(Gmajo) – Il rocambolesco finale di Napoli-Parma, coi partenopei riusciti a capovolgere il risultato ed aggiudicarsi la contesa in assenza di un portiere di ruolo tra i pali per l’espulsione di Sion Suzuki, ha fatto salire sul banco degli imputati anche Fabio Pecchia, reo di aver esaurito in anticipo i cinque cambi a disposizione e non aver potuto inserire il dodicesimo, Leo Chichizola, il quale non ha potuto altro che donare la sua casacca gialloblù a strisce orizzontali al malcapitato Enrico Delprato, sacrificatosi ad andare tra i pali.
La Gazzetta dello Sport di stamani inserisce il 5° cambio speso male tra gli errori diabolici del pagellone di giornata di Sebastiano Vernazza, il quale, dopo aver elogiato il calcio rapido e verticale di Fabio Pecchia, che ha cresciuto una “batteria” di giovani bravi, nel comminagli l’insufficienza (5), aggiunge un “ma”: “A Napoli, in vantaggio per 1-0, Pecchia ha però commesso un errore. Al 73′ si è speso gli ultimi due dei cinque cambi, nonostante il portiere Suzuki fosse gravato da un’ammonizione. Un eccesso di fiducia. Perché, come purtroppo sappiamo bene, due minuti dopo l’ultima sostituzione, Suzuki è stato ri-ammonito ed espulso. In porta è andato il difensore Delprato e sono arrivati i gol di Lukaku e Anguissa. La rete di Lukaku, con un vero portiere, non sarebbe stata presa.
Indubbiamente, con il senno di poi, Pecchia avrebbe dovuto leggere la sfera di cristallo e sostituire, a sorpresa, l’idolo delle folle, il totem giapponese, per inserire il tanto vituperato dagli irriconoscenti Leo Chichizola, contestualmente al cambio obbligato (o per lo meno: tale sembrava in quel mentre) di Botond Balogh con Yordan Osorio. Non guardando la tazzina di caffè o i tarocchi, però, Pecchia, col conforto del vice Antonio Porta, ha deciso di far uscire Valentin Mihaila per inserire il (quasi) redivivo Gabriele Charpentier.
Appunto, col senno di poi, Pecchia avrebbe dovuto mettere Chichizola per Suzuki, prevenendo il possibile (e conoscendo le sue caratteristiche direi pure probabile) secondo cartellino giallo dell’esuberante giovanotto: ma ve l’immaginate la reazione del popolo Crociato, che idolatra il guardiano dei pali del Sol Levante, se avesse perfezionato un cambio del genere?
Vernazza non esita a mandare all’inferno Fabio Pecchia, ma, purtroppo, non spiega al lettore (magari disattento o altrettanto disinformato) che, se anche il tecnico si fosse limitato a sostituire l’infortunato Botond Balogh (cambio che a quel punto della partita, per come si stavano mettendo le cose, non poteva essere rimandato), comunque non avrebbe, poi, potuto usare il quinto cambio dopo il fattaccio, perché, nel frattempo, aveva esaurito tutti gli slot a propria disposizione per gli inserimenti dalla panchina.
In Italia, infatti, come riportato dal regolamento stilato dalla FIGC, ogni squadra può effettuale cinque sostituzioni a partita, ma sfruttando solo le tre interruzioni previste nei tempi regolamentari (oltre all’intervallo tra i due tempi di gioco). Se ci andiamo a rivedere il tabellino ufficiale della partita (vedi sopra), notiamo che il primo slot è andato via già all’8′ a causa dell’infortunio di Emanuele Valeri; successivamente, al 57′, il Mister cambiava Kowalski per Almqvist e Bonny per Cancellieri (secondo slot); al 73′ l’infortunato Balogh era rilevato da Osorio: a quel punto non avendo più altri slot disponibili cambiava anche Mihaila con Charpentier, ma, come dicevamo, se anche si fosse “risparmiato” quest’ultimo cambio, sarebbe stato inutile perché, comunque, non avrebbe potuto due minuti dopo mettere il portiere perché sarebbe stato il quarto slot.
Sicché, di cervellotico, in questo calcio iper-moderno che tanto sembra piacere agli scriba della rosea (e che a me fa abbastanza defecare) c’è proprio anche questa regolamentazione degli slot, nata, teoricamente, per non perdere tempo, anche se poi si finisce per fare la figura da ridolini a livello internazionale, perché impedisce di sostituire il portiere cacciato, con un altro di ruolo disponibile in panchina, ma inutilizzabile appunto per evitare troppe interruzioni della gara.
Come spesso accade, si stava meglio quando si stava peggio: quando il calcio ancora aveva un senso (ossia non si era evoluto/involuto come oggi) la sostituzione del portiere era indipendente da quelle dei calciatori di movimento (inizialmente uno solo): non sarebbe il caso, visto che i portieri moderni sono più soggetti a sanzioni disciplinari rispetto a prima (per funzioni aggiuntive richieste e regolamenti penalizzanti) di tornare all’antico, e dunque di non inserire quella del portiere nel computo totale delle sostituzioni a disposizione?
La mia opinione, dunque, è che Pecchia non vada inserito tra i peccatori, anche se, forse, avrebbe potuto scegliere meglio, tra i calciatori di movimento disponili in quel mentre, quello da sacrificare tra i pali. Il volontario Delprato, infatti, non era forse il più idoneo per conformazione fisica: qualche anno fa, con l’Udinese in Coppa Italia, una volta espulso Matteo Guardalben, in porta finì niente di meno che Hernan Crespo. Forse il capitano (che nei fatti non è più tale, visto che ha sempre iniziato dalla panchina, quindi senza fascia) sarebbe stato più utile fuori dai pali, ma tant’è… Gabriele Majo
· ANNOTAZIONI CROCIATE / UN ESAGERATO VITTIMISMO NON PORTA A NULLA
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".