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L'ultimo dei discendenti del Maestro apre la casa a "Gazzetta dell'Emilia" e svela aneddoti privati vissuti nella meravigliosa dimora di quasi una vita. Un luogo misterioso con un'anima che palpita e che ha tanto da raccontare...

Villanova d'Arda (PC), 21 giugno 2015 - di Lamberto Colla - tutte le foto nella galleria immagini in fondo alla pagina -

Incontro con Angiolo Carrara Verdi all'interno della sua dimora che fu di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi. Un tuffo nel passato che ancora vive nelle sete, nei drappi e nei profumi di una dimora che trasuda di storia d'Italia, cultura e socialità.
Giuseppe Verdi è stato e resterà uno dei più grandi uomini che l'Italia abbia mai avuto.
Un uomo di cultura stimato e riverito dallo stesso Manzoni e di cui molte tracce si intercettano in quasi tutte le stanze private del Maestro. "Una stima reciproca - commenta Angiolo Carrara Verdi, appassionato discendente di Giuseppe Verdi - tant'è che la prima copia dei promessi sposi fu donata dal poeta al musicista personalmente. Non si può parlare di amicizia ma di una reciproca immensa stima consapevoli entrambi di essere due grandi della cultura".

Una dimora di 55 stanze ristrutturata completamente sotto la guida e le volontà del Maestro. Un artista a tutto tondo che ha saputo eccellere nella musica ma anche nell'agricoltura, esperto d'arte e puntiglioso coreografo delle sue stesse opere.
"Il Maestro - racconta Angiolo Carrara Verdi, con l'emozione che gli si legge negli occhi - teneva tutto sotto controllo diretto. Dalla progettazione della ristrutturazione della casa, alla progettazione del parco e alla conduzione dei terreni applicando la medesima lucida maniacalità dei dettagli che poneva nell'allestimento delle sue opere".

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Dalla morte del Maestro la casa di sant'Agata è rimasta 'congelata', così come Giuseppe Verdi l'aveva voluta. Gli stessi arredi, i drappi e le sete portano onorevolmente le rughe del tempo e inalterati sono rimasti i profumi del fine '800.
Una dimora che Giuseppe Verdi ha voluto lasciare vivere anche dopo la sua morte scegliendo di non essere sepolto all'interno del perimetro per non essere di "peso" alla vita dei suoi discendenti.

E' proprio per questo suo "lascito morale" che Angiolo Carrara Verdi ha deciso non solo di viverci ma anche di aprirla, almeno in parte, ospitando eventi artistici affinché tutti, e non solo i melomani, possano prendere contatto con l'anima illustre del Maestro.
Se all'interno si possono adorare i cimeli e i luoghi calpestati dal Maestro e dai suoi innumerevoli ospiti, val la pena di ricordare che la casa di Sant'Agata è stato uno dei più importanti salotti buoni della cultura e della politica del tempo, all'esterno si entra in una dimensione naturale dove la bellezza selvaggia delle migliaia di specie arboree raccolte attorno al laghetto artificiale ci trasporta in una dimensione anni luce dalla pianura padana.

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A fare da "guardia" è l'immenso ippocastano posto all'ingresso (il diametro alla base supera, a occhio e croce i due metri) in accoglienza dei visitatori attrae per le imponenti ramificazioni sospese a oltre 10 metri d'altezza, ma subito dopo, al centro dell'aiuola d'ingresso, uno splendido e elegante Ginckgo Biloba introduce l'ospite nel meraviglioso mondo verdiano fatto di armonia, forza e intelligenza. Il percorso nel viale di sabbia accompagna la visita all'interno di quello che può essere classificato non come parco bensì come orto botanico per le innumerevoli specie arboree scelte e trapiantate dallo stesso Verdi. E in questo luogo di culto della natura, sormontato da una collinetta, il Maestro fece costruire, unico esemplare in zona, una ghiacciaia che, una volta riempita di neve, garantiva temperature di pochi gradi sopra lo zero anche nelle afose estati della bassa.

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Ogni angolo, ogni oggetto, ogni pianta è un pezzo di Giuseppe Verdi e se si ha la fortuna di essere guidati da un appassionato cultore del Maestro, per di più legato geneticamente a lui, allora emergono anche quelle sfumature di vita quotidiana che, ancor più, arricchiscono il personaggio spogliato della sua più nota dote artistica.

