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Mercoledì, 10 Settembre 2014 13:24

Appennino Modenese affossato da maltempo e crisi

Confesercenti: 'Turismo affossato da maltempo e crisi: -11% le presenze. Ora sostegno alle imprese' -

Modena, 10 settembre 2014 -

Luglio mese peggiore, agosto appena meglio ma altalenante. "Urge riposizionare prodotto e politiche promozionali, potenziare strutture sportive, creare alternative". "La sovrapposizione dell'effetto maltempo in Appennino al prolungarsi della debolezza della domanda italiana – afferma Confesercenti Modena – ha purtroppo compromesso anche l'estate 2014 che segue una stagione invernale già molto deficitaria. Serve quindi un sostegno alle imprese che devono fronteggiare l'ennesima stagione con segni meno, sia di presenze che soprattutto di fatturati. Si impone dunque la necessità di apporre correttivi agli studi di settore, nonché di rivedere la fiscalità locale, soprattutto per quanto riguarda la tassa sui rifiuti: deve funzionare l'equazione meno turisti = meno rifiuti e quindi tariffe meno care"

Tempo di bilanci per l'Appennino modenese: la stagione estiva va in archivio con un calo di presenze dell'11%. È l'amaro dato che emerge dell'indagine svolta dal 25 agosto al 2 settembre dal Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Assoturismo-Confesercenti, presso un campione di oltre 50 strutture ricettive – alberghiere ed extra alberghiere dei centri turistici montani della nostra provincia. Tutto il settore è stato colpito da un andamento climatico sfavorevole, soprattutto in luglio e agosto, che probabilmente ha contribuito ad amplificare il calo della domanda turistica italiana sempre più condizionata dalla persistente situazione di crisi.

I risultati 'migliori' se così possono essere definiti, risalgono al mese di giugno, in cui il calo delle presenze risultava molto contenuto. Luglio per contro è stato sicuramente il mese peggiore, non solo per le sfavorevoli condizioni meteo, ma soprattutto per il trend di diminuzione della domanda italiana, solo parzialmente compensata dai mercati esteri, che però incidono assai poco nel totale delle presenze sul nostro Appennino. Agosto invece ha registrato andamenti altalenanti, con una partenza del mese piuttosto buona, una flessione nel week end di ferragosto, peraltro flagellato dal maltempo e con segnali di recupero nelle restanti due settimane. Rispetto alle tipologie di turisti, il calo più forte lo si è registrato nel segmento di clientela legata al turismo climatico e quindi anziani e famiglie con bambini piccoli. Più stabile invece il segmento sportivo legato ai ritiri delle squadre dei vari sport, alla mountain bike ed al trekking.

"Questo bilancio della stagione estiva mostra come sia sempre più evidente la forte dipendenza della nostra offerta turistica dal clima. Si impone perciò un riposizionamento del prodotto e delle politiche promozionali, creando alternative interessanti per chi sceglie di passare le vacanze nella nostra montagna, potenziando le infrastrutture sportive e creando una rete che permetta nelle giornate di pioggia di vistare mostre, partecipare ad eventi, scoprire le tante eccellenze che ci caratterizzano, godibili anche con il maltempo, quali ad esempio i musei Ferrari a pochi chilometri dalle più note località appenniniche, come pure bellezze architettonico-artistiche etc.", conclude Confesercenti.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)

Domenica, 07 Settembre 2014 15:07

C.A.S.E.A. - SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14

SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14 (Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)

1.1 editoriale In equilibrio sul precipizio
3.1 alimentazione Il grano khorasan KAMUT® presente al SANA 2014
4.1 crisi pesche e nettarine Crisi Russa: da ripensare a livello europeo
4.2 bonifica CER: attività di ricerca a sostegno dell'agricoltura terremotata
5.1 Lattiero caseario Il difficile momento dei derivati del latte
6.1 crisi russa Una rete di sicurezza UE per il latte
6.2 latte, la rete USA La rete di Protezione USA per il latte
7.1 #myER_KitchenStories Emilia Romagna, dalla tavola al web.
9.1 festival prosciutto Prosciutto e piadina? Sono baci e abbracci
9.2 assica L'evoluzione dei valori nutrizionali dei salumi
10.1 occupazione agricola Aumento record di assunzioni in agricoltura

