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Domenica, 24 Aprile 2016 08:51

COOP a favore del latte italiano.

Marco Pedroni, Presidente Coop Italia, a fianco di Maurizio Martina Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali all'Ipercoop di Mantova con i fornitori e gli allevatori delle filiere Coop della zona.

Roma 18 aprile 2016 - Marco Pedroni Presidente Coop Italia: "Di fronte alle difficoltà del settore acuite dall'eccesso di offerta di queste settimane, diamo un ulteriore sostegno alla valorizzazione di questa importante filiera con azioni di promozione straordinaria sull'intera linea di latte fresco e microfiltrato a marchio Coop che partono oggi e proseguiranno fino a metà maggio. Nel complesso prevediamo un aumento degli acquisti di Coop di circa 10.000 quintali di latte. Coop riconosce ai produttori un prezzo alla stalla generoso e superiore ai prezzi correnti di mercato.
Il tutto a vantaggio di un comparto in difficoltà, ma anche con lo scopo di sensibilizzare i soci e i consumatori al consumo di un prodotto buono, sicuro e italiano, consigliabile per tanti regimi alimentari".

Maurizio Martina Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali- "Ringrazio Coop per aver dato una risposta concreta e operativa in una fase delicata per il settore lattiero italiano. L'aumento degli acquisti è un segnale fondamentale per i nostri allevatori, così come è importante che i consumatori possano individuare con facilità i prodotti grazie al logo "100% latte italiano". Il Governo va avanti nelle politiche di sostegno al settore, dopo aver ottenuto la moratoria per 30 mesi dei debiti degli allevatori e aver ridotto la pressione tributaria del 25%. Non ci fermiamo e chiediamo anche all'Europa di dare risposte strutturali a una crisi che è europea".

Il latte fresco e microfiltrato a marchio Coop è tutto italiano ed è su questo che Coop farà ricadere importanti azioni concrete a vantaggio di un comparto - quello lattiero caseario - in difficoltà, ma anche con lo scopo di sensibilizzare soci e consumatori. E' l'operazione con cui la prima insegna della grande distribuzione in Italia (12,3 miliardi di fatturato, oltre 1.100 punti vendita nel nostro Paese) partecipa attivamente alla campagna di comunicazione e valorizzazione del latte Made in Italy varata appena una settimana fa da tutta la grande distribuzione. L'operazione rientra tra gli strumenti di attuazione dell'Accordo di filiera siglato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dalle organizzazioni agricole, dall'industria e dalla grande distribuzione a novembre.

Ed è questa l'operazione presentata lunedì 18 aprile a Mantova presso l'Ipercoop La Favorita da Coop a fianco del Ministro Maurizio Martina e davanti a una platea composta di soci Coop e di produttori di latte delle province di Mantova, Cremona e Brescia.
Si tratta di due operazioni in sequenza temporale; uno "Scegli Tu" in aprile su prodotti a marchio Coop con il latte al centro e una promozione straordinaria a maggio con uno sconto importante che va a premiare l'intera linea del latte Coop: un latte che proviene tutto da allevamenti italiani, con la filiera tracciata (sono 38 allevamenti e 10 mangimifici ad essere coinvolti), Ogm-free, sottoposto a controlli rigorosi e a un sistema di garanzie certificato. Ordinariamente Coop commercializza nella sua rete vendita 80.000 tonnellate di latte fresco ogni anno, di cui circa il 50% a proprio marchio.

Mangimi privi di OGM, senza proteine e grassi animali, assieme agli altri alimenti prodotti dagli stessi allevatori (fieno, insilato di mais, ecc..), contribuiscono a produrre un latte crudo dalle caratteristiche microbiologiche di ottima qualità. Per queste peculiarità Coop riconosce un premio ai produttori che supera il 20% del valore del mercato del latte crudo.
(Fonte ufficio stampa COOP - Roma, 18 aprile 2016

Domenica, 21 Febbraio 2016 12:25

La doccia fredda della Corte dei Conti

Anno bisesto, anno funesto. I nodi stanno venendo al pettine. Dalla Corte dei Conti e dall'OCSE segnali poco incoraggianti per l'Italia e l'Europa. Il tasso di povertà stimato da Actionaid è altamente preoccupante.

di Lamberto Colla Parma, 21 febbraio 2016.
Nemmeno il tempo di "gongolarsi" dei trionfalistici dati resi noti dall'INPS sullo stato occupazionale del 2015 che a raffica, nelle 48 ore successive, la Corte dei Conti e l'OCSE piazzano un "uno due" da tramortire un peso massimo.

