Venerdì, 11 Ottobre 2024 08:19

Il “Player Trading” a forte rischio dopo la sentenza Diarra In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

2_gabriele-majo-foto-corrado-benedetti-150x150.jpeg(Gmajo) – Tempi duri per le società del business calcio continentale che, già vessate dalla bolla dei diritti tv – col mercato in contrazione in tutta Europa, come si è accorta la Cadetteria italiana – ora rischia di perdere anche i (facili) ricavi da player trading, dopo la storica “sentenza Diarra”.

La scorsa settimana, infatti, è arrivata a conclusione, davanti alla Corte di Giustizia Europea la lunga controversia tra l’ex centrocampista del Real Madrid ed il Lokomotiv Mosca, con una sentenza che stabilisce, sulla base degli articoli 45 e 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che alcune norme del Regolamento FIFA – in particolare afferenti l’articolo 17, in cui i paragrafi 1 e 2 regolano le risoluzioni di contratto con e senza giusta causa – sono contrarie alle leggi dell’Unione Europea poiché potrebbero ostacolare la libera circolazione dei professionisti e dunque tale articolo è ora nullo.

 

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Lassana Diarra, nel contenzioso con il club russo, era assistito dall’avvocato belga Jean Louis Dupont, già passato alla storia per la vicenda Bosman del ’95 che aveva rivoluzionato il calcio (la FIFA, infatti, venne costretta ad abolire l’indennità di trasferimento a fine contratto, coi calciatori liberi di trasferirsi da una squadra all’altra, senza versamenti di denaro), ed anche quest’ultima sentenza va a scardinare, come allora, il sistema calcio, in quanto, secondo una lettura estensiva della sentenza, al momento disponibile solo in francese e in polacco, un giocatore potrebbe arrivare, addirittura, a cambiare squadra in un qualsiasi momento, senza dover risarcire il club di appartenenza, come era previsto fino ad oggi.

Diarra, infatti, in base all’articolo 17 ora eliminato, lasciando il Lokomotiv Mosca dopo solo il primo dei quattro anni pattuiti dal suo contratto, avrebbe dovuto risarcire il vecchio club con circa 10 milioni, dopo la sentenza non più dovuti.

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E’ vero, come sostiene chi tende a sminuirne le conseguenze (come la stessa interessata FIFA), che sono stati aboliti appena due paragrafi, ma si tratta di due architravi su cui si regge la macchina del calciomercato internazionale, per cui, come trent’anni fa, potrebbe “cambiare l’orizzonte del calcio”, come sostiene il sindacato mondiale dei calciatori Fifpro.

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In Italia chi meglio di altri, a mio giudizio, ha analizzato il Caso Diarra, in modo molto approfondito, completo e sufficientemente chiaro anche all’inclita è senza dubbio il portale di Gianluca Di Marzio, che si domanda come cambierà il calciomercato?

Di Marzio inizia con il mettere in correlazione tra loro le due storiche sentenze, anche perché la Diarra è figlia della Bosman, e non solo perché il legale a monte sia lo stesso. Dopo la Bosmanracconta Di Marzio, fu necessario un ultimatum della Commissione Europea, che minacciò sanzioni, perché la FIFA adeguasse il proprio regolamento. Ed erano passati 6 anni: dal 1995 al 2001 nulla si era mosso. Alla lunga, dunque, ne conseguì un gentlemen agreementbasato sulla “stabilità contrattuale”concetto che si ritrova anche nella sentenza Diarra, ma, come compensazione, per i club che temevano di non aver più introiti dai trasferimenti dei calciatori, vennero introdotte l’indennità di formazione e il meccanismo di solidarietà.

Fu così che ebbe i natali il famigerato articolo 17 del regolamento FIFA sulla risoluzione contrattuale con o senza giusta causa, secondo cui quando c’era una risoluzione contrattuale in pendenza, la parte che risolve senza giusta causa era passibile di sanzione economica e sportiva. Non solo, come specifica sempre Di Marzio, l’articolo 17 fissava dei criteri che la FIFA definiva “oggettivi” per determinare l’entità del risarcimento: numero di anni di contratto rimanenti, stipendio, spese del club in corso per acquisire il calciatore, ecc. Ebbene: tutti questi parametri sono stati attaccati e contestati nella sentenza Diarra: infatti, secondo la Corte di Giustizia Europea questi criteri non sono chiari, trasparenti, oggettivi.

La Corte, altresì. ha sancito che il principio della responsabilità solidale è un chiaro ostacolo alla libera circolazione dei calciatori/lavoratori, e circa la libera concorrenza, la Corte – spiga Di Marzio – va giù ancora più pesante, affermando che i club sono liberi di concorrere sul mercato e di acquisire i prodotti e i servizi (in questo caso le prestazioni dei calciatori).

A fronte di tutto ciò, Di Marzio argomenta che stavolta la FIFA non potrà aspettare 6 anni come all’epoca di Bosman per intervenire, ma dovrà farlo al più presto. Esemplificando: Se un calciatore decidesse di risolvere oggi il contratto senza giusta causa, infatti, in caso di condanna dalla FIFA DRC (che si attiene ai propri regolamenti e all’articolo 17) potrebbe portare il caso alla corte per un articolo che è stato dichiarato contrario al diritto dell’Unione Europea. E dunque, l’organismo internazionale potrebbe/dovrebbe sfruttare l’occasione per evolvere il proprio regolamento, rendendolo più moderno.