Per i pubblici esercizi stimato un calo dei ricavi a fine stagione estiva tra il 15% e il 20% dovuto anche al maltempo. Fiepet Confesercenti Modena chiede alle amministrazioni una proroga delle concessioni per i dehor -

Modena, 28 agosto 2014 -

Nel novero dei danni causati dal maltempo persistente nell'estate 2014 si devono inserire anche i mancati incassi dei bar e ristoranti di Modena e provincia, che si erano attrezzati con i dehor ad accogliere i clienti che volevano consumare all'aperto pranzi, cene, aperitivi, colazioni o una semplice bibita. Il numero particolarmente alto di giornate di pioggia e le temperature, soprattutto serali, al di sotto della media del periodo, hanno infatti sconsigliato i molti modenesi che non sono partiti per le vacanze dal cercare bar e ristoranti che offrissero loro la possibilità di passare serate all'aperto. Fiepet Confesercenti Modena stima che a fine stagione il calo dei ricavi dovuto al maltempo si assesterà sul 20% per i bar e sul 15% per ristoranti e pizzerie.

"Questi cali consistenti ed ancor più pesanti se inseriti nel contesto di crisi e calo dei consumi – sottolinea Gianfranco Zinani Presidente Fiepet Confesercenti Modena - rischiano quindi di mettere a rischio la sopravvivenza di molte imprese e conseguentemente molti posti di lavoro nel settore. Per cercare di porre almeno un parziale rimedio a questa pesante situazione chiediamo a tutte le amministrazioni comunali della provincia di Modena di concedere la proroga automatica e non onerosa di tutte le concessioni per dehor estivi per 30 giorni oltre la naturale scadenza".

Sperando quindi che l'inizio della stagione autunnale sia più clemente da un punto di vista meteorologico rispetto all'estate ormai agli sgoccioli, molti operatori del settore pubblici esercizi potrebbero cercare di recuperare una parte dei ricavi persi ed inoltre potrebbero prorogare di un mese molti contratti di lavoro stagionali contribuendo a contrastare la diminuzione dell'occupazione nel settore.

(Fonte: Ufficio stampa Confesercenti Modena)

Pubblicato in Lavoro Modena

Confesercenti: "Serranda alzata per un'attività ogni due. Aperti sì, per chi rimane in città, ma anche per contrastare gli effetti della crisi"

Modena 14 agosto 2014 - Strade deserte e saracinesche abbassate d'agosto? Un'immagine che ormai appartiene al passato. "Sono sempre meno, infatti – rileva Confesercenti Modena - i pubblici esercizi ed i negozi modenesi che chiudono nel periodo clou dell'estate, e con ogni probabilità almeno un'impresa su due quest'anno rimarrà aperta per tutto il mese. Le eventuali chiusure si limiteranno al fine settimana di Ferragosto, fatta eccezione però di diversi bar e ristoranti".

Guardando al capoluogo, sono in tanti quelli che hanno scelto di rimanere aperti in agosto: per continuare ad offrire un servizio, per intercettare quanti rimangono in città, così come gli eventuali turisti, o più semplicemente per lavorare e così contrastare le difficoltà economiche indotte dalla crisi. Si va dalle attività di vendita di generi alimentari (forni e rivendite di frutta e verdure per ovvie ragione non mancano nei diversi quartieri), ai negozi di abbigliamento (compresi quelli di alta moda in centro storico), dato che è periodo di saldi, fino ai centri estetici (per trattamenti viso e corpo), che pare registrino un vero e proprio incremento di presenze in questi giorni. Segno che chi è rimasto in città non rinuncia ad una pausa di benessere.

