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Turismo e cultura. Emilia-Romagna terra di cinema: ecco i primi tre itinerari a Bologna, Rimini, Reggio Emilia e Parma nel segno di Pasolini, Fellini e Guareschi. Gli assessori Corsini e Mezzetti presentano il nuovo progetto per promuovere "un territorio a naturale vocazione cinematografica"

In tutto saranno 11 gli itinerari pensati per i 'turisti del cinema'. Un progetto nato dal lavoro congiunto di Regione, Apt Servizi, Emilia-Romagna Film Commission, Fondazione Cineteca di Bologna e Ibc

Bologna - Per Pasolini Bologna ha "l'aria barbaricamente azzurra sul cotto", Rimini per Fellini è un "vuoto aperto sul mare" mentre tra Parma e Reggio, raccontava Guareschi, "succedono cose che non succedono in nessun'altra parte del mondo".

Il cinema, le sue storie e i suoi autori possono svelare un territorio e la sua ricchezza in un modo unico. Da questa consapevolezza e per volontà degli assessori regionali al Turismo, Andrea Corsini, e alla Cultura, Massimo Mezzetti, nascono i primi tre itinerari di cine-turismo per condurre i viaggiatori in luoghi evocativi di set cinematografici o che sono stati importanti per la vita o l'universo creativo di un autore e promuovere l'Emilia-Romagna in un modo nuovo, con gli occhi dei grandi personaggi che qui hanno avuto i natali.

Gli itinerari collegano registi, film e storie a città e paesaggi dell'Emilia-Romagna. Le prime tre proposte, presentate oggi in Regione, riguardano "Le Terre di Don Camillo e Peppone" nel "piccolo mondo" tra Reggio Emilia e Parma, la "Bologna di Pasolini" dove l'autore passò "sette anni, forse i più belli", e "La Rimini di Fellini" in cui "nulla si sa, tutto si immagina".

I percorsi fanno parte di un ampio progetto che ne comprende 11 in tutto, con tante tappe per vivere i luoghi che sono stati oggetto di cinema o hanno favorito la creazione artistica di registi o autori. Il team che vi ha lavorato coinvolge Apt Servizi, Emilia-Romagna Film Commission, Fondazione Cineteca di Bologna e Ibc con il coordinamento della cabina di regia "Turismo-Cultura" della Regione.

"Il cine-turismo è un settore di grande interesse e con enormi potenzialità per l'Emilia-Romagna in termini di marketing territoriale e di attrattività turistica e culturale- spiega l'assessore Corsini-. Per mettere a disposizione di viaggiatori e appassionati la vocazione di questa terra di cineasti abbiamo, da un lato, avviato la promozione di itinerari e pacchetti turistici che hanno nel cinema il proprio filo conduttore, proponendo ai turisti luoghi evocativi unici; dall'altro, abbiamo previsto progetti per incentivare a lungo termine l'attrazione di nuove produzioni cinematografiche. L'obiettivo è quello di proseguire definendo nei prossimi mesi anche altri due itinerari: 'Le terre di Novecento', sulle orme di Bernardo Bertolucci, e 'La Bologna del cinema', tra il cinema di Pupi Avati e il set dell'ispettore Coliandro".

"Nessun'altra regione in Italia può vantare una ricchezza di autori e una centralità nella storia del cinema come l'Emilia-Romagna- afferma l'assessore Mezzetti-. Per le origini che accomunano Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Florestano Vancini, Vittorio Cottafavi, Valerio Zurlini, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Pupi Avati, Gian Vittorio Baldi, Giorgio Diritti e tanti altri, per non parlare di scrittori e sceneggiatori come Cesare Zavattini e Tonino Guerra. Qui c'è un retroterra culturale, geografico e sociale unico che ne ha fatto una regione a naturale vocazione cinematografica".

Tutti gli itinerari del progetto
Gli itinerari saranno disponibili online in italiano e in inglese sul sito emiliaromagnaturismo.it. A ognuno di essi saranno presto uniti altrettanti pacchetti turistici che completeranno l'offerta con proposte culturali ed enogastronomiche più ampie.