Un patrimonio universale che torna alla disponibilità della società grazie alla generosità di Angiolo Carrara Verdi, che ha deciso di fare rivivere l'anima del Maestro ancora gelosamente custodita all'interno di Villa Verdi a Sant'Agata.

(Galleria immagini in allegato)

Pubblicato in Cultura Piacenza

Due iniziative dedicate ai giovani: un Festival internazionale e la rassegna "La via dei concerti" nel nome dell'integrazione e dell'amicizia. Per un mese e mezzo, spettacoli, concerti, manifestazioni sportive per dar voce ai valori dell'inclusione e del dialogo. -

Parma, 18 giugno 2015 –

Un mese e mezzo di musica, danza e teatro per scoprire culture diverse e lontane. Ragazzi di diverse parti del mondo si incontrano a Berceto, protagonisti del Festival Internazionale dei Giovani & La via dei concerti 2015. Un modo per conoscersi, parlarsi, confrontarsi, fare amicizia e dare lustro alle tradizioni canore, folkloristiche e sportive dei loro paesi.

La kermesse promossa da Comune di Berceto e Comune di Piacenza, dalle Province di Parma e di Piacenza, dalla Fondazione di Vigevano e Piacenza, dall'Ok Club di Valnure e dalla Società La via dei concerti, è patrocinata da EXPO – Nutrire il pianeta, energia per la vita.

Il Festival, che si concluderà il 28 agosto, porta in provincia di Parma la danza indiana, i canti della Repubblica Ceca, le danze delle montagne Caucasiche, il teatro e le danze turche, i canti di Tirana, la cultura della Romania, le danze e il folklore Indonesiano, il teatro e il canto della Slovacchia, la danza e la cultura cosacca, le tradizioni del deserto del Sahara, le danze popolari romene, l'arte e la danza della Bulgaria, la danza di Taipei (Taiwan). Il Festival Internazionale dei Giovani coniuga l'arte e lo sport, quali potenti mezzi per la conservazione e la trasmissione dei valori etici e formativi, alla ricerca di un continuo scambio di idee, nel permanente e consapevole ascolto di se stessi.

All'interno del Festival Internazionale dei Giovani si terrà anche la quarta edizione de "La Via dei Concerti" festival musicale, giovanile, itinerante, interculturale che vede riuniti giovani musicisti da più paesi, europei ed extraeuropei, provenienti da realtà socio-economiche e culturali molto diverse, in un'unica compagine orchestrale-corale e per un'attività articolata in due fasi: un primo periodo, di convivenza e studio comune che si tiene a Berceto, seguito dal momento della produzione concertistica nella forma del festival musicale itinerante, in Italia e all'estero. A questa edizione partecipano 95 giovani strumentisti e 95 giovani coristi provenienti da 15 paesi del mondo: Italia, Colombia, USA, Portogallo, Spagna, Messico, Bielorussia, Ungheria, Taiwan, Grecia, Turchia, Belgio, Germania, Sud Africa e Russia.

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Pubblicato in Cronaca Parma

Dopo Memo L'Agenda Culturale di Rai 5, anche Radio3 Suite presta attenzione a Il Furioso di Lenz Fondazione, al debutto assoluto nei fascinosi spazi del Museo Guatelli. -

Parma, 17 giugno 2015 -

La Rai nazionale offre nuovo spazio alla grande impresa di Lenz Fondazione al Museo Guatelli, dove da domani -giovedì 18 giugno- verranno allestiti i primi due episodi de Il Furioso.

Al servizio realizzato dalla troupe di Rai 5 guidata dalla regista Alberta Bargilli per il programma Memo L'Agenda Culturale, inizialmente previsto per essere messo in onda da venerdì 19 giugno, dato il particolare interesse è stato dato un ulteriore spazio: il "debutto televisivo" è stato anticipato a questa sera, mercoledì 17 giugno, alle ore 20.40. Restano confermate tutte le altre date di messa in onda: 19 giugno alle 20.40, 20 giugno alle 9.25, 22 giugno alle 9.05, 23 e 25 giugno alle 18.10.