Appena differente la situazione riguardo bar e ristoranti: a colpo d'occhio risulta aperto almeno il 40%. "Riteniamo sia un po' azzardato pensare ad una città deserta di locali pubblici ad agosto ed in particolare al suo centro storico. Non lo è stato gli anni scorsi, pensiamo non lo sarà nemmeno questo. La città non si svuota ormai nemmeno a ridosso della metà del mese e i locali che optano per l'apertura sono diversi". Riguardo a quelli chiusi invece Confesercenti fa notare che: "È risaputo, ad esempio che (dati di Hera) il conferimento dei rifiuti diminuisce normalmente del 35% nelle due settimane centrali di agosto: dato che combacia con la minor presenza dei cittadini. Risulta normale quindi che una parte di bar e ristoranti siano chiusi. Senza contare inoltre che un certo numero di pubblici esercizi del cuore cittadino e non solo si regolano anche in conseguenza allo svolgimento delle attività lavorative presenti nelle loro zone: è naturale perciò pensare che un consistente numero di imprese chiuda per ferie. Oltre a questo c'è da considerare anche il calo dei consumi nei pubblici esercizi: -3,2% nel 2013 sull'intero 2012 e -1,4 % solo nei primi sei mesi di quest'anno. Si tratta di pranzi e colazioni venuti a mancare a causa delle ristrettezze economiche delle famiglie. Un calo fronte al quale le spese di gestione – costi energetici e del personale - sono aumentate e così le difficoltà nel far quadrare i bilanci. Mettendoci nei panni degli operatori, ci pare che la scelta di chiudere 10 o 15 giorno, oltre che meritato periodo di riposo, risulta quasi obbligata."

"Incertezze economiche e meteo – continua poi Confesercenti – hanno rallentato inoltre l'esodo dalla città, e le imprese commerciali si sono adeguate nella speranza di recuperare un po' di vendite. Sono le motivazioni economiche, infatti, a pesare più di tutti. Considerato inoltre che nei primi 6 mesi del 2014 a livello nazionale si sono persi circa 1,7 miliardi di consumi, cui si aggiunge la scomparsa sempre nello stesso periodo e sempre in ambito nazionale di oltre 20mila attività nel commercio e nel turismo. Si rimane aperti d'estate, dunque, per non chiudere per sempre in autunno, quando assisteremo a un diluvio di balzelli, a partire da Tari e Tasi, che potrebbero trasformarsi in una vera e propria stangata per le imprese".

A luglio il consumo di gelato ha subito una contrazione di circa il 30%: il cliente che generalmente comprava 1 kg di gelato, ora si limita al solo e semplice cono -

Modena, 08 agosto 2014 -

Il maltempo di questa estate anomala, si è aggiunto alla crisi, mettendo a dura prova l'economia. A subire il segno meno non è solo il turismo, che ha registrato un deciso calo delle presenze sull' Appennino modenese. Dopo una primavera caratterizzata da un clima abbastanza favorevole, i gelatieri di Modena e provincia stanno oggi incontrando qualche difficoltà a fare quadrare i conti, non solo a causa della contrazione dei consumi e dell'aumento dei costi delle materie prime, ma anche per via delle avverse condizioni meteo, che hanno caratterizzato soprattutto il mese di luglio.

Le difficoltà economiche incidono sui consumi e sulle usanze della clientela. Il cliente che generalmente comprava 1 kg di gelato, ora si limita al solo e semplice cono. Come se ciò non bastasse, ecco il maltempo, che ha ridotto pure l'acquisto di questi ultimi, tanto che a luglio il consumo di gelato ha subito una contrazione di circa il 30%.

La situazione, insomma, non è per niente rosea, come testimoni a l'aumento della frequenza di chiusura di gelaterie nell'intera provincia. "Non rimane che da sperare – raccontano gli operatori - in un agosto che sia un vero agosto e non solo il fantasma di un'estate, anche se l'eventuale recupero non potrà essere che parziale". Insomma, come se non bastasse il normale rischio d'impresa, quest'anno c'è anche il meteo a rendere tutto più precario.

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Pubblicato in Cronaca Modena

Fisco e pensioni: se ne parlerà alla Festa dell'Unità di Castellarano mercoledì pomeriggio, nel corso di un incontro organizzato dallo Spi-Cgil dei distretti di Scandiano e Sassuolo. Tra i partecipanti, le segretarie di Reggio Emilia e Modena e l'onorevole Antonella Incerti. Cgil, Cisl e Uil ritengono che agendo sulla leva redistributiva si possano liberare capitali per contrastare la crisi produttiva.