Questi i titoli che saranno proposti:

La Bologna di Pier Paolo Pasolini
La Rimini di Federico Fellini
Le Terre di Don Camillo e Peppone
Le Terre di Novecento
La Bologna del Cinema
La Ferrara di Michelangelo Antonioni
Il Piacentino di Marco Bellocchio
La Ravenna del Deserto Rosso e del Grido
Le Terre del Fiume Po
Le Terre di Zavattini
Suggestioni dall'Appennino

Allegato 1: Bologna_Mappa.pdf
Allegato 2: Le-Terre-DonCamillo-Peppone_Mappa.pdf
Allegato 3: Rimini_Mappa.pdf

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E45. A Roma la Conferenza unificata Stato-Regioni, il presidente Bonaccini chiede al Governo l'attivazione immediata degli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle aziende danneggiate: "Dare risposte concrete a loro e alle loro famiglie". In Emilia-Romagna necessari di 8 milioni di euro

Prima risposta positiva dell'esecutivo, con l'impegno del viceministro Garavaglia a interessare in tempi rapidi gli altri ministeri competenti di fronte alla richiesta avanzata anche a nome delle Regioni Toscana e Umbria

Bologna – Attivare subito gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori delle aziende danneggiate dalla chiusura del viadotto Puleto sulla E45. Richiesta avanzata oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali, a Roma, anche a nome delle Regioni Toscana e Umbria, e che ha ricevuto una prima risposta positiva dall'esecutivo. Il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia, si è infatti impegnato a farsi carico della richiesta interessando rapidamente anche gli altri ministeri coinvolti.

Il presidente Bonaccini ha portato sul tavolo di confronto col Governo una richiesta che è stata immediata e che tuttora viene sollecitata dalle istituzioni locali, dai sindacati e dalle organizzazioni d'impresa, sia artigiane che industriali. L'attivazione da parte dell'esecutivo fa seguito a un primo intervento della Regione che il 28 gennaio scorso ha stanziato una prima tranche da 250 mila euro per garantire un primo aiuto alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie delle Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini colpite dalla chiusura della viabilità, fondi in corso di erogazione d'intesa con i gli enti locali. In precedenza, il 16 gennaio, il presidente della Giunta aveva dichiarato lo stato di crisi regionale, atto a cui aveva ha fatto seguito, il 25, la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza nazionale.

"Prosegue l'azione che stiamo facendo insieme ai sindaci, i territori, i lavoratori e le imprese per ridurre davvero al minimo le conseguenze che la chiusura della E45 ha causato nelle scorse settimane e causa tuttora- afferma Bonaccini-. L'impegno garantito oggi dal viceministro Garavaglia è senza dubbio positivo, e lo ringrazio per questo, certo è che dal Governo noi e le comunità locali ci aspettiamo al più presto risposte concrete su un tema che abbiamo posto da subito, consapevoli che i lavoratori e le loro famiglie non possono essere lasciati soli su questo".

In merito all'attivazione degli ammortizzatori sociali, per i soli territori dell'Emilia-Romagna la Regione chiede al Governo l'assegnazione di risorse per 8 milioni di euro, necessari all'integrazione del reddito dei lavoratori di tutte le imprese direttamente colpite, per un periodo di 180 giorni, da rivalutare poi sulla base dell'evolversi della situazione.

Lunedì, 11 Febbraio 2019 12:07

2018 anno nero della ristorazione italiana

Spesa record nei ristoranti, con 85 miliardi spesi dagli italiani, ma il saldo negativo tra le attività aperte e quelle cessate nel 2018 è il più alto degli ultimi 10 anni: -12.444

Milano, 7 febbraio 2019. Se da un lato il 2018 è stato l'anno del record di consumi degli italiani nei ristoranti con 85 miliardi di euro spesi, sul piano dello stato di salute delle attività ristorative si è registrato il saldo negativo più corposo degli ultimi dieci anni tra il numero di società avviate, 13.629, e quelle cessate, 26.073: -12.444, quasi il doppio rispetto al -6.796 del 2008. E' questa l'elaborazione dell'agenzia RistoratoreTop su dati Coldiretti e Movimprese, l'indice della nati-mortalità delle imprese di Unioncamere.

L'analisi è parte del "Rapporto RistoratoreTop 2019" che verrà presentato il 12 marzo in occasione del primo Forum Della Ristorazione al Palacongressi di Rimini e fotografa nel 2018 una spesa per pranzi e cene fuori casa al massimo storico, pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. Il 22,3% della popolazione ha mangiato fuori almeno una volta a settimana, in prevalenza giovani sotto i 35 anni (33,8%).