Inoltre, la trasmissione Radio3 Suite domani (giovedì 18 giugno), giorno del debutto, dedicherà uno spazio alle ore 20.10 circa a una conversazione telefonica con Maria Federica Maestri, co-direttrice artistica di Lenz Fondazione assieme a Francesco Pititto.

Si ricorda che il primo episodio, denominato La Fuga, andrà in scena da giovedì 18 a sabato 20 giugno alle ore 21.30, mentre il secondo, L'Isola, sarà presentato da giovedì 25 a sabato 27 giugno alla stessa ora.

I posti sono limitati, la prenotazione obbligatoria (per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.lenzfondazione.it ).
L'occasione è preziosa, di fatto irripetibile.
Se ne è accorta anche la Rai.

(Fonte: Ufficio stampa Lenz Fondazione)

Pubblicato in Cultura Parma

Sestante è promossa da Fondazione Fotografia Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno di UniCredit. Venerdì 19 giugno, alle 19, al Foro Boario di Modena, si inaugura la mostra di fine anno degli studenti del master di Fondazione Fotografia. -

Modena, 17 giugno 2015 -

Per gli allievi del master di Fondazione Fotografia l'arrivo dell'estate rappresenta uno dei momenti più importanti dell'anno: dopo aver ospitato nel corso della stagione le mostre di grandi maestri dell'immagine, dal 19 giugno al 5 luglio gli spazi del Foro Boario di Modena saranno finalmente a loro disposizione per The Summer Show, la rassegna di fine anno in cui si presentano al pubblico i progetti artistici elaborati durante gli studi.
Giunta alla quarta edizione, The Summer Show 2015 comprende due mostre in una: un percorso dedicato alle opere degli studenti che terminano il biennio 2013/14, intitolato Sestante, e un'esposizione mid-term riservata ai progetti ancora in corso degli studenti del primo anno.

Per secoli esploratori e naviganti hanno affidato la ricerca della propria rotta al sestante, antico strumento basato su un doppio gioco di specchi che consente di misurare la distanza di un corpo celeste rispetto all'orizzonte e determinare in questo modo la propria posizione. Allo stesso carattere di ricerca e di scoperta tipico di questi viaggi allude Sestante, che raccoglie gli esiti delle indagini sviluppate durante il master di alta formazione sull'immagine contemporanea da Wissam Andraos (1990, Haret Al Naameh, Libano), Daniele Casciari (1978, Perugia), Valentina Leonelli (1985, Lanciano, CH), Irene Pinardi (1988, Ponte dell'Olio, PC), Giulia Solia (1990, Torino), Jacopo Tomassini (1979, Roma), studenti del biennio 2013/2015.

Risultato di un importante percorso di crescita personale oltre che formativa, le opere esposte muovono da una visione tradizionale per approdare a nuovi e molteplici linguaggi, nati dalla capacità di combinare consapevolmente i diversi mezzi, dalla fotografia al ready made, dal video all'installazione e alle azioni performative.

Espongono inoltre nella sezione dedicata agli studenti del primo anno: Simone Bulgarelli (1991, Carpi, MO), Orlando Callegaro (1974, Dolo, VE), Elena Canevazzi (1991, Carpi, MO), Francesco Cardarelli (1981, Offida, AP), Francesca Ferrari (1961, Modena), Giulia Fini (1995, Modena), Alessio Gianardi (1983, La Spezia), Andrea Luporini (1984, La Spezia), Simone Pellegrini (1993, Modena), Sara Savorelli (1991, Rimini), Livia Sperandio (1991, Foligno).

Come ad ogni edizione di The Summer Show, una commissione, per quest'anno composta da Mario Cresci (artista), Francesca Fabiani (curatrice Maxxi, Roma), Alessandro Malerba (collezionista), Andrea Landi (presidente Fondazione CRMO) e Filippo Maggia (direttore Fondazione Fotografia Modena), selezionerà i lavori migliori del biennio 2013-15, che entreranno nella collezione di Fondazione Cassa di risparmio di Modena. Agli studenti selezionati andrà inoltre un premio in denaro.