Reggio Emilia, 4 agosto 2014 – di Ivan Rocchi

Fisco e previdenza saranno i temi al centro di un incontro organizzato per mercoledì 6 agosto dallo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. A partire dalle 16.30, alla Festa dell'Unità di Casalgrande presso il Parco Secchia, saranno presenti le segretarie generali Marzia Dall'Aglio (Reggio Emilia) e Luisa Zuffi (Modena). E con loro, per discutere di tasse e pensioni, ci sarà anche la parlamentare parmigiana Antonella Incerti (Pd), componente della Commissione Lavoro della Camera.

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un documento unitario con diverse proposte, tra le quali c'è la modifica della riforma Fornero sulle pensioni. "La riforma delle pensioni Monti-Fornero – si legge nel comunicato Spi-Cgil – è stata una gigantesca manovra finanziaria, che toglie circa 80 miliardi di euro al sistema previdenziale e ha creato pesanti ingiustizie nei confronti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e degli stessi pensionati".

Secondo il sindacato dei pensionati, infatti, partendo da concreti interventi su pensioni e fisco si possono fare nuove politiche di sviluppo e di creazione del lavoro, salvaguardando nel contempo equità e coesione sociale. "La situazione economica del nostro Paese – si conclude il comunicato - è tuttora caratterizzata da una crisi che ha visto esplodere la disoccupazione e la messa a rischio del sistema produttivo, con la perdita del 25% delle imprese manifatturiere e dei servizi".

Pubblicato in Economia Emilia

Il laconico commento di Franco Giberti, presidente di FAIB-Confesercenti Modena di fronte alla situazione vissuta dal settore delle piccole imprese di distribuzione carburanti: "5 stazioni di servizio hanno chiuso nel primo semestre 2014, e 10 quelle sospese dall'erogazione di carburante" -

Modena, 4 agosto 2014 -

"C'era una volta il mestiere del benzinaio: è questo quello che racconteremo tra non poco tempo se non ci sarà alcuna inversione di tendenza per la categoria". È questo il laconico commento di Franco Giberti, presidente di FAIB-Confesercenti Modena di fronte alla situazione vissuta dal settore delle piccole imprese di distribuzione carburanti sul territorio emersa dal monitoraggio condotto dall'Osservatorio di Confesercenti: 5 le stazioni di servizio chiuse nei primi sei mesi dell'anno, di cui 2 solo a Modena, alle quali se ne aggiungono ben altre 10 in cui l'erogazione è sospesa.

"Tutto questo nell'indifferenza e nella sostanziale inerzia della politica e delle Istituzioni nazionali che si limitano ad occuparsi di benzina solo per aumentarne sistematicamente le accise – rimarca Giberti - il mercato della distribuzione carburanti continua ad essere bloccato dall'assenza di trasparenza e da una sempre e più frequente violazione delle leggi vigenti".

Le compagnie petrolifere, fa notare il presidente dell'Associazione modenese, continuano ad imporre ai gestori prezzi fuori mercato e molto più alti di quelli praticati da un ristretto numero di impianti: i cosiddetti "no logo" o quelli posti in prossimità degli ipermercati che pure vengono riforniti dalle medesime compagnie. "Un comportamento che di corretto ha ben poco, in aperta violazione delle norme e che danneggia le piccole imprese di gestione, spingendole così verso chiusura e perdita dell'attività, con la creazione di nuovi disoccupati", aggiunge il presidente di FAIB Modena.

"La categoria è allo stremo - rimarca Giberti – e ha urgente necessità di risposte e di interventi al fine di evitarne il collasso. Riteniamo occorra: rifinanziare il Fondo Indennizzi, senza il contributo dei gestori; riaprire i tavoli negoziali per il rinnovo degli accordi; definire nuove formule contrattuali per far fronte alle nuove modalità di vendita; una vera ristrutturazione della rete contro la ghostizzazione selvaggia a tutela del posto di lavoro e del servizio offerto ai clienti. E poi ancora il margine definito negli accordi di colore deve essere intangibile, le condizioni di mercato eque e non discriminatorie e contrastare le esose commissioni applicate dal sistema bancario sui pagamenti effettuati mediante carte di credito o bancomat. Da ultimo ma non meno importante consentire l'immediato abbattimento dei prezzi dei carburanti su tutta la rete, anche attraverso il necessario rapido e serrato confronto nel settore e soprattutto con Governo e Parlamento".

