguire un punteggio perfetto dalla Human Right Campaign, un'importante associazione per i diritti degli omosessuali che stila ogni anno il Corporate equality index, una graduatoria basata sulle politiche interne ed esterne aziendali.
Molto probabilmente, gli stilisti Dolce e Gabbana, prenderanno esempio dalla Barilla e seguiranno un percorso di redenzione sempre che ne abbiano necessità.
Sorprende ancor più la presa di posizione, verso una famiglia tradizionale, da parte di Domenico Dolce e di Stefano Gabbana che non hanno mai fatto mistero della loro relazione, vissuta, come dovrebbe essere per tutti, nella totale normalità. Una relazione vissuta pienamente con amore prima e con affetto dopo la loro separazione. Una vita privata condotta con la discrezione di ogni coppia etero, senza clamori, lasciando che gli eccessi venissero apprezzati solo nelle collezioni ideate e prodotte dai due artisti e imprenditori.
Dolce e Gabbana da innamorati hanno rappresentato la normalità e come tale sono stati accettati.
Ciononostante il loro pensiero sulla famiglia tradizionale, non è stato apprezzato. E questo ci sta pure peccato che alla loro legittima opinione si sia contrapposta la solita violenza verbale con hashtag #boycottdolcegabbana compreso che in pochi giorni hanno generato ben 455.000 pagine di google.
Una violenza verbale alla quale i social media ormai ci stanno abituando e che rischia la disaffezione, da parte dei più moderati, all'utilizzo di questi straordinari mezzi di comunicazione.
Non concordo pienamente con l'opinione di Fabio Brinchi Giusti dalle colonne de Linkiesta etichetta come "cattivi" la maggioranza dei commentatori di facebook seppure sia indiscutibile che alcuni assidui frequentatori dei social utilizzino il "commento facile", molto spesso con arroganza. Ma quel che è peggio, postando ad libitum, questi opinionisti infaticabili riescono a rendere popolare l'opinione negativa e spesso violenta a discapito di quella più moderata e disponibile al confronto dialettico e culturale.
Vero è che il linguaggio muta con il mutare della società ma non vorrei mai che prendesse il sopravvento l'urlo, l'ingiuria e la vendetta.
Forse la modernità è anche questo prendere la storia, l'etica, il buon senso e la genetica e farne un bel rogo.
Come sarebbe bello, invece, consumare una buona pasta Barilla, inguainati in un elegante outfit di Dolce e Gabbana, coinvolti dalle dolci note di Elton John, in compagna della persona amata.