Invece niente, il domatore di leoni al Governo italico, non solo non fa una piega, ma si diletta a ammaestrare i suoi "canguri" nel tentativo di fare passare, interamente e senza danni, la proposta DDL della collega Cirinnà riguardo alle unioni civili e la questione controversa della "Stepchild adoption". Una questione sicuramente importante quella dell'utero in affitto che rischia però di fare abortire il Governo e lo stesso partito di maggioranza relativa, dove la componente cattolica si scontra con quella laica e, c'è da augurarselo, con la individuale posizione etica di ciascun deputato.

Così, mentre in Parlamento ci si azzuffa per la "stepchild adoption - utero in affitto" al punto che la Cirinnà ha seriamente minacciato di abbandonare la politica causa il tradimento dei pentastellati, minaccia prontamente ritirate per dovere di responsabilità, passa sotto sordina che l'OCSE ha ridotto la stima di crescita dell'UE di quasi mezzo punto percentuale e ovviamente anche la stima dell'Italia di altrettanto.
Uno 0,4% di PIL che verrà meno e che cagionerà molti dolori agli italiani che pagano le tasse e i consumatori che rilasciano il 22% su quasi ogni prodotto che acquistano e che potrebbe passare entro breve sino al 25,5% nel caso di mancato raggiungimento di determinato equilibrio tra PIL e debito pubblico. Un inasprimento delle aliquote scongiurato negli ultimi due anni in forza di una maggiore flessibilità concessa dall'UE e dai dati di PIL che, matematicamente parlando, avevano temporaneamente disinnescato la bomba.

I primi segnali che il Governo fosse in pre-allarme erano già pervenuti a più riprese negli ultimi giorni, dalla proposta del "taglio delle pensioni di reversibilità" alla proposta della "tassa sull'ascensore". Nessun segnale pervenuto sulla riduzione dei vitalizi dei parlamentari e dell'esercito dei consiglieri regionali o di alienazione degli ENTI Inutili e via dicendo.

Niente di tutto ciò!

E allora ecco che a innescare nuovamente l'ordigno ci ha pensato la Corte dei Conti richiamando pesantemente il Governo reo di non avere realizzato una politica di contenimento delle spese minimamente sufficiente. Il presidente della Corte, in occasione della apertura dell'anno giudiziario, è stato categorico: Squitieri infatti "è dell'avviso che il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di revisione della spesa siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".

Una tirata di orecchie non indifferente che spiana definitivamente la strada all'aumento dell'aliquota iva e un ulteriore inasprimento della pressione fiscale.
Nessuno ha voluto metter mano alla "Spending Review" (contenimento delle spese dell'apparato statale) ed oggi la macchina Italia è troppo onerosa, un tenore di vita che il padrone (cittadino) non può più permettersi.

A dare la misura dello stato di decadimento della "proprietà" ci ha pensato, proprio nelle stesse ore dell'OCSE e della Corte dei Conti, l'organizzazione Actionaid, stimando in ben 4 milioni di cittadini ricadenti nella classificazione di "povertà assoluta" e di ben 17 milioni che spingono alla porta della povertà.

L'incremento delle tasse potrà solo alimentare questi due raggruppamenti e sottrarre risorse anche al sistema di volontariato e assistenza così ben diffuso nei cuori degli italiani e ancora di salvezza per molti, immigrati compresi.

Temo che così procedendo, sia a livello internazionale e ancor peggio a livello domestico, il 2016 sarà l'anno della resa dei conti.
Anno bisesto, anno funesto...

PARMAOTTOBRE2015 033-1

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Pubblicato in Politica Emilia

Latte, Mercuri (alleanza cooperative): Eccesso di produzione e mercato al ribasso. A gennaio -10% di domanda interna. Aperto tavolo di confronto della cooperazione.

Roma - "Il mercato del latte è in piena défaillance. Perché non ce la fa ad assorbire l'eccesso di produzione del 5%, determinato dalla fine delle quote latte, e perché contemporaneamente ha subito gli shock dell'embargo russo, la diminuzione dell'export verso la Cina e la caduta dei consumi nazionali che a gennaio ha fatto registrare un -10%. Per questo a fine mese la cooperazione italiana – che rappresenta il 70% della materia prima nazionale - aprirà un confronto per reagire al cedimento del settore".

