E' stato tratto in arresto anche l'ultimo dei responsabili dell'omicidio del giovane HU che, nella giornata di lunedì, si era costituito in Questura a Prato assistito dai propri legali. Il giovane sedicenne è stato tratto in arresto, dagli uomini della Squadra Mobile di Modena in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall'Ufficio GIP del Tribunale per i Minorenni di Bologna su richiesta della Procura dei Minori di Bologna.
MODENA - Sono stati tutti identificati e assicurati alla giustizia i cinque minorenni di nazionalità cinese che domenica pomeriggio hanno prima soffocato il connazionale ventenne Hu Congliang, conosciuto come Leo, residente con la madre e il padre adottivo in un appartamento di Piazza Dante, nei pressi della stazione ferroviaria di Modena, poi ne hanno occultato il corpo chiudendolo in un trolley.
Per i cinque, di età compresa fra i 16 e i 17 anni, si sono aperte le porte del carcere minorile di Bologna e di quello di Firenze, dopo la convalida del fermo per i reati di omicidio in concorso, occultamento di cadavere e rapina, poiché durante la spedizione punitiva si sono appropriati del cellulare e della console dei videogiochi della vittima.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, vittima e assassini si conoscevano tutti per essere cresciuti nella comunità cinese di Prato, dove ancora risiede il padre naturale di Hu. Il movente sarebbe invece da ricercare nel rapporto tra la vittima e uno dei ragazzi del gruppo. In particolare, sarebbero state alcune fotografie compromettenti a fare scattare il blitz punitivo e non è chiaro se il ventenne stesse ricattando o minacciando il soggetto ritratto. I due avevano appuntamento presso l'abitazione di Hu domenica pomeriggio, ma il minorenne è arrivato in treno nella tarda mattinata con quattro amici. Il gruppo è salito fino al sesto piano dello stabile ed è stato fatto accomodare nella camera da letto del giovane. Dopo circa un'ora, la discussione, sorta presumibilmente proprio a causa di quelle foto, come dimostra il furto del cellulare e della console Nintendo della vittima, è degenerata e Hu Congliang è stato prima immobilizzato, poi spinto con il viso contro il cuscino di un divano, che lo ha ucciso per soffocamento.
Non è chiaro se le intenzioni fossero quelle di spaventarlo o di eliminarlo fisicamente. Fatto sta che, di fronte al corpo senza vita del connazionale, i cinque hanno deciso di occultarlo in un trolley e di portare via il cadavere dall'appartamento. La presenza in casa, in un'altra stanza, del padre adottivo di Hu, un noto avvocato modenese, ha reso le operazioni più difficili, così la valigia è stata lasciata nella stanza e il gruppo è uscito dall'appartamento ed è risalito sul primo treno per Prato.
Il cadavere del giovane cinese è stato poi ritrovato poco dopo dalla madre e dal padre adottivo, che hanno allertato le Forze dell'Ordine. Proprio la rapidità delle indagini, partite esaminando le telecamere interne del condominio, delle vie vicine e della stazione ferroviaria, ha consentito di identificare i cinque minorenni cinesi, che il padre di Hu aveva visto uscire di casa, anche grazie agli abiti sgargianti e alle pettinature singolari. Tracciando le schede dei loro cellulari, gli agenti della Squadra Mobile di Modena hanno individuato e raggiunto i minorenni a Prato. I primi tre sono stati fermati già nella notte di domenica, un quarto soggetto è stato sottoposto a fermo la notte di lunedì, mentre il quinto e ultimo componente della banda si è costituito spontaneamente presso la Questura di Prato.
Soddisfatto per la celere risoluzione del caso il Capo della Squadra Mobile di Modena Marcello Castello, che ha tuttavia sottolineato la scarsa collaborazione e la chiusura della comunità cinese, incluse le famiglie dei giovani assassini, che si sono rifiutati persino di parlare italiano, e degli stessi rei, che sono apparsi tutti distaccati, disinteressati alla vicenda e non curanti di quello che era successo.
