#economia #export - L’Emilia-Romagna seconda regione italiana per esportazioni: quarto trimestre in crescita (+12,3%). Eccezionale il risultato dell’anno 2021 (+16,9%)
Industria agroalimentare: presentati i dati di un'indagine di ART-ER e Unioncamere Emilia-Romagna sui principali fattori di sviluppo e internazionalizzazione del settore (in allegato il REPORT).
Coinvolte 155 imprese appartenenti a tutti i comparti in rappresentanza di 3,6 miliardi di fatturato
Infrastrutture digitali e formazione i principali asset per lo sviluppo
La ricetta di Unioncamere Emilia Romagna, Intesa Sanpaolo e Confindustria Emilia Romagna per uscire dall'emergenza
Consultazione della Commissione Europea alle imprese sulla legislazione vigente.
Unioncamere Emilia-Romagna, nell'ambito delle attività Enterprise Europe Network, promuove la partecipazione delle imprese regionali alla consultazione lanciata dalla Commissione europea relativa alla legislazione sui "materiali a contatto con gli alimenti" (o anche "MCA") e cioè su tutti i materiali e gli oggetti che vengono a contatto o sono destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari.
La Commissione europea, attraverso questa consultazione, intende raccogliere le opinioni delle imprese che operano nella catena di approvvigionamento dei materiali che vengono a contatto con prodotti alimentari per indagare sul funzionamento della legislazione MCA e sul modo in cui incide sulle attività aziendali.
Tutte le imprese interessate sono invitate a partecipare a rispondendo all'apposito questionario disponibile sul sito di Unioncamere Emilia-Romagna ( www.ucer.camcom.it ), da inviare via e-mail entro lunedì 29 aprile 2019 a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Per informazioni: Valentina Patano tel. 051- 6377034 email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
MCA: cosa sono I materiali a contatto con gli alimenti (MCA)
Includono tutti gli imballaggi alimentari, nonché gli oggetti per il servizio da tavola e da cucina, come posate, bicchieri, piatti, ciotole, ecc. Possono comprendere anche articoli in origine non destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, ma che potrebbero prevedibilmente farlo. Gli MCA comprendono inoltre i materiali usati nelle industrie alimentari professionali in fase di produzione, preparazione, stoccaggio e distribuzione, dai nastri trasportatori per il cioccolato alle cisterne per la raccolta del latte. Molti tipi di materiali possono essere usati come MCA, tra cui plastica, carta, gomma, metallo e vetro, ma anche adesivi, inchiostri da stampa e rivestimenti usati per il finissaggio dei prodotti finiti, nonché materiali compositi. Lo scopo principale della legislazione dell'UE sui materiali a contatto con gli alimenti è quello di fornire una base per garantire un elevato livello di tutela della salute umana e degli interessi dei consumatori.
Il Regolamento (CE) n. 1935/2004 impone alle imprese di fabbricare gli MCA in un ambiente controllato, affinché siano prodotti in maniera coerente e secondo standard elevati, nonché per scongiurare che costituiscano un pericolo per la salute umana; comportino una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche, per esempio del gusto e dell'odore. Il Regolamento contempla la sicurezza degli MCA solo per quanto riguarda il trasferimento di sostanze chimiche nei prodotti alimentari dagli MCA.
Le norme non fissano alcun requisito igienico per gli MCA; né contemplano l'impatto sui rifiuti e sull'ambiente degli MCA, che viene disciplinato da altre normative dell'UE. La normativa mira inoltre a garantire il buon funzionamento del mercato dell'Unione europea, per esempio evitando restrizioni o dazi doganali. Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link: https://ec.europa.eu/food/safety/chemical_safety/food_contact_materials_en
Agricoltura. L'Emilia-Romagna del gusto: rinnovato l'accordo tra Regione e Unioncamere per la valorizzazione dell'enogastronomia regionale, l'internazionalizzazione e la scoperta dei territori
Al centro del protocollo "Deliziando", il progetto che mette le aziende e i prodotti dell'Emilia-Romagna nelle vetrine dell'Italia e del mondo. L'assessore Caselli: "Sinergia con Unioncamere strategica nella promozione delle eccellenze enogastronomiche e nel sostegno alle imprese del territorio"
Bologna - L'Emilia-Romagna porta nel mondo le sue eccellenze, attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici e di qualità, e ne fa dei veri e propri testimonial del patrimonio culturale e dell'offerta turistica dei territori. Per promuovere e raccontare la Food Valley e il panorama di grandi e piccoli marchi, che saldano qualità delle materie prime e delle tecniche di produzione, Regione Emilia-Romagna e Unione Regionale delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna hanno rinnovato in questi giorni il protocollo di collaborazione, giunto alla sua quarta edizione, per la realizzazione di progetti integrati di promozione dei prodotti di qualità.