Tra i pochi corsi di fotografia in Italia ad offrire un'alta formazione in campo artistico, il master di Fondazione Fotografia Modena è da considerarsi come una vera e propria fabbrica creativa, dove sperimentare le proprie pratiche a contatto con artisti e curatori da tutto il mondo, mettendo in discussione i generi tradizionali ed esplorando nuovi territori dell'immagine. Nata nel 2011, la scuola ha raggiunto in pochi anni un ampio riconoscimento, arrivando a includere nella propria rete di collaborazioni importanti istituzioni straniere, tra cui il Royal College of Art di Londra, Centro de la Imagen di Lima, Stills-Scotland Center for Photography di Edimburgo, la Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, l' École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi e la fondazione giordana Darat al Funun di Amman. Le iscrizioni al prossimo biennio, che prenderà in via in ottobre, sono aperte fino al 30 giugno.

Allestita al Foro Boario di Modena dal 19 giugno al 5 luglio, The Summer Show 2015 - Sestante è promossa da Fondazione Fotografia Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno di UniCredit, da sempre impegnata in favore dell'arte e delle iniziative culturali dei territori in cui è presente: "Siamo convinti che la cultura sia una delle leve dello sviluppo del territorio - sottolinea Giuseppe Zanardi, Responsabile Area Commerciale Modena UniCredit - e siamo ben lieti di dare il nostro contributo affinché nuovi talenti possano emergere. Il master della Fondazione Fotografia di Modena, nello specifico, si contraddistingue per l'affermata capacità di offrire un'alta formazione in campo artistico. Una preziosa opportunità per le giovani promesse dell'arte che UniCredit intende sostenere nell'ambito di un impegno più ampio, assunto da tempo nei confronti del patrimonio culturale dei territori in cui operiamo".

La mostra Sestante sarà accompagnata da un catalogo edito da Fondazione Fotografia Modena, corredato dalle immagini delle opere in mostra e da testi di approfondimento.

SCHEDA TECNICA

titolo
The Summer Show 2015 - Sestante

periodo
19 giugno - 5 luglio 2015

sede
Foro Boario
Modena, Via Bono da Nonantola, 2

press preview
mercoledì 17 giugno 2015, ore 11.30

inaugurazione
venerdì 19 giugno 2015, ore 19

orari di apertura
giovedì e venerdì 15-19
sabato e domenica 11-19

ingresso libero

promossa da
Fondazione Fotografia Modena
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

catalogo
Fondazione Fotografia Modena, 2015

informazioni
Fondazione Fotografia Modena
Via Emilia Centro 283, Modena
tel. 059 239888 - 335 1621739
fQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.fondazionefotografia.org 

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

La nota soprano protagonista della serata promossa da Modenamoremio insieme ai giovani talenti del suo master, con un contributo anche da parte del Lions Estense. -

Modena, 16 giugno 2015 -

Lunghi applausi e clima di simpatia per la serata di bel canto di lunedi 15 giugno alla Chiesa di San Carlo, con una brillante Raina Kabaiwanska in veste di insegnante che, orgogliosa e appassionata, ha presentato in concento quattro dei suoi allievi del master modenese all' Istituto Musicale "Vecchi Tonelli". Il soprano Gioia Crepaldi, il mezzosoprano Cinzia Chiarini, il tenore Matteo Desole, il basso Costadin Mechov, accompagnati al pianoforte dal maestro Paolo Andreoli, hanno dato prova del loro talento in un programma di arie liriche dalle opere più conosciute, da Boheme, a Turandot, al Rigoletto, a Carmen, al Don Giovanni.

Particolarmente significativo il momento della consegna di un contributo per il proseguimento dei suoi studi al tenore Desole da parte del Lions Club Estense presieduto da Paola Di Pietro, a significare il sostegno che il sodalizio modenese intende dare all'attività di formazione verso i giovani che da anni la nota soprano conduce nel suo corso di Modena, ma anche all'Accademia Chigiana e con la sua Fondazione a Sofia in Bulgaria. La serata è stata promossa da Modenamoremio nel programma di iniziative dedicate all'arte inserite nel circuito modenese per EXPO 2015.