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)

Pubblicato in Cronaca Modena

La perdita del posto di lavoro o il calo consistente del reddito portano all'aumento delle richieste di accesso ai centri di salute mentale -

Modena, 1 agosto 2014 -

La crisi ha peggiorato lo stato psicologico dei cittadini modenesi. Lo dimostra l'aumento delle richieste di accesso ai centri di salute mentale, che preoccupa i sindacati confederali, i quali chiedono di rafforzare gli interventi sul territorio. «La perdita del posto di lavoro o il calo consistente del reddito per chi è da molto tempo in cassa integrazione causano disagio psicologico e diminuiscono l'autostima – affermano Cgil-Cisl-Uil - Il fenomeno, confermato dal peggioramento dell'indice di salute mentale degli italiani rilevato dall'Istat, è ancora più diffuso nella nostra provincia (+30 per cento rispetto all'indicatore nazionale). Questo accade perché le difficoltà economiche risultano più pesanti da sopportare in territori, come il nostro, storicamente contrassegnati da elevati livelli di benessere e alto costo della vita».

Questo tema, insieme ad altri, è stato affrontato nell'incontro che Cgil-Cisl-Uil hanno avuto con la direzione dell'Ausl di Modena e del dipartimento di salute mentale. In base ai dati forniti dall'Ausl sugli accessi al Ssm, risulta che nel 2012 si è rivolto ai centri di salute mentale il 2 per cento circa della popolazione residente; dal 2006 al 2012 il numero dei pazienti trattati è aumentato di 2.833 unità (da 9.233 a 12.066).

«Su questi dati influiscono probabilmente anche fenomeni di emergenza come il terremoto o l'alluvione. Basti dire – continuano i sindacati - che da inizio anno nel distretto di Castelfranco, dove sono stati pesanti i danni per l'alluvione, gli accessi sono aumentati del 30 per cento rispetto alla media di tutta la provincia. Per questo motivo chiediamo di rafforzare l'intervento territoriale del dipartimento di salute mentale. È indispensabile dare risposte a un disagio che, se non affrontato tempestivamente, può trasformarsi in patologie gravi, con il rischio di compromettere la vita di una persona e di chi gli sta intorno».

A questo proposito per Cgil-Cisl-Uil è emblematico il caso dell'Area Nord, denunciato anche dalle associazioni dei familiari dei pazienti. Quanto alle patologie acute e che richiedono l'utilizzo delle strutture residenziali, diurne e di day hospital, i sindacati incalzano l'Ausl affinché completi in tempi brevi la rete di servizi non ancora ultimati, come il residenziale nel Comune di Carpi (che pare essere stato finalmente approvato dalla Regione) e la ristrutturazione del residenziale della Madonnina (a Modena). L'incontro sulla salute mentale dei modenesi fa parte di una serie di approfondimenti che le organizzazioni sindacali hanno chiesto all'Ausl per affrontare alcune criticità del sistema sanitario locale, tra cui i tempi d'attesa per le visite specialistiche e la diagnostica e la piena realizzazione della rete delle case della salute.

(Fonte: ufficio stampa Cisl Mo)

Pubblicato in Cronaca Modena

Indagine Confesercenti: nei primi sei mesi del 2014 si sono monitorate 615 chiusure di attività a fronte di 297 nuove aperture. Di queste chiusure, 299 si sono verificate in città, mentre le restanti in provincia.

Parma, 30 luglio 2014 -

Arrivano dati preoccupanti dall'Osservatorio Nazionale di Confesercenti: commercio e turismo restano ai minimi anche nel 2014. Continua la crisi per il commercio al dettaglio con i negozi di abbigliamento e le sigarette elettroniche (unico boom che si era verificato in questi anni). Confesercenti lancia l'allarme «Prospettive al ribasso, rischio crescita zero: serve svolta fiscale forte. Usare Garanzia Giovani per favorire l'autoimprenditorialità».
Il dato Istat negativo sulle vendite al dettaglio segnala che la stagnazione dell'economia prosegue. Di questo passo l'eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente. Attendiamo ora di vedere se lo scenario cambierà con l'ingresso in campo da giugno e luglio del bonus fiscale e dei saldi. C'è bisogno di una svolta fiscale forte, tempestiva e vasta, sostenuta da interventi coraggiosi sulla spesa pubblica. Il prezzo più salato di questa situazione lo pagano soprattutto i piccoli negozi mentre prosegue in modo inarrestabile l'emorragia di chiusure di attività.