Tra le azioni messe in campo in questi anni, il supporto alle imprese per la partecipazione a fiere di settore in Italia come Vinitaly e Cibus, eventi come Good, il workshop internazionale sul turismo enogastronomico e la tappa bolognese dell'iniziativa True Italian Taste che nel 2018 ha visto a Bologna 36 buyer esteri, 113 imprese regionali per un totale di 907 incontri B2B (business to business) con focus sul bio. A questi si aggiungono le iniziative di promozione all'estero in occasione delle missioni in Canada (per la Settimana internazionale della cucina italiana) e in Gran Bretagna.
"La sinergia che ha unito Regione e Unioncamere nella realizzazione di eventi per la promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche in Italia e all'estero- ha commentato l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli - è stata di grande importanza per il coinvolgimento delle imprese del territorio e ha rappresentato un insostituibile contributo nelle varie fiere internazionali di settore. Se prendiamo ad esempio l'attività realizzata in comune nel progetto "Deliziando", in dieci anni abbiamo superato le più rosee aspettative con manifestazioni di successo e interesse per tanti operatori del settore".
Tra i punti qualificanti dell'accordo, il coordinamento dei progetti per la valorizzazione dell'enogastronomia regionale, legata alla scoperta dei territori di origine e a supporto degli operatori della filiera agroalimentare, ma anche dei settori del turismo, del commercio e dell'artigianato, con sinergie imprenditoriali e nuove forme d'impresa. I partner operano anche attraverso interventi integrati di promozione nei mercati esteri del settore turistico e della filiera agroalimentare. Tutte le attività sono realizzate in stretta collaborazione con i Consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp, l'Enoteca regionale e Azienda per la promozione turistica dell'Emilia-Romagna.
"In questi anni, il progetto Deliziando e turismo enogastronomico di qualità- ha ricordato Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna- ha rafforzato le azioni di co-marketing fra i partner, per valorizzare, attraverso un approccio integrato, il patrimonio culturale, l'offerta turistica e i prodotti tipici e di qualità che condensano efficacemente stile, gusto ed eccellenze produttive della regione. Ciò ha consentito- prosegue Pasini- di sviluppare sui mercati esteri l'immagine dell'Emilia-Romagna attraverso progetti per la valorizzazione dell'enogastronomia di qualità, interventi integrati di promozione della filiera produttiva agro-alimentare e del settore turistico. Muoversi come sistema e contribuire a un macro-obiettivo condiviso è la base per lo sviluppo di un agroalimentare sostenibile, competitivo e internazionalizzato, in cui la qualità - fatta di tradizione, innovazione, valorizzazione della biodiversità e reputazione gastronomica - è chiave competitiva".
"Deliziando", un viaggio lungo dieci anni
È il progetto di punta della collaborazione tra Regione e Unioncamere. Finanziato complessivamente con circa 6,3 milioni di euro, di cui 3,5 da parte della Regione, 1,7 Unioncamere e per il resto dall'Istituto per il Commercio con l'Estero (fino al 2010) rappresenta un modello di collaborazione per lo sviluppo di un agroalimentare sostenibile, competitivo e internazionalizzato, in cui la qualità è la carta vincente.
"Deliziando" nel periodo 2008-2018 ha costruito azioni di valorizzazione e promozione dei prodotti a qualità certificata sui mercati esteri. Sono state realizzate 170 attività istituzionali e promo-commerciali, per 34 Paesi. Le aziende partecipanti sono state quasi tremila. Negli eventi commerciali sono stati coinvolti 1.315 operatori esteri e 10.902 gli incontri B2B realizzati. Presenti agli eventi istituzionali 2.491 giornalisti e operatori esteri. Gli studenti esteri di scuole alberghiere interessati sono stati 435. 127 i prodotti dell'Emilia-Romagna che partecipano al progetto, tra cui 44 Dop e Igp, 24 vini Dop, 9 vini Igp, 39 prodotti tipici regionali e a Qualità controllata. Tra le candidature dei prossimi anni i presidi Slow food, i birrifici e le gelaterie artigianali, i prodotti di montagna./OC
In foto di copertina: firma protocollo Rer Unioncamere_Pasini, Caselli, Mazzotti
La produzione artigiana nell'industria inverte la tendenza e si riduce dello 0,4 per cento, interrompendo l'espansione avviata dal secondo trimestre 2016. Al contrario, il volume d'affari delle imprese artigiane delle costruzioni sale dell'1,5 per cento, con il sesto segno positivo consecutivo. Prosegue l'emorragia delle imprese artigiane nell'industria (-1,2 per cento) e nelle costruzioni (-1,5 per cento).