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la consegna dell'assegna a Matteo Desole da parte di Paola Di Pietro presidente del Lions Estense Raina Kabaiwanska

(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)

Nel calendario di iniziative di Modenamoremio giovedi 18 un viaggio intorno alle tavole dagli Estensi all'800 con la storica Patrizia Curti. -

Modea, 16 giugno 2015 -

Un altro appuntamento con le arti italiane nel calendario di proposte per il centro storico di Modenamoremio in occasione di EXPO 2015. Giovedi 18 giugno alle 18 alla Chiesa di San Carlo sarà la volta dell'arte del banchetto, un excursus fra le magnificenze della tavola di cui le casate italiane, in particolare quella degli Este e dei Gonzaga, erano maestri indiscussi. A tenere la conversazione sarà Patrizia Curti, storica e ricercatrice esperta di collezionismo estense, autrice di diverse pubblicazioni e cataloghi, tra cui il volume sul Portico del Collegio con la Fondazione San Carlo. Suo anche l'ultimo lavoro sulla ricostruzione virtuale della Quadreria di Francesco I a Palazzo Ducale. La sua conversazione attorno al banchetto prenderà il via dagli sfarzi del Rinascimento alle corti dei Gonzaga e soprattutto degli Estensi, dove il ruolo dello "scalco" ducale, oltre a quello di chef, era quello di vero e proprio regista dell'apparato spettacolare del banchetto, ideato per stupire e trasmettere l'immagine del potere della casata. Nell'epoca barocca la magnificenza della tavola si trasferisce con la corte estense da Ferrara a Modena, fino alla fine del '600 quando la cucina francese assume la leadership in Europa introducendo una maggiore attenzione ai cibi e alla conversazione piuttosto che alla scenografia. Si arriva ai primi dell'800 e alla sostituzione del servizio alla francese, che prevedeva tutte le portate in tavole, con quello alla russa dove appare per la prima volta il menu con l'elenco dei cibi che verranno serviti in successione.

L'arte del banchetto si collega al tema di EXPO 2015 che Modenamoremio ha tradotto nella mostra "Il gusto della contaminazione" sempre alla Chiesa di San Carlo, il percorso fra le arti italiane della pittura e della moda che ha già raggiunto i 4.300 visitatori. Tra i capolavori esposti particolarmente apprezzata è proprio la tavola apparecchiata con preziose suppellettili dell'800 curata da Elisabetta Barbolini Ferrari, quasi una celebrazione dell'arte e della eleganza del banchetto. La mostra continua fino al 19 luglio giovedi e venerdi dalle 16 alle 19.30, sabato domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, con ingresso gratuito.

(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)

Lunedì, 15 Giugno 2015 09:39

Parma - Incontri Musicali 2015

Tre Saggi Accademici di fine anno degli allievi del Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma. L'ingresso è libero e gratuito. -

Parma, 15 giugno 2015 -

Come ogni anno, il Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma ha selezionato, con attente audizioni, alcuni tra i migliori allievi che frequentano il Triennio e Biennio Accademico di primo e secondo livello, per presentarli al pubblico. Tre i Saggi Accademici di fine anno che si svolgeranno il 16, 18 e 25 giugno 2015, alle ore 18.00, nell'Auditorium del Carmine, in cui i giovani musicisti interpreteranno brani del repertorio classico da J. S. Bach al Novecento. Il primo appuntamento sarà anche l'occasione in cui Zonta International - Club di Parma, assegnerà due borse di studio destinate ad altrettante allieve del Conservatorio. Zonta International è infatti un'organizzazione mondiale di servizio costituita da donne preminenti negli affari e nelle professioni che lavorano per migliorare le condizioni della donna nel mondo. Le borse di studio (da € 750,00 ciascuna) sono state assegnate alla pianista Claudia Zucconi (classe del prof. Andrea Padova) e al soprano Kyoko Hattori (classe della prof.ssa Ilia Aramayo).