^^^^^^ ALTRI FATTI A MODENA
Tre arresti effettuati, nella giornata di ieri, dalla Squadra Volante si tratta di due georgiani tratti in arresto in via Casella in quanto sorpresi dal proprietario di un appartamento -mentre tentavano l'effrazione di una porta per consumare un furto in abitazione- che ha chiamato il 112 NUE facendo intervenire la Volante i due, G.A. di anni 42 e N.I. di anni 54 irregolari sul territorio nazionale e senza fissa dimora, sono stati trovati in possesso di cacciaviti, grimaldelli e passe-partout per porte blindate. Questa mattina i due saranno processati con rito direttissimo.
L'arresto dei due è, sicuramente, un importante risultato nell'attività di contrasto ai furti in abitazione. Si allega file foto arnesi atti allo scasso.
Un nigeriano di 20 anni, sempre nella giornata di ieri, è stato tratto in arresto dagli uomini del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia e della Squadra Volante in via Carteria in quanto responsabile di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L'uomo, irregolare sul t.n., è stato trovato in possesso di circa 600 gr. di marijuana, di 650 grammi di sostanza da taglio del tipo mannitolo.
Hanno un nome ed un volto i cinque responsabili dell'omicidio avvenuto il pomeriggio di sabato 25 novembre, intorno alle 15.00, in piazza Dante Alighieri a Modena. Sono stati individuati dalla Polizia di Stato nell'arco di quarantotto ore. Si tratta di cinque connazionali della vittima, di età compresa tra i 16 ed i 17 anni, tutti dimoranti a Prato, responsabili, in concorso, di omicidio e rapina di un telefono e di una consolle per video giochi.
Movente del gravissimo atto, la minaccia di divulgazione di alcune foto a sfondo sessuale di cui HU Congliang era in possesso e che ritraevano uno dei soggetti coinvolti nella vicenda. Il giovane HU sarebbe morto per soffocamento. I cinque, dopo la consumazione dell'efferato delitto, avrebbero poi cercato di occultare il cadavere all'interno di una valigia per liberarsene successivamente. L'intento non sarebbe riuscito per via dell'intervento del padre adottivo del minore insospettito dai rumori che provenivano dalla stanza, sebbene il cadavere sia stato scoperto in un momento successivo.
Nell'immediatezza le indagini si sono concentrate sul gruppo di giovani cinesi che si era introdotto nell'appartamento e già nella notte, grazie all'ausilio di attività tecniche attivate dagli uomini della Squadra Mobile, la Polizia è riuscita ad individuarli e fermare i primi 3 giovani responsabili della morte di HU, rintracciati a Prato.
La scorsa notte sempre a Prato, gli uomini della Polizia di Stato di Modena coi colleghi di Prato, hanno proceduto ad individuare e sottoporre a fermo un quarto soggetto. L' ultimo si è costituito, assistito da un proprio legale, presso la Questura toscana.
I quattro, sottoposti a fermo, sono stati associati presso le strutture carcerarie di accoglienza minorile di Firenze e Bologna. Le indagini coordinate, in un primo momento, dalla Procura della Repubblica di Modena, nella persona della dott.ssa Marino, sono state successivamente condotte, attesa la minore età dei presunti responsabili, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna con il coinvolgimento della Procura della Repubblica del Tribunale dei Minori di Firenze per le relative convalide di fermo.
Modena, 28 novembre 2017
Sono ormai a una svolta decisiva le indagini per accertare le responsabilità sulla morte di Hu Congliang, detto "Leo", il 20enne trovato all'interno di una valigia in un appartamento di Piazza Dante, nel centro della città di Modena, sabato pomeriggio scorso.
L'accusa è di omicidio pluriaggravato per il quale tre minorenni sono stati fermati (due a Prato e uno a Modena) e altre due persone sono ancora ricercate. Il movente dell'omicidio, come dichiarato dal Procuratore di Modena Lucia Musti, "è di natura sessuale".