Parma e provincia seguono il trend negativo italiano

In particolare sul nostro territorio nei primi sei mesi del 2014 si sono monitorate 615 chiusure di attività a fronte di 297 nuove aperture. Di queste chiusure, 299 si sono verificate in città, mentre le restanti in provincia. I numeri più preoccupanti sono dati da turismo e commercio al dettaglio, seguono bar, ristorazione e negozi di calzature.

Il commercio al dettaglio registra un saldo negativo in tutta la provincia: 181 cessazioni di attività di cui 22 alimentari. In particolare a Parma i dati parlano di 90 cessazioni a fronte di 30 aperture, monitorando dunque un saldo negativo di -60 solo in città. Per quanto riguarda il turismo si parla di 121 imprese di alloggio e somministrazione chiuse, di cui 59 in città. Le aperture in tutta la provincia sono state 49.
La corrente negativa investe anche la ristorazione: si registrano 50 chiusure di cui 20 solo in città - a fronte di 23 nuove iscrizioni su tutto il territorio.
Per quanto riguarda i bar tra Parma e provincia sono stati chiusi ben 57 locali di cui più della metà solo a Parma (32).
Anche quest'anno le imprese lavorano per più di metà anno per il fisco e a Parma con le addizionali e le tariffe alle stelle occorre aggiungerci quasi un mese in più.
Il nostro caro e rinomato commercio di abbigliamento e calzature va in negativo: tra Parma e provincia sono stati chiusi 38 negozi, di cui 14 solo in città.
Anche l'importante settore alimentare prosegue la discesa in negativo: chiuse 9 macellerie, di cui 2 in città. Un primo saldo positivo (+1) lo registrano invece i negozi di ortofrutta con 5 nuove aperture (tutte fuori città) e 4 chiusure tra Parma e provincia. Negativi anche i dati riguardanti il commercio ambulante, negli ultimi mesi a Parma si sono monitorate 26 cancellazioni.
Per quanto riguarda i negozi di sigarette elettroniche si sono chiuse 7 attività, di cui 5 in città e ovviamente nessuna nuova iscrizione su tutto il territorio.
Anche il settore imprese di intermediari del commercio chiude il semestre in negativo con 99 imprese chiuse, a fronte di 73 nuove iscritte.
Le edicole chiudono il semestre in negativo, anche se con dati meno allarmanti: su Parma e provincia si registrano 2 chiusure di cui solo una in città.
In stallo i distributori di carburante: da gennaio a giugno non si sono verificate né chiusure né nuove aperture.
Gli unici dati positivi riguardano il commercio via internet - 8 nuove iscrizioni e 4 cancellazioni – e il commercio di automobili che ha monitorato sì chiusure di imprese (10), ma anche nuove iscrizioni (27), di queste 15 sono a Parma città.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Parma)

Trespidi: "Da fine 2013 complessivamente stanziati un milione e 150mila euro a favore del lavoro. Al via due interventi innovativi a sostegno dei Comuni" -

Piacenza, 29 maggio 2014 -

E' stato presentato questa mattina il piano straordinario che la Provincia attuerà con cinque significativi interventi a sostegno dell'occupazione, mettendo a disposizione oltre cinquecentomila euro a favore del lavoro. Una Piano straordinario prevede l'inserimento e reinserimento professionale di lavoratori a rischio di espulsione-esclusione dal mercato del lavoro, oltre, a due interventi che riguardano incentivi alle imprese, per l'assunzione e la stabilizzazione di giovani dai 29 ai 34 anni e per l'assunzione a tempo determinato (di almeno 12 mesi) di lavoratori ultra-ventinovenni. Infine altri due interventi a sostegno dei Comuni. I bandi dei singoli interventi verranno pubblicati in giugno.

