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Installato nella scuola primaria di Minozzo, con sei kilowatt di potenza.

L’Istituto scolastico comprensivo tra i vincitori dell’iniziativa nazionale Facciamo Eco Scuola. Il  primo cittadino Elio Ivo Sassi: “Una grande soddisfazione. Benvenuta onorevole Spadoni”

La consigliera sollecita la Giunta a seguire l'esempio della Regione Lombardia, che ha emanato un bando per incentivare la diffusione di sistemi di accumulo di energia elettrica a servizio degli impianti solari fotovoltaici destinati alle utenze domestiche

Incentivare la diffusione dei sistemi di accumulo di energia elettrica a servizio degli impianti solari fotovoltaici. A chiederlo, in un'interrogazione rivolta alla Giunta, è Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle. In particolare, la consigliera sollecita l'esecutivo regionale, ad "adoperarsi, considerati i risultati ottenuti nel 2016 dalla Regione Lombardia, per studiarne approfonditamente i costi e i benefici, sia in termini economici che ambientali, al fine di capire se queste tecnologie possano incentivare la diffusione degli impianti fotovoltaici stessi e quindi concorrere al raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano energetico regionale".

La Regione Lombardia, spiega la pentastellata, "nel 2016, al fine di promuovere l'autoconsumo dell'energia rinnovabile, ha emanato un bando di incentivi per la diffusione dei sistemi di accumulo di energia elettrica dagli impianti fotovoltaici".

Il bando, prosegue, "è stato replicato anche nel 2017, aumentando, visto il notevole successo, le risorse disponibili". L'incentivo, conclude Piccinini, "consiste in un contributo a fondo perduto, fino a un massimo di 3.000 euro, per l'acquisto e l'installazione di un sistema di accumulo a servizio di un impianto solare fotovoltaico di utenza domestica". (Cristian Casali)

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )

Pubblicato in Ambiente Emilia

Confagricoltura chiede la soppressione della rimodulazione obbligatoria degli incentivi al fotovoltaico.

Roma – 24 Luglio 2014 –
Confagricoltura chiede alle Commissioni riunite Industria ed Ambiente del Senato di intervenire in sede di conversione in legge del decreto legge 91/14 (Competitività), sopprimendo l'art. 26 che prevede la rimodulazione obbligatoria degli incentivi per il fotovoltaico, che provocherebbe effetti devastanti sull'intero settore ed in particolare sulle imprese agricole. Anche perché le proposte di emendamento di modifica dell'art.26, in discussione al Senato, non solo non migliorerebbero l'attuale impostazione, ma in alcuni casi la peggiorerebbero.
Confagricoltura sottolinea come i diversi interventi normativi degli ultimi mesi introdotti dal Governo e dal Parlamento stiano destabilizzando il settore delle rinnovabili senza alcun tipo di strategia e quindi di prospettive future.
Dopo gli interventi che hanno riguardato l'abbattimento dei prezzi minimi garantiti attraverso la loro equiparazione ai prezzi zonali medi e la tassazione della produzione di energia riconducibile alle imprese agricole, ora tocca alla rimodulazione degli incentivi, che coinvolge obbligatoriamente gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW e che a breve potrebbe interessare le altre fonti rinnovabili volontariamente. Tutte disposizioni palesemente retroattive, che incidono su contratti di diritto privato già stipulati, e che costringono le imprese a rinegoziare con gli Istituti di credito le condizioni di finanziamento.
L'organizzazione degli imprenditori agricoli rimarca che si tratta di un problema che riguarda un numero significativo di imprese agricole.
Almeno uno dei circa 18 GW di potenza attualmente installata è relativo ad aziende agricole con impianti di potenza compresa tra i 200 kW ed 1 MW, anche perché, ai sensi della normativa vigente, fino allo scorso aprile, tali impianti erano riconducibili al reddito agrario; motivo per cui gli imprenditori agricoli, spinti dall'esigenza di diversificare i propri redditi, hanno investito in innovazione ed energia verde, utilizzando legittimamente uno strumento di incentivazione dello Stato che oggi, nonostante i contratti siglati con il Gestore dei Servizi Energetici, rischiano di veder fallire non solo l'attività energetica, ma più in generale l' azienda.
"Per questo – conclude l'Organizzazione agricola - è indispensabile escludere quantomeno dalle misura gli impianti di potenza inferiore ad 1 MW, con particolare riferimento a quelli realizzati dalle imprese agricole, tenendo fuori in ogni caso dalla rimodulazione gli impianti realizzati sugli edifici, incluse le serre, a prescindere dalla potenza". (Fonte Confagricoltura)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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