Questi gli allievi selezionati per i Saggi Accademici: Davide Tortorelli, chitarra (classe del prof. Walter Pezzali); Stefania Garofalo, mezzosoprano e Ayumi Matsumoto, pianoforte; Seung Won Wang, tenore, e Taesu Choi, pianoforte; Sarah Giannetti e Sera Shin, pianoforti; Haruka Takahashi, soprano, e Sera Shin, pianoforte (classe della Prof.ssa Monica Bissaca); Nan Li, flauto (classe del prof. Claudio Ferrarini) e Yao Yue, pianoforte; Giulia Chiapponi, violino (classe della Prof.ssa Grazia Serradimigni) e Angelo Aliberti, pianoforte; Ayumi Matsumoto e Yao Yue, pianoforte (classe del prof. Andrea Padova); Agnese Contadini, arpa (classe della prof.ssa Emanuela Degli Esposti); Inesa Baltatescu, violino e Angela Marra, pianoforte; Filippo di Domenico, violoncello e Alice Martelli, pianoforte; Cinzia Zucchi, flauto, Sofia Marzetti, arpa, Inesa Baltatescu, violino, Enrico Osti, viola, Filippo di Domenico, violoncello (classe del prof. Pierpaolo Maurizzi); Elena Sofia De Vita e Giulia Chiapponi, violini, Enrico Osti, viola, Filippo di Domenico, violoncello (classe della prof.ssa Olga Arzilli); Ilaria Torresan e Leonardo Spadaro, pianoforti (classe del prof. Leonardo Bartali; Giulia Arnaboldi, viola (classe del prof. Marco Toscani) e Michele Allegro, pianoforte; Marianna Parcianello, violino (classe della prof.ssa Grazia Serradimigni) e Julia Relinda Ratiu, pianoforte; Bang Bokyoung, pianoforte (classe del prof. Giampaolo Nuti).
L'ingresso è libero e gratuito.

(Fonte: ufficio stampa Conservatorio A Boito)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

La celebre soprano presenta i cantanti del suo master class nel concerto promosso da Modenamoremio nel calendario di eventi per EXPO 2015 -

Modena, 13 giugno 2015 -

Quattro promesse del bel canto allievi di Raina Kabaiwanska saranno i protagonisti del concerto di lunedi 15 giugno alle 20.30 nella Chiesa di San Carlo in uno degli eventi più attesi nel programma di Modenamoremio per EXPO 2015. Sarà la stessa Kabaiwanska in occasione della serata a presentare gli esiti del lavoro intrapreso negli anni dai giovani talenti della lirica nel suo master class di formazione al bel canto all'Istituto Superiore di Studi Musicali "Vecchi Tonelli" di Modena.

"L'obiettivo – dichiara la celebre soprano – è quello di instradarli nella carriera artistica, con un bagaglio di studio, esperienza e "mestiere" che consenta di portare risultati e soddisfazioni al loro talento". Gli interpreti in scena saranno il soprano Gioia Crepaldi, il mezzo soprano Cinzia Chiarini, il tenore Matteo Desolè e il basso di origine bulgara Costadin Mechov, quest' ultimo in Italia grazie alla borsa di studio della Fondazione che la Kabaiwanska segue in Bulgaria, sua patria d'origine, da oltre vent'anni. Giovani ma già con diversi e importanti palcoscenici al loro attivo, i cantanti del master class si esibiranno in un programma di celebri arie dalle opere più amate: Boheme, Trovatore, Don Giovanni, Rigoletto, Turandot. Ad accompagnarli al pianoforte il maestro Paolo Andreoli.

L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti. La serata è un omaggio all'arte del bel canto nel percorso di "contaminazione" fra le arti che fa da tema conduttore alle iniziative di Modenamoremio per il centro storico fino al 19 luglio. Il fulcro è alla Chiesa di San Carlo dove la mostra "Il gusto della contaminazione – percorsi di stile nelle arti italiane" ha già superato nelle giornate di apertura (giovedi/venerdi dalle 16 alle 19.30, sabato domenica e festivi 10/13 e 16/19.30) le 3.700 presenze.

"E' un segnale di rinnovato richiamo verso il centro storico – sottolinea Maria Carafoli, organizzatrice delle iniziative di Modenamoremio – che vede in EXPO 2015 un'occasione da non perdere. Noi abbiamo scelto le arti italiane, quelle della pittura, quelle della moda, quelle della musica, non ultima l'arte del cibo, che a Modena hanno protagonisti eccellenti, come dimostra la riapertura della Galleria Estense". Prossimo appuntamento in programma per gli amati del bello il 18 giugno alle 18 con la storica Patrizia Curti che parlerà, sempre alla Chiesa di San Carlo, dell' arte del banchetto.

(fonte: ufficio stampa Modenamoremio)

Venerdì, 12 Giugno 2015 15:29

Che gusto la Storia!