"L'incrocio di questi due record fa del 2018 un anno buio per la ristorazione italiana – spiega Lorenzo Ferrari, amministratore di RistoratoreTop – perché indica quanto la spesa per mangiare fuori casa sia distribuita su un numero sempre minore di locali e quanto molti ristoratori non siano stati in grado di leggere e interpretare i recenti cambiamenti economico-sociali e tecnologici o gli stravolgimenti nelle abitudini alimentari, soprattutto dei più giovani. Alle porte degli anni '20 il consumatore italiano under 35, ad esempio, cucina sempre meno a casa e, quando esce, va speso alla ricerca di nuovi sapori o di esperienze particolari, complice il proliferare di ristoranti che contaminano e mescolano le tradizioni di diverse aree del mondo e di locali che attorno al cibo, mediamente di alta qualità, hanno saputo costruire una forma di intrattenimento e di coinvolgimento del cliente per stupirlo e fidelizzarlo. Occorre che i ristoratori ne prendano consapevolezza per stare al passo con il mercato."

Il tema della "consapevolezza" sarà al centro del Forum del 12 marzo, evento che vedrà centinaia di imprenditori, associazioni, operatori ed esperti del settore confrontarsi sui cambiamenti in atto nel mercato della ristorazione.

Verranno affrontate quattro aree tematiche, seguendo dati e analisi presenti nel Rapporto RistoratoreTop 2019: la fotografia dello status economico del settore, come sta cambiando la società rispetto all'alimentazione, la rivoluzione tecnologica nell'era del delivery e dei big data relativi ai clienti, l'analisi dei trend presenti e futuri.
Allegati: Grafici dati – Foto Lorenzo Ferrari e cucina generica.

 

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Commercio. I tre Centri agroalimentari Caab, Caar e Cal vanno in rete per migliorare competitività ed efficienza. L'assessore Corsini: "Lo scenario è profondamente cambiato, occorre rilanciare il ruolo di queste strutture puntando su servizi innovativi e sinergie operative"

Sottoscritto in Regione un protocollo d'intesa che segna l'avvio di un processo di aggregazione organizzativa e operativa tra le tre società di gestione dei mercati ortofrutticoli all'ingrosso di Bologna, Rimini e Parma

Bologna – Più competitività a servizio dei consumatori e maggiori servizi per gli operatori commerciali con l'obiettivo di trainare le economie del territorio. Risultati da raggiungere attraverso la collaborazione e l'integrazione delle strategie commerciali e organizzative dei tre centri agroalimentari all'ingrosso e partecipati dalla Regione Emilia-Romagna – Centro Agro Alimentare di Bologna (Caab), Centro Agro Alimentare e Logistica di Parma (Cal) e Centro Agro Alimentare Riminese (Caar).

È l'obiettivo del protocollo di intenti sottoscritto oggi pomeriggio a Bologna presso la sede della Regione tra i presidenti di Caab, Cal e Caar, rispettivamente Andrea Segrè, Marco Core e Mirco Pari, gli assessori comunali Davide Conte (Bologna), Gianluca Brasini (Rimini) e Marco Ferretti (Parma), alla presenza dell'assessore regionale al Commercio, Andrea Corsini.

L'intesa, promossa dalla Regione, segna l'avvio di un progetto di aggregazione organizzativa ed operativa delle tre strutture, la cui principale attività è la gestione dei mercati ortofrutticoli all'ingrosso che sorgono nei rispettivi Comuni, che sono anche gli azionisti di maggioranza, con la Regione che detiene quote minoritarie del capitale delle società.

"L'Emilia-Romagna- afferma Corsini- dispone di una rete di 19 tra centri agroalimentari e mercati all'ingrosso: un patrimonio di valore per il servizio che offrono al sistema economico locale. Lo scenario in cui queste strutture operano negli ultimi tempi è tuttavia mutato profondamente, soprattutto per le grandi trasformazioni che hanno riguardato la distribuzione, sia quella al dettaglio, sia la Gdo. Di qui l'esigenza di fare rete, modernizzare e rilanciare il ruolo di queste strutture, puntando soprattutto sull'offerta di servizi innovativi, sulle sinergie operative per il contenimento dei costi gestionali e sul rafforzamento della collaborazione gestionale tra operatori pubblici e privati".

