Lunedì, 02 Settembre 2024 09:58

Suzuki, un diamante grezzo da plasmare, Di Gabriele Majo In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

(Gmajo) – Facendo parte del condominio, ed essendo uno di quegli inquilini un po’ rompiglioni (ossia rompi – co…), non mi accoderò all’invito di poc’anzi di Luca Ampollini che, alla Leonardi style, chiama tutti alle armi contro un nemico (immaginario? reale?), che, a suo dire, sarebbero gli arbitri, nello specifico quello di iersera al Maradona, reo di aver cacciato l’audace portiere ducale Sion Suzuki, andando così a capovolgere il risultato del campo, dalla sconfitta dei partenopei (meritata) alla vittoria (un bel bijou).

Non mi accodo, perché il complottismo non mi appartiene, non credo a manovre di palazzo, e, generalmente mi piace essere razionale. Aggiungo, poi, che, anche qualora ci fosse un oscuro disegno contro il Parma (e perché, poi?) poco servirebbe quell’unione di intenti degli addetti ai lavori a difesa della squadra della nostra comunità, giacché se, per caso anche fosse come sostiene lui, il peso specifico della squadra del presidente più simpatico d’Italia (bella definizione che ho letto in giro in queste ore) sarebbe superiore al nostro.

Sicché, anziché andar a guerreggiare contro i mulini a vento, io, fossi nella dirigenza Crociata, anziché cercare, per interposta persona, sponda nei media locali, mi focalizzerei su qualcosa che realmente potrebbe portare vantaggi concreti che non una sterile ricerca di alibi sui tre punti perduti: ossia riflettere bene su come valorizzare quello che loro (il club, io non ne sono ancora così convinto, ma spero un domani di aggiungermi alla schiera di estimatori, che tempo, viceversa, possano a breve divenir detrattori) ritengono un diamante, ossia il portiere Zion Suzuki, costato, stando agli esperti, circa 10 milioni di euro e che sulla coscienza ha sinora più punti persi (5) di quelli totalizzati sul campo dalla squadra (4), pur in un avvio di stagione esaltante, per qualità di gioco espressa.

Sebbene l’idolo delle folle abbia dalle sue le medesime (le folle, of course) per parate, a detta di loro, importanti (a me pare abbia fatto solo il suo, senza alcunché di miracoloso, e mi fa schifo leggere da tifosi Crociati che con Chichizola, manco appartenesse alla Reggiana, ne avremmo ancor meno di 4), io penso che lo staff tecnico, in primis chi si occupa della preparazione degli estremi difensori, debba, senza appellarsi ad alcuna giustificazione di comodo a difesa, favorire la crescita di questo ragazzo, troppo presto buttato in pasto alla serie A (anche perché proni alla società che ha investito parecchio per assicurarsene le prestazioni) che ha insidie troppo grandi anche per un ragazzone come lui.

La sua esuberanza, finora, ha costato la famosa punizione con cui una Fiorentina impotente è riuscita a pareggiare (aggiungerei pure la scarsa esperienza nel posizionare se stesso e la barriera, oltre alla mancata conoscenza diretta del cecchino, peraltro famoso), e la sanguinolenta sconfitta di Napoli, che, con lui tra i pali anziché il povero suicida Delprato (qualcuno doveva pur andarci, ci ha detto, ma uno dei meno granatieri non so quanto fossero consigliabili nel ruolo) forse non si sarebbe materializzata.

I dispensatori di alibi ci fanno sapere che l’arbitro avrebbe dovuto esser clemente con lui in occasione dell’avventurosa uscita, memore del cartellino giallo fiscale impartito nel primo tempo per perdita di tempo (cari miei, se il tempo lo perdi, che sia nella prima frazione o nella seconda poco cambia, anche per perder tempo serve esperienza, al di là di voler credere alla favola che ci fosse ordito un disegno per cui dopo il giallo sarebbe arrivato pure il rosso…): ma se quella yellow card gliela aveva comminata, giusto o sbagliata che fosse, lui, evidentemente, era convinto di aver fatto bene, quindi non aveva il sentimento del tifoso Crociato che l’ha vista esagerata… Anche se, per par condicio, avrebbe dovuto poi fare altrettanto col guardiano dei pali napoletano, altrettanto perditempo dopo… E la non conformità di giudizio è in effetti fastidiosa…

Ma, in attesa del terzo indizio, che sarà una prova, penso basti, su tre gare, la casistica che lo ha visto protagonista delle rimonte altrui già in due occasioni consecutive. E allora, in attesa che la serie A italiana, diventi per lui una materia meno ostica, proviamo a riflettere come, per un più proficuo processo di maturazione e valorizzazione del diamante, lo si possa cercare di sgrezzare lavorando su di lui in allenamento, preservandolo dalle partite. Per me, al di là delle sue qualità, è stato gettato allo sbaraglio troppo presto. Gabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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