Lo ha detto il presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane agroalimentari, Giorgio Mercuri, che ha aggiunto: "A soffrire di più sono le aziende ben strutturate, che negli anni hanno fatto investimenti importanti e che ora faticano a sostenere quei costi; per questo occorre invertire la tendenza e individuare nuovi strumenti che portino alla riduzione delle produzioni e che possano agevolare il superamento di questo momento di fortissimo squilibrio tra domanda e offerta. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere le imprese, per cui sarebbe opportuno prevedere anche misure in grado di legare il prezzo del latte al valore del mercato dei formaggi Dop e garantire così una giusta remunerazione, come peraltro espressamente previsto dal regolamento comunitario sulla regolamentazione dell'offerta di tali prodotti".

Mercuri ha poi annunciato che la cooperazione ha aperto un confronto all'interno dei propri organi per arrivare entro pochi giorni alla definizione di alcune proposte concrete: "È in agenda – ha detto - un incontro del coordinamento settoriale dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, per definire le strategie finanziarie e le misure strutturali oltre che per dare risposte concrete al comparto". Un confronto interno che nasce anche in seguito a quanto espresso dal presidente di AOP Latte Italia (associazione delle organizzazioni di produttori), Carlo Mizzi, dopo l'ultimo Cda della realtà cooperativa che vale il 10% della produzione nazionale e rappresenta 1000 soci.
Con 27.550 allevamenti (pari al 68% del totale in Italia) e circa 700 imprese cooperative che raccolgono il 70% della materia prima nazionale (quasi 7 milioni di tonnellate di latte), la cooperazione contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di circa 7 miliardi di euro (export all'11%), che corrisponde al 45% del fatturato complessivo della filiera. Un valore, quest'ultimo, che esprime il 19% del fatturato globale della cooperazione agroalimentare.

(Alleanza Cooperative 19 febbraio 2019)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

La montagna non può salvarsi da sola. Le molteplici iniziative della amministrazione comunale di Berceto per il rilancio turistico e il mantenimento del patrimonio locale. Il salto di qualità, da luogo di villeggiatura a località turistica.

di Lamberto Colla Parma 14 gennaio 2016 -
Come ormai consuetudine, l'eclettico Sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, riesce a incassare il plauso anche di Michele Brambilla, da pochi mesi alla guida della Gazzetta di Parma, in occasione della presentazione della miriade di progetti messi in campo dall'amministrazione bercetese per rilanciare la località sul piano turistico e non solo come luogo di villeggiatura "quando a Parma ci sono 40 gradi" ha sottolineato il Sindaco.

"Oggi ho visto lo spirito giusto, la voglia di costruire un futuro per la gente che vive qui" è la chiosa del direttore del quotidiano locale commentando l'impegnativo piano di lavoro proposto dal sindaco peraltro sostenuto da molti e qualificanti interventi.

Effettivamente di carne al fuoco Lucchi ne ha gettata. Dalla volontà di creare degli organismi consortili per la gestione del territorio e per la gestione dell'energia, ovviamente da rinnovabili, dal progetto di spostamento e riqualificazione delle aree di servizio di Tugo est e Ovest più a ridosso del casello autostradale di Berceto trasformandole, come lo sono spesso quelle francesi, in punti di promozione dei prodotti tipici locali, dal promuovere innovativi servizi di assistenza alla comunità degli anziani al recupero delle case cantoniere e delle 50 abitazioni abbandonate a rischio di crollo, dal progetto di creare un albergo diffuso al consolidamento di un progetto di valorizzazione turistica del comune che è porta strategica del Parco Nazionale Tosco Emiliano con l'obiettivo di fare rientrare anche Berceto nel riconoscimento UNESCO di Riserva di Biosfera e la contestuale valorizzazione della Via Francigena.

"Bisogna avere progetti ambiziosi" sottolinea Luigi Lucchi che conclude chiedendo il contributo e la partecipazione di tutti per portare a termine le idee proposte "perché la montagna non può salvarsi da sola".