Si riduce l'attività nell'industria, si consolida nelle costruzioni. Segnali diversi per l'artigianato regionale nel terzo trimestre 2018 come emerge dall'indagine sulla congiuntura realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
L'artigianato nell'industria. Nel terzo trimestre la produzione si è ridotta dello 0,4 per cento rispetto al corrispondente trimestre del 2017, con una brusca inversione di tendenza che ha interrotto la fase di espansione avviata con il secondo trimestre 2016. La crescita del fatturato a prezzi correnti ha subito uno stop analogo (-0,3 per cento), con un andamento più pesante del fatturato estero (-0,9 per cento). Ulteriore cautela per il futuro deriva dall'analoga flessione dell'acquisizione ordini (-0,6 per cento), originata dal mercato interno, mentre la crescita degli ordini esteri è apparsa in ripresa (+1,4 per cento). Continua l'emorragia delle imprese artigiane dell'industria in senso stretto. A fine settembre le attive ammontavano a 28.173, in flessione dell'1,2 per cento (- 351 imprese) rispetto a un anno prima. La flessione è più ampia di quella del complesso dell'industria regionale (-0,4 per cento), ma più contenuta di quella delle artigiane dell'industria a livello nazionale (-1,9 per cento). La flessione è determinata soprattutto dall'industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, dall'aggregato delle altre industrie manifatturiere, dall'ampio raggruppamento della "meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto" e dall'industria del legno e del mobile. Per forma giuridica deriva dalla riduzione delle società di persone, nonostante l'aumento delle società di capitale.
L'artigianato delle costruzioni. La tendenza positiva in corso procede oscillante. Tra luglio e settembre 2018 il volume d'affari a prezzi correnti delle imprese artigiane del settore è aumentato dell'1,5 per cento rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. Il movimento appare lievemente più ampio rispetto all'incremento dell'1,2 per cento riferito al complesso delle costruzioni regionali. A fine settembre le imprese artigiane attive nelle costruzioni erano 51.431, quindi 765 in meno (-1,5 per cento) rispetto a un anno prima. L'andamento risulta lo stesso del trimestre precedente, lievemente migliore rispetto a quello dell'artigianato delle costruzioni nazionale (-1,7 per cento), ma di quello del complesso delle costruzioni regionali (-0,9 per cento) nello stesso periodo. La flessione è più rapida per le imprese attive nella costruzione di edifici, ma più ampia per quelle che eseguono lavori di costruzione specializzati, secondo la forma giuridica è derivata soprattutto dalle ditte individuali, nonostante l'aumento delle società di capitale.
Con obiettivo Expo 2020, prende il via una iniziativa per la promozione del distretto del fashion
Accompagnare le imprese regionali del settore moda negli Emirati Arabi Uniti, nell'area del Golfo Arabo e nei mercati asiatici, tutti attenti al made in Italy e costantemente in crescita.
E' l'obiettivo del progetto "Italian Fashion verso Dubai 2020" dedicato alle imprese emiliane del settore abbigliamento-moda e promosso da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con il Sistema camerale regionale e con il co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna nell'ambito del Bando per la concessione di contributi a progetti di promozione del sistema produttivo regionale sui mercati europei ed extra europei 2018-2019 -V annualità.
Concluso il ciclo di seminari di presentazione che si sono svolti al Centergross a Funo di Argelato (Bologna), Carpi (ForModena), Ferrara e Rimini, sono aperte fino al 21 gennaio 2019 le iscrizioni delle imprese all'iniziativa si svilupperà nel 2019 attraverso distinte fasi operative coordinate e organiche.
Il progetto intende sfruttare al meglio le opportunità offerte dagli Emirati Arabi Uniti, mercato ricco, che nel 2020 sarà al centro dell'attenzione mondiale con l'esposizione Universale, offrendo opportunità commerciali e di crescita alle nostre imprese del fashion.
