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La nota stampa di Cinzia Rubertelli, capogruppo dell'alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio, sugli interventi prioritari per l'area di Mancasale -

Reggio Emilia, 26 agosto 2014 -

«Fa piacere che il nuovo assessore all'Urbanistica ponga al centro della propria attenzione l'area di Mancasale, perché è proprio intorno al chilometro caratterizzato dalle opere di Calatrava che deve ripartire lo sviluppo della città. Da diversi anni insistiamo sulla necessità di dare soluzione a diverse questioni aperte e ci auguriamo che alle parole seguano presto i fatti.

Penso innanzitutto al completamento della stazione Tav con parcheggi adeguati, alla riqualificazione di via Filangeri e al potenziamento dei collegamenti con il centro cittadino. Ma mi riferisco anche all'interramento dell'elettrodotto Tav tra Crostolo e Rodano (per il quale sono giacenti da dieci anni 3,3 milioni di euro in RFI) per valorizzare le aree prospicienti l'autostrada creando le condizioni per le aziende che intendano insediarvisi.

Ci sarebbero poi il completamento del sottopasso di via Nobel, necessario anche per allacciare Mancasale al teleriscaldamento (per il quale sono giacienti in RFI 1,25 milioni di euro) e l'eliminazione del problema degli odori a Mancasale, operando non solo con le tecnologie disponibili ma anche con la massima trasparenza sul trattamento liquami anche per favorire lo sviluppo dei piani urbanistici in iter.

Ultimo ma non ultimo, l'istituzione di un tavolo tecnico-economico per lo sviluppo del polo funzionale compreso tra il casello A1, l'area della Fiera e la ferrovia alta velocità.

La nostra volontà, dopo la stagione delle chiacchiere e degli inconcludenti masterplan, è di rimettere la città in corsa verso un nuovo sviluppo compatibile, poichè la ricchezza non pioverà né dal cielo né tanto meno da un solo seppur importantissimo evento come l'Expo, ma dalla nostra capacità di ripartire valorizzando le nostre eccellenze e la nostra cultura del fare.

Se Pratissoli dimostrerà una volontà fattiva nel perseguire tali obiettivi, senza perdere tempo ulteriore, troverà il nostro supporto politico: vedremo da come razionalizzerà e sostituirà l'apparato dirigenziale dell'area tecnica se fa sul serio».

(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)

 

La crisi dell'edilizia e le opportunità di una nuova visione urbanistica al convegno organizzato dall'alleanza civica Progetto Reggio e Grande Reggio. “Non siamo rassegnati, siamo qui per aprire prospettive” 

- Reggio Emilia, 08 Marzo 2014 -- --

La crisi dell'edilizia e le opportunità di una nuova visione urbanistica al convegno organizzato dall'alleanza civica Progetto Reggio e Grande Reggio.

Fine del consumo del territorio agricolo e valorizzazione dell’esistente, sono queste le direttrici lungo cui si è svolto l’incontro sull’urbanistica cittadina organizzato dall’alleanza civica delle liste Progetto Reggio e Grande Reggio. L'incontro è stato introdotto dal consigliere comunale Giacomo Giovannini, che ha subito puntato l'attenzione sull'eccessivo carico di burocrazia sul settore urbanistico, sia a livello locale che regionale. Il meeting ha visto gli interventi dell’architetto Maria Cristina Costa, dell’ingegnere Umberto Venturi e dell’architetto Giovanni Avosani, molto apprezzati dal numeroso pubblico intervenuto all'hotel Astoria. 

Sguardi di progetto sull'esistente, ma anche considerazioni sui problemi di stretta attualità. Un applauso fragoroso ha infatti accolto le parole dell'architetto Maria Cristina Costa, quando ha definito il Park Vittoria “uno scempio di cui si pagherà il prezzo molto a lungo”. Ma le critiche alla condizione urbanistica reggiana sono proseguite prendendo in considerazione la situazione economica del crollo del settore edilizio, da interpretare come un crollo della società. “La sproporzione tra il costruito e l'invenduto a Reggio oggi, è lo specchio della capacità amministrativa e di programmazione di una classe politica – ha dichiarato l'architetto Costa – e a Reggio si sono voluti favorire alcuni colossi economici che alla fine si sono trovati sul groppone grandi quote di invenduto che li ha esposti sensibilmente”. 

 

Durante l'incontro non si sono mosse solo critiche, ma avanzate anche ipotesi e intenti. E' stata molto applaudita la relazione dell'architetto Giovanni Avosani, che ha illustrato le chiavi del successo della riqualificazione urbana dell'esistente effettuato da diverse città europee, da Amsterdam a Lione, da York a Brighton, dimostrando che oggi non è più tempo di masterplan, ma di interventi mirati e valorizzanti su zone cittadine precise, oltre che di fantasiosi e lungimiranti piani di marketing territoriale che coinvolgano soprattutto il centro storico. Sulla stesso binario anche l'ingegner Umberto Venturi, che ha posto l'accento sulla valorizzazione del patrimonio esistente in centro storico, ma che allo stesso tempo individua a Reggio almeno altri undici ambiti di riqualificazione previsti dal Psc, tra cui le Reggiane e la zona del consorzio agrario, che sono zone da porre in “terapia intensiva” in attesa di capire quale sarà il loro uso. “Certe zone degradate – ha dichiarato Venturi – sono per una città come cellule progenitrici tumorali: così è ad esempio per le Reggiane e il consorzio agrario, che espandono lo squallore del loro abbandono alle zona circostanti, zone che si allargano anno dopo anno. Parallelamente, in altre zone, fino a oggi si è continuato a costruire l'invendibile, che ha un valore economico solo teorico”. 

Numerosi e interessanti sono stati anche gli interventi da un pubblico molto interessato, composto in gran parte da addetti ai lavori, tra i quali quello del professor Alberto Bizzarri, che ha posto l'accento sugli aspetti ambientali legati alla progettazione urbanistica. “A differenza di Parma e Modena, Reggio non è minacciata dalle piene di corsi d'acqua importanti ma è tuttavia vulnerabile per la presenza di tratti critici del reticolo idrografico principale, di canali di bonifica, della rete scolante e fognaria. Occorre eliminare ogni criticità e programmare la gestione di alluvioni e allagamenti, come richiedono le direttive europee entro il 2015, fornendo tutto il supporto necessario alle competenti autorità idrauliche”.  

Dati utili:

2.000.000: il numero di unità abitative invendute in Italia

70.000: il numero di unità abitative invendute in Emilia Romagna

2%: il valore dei finanziamenti del settore edilizio che nei prossimi 30 anni si stima verrà impiegato per la costruzione del nuovo, mentre il restante verrà utilizzato per la riqualificazione dell'esistente.

(Fonte Grande Reggio e Progetto Reggio)

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