Lucchi Luigi

E' stata la volta quindi di Giovanni Gelmini a intervenire illustrando in dettaglio il "progetto fragilità" destinato alla comunità anziana, basti pensare che Berceto ha un tasso del 20% di ultrasettantacinquenni, mentre Fausto Giovannelli - presidente del Parco Nazionale Tosco Emiliano - ha sottolineato l'importanza di Berceto e delle sue infrastrutture nel progetto di valorizzazione del Parco e del contributo che potrà derivare dalla combinazione dei riconoscimenti Unesco.

L'intervento di Giulio Gravaghi - commissione ANCI nazionale e Consulente di numerosi Comuni nel processo di riforma del servizio distribuzione gas - entra nel merito del progetto di riforma delle Reti di distribuzione del gas, del valore complessivo di 25 miliardi, che se andrà in porto "scipperà le reti del gas ai comuni" con grave danno economico per gli stessi.

Infine Rossi, UIL Emilia, si compiace con il progetto di Lucchi, invitando però il Sindaco a creare massa critica attraverso alleanze con i comuni limitrofi per meglio rafforzare le richieste da indirizzare alla Regione Emilia Romagna.

 

Pubblicato in Economia Parma

L'assessore regionale alle Attività produttive  a Gaggio Montano: "Fronte comune per salvaguardare l'occupazione". 

Bologna - "E' il momento di restare uniti. Dobbiamo fare fronte comune per trovarci preparati ad affrontare una situazione difficile. Si deve avviare una soluzione già a partire dall'incontro del prossimo 19 gennaio. Per questo è indispensabile che ci sia la disponibilità di tutte le parti, a iniziare dalla proprietà, per attivare un serio confronto". Lo ha detto l'assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, ieri a Gaggio Montano sull'Appennino bolognese, incontrando i lavoratori e i rappresentanti sindacali della Philips Saeco in presidio davanti allo stabilimento.

L'assessore ha illustrato le prossime iniziative che saranno avviate dalla Regione insieme al Governo, confermando l'obiettivo di salvaguardare la produzione di Gaggio Montano e l'occupazione dei attuali lavoratori. "Non sono qui a portare solidarietà – ha aggiunto l'assessore -, quella è scontata. Come rappresentante dell'istituzione voglio condividere con i lavoratori le soluzioni che possano dare sicurezze a una realtà produttiva importante per la vallata ma anche per l'intera realtà produttiva emiliano-romagnola".

A margine dell'incontro con i lavoratori della Saeco l'assessore Costi ha incontrato l'ingegnere meccanico Mohamed Abdalla, impiegato tecnico licenziato nei giorni scorsi dall'azienda Metalcastello di Castel di Casio (Bo).

saeco

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Cereali, tentativo di recupero in atto ma rischio siccità. Natale buono con le due principali DOP. Legge di Stabilità: taglio delle tasse, -25% per le aziende agricole . Centro Agroalimentare di Parma verso la ristrutturazione del debito. Equitalia, tregua per 13 giorni ma...

(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 52 27 dicembre 2015
1.1 editoriale Equitalia, dalla parte del cittadino. O no?
3.1 cereali Cereali, tentativo di recupero in atto.
4.1 cereali Cereali a rischio siccità.
5.1 Lattiero caseario Babbo Natale porta ricchi e inaspettati doni alle due Dop principali.
6.1 ortofrutta Valfrutta Fresco e Colle d'Oro, siglato accordo strategico
6.2 crisi CAL, c'è l'accordo con i creditori
7.1 pomodoro OI Pomodoro da Industria Nord Italia in assemblea. Bene il 2015 e già proiettati al futuro.
8.1 mercati agricoli Agromercati, Natale senza scossoni
9.1 agricoltura e fisco Agricoltura, tasse tagliate del 25% per le aziende agricole
9.2 crisi CAL di Parma verso la ristrutturazione del debito
10.1 crisi Fallimenti, in lieve diminuzione nel corso del 2015
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 52 2015-COP

Il commercio dà segnali di miglioramento tra consumi e vendite ma i negozi sfitti in Emilia Romagna sono oltre 44.000. serve una norma per i canoni concordati. Tra maggio ed agosto di quest'anno si registrano 276 PMI in meno rispetto al 1° quadrimestre 2015. -

Parma, 15 ottobre 2015

Il commercio dà segnali di miglioramento, ma la crisi non è ancora finita. Nonostante il ritorno in territorio positivo di consumi e vendite, i negozi tradizionali continuano a diminuire: in Emilia Romagna tra maggio ed agosto di quest'anno si registrano 276 PMI in meno rispetto al 1° quadrimestre 2015.