Formazione, check up aziendali, strategie commerciali personalizzate, b2b con operatori esteri e visite aziendali, missione ristretta di scounting e poi commerciale negli Emirati Arabi Uniti, follow up, e comunicazione di sistema sono solo alcune delle attività in cui è articolato il progetto.
Sono 30 i posti disponibili per le aziende interessate al programma che garantisce un supporto per l'identificazione di nuove modalità di presentazione e commercializzazione dei prodotti moda verso un'area di consumatori multietnica, digitale e in costante crescita.
La Fashion valley è uno dei settori cardine dell'Emilia-Romagna, una filiera qualificata, grazie a una competitività che si basa su elementi come qualità, tecnologia avanzata, peculiarità territoriali e abilità creativa, e alla presenza di brand di fama internazionale oltre a un sistema accademico e formativo che incentiva la creatività e l'acquisizione di alte competenze.
"È importante valorizzare il sistema fashion che in Emilia-Romagna riveste un ruolo significativo perché rappresenta il secondo comparto manifatturiero per valore delle esportazioni e il quarto per numero di occupati della regione, rispettandone l'identità e promuovendone le eccellenze anche all'estero – afferma il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna Claudio Pasini – Questo progetto, che vede coinvolti in sinergia Regione Emilia-Romagna e Sistema Camerale, ha l'obiettivo di essere traguardato a Dubai 2020".
(Giovanni Roncucci)
Il fatturato del settore moda dell'Emilia-Romagna nel 2018 è stabile, più orientato verso l'area extra Ue che verso l'Europa, con un giro d'affari di 6,6 miliardi di euro, di cui circa il 48 per cento derivano da vendite internazionali, pari circa all'11 per cento del totale dell'export regionale. A crescere sono le vendite verso i Paesi Asiatici (+4,7 per cento).
"In questo momento – sottolinea l'esperto Giovanni Roncucci titolare della Roncucci partner tecnico dell'iniziativa - c'è necessità di fare massa critica ed essere proattivi sui mercati. Il progetto è articolato in precisi momenti che passano dall'analisi delle potenzialità, alla identificazione dell' area target di interesse, all'elaborazione di un percorso di approccio ai mercati, definendo una precisa strategia che punti su digitalizzazione e qualità dei prodotti. Dubai è un centro logistico importante e centrale a sole 4 ore di volo. L'Expo nel 2020 si realizzerà su una superficie di 438 ettari. Saranno 180 le nazioni che si presenteranno a 25 milioni di visitatori stimati, di cui il 70 per cento da oltre i confini degli Emirati".
Centergross, ma anche Parma Couture, Moda in Italy, Carpi Fashion: tutti i consorzi del settore sono partner imprenditoriali di un progetto organico che vede protagonista il sistema fashion nel suo complesso.
"E' un mercato interessante e in parte inesplorato – aggiunge la presidente del Centergross, Lucia Gazzotti–Crediamo e abbiamo investito in questo progetto, che vuole portare le imprese della filiera a trovare opportunità all'estero. Nella prima fase cercheremo di portare i buyer stranieri al Centergross".
Il progetto prevede servizi specialistici a supporto di una area estesa, e una forte azione di comunicazione per capire come si potrà presentare
"L'iniziativa vuole accompagnare e sostenere le aziende in un processo di avvicinamento, facendo sistema, per finalizzare contratti nel settore fashion nel suo complesso che va inteso come total look – conferma Paola Frabetti, responsabile internazionalizzazione di Unioncamere Emilia-Romagna - La prima fase sarà utile a conoscere il mercato per poi finalizzare tutte le opportunità a Expo 2020".
Conclude Giuseppe Iannacone, vice segretario generale della Camera di commercio di Bologna.
"E' una occasione per la filiera, perché articolata e non con singole azioni spot, che coinvolge il Centergross a cui fanno riferimento circa 600 imprese della moda".
Per Fashion nel suo complesso si intende: tessile, abbigliamento uomo e donna, abbigliamento bambino, capi in pelle, pellicce, scarpe, borse e cinture, accessori, occhiali, cappelli, guanti, intimo, abbigliamento professionale, bijoux, tendaggi, tappeti biancheria, tessuti per la casa, tessuti innovativi e biologici.