Domenica 14 giugno, a Lama Mocogno, sull'Appennino modenese, si svolge il pranzo storico "Una battaglia a tavola tra Celti e Romani", promosso dall'Associazione I Semi Neri. Alle ricette tipiche delle due popolazioni si alterneranno momenti di letture di fiabe e leggende del Frignano e intermezzi storici. -

Modena, 12 giugno 2015 - di Manuela Fiorini -

Lama Mocogno (Modena) - Come si nutrivano gli antichi popoli dell'Appennino? Che cosa resta delle ricette delle genti del Frignano? E i nostri gusti attuali quanto sono influenzati dai ricordi di pietanze e ingredienti delle tavole dei nostri avi? Sono solo alcune delle domande a cui si cercherà di dare una risposta, domenica 14 giugno, presso il Ristorante Vecchia Lama di Lama Mocogno, durante "Una battaglia a tavola tra Celti e Romani", un originale pranzo storico promosso dall'Associazione I Semi Neri. I commensali potranno assaggiare ricette ispirate a quelle di origine celtica e romana, elaborate dallo chef Angelo Ori e da Loredana Picchietti. Il tutto intervallato da intermezzi storici di Gabriele Sorrentino e letture di fiabe e tradizioni del Frignano di Daniela Ori che, per l'occasione, vestiranno i panni rispettivamente di Gavius Mutinensis Romanus e della nobildonna celtica Brianna.

Daniela ORI rid

Proprio a Daniela, presidente dell'Associazione I Semi Neri, abbiamo chiesto come nasce questo progetto, che unisce la cucina alla storia e alla tradizione dell'Appennino, e non solo.
"La mission della nostra associazione è quella di promuovere la cultura attraverso eventi che includono sia la letteratura che altre forme di arte. Uno dei nostri soci, Gabriele Sorrentino, poi, è autore dell'interessante saggio storico "Quando a Modena c'erano i Romani" (Ed. Terra e Identità) che tratta non solo della conquista da parte di Romani del nostro territorio, ma anche dei popoli che, prima di loro, hanno abitato le nostre terre. Così, ho pensato di coinvolgere Gabriele nella progettazione di un evento che avesse come fine la conoscenza della storia, anche culinaria, di una parte importante del nostro territorio, la montagna".

Con quale criterio sono stati elaborati i piatti del menù?
"Abbiamo scelto le ricette di tradizione romana avvalendoci del ricettario di Marco Gavio Apicio (25 a.C.-37 d.C), lo chef stellato della romanità, naturalmente rielaborandole per adattarle ai gusti attuali, ma mantenendo intatti gli ingredienti base delle ricette antiche. Per le ricette celtiche non abbiamo trovato specifici ricettari, così abbiamo studiato le fonti e siamo venuti a conoscenza dei piatti che venivano proposti nei banchetti che i Celti erano soliti organizzare dopo la vittoria in battaglia o in ogni altra occasione in cui il capo tribù voleva manifestare la propria potenza e grandezza".

Come si svolgerà questa "Battaglia a tavola tra Celti e Romani"?
"Verrà proposto un menù fisso composto da piatti romani e da piatti celtici: su di essi ciascun commensale potrà esprimere un voto, senza sapere a che cultura appartenga il piatto. Alla fine si svelerà l'arcano e si vedrà se sono piaciuti di più i piatti di tradizione celtica, o quelli legati alla tradizione romana. Non solo: la presentazione dei piatti sarà arricchita da brevi spiegazioni storiche sulla storia del Frignano, sui riti e miti dei popoli che l'hanno abitato nei secoli passati, evidenziando come i nomi delle località, i luoghi e le leggende hanno ancora molto in comune con gli antichi popoli. Io invece leggerò alcune fiabe, tratte da leggende su esseri magici ancora vive e conosciute nella montagna".

Modena e l'Appennino, dal punto di vista culinario, sono più celtiche o romane?
"Quando i popoli si alternano nella conquista di un territorio portano con sé le proprie tradizioni, le proprie leggi e la propria religione, ma anche la propria cultura del nutrirsi. Tuttavia, il patrimonio culturale e anche culinario dei Celti non è stato eliminato dalla conquista romana, piuttosto si sono mescolati gli usi, i riti e anche le ricette di cucina. Durante la nostra ricerca, ci siamo resi conto che le materie prime dell'Appennino erano usate come ingredienti base sia per i piatti dei Celti che per quelli dei Romani, sebbene con delle varianti. Alcune di quelle ricette sono giunte fino a noi. A tavola, domenica, scopriremo poi se il nostro palato è più affine ai gusti de Celti o a quelli dei Romani".