Per quanto riguarda Parma continuano a diminuire le imprese di commercio al dettaglio (-41), quelle che operano nel commercio di carburanti (-6) e quelle del commercio di giornali, riviste e periodici (-1) registrando in tutto 103 cancellazioni di imprese.
Sul nostro territorio ad avere un saldo positivo tra nuove iscrizioni e cancellazioni sono: le imprese del commercio ambulante (+1).
Altro settore in controtendenza è quello delle imprese che operano via internet (+1).
Questo è quanto emerge dalle rilevazioni dell'Osservatorio Confesercenti sulla natimortalità delle imprese di commercio e turismo tra maggio e agosto 2015.
Un dato rilevato sempre dall'Osservatorio, sulla base di rilevazioni delle imprese di intermediazione immobiliare (elaborazione ANAMA Confesercenti) per l'Emilia Romagna, è che ci sarebbe la presenza di ben 44.272 negozi sfitti sul territorio regionale. Problema ben noto anche a Parma.

"Rispetto agli scorsi anni – spiega Roberto Manzoni, presidente regionale Confesercenti – il mercato interno mostra qualche segnale di miglioramento, ma per i negozi tradizionali è sempre una fase difficile. A pesare su questi ultimi sono soprattutto la deregulation delle aperture delle attività commerciali: il regime attuale, che prevede la possibilità di rimanere aperti h24 per 365 giorni l'anno, è insostenibile per i piccoli negozi che continuano a perdere quote di mercato a favore della grande distribuzione. Se non si modificherà la normativa, i negozi non agganceranno mai la "ripresina" e continueranno a chiudere. Occorre, inoltre, un rilancio dei consumi più robusto se vogliamo arrivare a una vera inversione di tendenza."

"La crisi economica, le liberalizzazioni e gli affitti che, soprattutto nelle aree di pregio commerciale, sono sempre più elevati, stanno svuotando le città di negozi - afferma il direttore regionale Confesercenti Stefano Bollettinari. Per agevolare il ripopolamento delle attività commerciali, Confesercenti propone l'inserimento nella prossima legge di stabilità di un meccanismo 'combinato' per riportare i negozi della città: una norma che permetta di introdurre canoni concordati e cedolare secca anche per gli affitti di locali commerciali, un sistema già previsto per le locazioni abitative e che potrebbe essere declinato anche per il commercio attraverso un accordo tra proprietari immobiliari, rappresentanti delle imprese commerciali e amministrazioni territoriali competenti. In questo modo si favorirebbe, in un momento di ripartenza dell'economia, la ripresa del mercato immobiliare, dando allo stesso tempo nuovo impulso alla rinascita del commercio urbano e delle botteghe. Si creerebbe quindi valore per tutti i soggetti interessati".

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti ER)

Mercoledì, 12 Agosto 2015 16:15

Scandiano, Irpef progressiva e tasi al ribasso

Sui Tributi il Comune conferma l'Irpef progressiva, rivede verso il basso la Tasi, continua a non applicare la Cosap sulle distese estive

SCANDIANO – L'ultima seduta del Consiglio comunale di Scandiano, oltre ad alcune novità riguardanti la TARI (con un impegno diretto del Comune per contenere al minimo l'aumento previsto da Atersir, e agevolazioni per le imprese), ha visto l'approvazione del nuovo regolamento sull'Irpef. Spiega il Sindaco Alessio Mammi: "Il nuovo regolamento prende atto che da quest'anno per la prima volta a Scandiano si è scelto di introdurre l'Irpef progressiva, che rappresenta a nostro giudizio un importante strumento di maggiore equità, in quanto rispetto alla precedente aliquota unica per tutti i redditi, 0,55%, siamo passati ad una rimodulazione che, ricordo, su un totale di poco più di 15 mila contribuenti ha visto una diminuzione dell'imposta per circa 10.200 contribuenti con un reddito tra 10.000 e 28.000 euro, la stessa aliquota dello scorso anno per circa 4200 contribuenti (esenti fino a 10.000 e ancora allo 0,55% per i redditi tra 28.000 e 55.000 euro), ed aumentata solo per circa 900 contribuenti (passando dallo 0,55% al 0,8% per i redditi sopra i 55.000 euro). Questa rimodulazione dell'imposta è stata confermata con il nuovo regolamento, è una innovazione in cui crediamo fortemente e che ha ricevuto un apprezzamento trasversale".