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Oltre all’interpretazione di Di Marzio, ne esistono anche altre, tra cui quella della Gazzetta dello Sport, che azzarda: “La prima conseguenza che viene in mente è che i contratti dei calciatori avranno tutti validità annuale. Che senso avrebbe offrire accordi pluriennali se un calciatore può liberarsi dopo 12 mesi? Il concetto di giocatore svincolato, lista che negli ultimi anni si è rimpolpata costantemente, rischia di sparire, come conseguenza del punto precedente. I tesserati sono tutti ‘svincolabili'”. L’altro problema per i club è che un calciatore avrà un suo valore, ma non sarà riconosciuto alla squadra di appartenenza. Ossia: le società pagherebbero il professionista, (ossia il giocatore), ma non più il club a cui appartiene. Bye Bye Player Trading… “Aspetto deflagrante questo, perché verrebbe a cadere una possibile fonte di introiti oggi fondamentale, soprattutto per le squadre più piccole. Che ne sarebbe dei diritti di formazione oggi riconosciuti ai club? Teoricamente potrebbe sparire il concetto stesso di calciomercato, restando solo aperte le trattative tra club e giocatori, con tutte le conseguenze economiche del caso”. 

Pensa anche che noia per i giornalisti che da 30 e rotti anni, d’estate, ma non solo, bivaccano sulle bagatelle di mercato, per tacere dei siti specializzati, inclusi quelli controllati dai procuratori. Già, i procuratori: stando al pensiero della Rosea, escono potenziati da questa vicenda, secondo altri no, perché prenderebbero più peso i direttori sportivi bravi.

Probabilmente il prossimo passo, conclude la Gazzetta dello Sport, potrebbe essere l’introduzione di un tetto salariale: “Servirebbe quindi un regolamento totalmente rinnovato, magari con l’introduzione del modello NBA con l’introduzione del salary cap rigido e un mercato fatto solo attraverso scambi, ma andrebbe chiaramente adattato alla realtà del calcio europeo e mondiale”.

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Lorenzo Vendemiale, sul Fatto Quotidiano, tende a limitare la portata della sentenza, sostenendo che non è scritto da nessuna parte che d’ora in poi i calciatori potranno stracciare i contratti a piacimento per accasarsi al miglior offerente. Aggiungendo che il caso Diarra assomiglia più al lodo Mutu (anni fa condannato a risarcire il Chelsea dopo il licenziamento) che alla sentenza Bosman, con alcune specificità che potrebbero limitarne la portata. Innanzitutto in questo caso fu proprio il club (il Lokomotiv Mosca) a rescindere il contratto, e non il calciatore, come invece si vorrebbe intendere per il futuro. Per altro, il dispositivo chiarisce che il trattato non si applica alle situazioni in cui tutti gli elementi sono confinati all’interno di un unico Stato membro (ma solo tra Stati diversi), dunque eventualmente gli effetti della sentenza non riguarderebbero i trasferimenti all’interno di un singolo campionato (ad esempio da una squadra di Serie A all’altra), ma solo verso altri tornei, e già questa è un’ulteriore limitazione. Anche secondo lui, però, si tratta di un ulteriore punto a vantaggio della lobby dei procuratori.

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Infine, Ultimo Uomo, ricorda quanto il player trading sia fondamentale per le società di calcio, grandi o piccole che siano: “continua a rappresentare una fonte essenziale di ricavi per i club. Nel 2024, stando al report della FIFA che si occupa di studiare i trasferimenti nel calcio a livello globale (l‘International Transfer Snapshot), la spesa complessiva dei club professionistici maschili è stata pari a 7,91 miliardi di dollari, di cui 6,45 miliardi nella sessione estiva, la seconda cifra più alta di sempre. La prima? Nel 2023, con 7,43 miliardi di dollari investiti sul mercato solo in estate”. E aggiunge: “Anche società capaci di fatturare 600, 700 o 800 milioni di euro a stagione, insomma, si affidano al player trading, che rimane una fonte di introiti importante per tutti, e vitale per molti”. 

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Vitale anche per il Parma Calcio 1913, perché dietro la politica dei giovani, sia pure strapagati, c’è la speranza che questi, in futuro, possano fruttare in futuro ricche plusvalenze, tipo quella sostanziosa, in appena 12 mesi – da un mercato invernale al successivo – ottenuta per Jayden Quinn Oosterwolde (classe 2001), fiore all’occhiello, finora, di quella ricerca che ha nei potentissimi Mathieu Lacome (capo area performance e Analytics, dipartimento con 30 professionalità in servizio) ed Alessandro Pettina (Director of Football Finance) le punte di diamante della piramide apicale divisione sport (rimasta orfana, del managing director dopo la fine del rapporto con Roel Vaeyens, non rimpiazzato e la trasformazione alla Lotito del presidente Krause, ultimo terminale anche operativo. E’ quindi con occhi particolarmente interessati che continueremo a seguire la vicenda… Gabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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