Risulta perciò ipotizzabile che il movente dell'omicidia possa essere connesso all'intenzione di interrompere la relazione da parte di uno dei minori e che questi, forse minacciato dalla vittima di fare emergere la sua omosessualità, abbia deciso di "mettere a tacere" l'amico cercando anche di occultarne il cadavere.
Maggiori informazioni si avranno nel primo pomeriggio.
Un giovane ventenne è stato trovato morto in un appartaento di Piazza Dante, in vicinanza della stazione ferroviaria di Modena. Il ragazzo di origine cinese è stato, con molta probabilità, assasinato ma non si conosce ancora quale sia l'ambito nel quale l'omicidio sia consumato.
Sul posto, oltre alla Polizia Scientifica, sono arrivati anche il pubblico Ministero Katia Marino e il capo della Squadra Mobile Marcello Castello.
(Modena 25 novembre 2017)
Un autista trentunenne è stato freddato, ieri sera intorno alle 23, sulla porta di casa.
Appena tre ore prima era stata incendiata l'autovettura della moglie. A dare la notizia è l'Agenzia ANSA la quale riporta che Francesco Citro, questo il nome della vittima, originario di Cutro è stato ucciso a colpi di pistola sulla porta di casa nella tarda serata di ieri a Villanova di Reggiolo.
Sull'omicidio stanno indagando i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi.
Il terrificante episodio era venuto nel giugno del 2016. Armando Canò, strangolò la ex compagna, Bernardetta Fella e poi nascose il corpo senza vita in un grosso frigorifero spento, nella cantina dell'abitazione in strada Nazionale per Carpi, a Modena.
Il 50enne aveva confessato di avere strangolato l'ex compagna durante l'ennesima lite. La perizia psichiatrica aveva stabilito che l'uomo era ubriaco ma capace di intendere e di volere. Oggi è stato condannato dal Giudice del Tribunale di Modena, a 18 anni, con rito abbreviato e tre anni di casa lavoro a Castelfranco.
Il pubblico ministero della procura di Modena, Katia Marino, ha chiesto una condanna a 17 anni di carcere (Il rito abbreviato consente uno sconto di un terzo della pena) nei confronti di Armando Canò, il 50enne reo confesso che nel giugno del 2016 uccise l'ex convivente, Bernardetta Fella.
Modena 9 ottobre 2017 - Era fine giugno dello scorso anno, quando i residenti di una palazzina chiamarono i Vigili del Fuoco, preoccupati per l'odore proveniente dalla cantina di "Betta" (così era soprannominata Bernadetta Fella), che viveva all'ultimo piano dell'edificio di via Nazionale per Carpi 101 nel quartiere Madonnina.
Una volta forzata la porta della cantina, però i pompieri si sono trovati davanti a una scena degna di un film horror: il cadavere della donna, ormai in avanzato stato di decomposizione, era stato messo dentro a un frigorifero.
In breve tempo i sospetti caddero sull'ex convivente che infatti, poche ore dopo, venne fermato nell'abitazione di un conoscente e messo alle strette infine ammise il delitto.
Nella prossima udienza, fissata per il 6 novembre, il giudice Andrea Romito leggerà la sentenza.
La difesa di Armando Canò, nella persona dell'avvocata Francesca Pecorari, contesta l'omicidio volontario mentre ritiene si tratti invece di un delitto preterintenzionale.
La centralità dell'azione governativa dovrebbe riguardare i temi chiavi del lavoro, della competitività delle imprese e sulla sicurezza dei cittadini. Di tutto ciò, nella discussione politica, non vi è traccia.
di Lamberto Colla Parma 23 luglio 2017
I temi politici di tendenza di queste ultime settimane riguardano prevalentemente la questione dei migranti e dello jus soli. Temi certamente importanti ma un politico serio non dormirebbe la notte al pensiero del tasso di disoccupazione che sta minando la società e le imprese stesse.
La spesa pubblica nel frattempo aumenta, la crescita è ancorata a valori bassissimi e conseguentemente l'occupazione non cresce.
