Lunedì, 19 Agosto 2024 07:33

Diario Crociato / Ferragosto, calcio mio non ti conosco In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

Di Gabriele Majo Parma, 18 Agosto 2024 (per l’articolo completo e originale clicca qui)

2_majo-al-mare-17-08-2024-576x1024.jpeg(Gmajo) – Scrutando il mio stato WhatsApp, modestamente molto ben frequentato, un nostro fedele lettore, LG, stupito vedendomi ieri al mare in orario gara, mi ha domandato: “In spiaggia anziché al Tardini??? Io sono tornato apposta dalle ferie. Divertiti…”. La mia risposta è stata un po’ il prosieguo del mio (tardivo) Diario Crociato post Parma-Palermo, dal significativo titolo la Croce dei Diritti: “Io invece sono andato apposta perché in serie A è impossibile lavorare“. Nella chat non mi sono dilungato oltre, però, se negli anni ho sempre sacrificato la mia vita privata ai doveri del pallone, talora pagandone anche le conseguenze, ora che sono un uomo libero, posso anche prendermi il lusso di saltare il nuovo debutto del Parma Calcio in Serie A (pur con la consapevolezza di andare a rovinare la mia invidiabile media di eventi importanti seguiti in presenza dei Crociati), per starmene spiaggiato al mare.

Tanto non posso fare video e foto amatoriali, che sono uno dei miei hobby preferiti, o magari li potrei anche fare (diversi miei ex colleghi dipendenti del club – del resto come molti tifosi – hanno postato sui propri profili personali l’ingresso in campo con l’Aida, che a me è precluso) purché non li pubblichi sul mio blog, giacché si tratta di una testata giornalistica e per questo vincolata a quei regolamenti, per me assurdi e pure anticostituzionali, che debbono esser forzatamente accettati dagli operatori dell’informazione per poter accedere nelle tribune stampa degli stadi della massima serie.

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La riprova di tale diktat, puntuale, è arrivata via WhatsApp a tutti i giornalisti della community creata dall’ufficio stampa e comunicazione del Parma Calcio che, alla vigilia dell’atteso match, riportando l’apposita circolare dell’organismo organizzatore della competizione con ribadite le regole d’ingaggio per non finire nella black list o passare guai peggiori: come potete leggere, noi giornalisti non possiamo scattare foto, a meno che non siamo fotografi iscritti all’apposita lista della Lega, da altre posizioni dell’impianto differenti quelle da loro previste (lato corto bordo campo) e men che meno filmati. Non possiamo neppure farci selfie (attendo di esser fustigato per quello fatto in Coppa Italia la settimana scorsa, di cui non sono nemmeno pentito) e manco fotografare i tifosi. Ché se volessi inventarmi tra i tanti format già ideati, quello di ritrarre il più simpatico manco potrei, essendo un’ “immagine correlata”. Ma detta immagine correlata sa di esser tale? Sa che avrebbe diritto ad esser rimborsata poiché ripresa (per la Lega Calcio tutto ha un prezzo), anziché corrispondere, viceversa, il corrispettivo del biglietto d’accesso (o del rateo abbonamenti?).

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Le norme capestro di cui sopra, incredibilmente avallate sia dall’Ordine dei Giornalisti che dall’AGcom, valgono per noi operatori dell’operazione (non solo sui media per i quali lavoriamo: sono inclusi i nostri profili privati!), quando chiunque sa che chi accede allo stadio (gli spettatori) liberamente posta non solo propri autoscatti, ma anche immagini di giuoco, ivi compresi i gol o altre azioni salienti che poi pullulano su YouTube, social e compagnia bela (alla faccia del Regolamento d’utilizzo dell’impianto che inibirebbe anche ai privati tale pratica). Trovo tali disposizioni non solo contrarie all’articolo 21 della costituzione (sarebbe bello se qualcuno, più possidente di me, ingaggiasse una battaglia legale con questo colosso, perché sono convinto se ne vedrebbero delle belle…) ma proprio anacronistiche, considerato i tempi attuali in cui si vive più virtualmente, che realmente. Dunque, per cheto vivere, “Ferragosto, calcio mio non ti conosco”: consideratelo una sorta di mio atipico sciopero bianco. anche se, per senso del dovere, sto deliziandovi lo stesso col Diario, pur senza esser stato di persona personalmente al Tardini.

 

Al Tardini, a differenza di Majo spiaggiato al sole al tramonto, per Parma-Fiorentina vi erano, ben 21.384 spettatori, così ripartiti: 6.193 paganti (di cui 3.500 nel Settore Ospiti), che hanno fruttato un incasso di euro 121.573,00; il totale dei proventi di giornata (incluso il rateo abbonamenti di 134.932,73) è stato di 256.505,73 euro.
Bene: dopo aver dato i numeri, vediamo ora anche di interpretarli: c’è stato chi si è preso la briga di chiosare che 19.029 (6.123 paganti più 12.386) tifosi del Parma al Tardini è un numero, obiettivamente, non esaltante per il ritorno in Serie A tanto atteso. 