Le priorità individuate
Tra le priorità indicate nel protocollo sottoscritto, il trasferimento delle conoscenze e delle esperienze maturate dai Centri, il miglioramento della qualità dei servizi offerti a consumatori e operatori, la condivisione di soluzioni tecnologiche e organizzative, la partecipazione comune a fiere e congressi, la progettazione di soluzioni innovative in tema di e-commerce./G.Ma

In allegato - I firmatari del protocollo d'intesa: l'assessore regionale Corsini è il secondo da sinistra

"Operazione Full Black"  Movida: scoperti dalla Guardia di Finanza di Rimini incassi in nero per oltre 2 milioni di euro. Imposte evase per oltre 800mila euro. 25 lavoratori irregolari

Nell'ambito dell'azione di controllo economico del territorio per la prevenzione e il contrasto dell'evasione fiscale, del lavoro sommerso e dell'abusivismo commerciale, i Finanzieri del Gruppo di Rimini hanno eseguito una mirata serie di interventi di polizia economico-finanziaria nel settore dell'intrattenimento e del divertimento notturno, tutte attività che rappresentano, per peculiarità e specificità, ma anche quantitativamente, uno dei principali distretti produttivi dell'economia rivierasca.

L'operazione eseguita in attuazione delle direttive del Comando Provinciale di Rimini, è arrivata al termine di un primo step del piano di lavoro programmato, ed è culminata nella conclusione di interventi mirati, relativi alla gestione di locali da ballo della locale movida.

I peculiari controlli di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle riminesi hanno consentito, in un caso, di far emergere nei confronti di una società dedita alla gestione di un locale da ballo - imposte evase constatate per oltre 800mila euro, a fronte della scoperta di incassi per oltre 2 milioni di euro non dichiarati al fisco.

Nello stesso ambito, i militari del Gruppo hanno portato a termine altri interventi, iniziati in piena estate, presso altri due locali di intrattenimento notturno della riviera, al fine di effettuare i previsti riscontri di polizia economico – finanziaria a contrasto del sommerso da lavoro e dell'evasione fiscale.

L'attività ispettiva in questi ultimi casi ha permesso di:
- constatare a verbale la scoperta di incassi occultati al fisco per oltre 12 mila euro;
- sorprendere sul posto di lavoro 25 lavoratori irregolari (di cui 15 risultati completamente in nero).

L'obiettivo primario della Guardia di Finanza, quale speciale organo di polizia economico- finanziaria, come testimoniano questi risultati, è sempre quello della tutela innanzitutto degli operatori economici corretti che rispettano le regole e operano secondo la leale concorrenza, finalità perseguita sia attraverso la verifica della regolare documentazione e registrazione degli incassi e dell'avvenuta dichiarazione delle imposte effettivamente dovute, sia mediante l'accertamento, nel contempo, di eventuali situazioni di sfruttamento del lavoro irregolare o completamente in nero, per la tutela in primis degli stessi lavoratori dipendenti.


(N.46/2018 Comunicato stampa Rimini, 14 ottobre 2018)

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I giovani, di età compresa tra i 17 e i 20 anni, appartengono a famiglie magrebine di Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Milano e Vicenza e sono tutti nati in Italia. La droga trovata grazie al fiuto del cane Barack.

di Manuela Fiorini Rimini 18 agosto 2018 -  – Tra i molti giovani che si dividono tra il lavoro estivo e una vacanza con gli amici, c'è anche chi ha pensato di unire l'utile al dilettevole, istituendo, però, un vero e proprio business basato sullo spaccio di sostanze stupefacenti, da destinare ai frequentatori dei locali della Riviera romagnola.

La Squadra Mobile della Questura di Rimini ha infatti sgominato una "banda" di 17 giovanissimi, appartenenti a famiglie magrebine, ma nati in Italia, di età compresa tra i 17 e i 20 anni, che avevano preso in affitto un appartamento a Bellaria, con l'intento di farne il "magazzino" del loro supermarket della droga e base della loro attività di spaccio.