"Dalle analisi del mercato del lavoro locale – ha detto Trespidi - emerge che le permanenti difficoltà dell'apparato produttivo provinciale comportano conseguenze sul piano delle prospettive occupazionali ed imprenditoriali, permanendo quali elementi di criticità l'inserimento e il reinserimento professionale dei lavoratori espulsi dai processi produttivi e l'inserimento al lavoro dei giovani. Le misure finora adottate dalla Provincia per il supporto e la qualificazione degli inserimenti lavorativi dei lavoratori a rischio di espulsione-esclusione dal mercato del lavoro, da una parte, e dei giovani (29-34 anni) dall'altra, tuttora in corso hanno fatto registrare risultati positivi anche in termini di domande di contributo presentate. Per questo l'Amministrazione provinciale ha scelto di continuare su questa strada prevedendo, dopo quello dello scorso inverno, un nuovo piano straordinario. Complessivamente sono stati un milione e 150mila euro i fondi messi a disposizione da fine 2013 ad oggi: un impegno importante che si aggiunge a lavori pagati per 14 milioni di euro da questa Amministrazione, segno di un impulso forte per lo sviluppo del lavoro. Due degli ultimi interventi finanziati sul tema lavoro sono a sostegno dei Comuni: si tratta di un'assoluta novità che intendo condividere con i sindaci nelle prossime settimane".

Il piano prevede cinque interventi.

Fondo per contributi a datori di lavoro per interventi a sostegno dell'inserimento e del reinserimento professionale di lavoratori a rischio di espulsione-esclusione dal mercato del lavoro (budget 250mila euro). I destinatari sono: lavoratori e lavoratrici over 50 disoccupati; lavoratrici over 35 e lavoratori over 40 in difficoltà nel reinserimento lavorativo. Il termine per la presentazione delle domande è il 31.3.2015. Questa tipologia di contributi tiene conto dell'immediatezza dell'intervento, dei tempi stretti di spesa, dei risultati pregressi ed in modo particolare che sono contributi che riceve l'impresa (datore di lavoro) per l'assunzione a tempo indeterminato o la stabilizzazione del lavoratore (ossia, trasformazione di un precedente rapporto di lavoro a tempo determinato).


Incentivi alle imprese per l'assunzione e la stabilizzazione di giovani dai 29 ai 34 anni (budget risorse provinciali da economie precedenti 150mila euro). I destinatari sono giovani disoccupati e inoccupati; lavoratori discontinui di età 29-34 anni. Il termine per la presentazione delle domande è stato prorogato al 30.9.2014. Si tratta di un'iniziativa per fronteggiare la disoccupazione giovanile che prevede contributi a favore dei datori di lavoro che assumono (o trasformano il rapporto) a tempo indeterminato.


Incentivi alle imprese per l'assunzione a tempo determinato (di almeno 12 mesi) di lavoratori ultra-ventinovenni (budget risorse provinciali 190mila euro). I destinatari sono lavoratori e lavoratrici di età superiore a 29 anni disoccupati assunti con un primo contratto a tempo determinato dal datore di lavoro che chiede il contributo. Il termine per la presentazione delle domande è il 31.3.2015.


Lavoro accessorio presso gli Enti locali di percettori di ammortizzatori sociali (budget 30mila euro). Contributi "voucher" ai Comuni del territorio della provincia di Piacenza che utilizzano per svolgere lavoro occasionale ed accessorio lavoratori percettori di ammortizzatori sociali (trattamento di CIG, di mobilità, indennità di disoccupazione), per lo svolgere ad esempio di lavori di giardinaggio, pulizia, manutenzione edifici, strade, manifestazioni sportive, culturali, caritatevoli. L'iniziativa si rivolge ai lavoratori provenienti da situazioni di crisi aziendali.


Lavori socialmente utili (LSU) presso i Comuni (budget 30mila euro). Contributi concessi ai Comuni che presentino un progetto per l'utilizzo diretto dei lavoratori titolari del trattamento straordinario di integrazione salariale (sospesi a zero ore) e del trattamento di indennità di mobilità per lo svolgimento di attività socialmente utili per un periodo massimo di 6 mesi. L'utilizzo dei lavoratori in tali attività socialmente utili non determina l'instaurazione di un rapporto di lavoro. I Comuni fungono da soggetto utilizzatore e provvederanno alla copertura delle assicurazioni e dell'integrazione del trattamento previdenziale nel caso in cui i lavoratori siano utilizzati per una durata superiore a quella minima prevista (20 ore settimanali).

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)

Pubblicato in Lavoro Piacenza
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