Vero che la quota maggiore di spesa pubblica è impegnata dal welfare ma continuare a interrogarsi su quali categorie destinare prioritariamente i fondi dell'assistenza condurrà a far aumentare sempre più il bacino dei bisognosi e sempre meno quelli che potranno ricevere sostegno dallo Stato.
E così i nodi reali verranno al pettine e allora giù con nuove tasse senza pensare che (o forse lo sanno ma fingono di ignorarlo) proprio l'incremento delle imposte è il fattore che inibisce crescita economica e conseguentemente lavoro e occupazione.
Un cane che si morde la coda.
Di politiche attive che riguardino il lavoro non si sente parlare ma nemmeno si sente parlare di agevolare l'accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, quel tessuto economico tipicamente italiano che da sempre rappresenta la spina dorsale della nostra economia. Di banche si parla solo del loro salvataggio (raramente della responsabilità degli amministratori) ma mai di come potrebbero intervenire per contribuire alla migliore l'operatività delle imprese, schiacciate dalle imposte, dalla liquidità insufficiente, frequentemente sotto-dimensionate e incapaci di reagire efficacemente ai sempre più rari picchi di ordinativi. Oppresse dalla burocrazia e dalle scadenze tributarie le piccole imprese stentano a cavalcare le rare occasioni di ripresa. Dopo l'abbattimento dei costi generali infatti sono andate a ridurre all'osso la voce di bilancio dedicato al personale, contribuendo così a abbattere il tasso di competenze, creatività e elasticità dell'impresa stessa.
Insomma, lavoro e competitività delle imprese (soprattutto MPMI) dovrebbero essere i temi dominanti della discussione politica così come pure il tema della sicurezza e della giustizia. E invece vai con lo ius soli, con l'emergenza incendi, con i migranti e le emergenze di cui quest'Italia prospera.
Ma si sa, in periodo di campagna elettorale, che da noi ormai è permanente, non si possono fare programmi di lungo periodo, perciò meglio "promuovere" e cavalcare le tante emergenze piuttosto che ipotizzare una nuova idea di Stato e di economia.
Insomma sarebbe necessaria una nuova classe politica, meno attenta al consenso popolare e più attenta al governo e alle sorti del Paese.
Una politica che, sui grandi temi, dovrebbe trovare la convergenza di tutti gli schieramenti mettendo da parte, almeno per un paio d'anni, i propri personalissimi interessi di parte e privati donando alla comunità nuove occasioni di speranza.
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Editoriale: Delitti in provincia - Lattiero caseari, settimana di calma apparente - Cereali e dintorni. Dati USDA fanno tremare- Ismea, scambi Italia-Giappone: nel I trimestre 2017 l'export agroalimentare cresce del 38%.
SOMMARIO Anno 16 - n° 28 16 luglio 2017
1.1 editoriale
Delitti in provincia
2.1 lattiero caseario
Lattiero caseari, settimana di calma apparente.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in forte tensione
4.1 cereali Cereali e dintorni. Dati USDA fanno tremare i mercati
5.1 export agroalimentare Ismea, scambi Italia-Giappone: nel I trimestre 2017 l'export agroalimentare cresce del 38%
6.1 promozioni "vino" e partners
7.1 promozioni "birra" e partners
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Una lunga sequenza di delitti ha percorso la storia di Parma da fine 2015 e non necessariamente connessi al degrado di certi quartieri. Dobbiamo invece interrogarci sulla malattia che sta dilagando a Parma e nella società italiana in genere.
di Lamberto Colla Parma 16 luglio 2017
In "provincia" non accadeva mai nulla. Erano infrequenti gli episodi di violenza cruenti e gli omicidi un fatto rarissimo, a differenza di quanto registravano le cronache delle città metropolitane.
Parma, ad esempio, è sempre stata ritenuta una splendida oasi di tranquillità dove chiunque era libero di girare, sereno e in sicurezza, con la propria "bici" in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi quartiere.
Oggi invece, nella ex tranquilla isola parmigiana, la percezione di insicurezza e degrado è talmente elevata che, durante l'ultima campagna elettorale, la questione "sicurezza" è stato un tema dominante e trasversale a quasi tutti i candidati.