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) rappresentano uno dei mercati prioritari essendo considerati come uno dei più promettenti e attraenti per gli investimenti internazionali. Stanno infatti vivendo un periodo di continuata crescita economica da molti anni a questa parte. Seppur piccolo – la sua superficie è di solo 83.600 Kmq – il Paese conta su una popolazione residente di oltre 10 milioni di persone ed un PIL elevatissimo. E' costituito da 7 differenti Emirati (Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ras al-Khaima, Fujaira, Umm al-Qaywayn, Ajman): si tratta di una nazione ben inserita nella comunità internazionale, membra di numerose organizzazioni regionali ed internazionali, come il Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), la Lega Araba, ONU, WTO, OPEC.
Nonostante un leggero calo nelle esportazioni italiane nel 2017 (-1,4% rispetto all'anno precedente), gli Emirati continuano a rappresentare un importante mercato per le produzioni tricolori, essendo il primo Paese di destinazione nell'area del Golfo (5,3 miliardi di Euro nel 2017).
Uno dei principali settori italiani che vedrà aumentare le proprie esportazioni nel paese emiratino (+4% nel periodo 2018-2021, giungendo a 327 milioni di Euro) è proprio quello del tessile e dell'abbigliamento, che rappresenta attualmente il 6% del totale export verso gli EAU.
Nel 2020 si terrà EXPO l'Esposizione Universale prevista e programmata presso la città emiratina di Dubai nel periodo compreso fra il 20 ottobre 2020 e il 10 aprile 2021, coinvolgendo oltre 180 nazioni e, stando alle stime, con un flusso stimato di 25 milioni di visitatori, il 70% dei quali provenienti da Paesi diversi da quello ospitante. L'Expo 2020 di Dubai coinciderà con i festeggiamenti del Gold Jubilee, il 50° anniversario della Fondazione degli Emirati Arabi Uniti, la cui indipendenza venne sancita il 2 dicembre 1971. Expo Dubai 2020 sarà quindi un'opportunità unica di portata internazionale ed essere presenti significherà essere visibili a livello globale. Vi saranno numerose possibilità di promuovere la filiera produttiva emiliano-romagnola, ricercando diverse occasioni di sponsorizzazione e visibilità, che non si riducano solo all'area dell'esposizione, ma possano allargarsi anche ad altre zone del territorio emiratino.
Nel terzo trimestre 2018 si è accentuato decisamente l'andamento negativo (-2,2 per cento). La tendenza riguarda particolarmente le vendite del dettaglio specializzato, in particolare non alimentare, ma anche alimentare, mentre iper, super e grandi magazzini hanno interrotto la propensione leggermente sfavorevole dei quattro trimestri precedenti. L'andamento è pesante per la piccola distribuzione, contenuto per la media impresa e lieve per attività con 20 o più addetti. Si allarga la riduzione delle imprese (-1,7 per cento).
I saldi invernali prendono il via in Emilia-Romagna il prossimo sabato 5 gennaio e l'auspicio è che possano rappresentare una opportunità di risvegliare i consumi.
Come emerge infatti dall'indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna, dopo tre anni di variazioni negative contenute intervallate da sporadici incrementi, dal primo trimestre 2018 le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell'Emilia-Romagna sono in sensibile flessione. In particolare, nel terzo trimestre 2018 (ultimi dati disponibili appena elaborati), la tendenza si è accentuata con una perdita del 2,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un calo di ampiezza non sperimentata dalla fine del 2014.
Peggiora coerentemente il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che scende a -15,0 da -11,1 punti.
Complice anche l'effetto della stagionalità, ci si attende un sensibile miglioramento dell'andamento delle vendite che sarà rilevato il quarto trimestre, tanto che il saldo tra le valutazioni risale da -0,7 a +9,9 punti.
Le tipologie. Il dettaglio specializzato non alimentare ha accusato la flessione più ampia delle vendite, -2,9 per cento. Per il dettaglio specializzato alimentare la correzione è stata sensibilmente più contenuta -1,1 per cento, mentre iper, super e grandi magazzini hanno interrotto la tendenza lievemente negativa dei quattro trimestri precedenti con un lieve aumento del +0,4 per cento.
La dimensione delle imprese. I dati mostrano una correlazione positiva dell'andamento delle vendite con la dimensione aziendale. La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, accusa un calo del 3,1 per cento, le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, registrano una correzione dell'1,4 per cento, mentre le imprese con almeno 20 addetti subiscono solo un leggera flessione delle vendite (-0,4 per cento).
Il Registro delle imprese. La pressione sulla base imprenditoriale del dettaglio pare rafforzarsi. Alla fine del terzo trimestre 2018 erano attive 45.070 imprese del dettaglio, con un calo dell'1,7 per cento (760 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è risultata leggermente più contenuta (-1,3 per cento).