Prosegue Mammi: "Abbiamo anche adottato alcune modifiche all'aliquota del Tributo sui servizi indivisibili (Tasi), ritoccandola verso il basso di un punto: in questo modo tutte le imprese del territorio pagheranno uguale o meno rispetto all'anno passato, per nessuna impresa è previsto un aumento. Nella variazione di bilancio che è stata ugualmente approvata nell'ultima seduta, viene confermato che il Comune di Scandiano non applica la Cosap sulle distese estive degli esercizi pubblici: una scelta che va nella direzione di mantenere vivo e attrattivo il centro. Infine segnalo che è stato approvato anche il nuovo regolamento per la riscossione coattiva delle entrate comunali. Questo regolamento prevede che per tutte le imposte comunali, verso chi si trova in obiettiva difficoltà nei pagamenti, possa essere applicata la rateizzazione, arrivando fino a 48 rate mensili. L'accesso a questa opportunità è ovviamente legato ad una serie di requisiti che dimostrino la situazione di reale difficoltà economica, ma è sicuramente un modo di andare incontro a queste persone".

Preoccupazioni per la tenuta dei livelli produttivi. Al lavoro per riattivare il tavolo ministeriale. -

Parma, 7 agosto 2015 –

Si è svolto stamattina in Provincia un incontro per approfondire le problematiche dello stabilimento Heinz Italia spa di Ozzano Taro.

Presenti: il Delegato provinciale alle Attività produttive Cantoni, i parlamentari on. Patrizia Maestri e Romanini, il sen. Pagliari, la consigliera regionale Barbara Lori, il sindaco di Medesano Ghidini, il vice sindaco di Collecchio Dodi, il vice sindaco di Fornovo Valenti, il vice sindaco di Terenzo Cariboni le organizzazioni sindacali Flai-Cgil, Fai-Cisl e UILA-Uil, una rappresentanza delle Rsu aziendali; a questo incontro l'azienda ha ritenuto di non partecipare.

Si è discusso delle preoccupazioni dei lavoratori per il futuro dello stabilimento, in particolare la tenuta dei livelli produttivi e la mancanza di investimenti per l'innovazione tecnologica. L'azienda è interessata da una crisi e da una vertenza che nel novembre del 2013 aveva portato ad un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico.

Stamattina in Piazza della Pace gli intervenuti hanno auspicato che si possa proseguire in continuità con quanto convenuto in quell'incontro, sancito nel relativo verbale, e che sia quindi possibile condividere con l'azienda il quadro generale di riferimento e le informazioni sul piano industriale.

A questo scopo si lavorerà per riattivare il tavolo ministeriale.

(fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Domenica, 02 Agosto 2015 10:53

Frutta, +500% dal campo alla tavola

Coldiretti denuncia la speculazione sulla frutta e lancia il progetto FAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani)

Parma 02 agosto 2015 -

Dalle pesche pagate al produttore 0,30 euro e rivendute al consumatore a 1,80 euro alle susine, per le quali l'agricoltore si vede corrispondere 0,40 euro per poi ritrovarle sui banchi dei supermercati a 1,40 euro, dai meloni che da 0,40 euro schizzano a 1,40 euro al chilo, all'uva da tavola che si trova in vendita a 2,50 euro rispetto agli 80 centesimi dati a chi la coltiva, che non riesce più a coprire neppure i costi di produzione.
A denunciarlo è la Coldiretti sulla base di un'analisi su dati Ismea relativi alla terza settimana di luglio resa, nota in occasione della Giornata dell'ortofrutta al Padiglione Coldiretti ad Expo.

"E' in atto una vera speculazione, sottolinea Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti, che paga la frutta al di sotto dei costi di produzione agli agricoltori e non permette a molti cittadini di garantirsi il consumo di un prodotto indispensabile per la salute in questa stagione".
In questo contesto una vera rivoluzione è in atto grazie al progetto "Scendipianta" di Fai, "Firmato dagli agricoltori italiani", che accorcia la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita.

Un progetto che ha trovato l'attenzione della principale catena distributiva italiana "Conad" con cui è stato stretto un importante accordo nell'ambito del quale sono iniziate le prove su vari punti vendita con pesche e nettarine che piano piano si estenderanno anche alle altre specie ortofrutticole.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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