Tutto è iniziato quando gli agenti del posto estivo di Polizia di Riccione, all'alba di venerdì, hanno fermato due ragazze, di cui una minorenne, all'uscita della discoteca Perla Verde. Le giovani sono state trovate in possesso di ben 70 dosi di ketamina, 35 dosi di Mdma, 7 pasticche di extasy e 63 grammi di hashish. Il quantitativo ingente e la varietà di sostanze hanno insospettito gli agenti, che hanno deciso di andarci a fondo.

Le indagini hanno così permesso di scoprire dove alloggiavano le due giovani, facendo scattare il blitz in un appartamento di Bellaria. Qui gli agenti hanno trovato ben 17 giovanissimi, che al momento dell'incursione stavano dormendo. Gli agenti hanno perquisito l'abitazione, avvalendosi dell'infallibile fiuto del cane antidroga Barack, che non ci ha messo molto a "scovare" un vero e proprio supermarket della droga. Il bilancio parta di 22 dosi di eroina, per un totale di 20 gr, 40 gr di marijuana, diverse dosi di ketamina, tre dosi di cocaina e due di hashish.

Ulteriori accertamenti sull'attività e sulle responsabilità hanno fatto scattare l'arresto per due giovani, mentre un terzo è stato denunciato a piede libero. Un quarto ragazzo è stato segnalato come assuntore alla Prefettura.

Guai anche per il proprietario dell'appartamento: la Polizia Municipale di Bellaria, in concerto con la Asl, sta procedendo alle verifiche, dal momento che all'interno dell'abitazione si trovano ben 17 persone.

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Rimini: due persone denunciate dai Carabinieri per uccisione e maltrattamento di animali con riferimento alla vicenda del lupo trovato appeso alla pensilina dell'autobus in comune di Coriano.

Il 14 maggio 2018, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri e del Gruppo Carabinieri Forestale di Rimini, a conclusione di complesse e articolate attività d'indagine hanno deferito in stato di libertà, in concorso tra loro, O.F. classe '36 e R.L. classe '75, per i reati di maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di lupo, specie animale particolarmente protetta.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Rimini, hanno consentito di acquisire gravi e inconfutabili indizi di colpevolezza sul conto dei predetti, in relazione alla cattura, al maltrattamento e all'uccisione di un esemplare di lupo (Canis lupus) che nella mattinata del 4 novembre 2017 era stato rinvenuto dai militari del Comando Stazione Carabinieri Forestale di Rimini in località Ospedaletto del comune di Coriano, appeso alla pensilina della fermata dell'autobus nr. 913.

In tale circostanza, i militari avevano constatato la presenza di una carcassa di lupo appeso per le zampe posteriori, mediante l'utilizzo di fil di ferro, alla citata pensilina. La carcassa dell'animale veniva inizialmente trasportata presso il Servizio Veterinario dell'AUSL di Rimini, ove veniva effettuata una prima ispezione, appurando che l'animale aveva il cranio completamente fracassato, presentava un buco che gli attraversava il muso ed era stato trafitto verosimilmente da un forcone sul petto e sulla pancia.
Venivano quindi acquisite dai militari della specialità forestale le registrazioni delle telecamere di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del ritrovamento, constatando la presenza di un furgone bianco, ripreso alle ore 04:00 circa del 4 novembre 2017 mentre effettuava una sosta di circa 40 secondi proprio di fronte alla fermata dell'autobus dove era stata abbandonata la carcassa dell'animale. Veniva quindi effettuato uno screening dei furgoni intestati a persone, ditte e aziende presenti nel comune di Coriano compatibili con quello ripreso dalle telecamere, riuscendo ad individuare un Volkswagen Transporter di colore bianco intestato ad un'azienda agricola ubicata nel citato comune.

L'Autorità Giudiziaria disponeva quindi l'effettuazione di una perquisizione locale presso la predetta azienda, nel corso della quale veniva rinvenuto e posto sotto sequestro il furgone in argomento, che tra l'altro presentava un'ammaccatura sul lato sinistro compatibile con un'analoga ammaccatura presente sulla fiancata sinistra del furgone ripreso dalle telecamere, risultando altresì dotato di uno sportello laterale scorrevole, circostanza compatibile con il fatto che dalla visione dei predetti filmati non si notava scendere nessuno dallo sportello lato guida, né tanto meno aprire il portellone posteriore, circostanza questa che induceva ad ipotizzare che la carcassa dell'animale fosse stata prelevata dal furgone utilizzando lo sportello scorrevole laterale destro, di cui risultava dotato proprio il furgone Volkswagen Transporter in uso all'azienda agricola in argomento. In tale circostanza, gli operanti provvedevano anche ad effettuare dei minuziosi rilievi tecnici sul furgone, repertando numerose tracce ematiche e formazioni pilifere.