L'andamento è dato dall'ampia riduzione delle ditte individuali (-661 unità, -2,1 per cento) e da quella più rapida delle società di persone (-3,0 per cento, -297 unità). Queste ultime risentono dell'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+4,6 per cento, +203 unità).
Apprendistato strumento per la crescita delle imprese. Evento conclusivo del progetto europeo SET APP in Unioncamere Emilia Romagna -
L'apprendistato: una leva molto utile per far incontrare domanda e offerta di lavoro, favorendo formazione e crescita di competenze dei giovani studenti e il loro inserimento professionale.
Su questo punto si è convenuto nel convegno organizzato da Unioncamere Emilia-Romagna e Ifoa come evento conclusivo del progetto SET-APP, finanziato tra le iniziative strategiche dal programma Erasmus plus dell'Unione europea, occasione di conoscenza delle migliori prassi sull'apprendistato nelle diverse tipologie e su alcune significative esperienze europee.
Hanno partecipato i 7 partner coinvolti provenienti da Italia, Francia, Austria e Germania, aziende del territorio, scuole, Ufficio Scolastico Regionale, Regione Emilia-Romagna, Agenzia Regionale per il Lavoro Emilia-Romagna.
"SET APP si è sviluppato in tre fasi nell'arco di un biennio – ha detto Luca Boetti responsabile IFOA progetti europei – Primo passo è stata l'interazione tra i partner per la migliore conoscenza dei reciproci sistemi, con la verifica della trasferibilità di strumenti da un area all'altra. Quindi la stipula di patti territoriali per l'apprendistato in modo da coinvolgere tutti gli attori, pubblici e privati ed imprese. Infine, la creazione di materiali per una migliore comprensione della normativa e delle opportunità oltre a eventi informativi, in una logica di trasmissione di buone prassi".
L'ultimo appuntamento del progetto sarà a Reggio Emilia venerdì 30 novembre, un "aperitivo apprendistato" che prevede la premiazione dei giovani e delle aziende che hanno ottenuto i risultati più brillanti. "Avere buoni ambasciatori che possano portare testimonianza – ha aggiunto Boetti - è il miglior veicolo di promozione di questo strumento".
Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, rammentando le diverse e numerose attività svolte dalle Camere di commercio in materia di informazione sulle dinamiche economico-sociali, mercato del lavoro e dei fabbisogni professionali delle imprese, e le nuove competenze legate all'Alternanza Scuola Lavoro e all'orientamento (temi su cui sono stati siglati accordi tra Unioncamere ER e Ufficio scolastico regionale, e Regione ed Agenzia regionale del Lavoro), ha evidenziato come "la sfida che abbiamo davanti comporti una maggiore integrazione tra scuola e mondo del lavoro, attraverso una forma dolce di transizione, tra cui rientra a pieno titolo la promozione dell'apprendistato".
Francesca Bergamini della Regione Emilia-Romagna, ha ricordato la recente firma del Patto per il lavoro giovani. "Si rilancia l'occupazione dei giovani puntando sulle loro competenze e ampliamento delle tutele che si possono dare per cogliere le opportunità. Occorre puntare sui percorsi educativi, sul coinvolgimento delle aziende e non sulla riduzione dei costi. L'apprendistato di primo livello è strumento privilegiato per favorire l'ingresso qualificato dei giovani nel lavoro".
Giovanni Desco dell'Ufficio scolastico regionale, ha evidenziato l'utilità, nel momento di avvio delle pre-iscrizioni all'anno scolastico 2019-2020, di "raccontare esperienze di successo di raccordo scuola-lavoro e evidenziare l'arricchimento reciproco tra formazione e lavoro: elementi che possono far parte a pieno titolo di un orientamento efficace. Va superata la dicotomia esistente tra istruzione e lavoro." L'auspicio dunque è che possa scattare la molla decisiva per lo sviluppo dell'apprendistato di primo livello proprio da una maggiore conoscenza dello strumento che finora ha numeri troppo ridotti rispetto alle potenzialità.
L'apprendistato di primo livello permette di lavorare e studiare in modo coerente è quindi una modalità formativa di attualità e qualità che permette un efficace incrocio tra istruzione e lavoro.