Probabilmente è solo un caso, ma l'ultimo delitto parmense si è consumato in uno di quei quartieri dove lo spaccio è una attività fiorente e la violenza all'ordine del giorno. Poco più di un anno fa infatti, era aprile 2016, un 39enne di origine dominicana venne aggredito e accoltellato da un connazionale che cercò anche di dargli fuoco. Andò peggio al 22enne nigeriano trovato morto sempre nello stesso quartiere lo scorso novembre.
Ma il duplice omicidio di via San Leonardo 21 si è consumato tutto in famiglia, come lo fu il più famoso "Caso Carretta", con il secondogenito che massacra mamma e sorellina di undici anni per poi tentare la fuga. Quindi non un delitto nato dalla fiorente attività illegale che primeggia nel quartiere, salvo il fatto che il giovane assassino possa essere stato influenzato nel suo percorso di crescita, ma occorre invece interrogarsi sulla lunga scia di delitti che si sono consumati nella città ducale nell'arco di un anno e mezzo o poco più.
Vero è che la storia degli ultimi trent'anni di Parma è stata fin troppo ricca di episodi terribili che hanno segnato le famiglie ma anche l'intera comunità; dal delitto dell'industriale Mazza, al caso Carretta, per passare al piccolo Tommy e alla giovanissima Virginia, al delitto di "Mimma".
Ma è da fine 2015 che sembra essere esplosa una bolla criminale senza precedenti per Parma. Una sequenza impressionante di efferatissimi delitti, diversi dei quali consumati in famiglia o comunque all'interno di relazioni, molto probabilmente malate, e non necessariamente maturati in ambiti di degrado sociale.
Era maggio 2016 quando uno "Squadrone della morte" composto da quattro rumeni e due italiani decidono di "vendicarsi", in quel di Basilicagoiano, su Mohamed Habassi, 34enne tunisino, il quale sembra essere stato persino ferocemente torturato.
A settembre è il caso di Elisa Pavarani a accendere i riflettori sull'ennesimo "femminicidio". Un caso che riporta la memoria a 10 anni prima quando a fare le spese di una relazione malata fu Silvia Mantovani, uccisa dal fidanzato con otto coltellate il località Martorano.
A Novembre il corpo senza vita del 22enne nigeriano Omonkhegbele Thakgod venne ritrovato in via Gobetti, nel quartiere San Leonardo.
A Natale il dramma si consuma a San Prospero, con il duplice omicidio di Luca Manici (Kelly) e dell'argentina Gabriela Altamirano, assassinati nell'Angelica Vip Club
A fine gennaio 2017 è il caso di Arianna Rivara, uccisa dall'ex che poi si è tolto la vita, in un appartamento nel quartiere San Lazzaro. L'ennesimo femminicidio che si aggiunge, oltre a quelli citati nel 2016, a quello di Alessia della Pia massacrata di botte nel 2015 da Jella. E ancora Guesh Gabrehiwot uccisa con due colpi di pistola e seppellita in una buca a Pellegrino. Aveva solo 24 anni. Simonetta Moisè di anni ne aveva 56 ed è stata uccisa a Sala Baganza, freddata dal marito poi suicida Pietro Amighetti. Nell'elenco c'è anche Domenica Menna ferita a morte dall'ex marito guardia giurata Salvo Chirullo. Michel Campos invece è stata uccisa a martellate e nascosta sotto il letto dal fidanzato. Dolores Leonardi è stata invece assassinata dal figlio mentre Maria Virginia Fereoli è stata colpita da 470 coltellate a Felino.
Infine, è cronaca di pochi giorni fa, il 21enne ex promessa del calcio di origine ghanese, Solomon Nyantakyi, ha massacrato la madre e la sorella di undici anni all'interno della loro abitazione in via San Leonardo, 21.
La domanda che viene spontanea porsi dopo questo terrificante excursus di morti violente è: ma cosa sta accadendo alla nostra città e più in generale nella nostra società?