Per tali motivi, le attività d'indagine venivano indirizzate nei confronti del titolare dell'azienda e dei suoi collaboratori.
L'accertamento anatomopatologico e di laboratorio, finalizzato a stabilire la causa della morte del lupo, disposto dall'A.G. ed effettuato presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Forlì, consentiva di appurare che la morte dell'animale era dovuta "fratture multiple della scatola cranica, con lacerazioni ossee e disgregazione della materia cerebrale" procurate con un "corpo contundente pesante"; inoltre, gli esami sulla carcassa dell'animale hanno consentito di accertare la positività al "Brotifacoum", un veleno topicida che verosimilmente ha stordito il lupo nelle fasi precedenti alla sua morte, facilitandone la cattura.

Veniva quindi disposta l'acquisizione dei tabulati di traffico telefonico dei due indagati, nonché l'effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, operazioni che consentivano di raccogliere numerosi elementi utili alle indagini; in particolare, grazie a un attento studio dei tabulati telefonici, i militari riuscivano ad accertare che uno dei due indagati, dipendente dell'azienda agricola, alle ore 04:00 circa del 4 novembre 2017 aveva effettuato un tentativo di chiamata verso l'utenza in uso all'altro indagato, padre del titolare dell'azienda, agganciando nella circostanza una cella il cui ponte risultava essere ubicato nel comune di Coriano, in un luogo compatibile con quello ove era stato rinvenuto l'animale appeso alla pensilina dell'autobus.

Un ulteriore indizio che rafforzava ancor più i sospetti degli inquirenti sul conto dei due indagati consisteva nel fatto che, a seguito della perquisizione effettuata presso l'azienda agricola, gli stessi smettevano di utilizzare le rispettive utenze cellulari, sostituendole con due nuovi numeri.
Un ulteriore e fondamentale riscontro alle ipotesi accusatorie degli inquirenti perveniva dall'esito degli accertamenti effettuati dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale - Sezione di Grosseto, ove veniva effettuato il confronto tra il profilo genetico estratto dalla carcassa del lupo e i reperti di natura biologica sequestrati nel corso dei rilievi tecnici effettuati sul furgone in uso all'azienda in argomento; tali verifiche di comparazione del DNA accertamenti, infatti, consentivano di accertare che il profilo genetico, ottenuto da alcuni campioni contenenti tracce di natura ematica rinvenute sul furgone sequestrato, corrispondeva a quello dei campioni estratti, nel corso dell'esame autoptico effettuato presso l'istituto Zooprofilattico Sperimentale di Forlì, dai tessuti dalla carcassa del lupo ucciso.

Si segnala infine che, in occasione della perquisizione effettuata presso l'azienda agricola, i militari della specialità forestale hanno accertato fatti, in relazione ai quali, sono state formulate le seguenti ulteriori ipotesi di reato: macellazione clandestina di animali, maltrattamento di animali (con riferimento alle modalità di uccisione degli ovini destinati al macello), abbandono di rifiuti da parte di soggetti titolari di impresa (con riferimento alle modalità di smaltimento del sangue e delle carcasse degli ovini macellati clandestinamente), detenzione illecita di animali pericolosi (un esemplare di cinghiale), abbandono di altri rifiuti. Per tali reati sono stati deferiti l'Amministratore dell'Azienda O.M. classe '70 e O.F. classe '36 in quanto intestatario dello stabile adibito a stalla e macello.

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Video: https://youtu.be/a26YsHTjF7o 

Al termine di articolate attività di polizia economico – finanziaria, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno tratto in arresto, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il locale Tribunale, tre pregiudicati, responsabili di aver ordito il fallimento di una ditta di commercio all'ingrosso e al dettaglio di calze, intimo ed accessori, con sede a Misano Adriatico (RN), distraendone prima del fallimento l'intero patrimonio.