L'esperto Emmanuele Massagli, presidente Adapt (associazione che promuove studi e ricerche nell'ambito delle relazioni industriali e di lavoro), tracciando un quadro del sistema dell'apprendistato ha rilevato come "i numeri, ancora ridotti, dell'apprendistato di primo livello sono però in crescita, anche per effetto di recenti modifiche normative"
Le testimonianze
Sul tema del passaggio dalla scuola al lavoro, su come trovare le risorse giuste è stata data voce alle imprese e agli istituti di istruzione.
Giulia Carbognani coordinatrice di Innovation Farm, realtà che coinvolge una azienda famosa come Dallara e altre metalmeccaniche del territorio, ha portato la testimonianza dell'esperienza di apprendistato di primo livello che dal 2016 ha coinvolto studenti dell'indirizzo professionale manutenzione e assistenza tecnica dell'istituto Gadda di Fornovo. Studenti che sono stati assunti con contratto di apprendistato di primo livello in aziende del territorio, settore metalmeccanica, ed hanno avuto possibilità di frequentare la quarta e quinta superiore conseguendo alla fine il diploma con una formazione duale: durante il biennio studio a scuola (pari al 65% del tempo), formazione in azienda (35%) e possibilità di svolgere un lavoro retribuito. A breve partirà la terza edizione che coinvolgerà una quindicina di imprese.
"Sono evidenti i vantaggi reciproci di un percorso formativo condiviso perché permette una integrazione reale– ha detto Carbognani – C'è per l'azienda la possibilità di investire tempo sulle persone, selezionare, formare e stimolare gli studenti, che da parte loro possono acquisire competenze professionali e trasversali, intese queste come rispetto ruoli e senso di responsabilità, preparandosi al lavoro. La scuola ha la possibilità di conoscere le imprese e le loro esigenze".
Massimo Foresti dell'azienda Elettrotecnica Imolese, ha parlato dell'apprendistato di primo livello in una piccola azienda come di "uno strumento utile di dialogo tra generazioni diverse, che permette ai giovani di conoscere le dinamiche aziendali e i ruoli e contemporaneamente alle imprese di costruire la propria continuità".
Lo sbocco è infatti spesso l'assunzione in azienda.
Vanna Monducci, dirigente dell'IIS Alberghetti di Imola ha rilevato l'importanza dell'opportunità formativa e lavorativa per i ragazzi legata all'apprendistato che nella scuola imolese è stato attivato da diversi anni "con il contributo e la collaborazione delle associazioni di categoria. I giovani devono essere formati per il mercato del lavoro attuale e poter trovare occupazione adeguata. Per questo – ha aggiunto – dobbiamo rafforzare, controllare e implementare un sistema di formazione efficace".
Hanno raccontato le loro esperienze legate al Progetto SET-APP i rappresentanti dei partner provenienti dai Paesi esteri: Florence Balestas AFPA, Rajaa Bonnamour Agence Nationale de formation Professionnelle des Adultes, Gunnar Binda Arbeit und Leben Hamburg, Gerold Hemetsberger BFI-OÖ Austria, e Francesca Lusenti di IFOA.
Apprendistato: istruzioni per l'uso
Grazie all'apprendistato, la giovane risorsa può svolgere contemporaneamente una mansione all'interno
di una azienda e studiare e frequentare una scuola superiore o l'università, al fine di acquisire il titolo
di studio, a seconda dell'età e della finalità.
In Italia si possono identificare tre tipologie di apprendistato.
I livello: all'interno di un percorso scolastico di diploma di cinque anni, prevede, per i giovani dai 16 ai 19 anni, una organizzazione didattica articolata in periodi di formazione interna ed esterna che si svolgono, rispettivamente, sul posto di lavoro e a scuola. L'apprendistato è quindi un contratto "a causa mista" in cui formazione interna ed esterna devono svilupparsi in modo integrato ai fini del raggiungimento dei risultati di apprendimento previsti per la qualifica e il diploma professionale
Accanto a questi periodi, nello spirito della tipologia di contratto considerato sono previsti ulteriori periodi di lavoro definiti nei limiti e nelle modalità tra le parti.
I percorsi formativi sono concordati dalla scuola e dal datore di lavoro, sono articolati tenendo conto delle esigenze formative e professionali dell'impresa e delle competenze tecniche e professionali degli studenti, che dovranno essere acquisite all'interno della stessa azienda
Le aziende interessate a partecipare al progetto - sulla base delle disponibilità espresse e del profilo che viene fornito dalla scuola- selezionano i candidati e procedono alla loro assunzione in apprendistato di primo livello. C'è una co-progettazione dei percorsi formativi tra scuola e aziende, con l'obiettivo di adeguare la formazione su profili e competenze richieste dal mercato del lavoro.
