(Gmajo) – Come sovente accade alla vigilia di big match, la stampa nazionale mainstream ci delizia con articoli celebrativi della proprietà di turno del Parma Calcio, soprattutto adesso che è espressione di un gruppo americano. Poi, il fatto che affrontasse in un derby il Milan statunitense di RedBird Capital Partners (società di gestione di investimenti fondata nel 2014 a New York da Gerry Cardinale che detiene il 99,93% del pacchetto azionario, mentre restante 0,07 è in mano a singoli azionisti italiani tifosi di lunga data del Club, con i dovuti distinguo come l’azionariato diffuso di PPC, 1%) ha dato ulteriore spinta per insistere sullo stereotipato cliché.
Proprio il fatto che l’avversario del Parma si chiamasse Milan – e con tali proprietà a stelle e strisce a confrontarsi – ha fatto sì che il Tardini diventasse teatro di un evento (mediatico) storico, ossia la teletrasmissione in chiaro della prima partita del campionato di serie A italiano su CBS (gruppo Paramount) che ha inviato all’Ennio una nutrita troupe, che poteva permettersi il lusso di schierare persino un pezzo da 90 come Fabio Cannavaro che, in tribuna stampa, ha ricevuto le affettuose attenzioni dei cronisti, incluso un canuto local-nazionale, che rispetto ai poveri indigeni avrà certo avuto occasione di incontrarlo un po’ più spesso rispetto a chi lo aveva ammirato su questo campo in gioventù.
Ebbene: se CBS va lodata per la serietà con cui ha svolto il proprio servizio anche dal punto di vista storico, enfatizzando, sì, l’attuale proprietà, ma rispettando chi l’ha preceduta, purtroppo non possiamo dire altrettanto per l’italico Foglio, che, sabato 24 agosto se n’era uscito con un fastidioso articolo, a firma di tale Francesco Gottardi, in cui infamava gli immediati predecessori di Krause, ossia i Magnifici 7 imprenditori del territorio riuniti sotto l’insegna di Nuovo Inizio, contrabbandati quali fossero dei Ghirardi o dei Manenti…
L’ineffabile Gottardi, piuttosto avulso dalle cose di casa Parma (magari ne sa più di cose di casa Cremonese) è riuscito a scrivere le seguenti bestialità: “Subito la sua squadra è retrocessa in B, pagando lo scotto della proprietà precedente che ben oltre il campo aveva compiuto il passo più lungo della gamba. I patres conscripti del calcio parmense (il gruppo Nuovo Inizio) hanno rivisto gli spettri dell’ennesima bancarotta. Non poteva succedere. Non di nuovo. Urgeva però trovare un altro azionista di maggioranza, ‘solido, appassionato e competente’. Kyle il risolutore. Dando tempo al tempo.”
Caro (San) Gottardi, sperando che al Foglio ti paghino le spese per le necessarie ed indispensabili lezioni di storia (Crociata), dovresti sapere (e avresti dovuto saperlo prima di comporre la tua elegia “Ecco il Parma all’americana”), la start up di Nuovo Inizio, ha ultimato la sua mission – coronata dai successi felicemente racchiusi nel claim “Come noi nessuno mAi” – cedendo, come da programma, la neonata società Parma Calcio 1913 al facoltoso tycoon americano, senza aver fatto passi più lunghi della gamba (anche in omaggio ai mantra dell’oculato ingegner Dallara, uno dei padri coscritti) ed in ogni caso scontando, dal prezzo di vendita della società, il fisiologico debito sportivo accumulato per vincere i vari campionati. Del resto il tuo amato Risolutore, non mi pare abbia lesinato passi più lunghi della gamba (basta leggere i bilanci e vedere la gigantesca macrostruttura creata, che un eventuale successore avrà il suo daffare a mandare avanti), ottenendo come successo la promozione in Serie A, dopo l’onta della retrocessione ed alcuni anni di assestamento, che, nei proclami ci avevano già proiettato in Europa.
Nuovo Inizio non dovette vendere il Parma per necessità (ma quale orlo della bancarotta? Le punte di diamante erano Barilla e Pizzarotti, do you know?), ma per scelta: il loro Parma Calcio era (fin da principio) una start up, e per definizione la durata dell’impresa è limitata a pochi esercizi prima della rivendita. Il fatto, anzi, che Nuovo Inizio sia rimasto per un lustro abbondante era dovuto alla necessità di supplire alle inadempienze di Li Zhang, con il controllo del club tornato sotto la loro egida, grazie a precise clausole salvifiche opportunamente previste all’atto di vendita.
Non so, caro Got, chi ti abbia propalato le info tradotte così male nel tuo tema, ma sappi che il Parma di Krause può diventare una storia di successo, anche senza farcirle di balle e fake news come quelle che leggiamo nella intro (o incipit, visto che ti piace il latino) del tuo pezzo. Una storia di successo ora, dopo quattro anni deludenti, grazie alla promozione in Serie A e allo splendido approccio nella massima serie con due risultati importanti, magari inaspettati, al cospetto di due grandi. Ma lascia in pace chi merita solo rispetto per quello che ha fatto e che è inciso a chiare lettere nella storia del Parma che ti suggerisco di ripassare.
E, visto che mi sono occupato a lungo del Parma Femminile, sappi che anche il passaggio relativo alle Women è rivedibile: “Prima di lui il settore femminile quasi non esisteva, oggi il Parma Women è specularmente ai vertici della Serie B.” Prima di iddu (in omaggio alle sue origini sicule) il Parma Femminile esisteva, eccome: basta chiederlo a quelle povere ragazze che, a pochi giorni dalla meritata promozione in Serie C (a lungo unico successo dell’era Krause), sono state abbandonate al loro destino, senza manco che il padrone venisse a ringraziarle personalmente per quella impresa: mentre loro lottavano sul campo, con quella passione che solo nelle serie inferiori è genuina, parimenti negli uffici alcuni (all’ignaro di chi gestiva illo tempore il comparto) brigavano per comprare l’Empoli femminile ed approdare, così, in Serie A. Le gestione sportiva fu un disastro: nonostante gli investimenti profusi le gialloblù retrocedettero di brutto, piazzandosi all’ultimo posto, nonostante il cambio alla guida tecnica (ma con il direttore sportivo ben saldo al suo posto). L’allenatore iniziale del progetto Fabio Ulderici, si sarebbe vendicato l’anno successivo negando, alla guida del Chievo, la promozione alla sua ex squadra che non era affatto ai vertici della B, come tu sostieni, essendosi piazzata terza, dunque ben lontana dal primo posto che gli avrebbe ridato la serie A, e anche dal secondo con cui avrebbero spareggiato.
Il mio suggerimento, in conclusione, è quello di cambiare insegnante, trovando qualcuno più preparato ed obiettivo da cui attingere le info, anche perché, ribadisco, comunque sia, quella del Parma è una storia di successo, senza bisogno per incensare il presente di infangare la memoria. Gabriele Majo
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".