Le complesse indagini svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno condotto ad argomentare che l'impresa era stata costituita, sin dall'inizio, con lo scopo di portare a termine un preciso piano criminoso, da parte dei veri gestori dell'attività commerciale, ossia due fratelli, di origine pugliese, attivi nel settore del commercio ambulante, ma gravati da diversi precedenti penali.

Il disegno emerso dagli accertamenti sarebbe consistito nel:
- fare acquisire al loro prestanome , N.D., di anni 41 (soggetto privo di alcuna esperienza imprenditoriale, nullatenente e con problemi di tossicodipendenza), - anche lui tratto in arresto ieri -, la fiducia dei fornitori in modo da poter effettuare ingenti acquisti di merce e procrastinare i pagamenti, con il proposito di non onorarli a scadenza;
- trasferire le giacenze di magazzino e i beni aziendali della ditta, prima del fallimento, ad altri soggetti sempre riconducibili ai due germani salentini;
- acquistare la merce in esenzione d'IVA, dichiarandone l'esportazione, per poi venderla invece sul territorio nazionale in evasione d'imposta;
- occultare le scritture contabili al fine di non consentire la ricostruzione del volume d'affari per l'anno 2014, a danno dell'Erario e degli altri creditori;
- scaricare la responsabilità del fallimento sul nullatenente N.D, su cui i creditori non avrebbero potuto rivalersi per ottenere il soddisfacimento dei propri crediti.
Le indagini hanno, altresì, consentito in sostanza di raccogliere elementi idonei a dimostrare che i suddetti hanno distratto merce per un valore pari a oltre 5 milioni di euro.

Sulla scorta di siffatte risultanze investigative, la Procura della Repubblica di Rimini, nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica, dr. Luca Bertuzzi, richiedeva al G.I.P. l'emissione di misure cautelari personali e reali a carico dei principali indagati, che venivano accolte dal GIP, dr. Vinicio CANTARINI, il quale ha disposto l'arresto in carcere per M.R. (51 anni, residente a Misano Adriatico), e gli arresti domiciliari per il fratello, M.R. (41 anni, residente a Gallipoli) e N.D. 41 (41 anni, residente in provincia di Brescia). I provvedimenti restrittivi sono stati operati ieri, rispettivamente a Bologna, Gallipoli e Calcinato (BS); contestualmente, nei loro confronti, le Fiamme gialle hanno anche dato esecuzione al correlato provvedimento di sequestro per oltre 200 mila euro

Pubblicato in Cronaca Emilia

Continua senza sosta l'impegno dei Finanzieri di Rimini a salvaguardia della legalità economica nel settore del mercato dei beni e servizi, finalizzata alla tutela dei consumatori ed orientata ad accertare la conformità e la veridicità in ordine all'apposizione sui prodotti commercializzati di una serie di obbligatorie indicazioni da fornire al consumatore, come quelle relative al nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell'Unione Europea.

Rimini 24 gennaio 2018 - Per il notevole numero dei prodotti sottratti dal mercato, rilevante è il dato degli ultimi due interventi effettuati nei giorni 19 e 22 gennaio dalla Fiamme gialle del Gruppo di Rimini - nell'ambito dell'operazione "fake buster", pianificata e coordinata dal Comando Provinciale, che prevede di eseguire mirati interventi sulla base dello sviluppo investigativo di quanto rilevato nel corso della costante attività di controllo economico del territorio, anche avvalendosi dell'incrocio di elementi acquisiti sul campo e di quelli tratti dalla banche dati in uso al Corpo.

In due distinti esercizi commerciali, siti nel capoluogo di provincia e gestiti entrambi da cittadini bengalesi sono stati individuati e sequestrati, infatti, complessivamente oltre 1.600.000 prodotti; si tratta di articoli per lo più provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, da considerare pericolosi per la salute del consumatore, sulla maggior parte dei quali è stata rilevata altresì l'omessa indicazione delle informazioni in lingua italiana riguardanti la composizione merceologica, la provenienza, i materiali impiegati, le istruzioni, nonché tutte le ulteriori prescrizioni d'impiego previste dal Codice del Consumo, dirette a garantire la corretta e completa informazione a beneficio dell'acquirente finale (consumatore), relativamente alle caratteristiche dei beni riconoscibili in prodotti sicuri.