II livello o apprendistato professionalizzante: è un "contratto di mestiere" finalizzato alla formazione e occupazione che prevede, assolto l'obbligo scolastico a 16 anni, la possibilità di assunzione in azienda con l'obbligo di svolgere un numero limitato di ore.
Il contratto di consente all'azienda di assumere e formare le nuove professionalità ad un costo del lavoro vantaggioso, in quanto sia la remunerazione che gli oneri previdenziali e assistenziali sono ridotti.
III livello o Alta formazione e ricerca: si può stipulare tra datori di lavoro di tutti i settori e lavoratori con massimo 29 anni, in possesso di un titolo d'istruzione secondaria superiore. Sono diversi tipi di apprendistato di III livello attivabili: per il conseguimento di un titolo d'istruzione superiore/universitaria (diplomi ITS, titoli universitari, dottorati di ricerca); per attività di ricerca, legati a progetti di ricerca aziendali; per l'effettuazione del praticantato ai fini dell'abilitazione professionale.
In Italia prevale il ricorso all'apprendistato di secondo livello, all'opposto di quanto accade all'estero dove coincide la figura dello studente con quella del dipendente apprendista, e il lavoro è parte integrante per ottenere il titolo di studio.
In Germania o Austria il ricorso all'apprendistato di primo livello arriva ai 2 terzi o all'80 per cento.
Venerdì 6 luglio a Bologna, nella sede di Unioncamere Emilia-Romagna, presentazione del Bando "POR FESR 2014-2020, Asse 1, azione 1.1.3- Contributi per Piccole e Medie Imprese costituite in Reti.
E' in programma venerdì 6 luglio (ore 10.30-13.30) a Bologna, nella sede di Unioncamere Emilia-Romagna in viale Aldo Moro, 62, il seminario di presentazione del bando "POR FESR 2014-2020, Asse 1, azione 1.1.3- Contributi per Piccole e Medie Imprese costituite in Reti".
Nel corso dell'incontro, a partecipazione gratuita, organizzato da ASSINRETE in collaborazione con la Regione e Unioncamere Emilia Romagna, sarà illustrato il bando che mette a disposizione delle PMI circa 12.5 milioni di euro di fondi europei da utilizzare per progetti di sperimentazione e innovazione digitale.
Il bando mira, infatti, alla promozione dell'aggregazione in rete tra le PMI, anche attraverso il finanziamento di soluzioni innovative nei processi, nei prodotti e nelle formule organizzative.
Il seminario costituirà, inoltre, un momento di importante riflessione sul contratto di rete, modello di aggregazione flessibile che, pur mantenendo l'autonomia delle imprese, permette un rafforzamento della collaborazione a livello industriale e commerciale e sulla figura del "Manager di Rete" nella gestione efficace e nel perseguimento degli obiettivi di business che la rete stessa si prefigge.
ASSINRETE, associazione professionale costituita ai sensi della legge 4/2013, intende rappresentare il vasto mondo delle professioni collegate al tema delle Reti d'Imprese, interloquendo con imprese ed istituzioni nella costruzione di percorsi comuni di valorizzazione ed utilizzo delle relative competenze specialistiche.
Programma
Claudio Pasini, segretario generale Unioncamere Emilia-Romagna, aprirà i lavori. Quindi Silvano Bertini, responsabile Servizio Ricerca, innovazione, energia ed economia sostenibile, Regione Emilia-Romagna illustrerà il bando.
A seguire, tavola rotonda, moderata da Maily Anna Maria Nguyen, esperto Reti di Imprese e manager di Rete d'impresa Certificato AICQ-SICEV con gli interventi di:
Paolo Fiorentino, presidente ASSINRETE
Oliviero Casale, segretario AICQ Emilia-Romagna
Viola Pingaro, presidente Rete di imprese 4TF for Treatment & Finishing
Marco Venturi, rete di imprese Operatech
Gianmarco Biagi, general manager Luxury Living Group Fendi Casa
Luana Annese, co-founder Generalavia Aerospace Techology Company
L'evento è gratuito previa registrazione inviando il relativo modulo di iscrizione: https://goo.gl/forms/Nn8d7rSOY71QMNWI2
Informazioni: ASSINRETE - Associazione Nazionale Professionisti Reti di Imprese - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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