Il pranzo si tiene a Lama Mocogno, dove è ancora possibile vedere testimonianze della presenza delle popolazioni celtiche. Una scelta non casuale, suppongo.
"Tutto il Frignano ha radici celtico-liguri e Lama Mocogno conserva ancora misteri, tradizioni, riti, notizie storiche specifiche con la presenza, ad esempio, del Ponte del diavolo, della Fonte della Brandola e inoltre il nome stesso di Mocogno rimanda a una antica divinità celtica, il dio Mappone. Tuttavia, per me, c'è anche un legame affettivo. La mia famiglia paterna ha origini antiche, probabilmente, proprio di discendenza celtica. In tempi più recenti, i fratelli e le sorelle di mio nonno Americo, hanno gestito la Trattoria di Serpiano, punto di sosta per i viaggiatori che transitavano sulla via Giardini. Una tradizione che si è tramandata nel tempo, grazie a mio cugino Angelo e al ristorante Vecchia Lama".

Il Menù

Antipasti:
Pane abbrustolito con aromi del tempo perduto
Torta salata di zucca e formaggio con crema di latte del mattino

Primi piatti:
Zuppa di rapa e bianco di suino
Orzo agli asparagi di primavera

Secondi piatti:
Stufato alla bevanda di luppolo
Maialino al lauro con erbe rustiche e carote roventi

Dolci:
Torta al limone e profumi dorati
Frittelle al miele dei monti

Il costo del pranzo a menù fisso è di 25,00 euro (bevande escluse)- E' richiesta la prenotazione

INFO:
Ristorante Vecchia Lama, (via XXIV maggio 24 Lama Mocogno, MO), tel 0536/44662, www.ristorantevecchialama.it 
Associazione I Semi Neri, www.semineri.it 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Mercoledì, 10 Giugno 2015 09:32

Il coro Orfeò Atlàntida da Barcellona a Novellara

Secondo appuntamento di "Armonie dal mondo": la rassegna musicale tra sacro e profano. Venerdì 12 giugno alle ore 21.00 si esibirà nel cortile della Rocca. -

Reggio Emilia, 10 giugno 2015 –

L'Orfeó Atlàntida, una delle associazioni corali più antiche della Catalogna, fondata nel 1926 nel quartiere oepraio di Hostafrancs, arriva a Novellara. Un repertorio ricco che si è evoluto negli anni, che verrà proposto all'interno della rassegna musicale tra sacro e profano "Armonie dal mondo" a cura dell'amministrazione comunale. Venerdì 12 giugno alle ore 21.00 si esibirà nel cortile della Rocca (in caso di maltempo Collegiata di S. Stefano) diretto da Milén P. Panaytov.

Le opere interpretate si estendono dal Rinascimento fino all'attualità, passando per i "negro spirituals", la musica sacra, i grandi autori classici (Mozart, Schubert, Vivaldi, Brückner, Puccini), cori d'opera, musiche del XX secolo e cori da musical di Broadway, con una attenzione particolare per la musica tradizionale catalana.

Questo gruppo sarà anticipato dall'esibizione del coro Giaches de Wert diretto da Francesca Canova, con la partecipazione di Francesca Galeotti al piano e di Marica Rondini al flauto traverso e dalla corale G. Savani di Carpi diretta da Giampaolo Violi che proporrà una sintesi del loro repertorio che si è profondamente evoluto e ampliato dalla polifonia sacra e liturgica, si è progressivamente ampliato comprendendo anche brani del folklore italiano e internazionale, madrigali, musica "leggera" dagli anni '40 ai giorni nostri.

Si prosegue con la musica domenica 14 giugno alle ore 17.00 con il coro Giaches De Wert e il coro della città di Castellarano diretto da Marco Guidorizzi in "Notturni d'amore" al Casino di Sopra (via Casino di Sopra).

Pubblicato in Cultura Reggio Emilia
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