Assoluta importanza riveste la riscontrata assenza di tali informazioni soprattutto in relazione ai potenziali danni conseguenti al contatto con la pelle di alcuni prodotti sequestrati quali orologi, bracciali, anelli, collane ed orecchini, composti di materiali diversi tra metallo, gomma e legno, spesso destinati ad un'ampia platea di consumatori minorenni, ovvero, più in generale, per la sicurezza d'uso, quali batterie non sicure o chiavette USB di incerta qualità e sicurezza tecnica.

Per i due esercenti non in regola, si profilano, oltre alla possibile confisca della merce cautelata dai Finanzieri, le previste sanzioni pecuniarie che saranno applicate dalla Camera di Commercio di Rimini, alla quale gli stessi sono stati segnalati.

In ordine alla provenienza degli articoli sono in corso gli opportuni approfondimenti di polizia economico-finanziaria mirati a verificare anche le eventuali responsabilità in capo agli importatori; su di essi, peraltro, ricade per legge l'obbligo di fornire ai propri distributori/clienti le schede di conformità e l'analisi di certificazione della qualità dei prodotti immessi in commercio.

I risultati complessivamente raggiunti in queste prime settimane del 2018 testimoniano quanto sia alta l'attenzione della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Rimini nell'attività di tutela dei consumatori e delle imprese che rispettano le regole del mercato.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Bancarotta e omesso versamento IVA. La Guardia di Finanza sequestra beni per il valore di circa 1 milione di euro. Al termine di articolate attività investigative, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini hanno dato esecuzione nei giorni scorsi ad un provvedimento di sequestro preventivo di beni per un valore stimato di circa un milione di euro nei confronti di un settantaduenne B.V., imprenditore del settore della vendita di automobili e ricambi, la cui società era stata dichiarata fallita nel 2015.

Le indagini di polizia economico-finanziaria svolte dai finanzieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Rimini, hanno consentito di accertare che i 4 indagati avevano posto in essere tra il 2014 e il 2015 una serie di condotte delittuose in danno dei creditori, ed in particolare anche dell'Erario, consistenti, in sostanza, nella falsificazione dei bilanci societari e nella dissimulazione dello stato di insolvenza della società, cosa che consentiva, nonostante lo stato di decozione della medesima, il ricorso abusivo al credito e quindi l'aggravamento di oltre 2 milioni del passivo della società, con una sopravvalutazione dell'attivo per circa 6 milioni di euro.

Dagli accertamenti contabili effettuati, relativamente alla dichiarazione dei redditi del 2013, emergeva che la società non aveva provveduto al previsto versamento dell'Iva dovuta per circa 900.000 euro, in violazione dell'art. 10 ter del Decreto Legislativo 74/2000, che per l'omesso versamento dell'imposta, superata la soglia dei 250.000 euro, prevede la reclusione da 6 mesi a 2 anni.

Pertanto, in presenza di tale ipotesi di reato tributario, condividendo le argomentazioni e sulla base delle relative risultanze investigative rappresentate dalle fiamme gialle la Procura della Repubblica di Rimini avanzava richiesta di sequestro preventivo "per equivalente" su disponibilità e beni di pari valore dell'imposta evasa.

Il G.I.P. presso il Tribunale di Rimini, ritenendo sussistere i presupposti che avevano portato ad avanzare la richiesta, ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo per equivalente che è stato operato dai Finanzieri riminesi apponendo il vincolo giudiziario su 3 immobili e 10 terreni, per un valore complessivo stimato pari a circa 1 milione di euro, riconducibili a B.V., nella sua qualità di liquidatore della fallita.

A margine si coglie l'opportunità di segnalare che il Reparto operante, denominato Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini, dal primo gennaio 2018 – in attuazione del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 - ha assunto la nuova denominazione di "Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria", al fine di meglio allineare la denominazione del Reparto con le funzioni di polizia economico – finanziaria a competenza generale attribuite alla Guardia di Finanza, restando tuttavia sul piano sostanziale ed ordinativo immutate le competenze e le attribuzioni.

(Rimini 6 gennaio 2018)

Pubblicato in Cronaca Emilia
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