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In realtà i tifosi del Parma al Tardini, per il ritorno in A, a rigor di logica, sarebbero ancor meno, ossia 17.884, cioè quelli che risultano dalla sottrazione tra i dichiarati (dal Parma Calcio) 21.384 spettatori totali e i 3.500 del Settore Ospiti: però, il post di “Dimensione Calcio”, indicando 19.029, ci accende la lampadina sulla differenza di ben 2.355 persone, che io a questo punto definirei “portoghesi”: immagino, infatti, siano gli omaggi/biglietti di servizio, non trovando altre voci differenti nel foglio formazioni per giustificare cosa manchi per raggiungere 21.384, dal momento che la somma tra paganti (6.193) e abbonati (12.836) è appunto 19.029, ma ovviamente sono disponibile a rettificare qualora mi sbagliassi.

 

Sarebbe non corretto aggiungere ai 2.355 portoghesi di cui sopra anche i 2.281 abbonamenti corporate che si sono aggiunti ai 10.555 cuori gialloblù dichiarati alla fine della campagna abbonamenti “pura”, prima del lordo di 12.836, dichiarato ieri. Non sarebbe corretto, infatti, far passare per gente che entra a sbafo coloro che, attraverso promozioni pubblicitarie, garantiscono comunque un gettito nelle casse del club, che poi ricambia in prestazioni e appunto abbonamenti, anche se sommando i 2.355 ai 2.281 viene fuori la non piccola cifra di 4.636…

 

Alla fine della campagna abbonamenti regolare avevo già avuto modo di chiosare che, per me, sebbene fosse stata contrabbandata da record, in realtà non la era: in quei giorni potevo andare solo a spanne, non avendo i numeri ufficiali, ma ora che sappiamo che il dato complessivo degli abbonati (i puri dichiarati allora, più i corporate, ma tra questi includerei anche le tessere di servizio o di favore) è ufficialmente di 12.836, possiamo confermare che la campagna abbonamenti 2024-25 è inferiore, sia pure di poche unità, a tutte quelle precedenti in Serie A dopo la ripartenza dalla D e pre-covid: nella 2018/19, infatti, i fedeli furono 12.959 (123 più degli attuali), mentre nella 2019/20 ben 13.102 (266).

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Se si fosse voluto davvero stracciare quei due precedenti record, senza accontentarsi del bronzo sul podio, (paradossalmente stiamo parlando della peggiore campagna in A degli ultimi anni, inclusa quella del ritorno nella massima serie con Guidolin di Ghirardi del 2010/11) il club avrebbe dovuto aprire in abbonamento anche la Curva Sud, e proprio i dati dei paganti di ieri stanno lì a dimostrarlo, a conferma di un altro teorema che su queste colonne abbiamo portato avanti, forti della convinzione che 3.366 fedeltà staccate in un giorno solo (il primo della libera vendita) avessero un preciso significato: la fame di posti popolari, visto che poi si è proceduto con numeri decisamente meno entusiastici, una volta rimasti solo i posti più cari. Se la Sud non tirasse, così come sostenuto da chi non l’ha voluta mettere in abbonamento, probabilmente al ballo dei debuttanti di ieri non sarebbe certo stata riempita…

 

Avevamo anche proposto un’utopia, ossia la creazione di una Sud interamente Crociata, ossia senza l’alienazione di una buona metà della stessa ai tifosi ospiti: vuoi mettere lo spettacolo di due Curve entrambe piene di supporters che tifano Parma? Avrebbe potuto essere anche un’ottima occasione di ricambio generazionale, creando un forte senso di appartenenza anche in un settore alternativo alla Nord, che subito ha fatto registrare il numero chiuso, e quale migliore occasione avrebbe potuto essere quella del ritorno in Serie A per dare vita ad un nuovo covo? L’ho definita, però, non a caso, utopia perché, ormai si è consolidato nel tempo l’uso promiscuo, ossia da quando, chiuso il Bortolon dopo che questi era precipitato giù dal preesistente settore ospiti, si era dovuto, gioco forza, garantire un nuovo spazio alle tifoserie avversarie sino al dissequestro. Poi, il fatto che con molte squadre di A si possano fare ottimi incassi vendendogli biglietti, ha fatto sì che prevalesse l’ignavia e non venissero più apportate più variazioni, lasciando maggior spazio agli ospiti, a discapito dei locali che se ne approprierebbero volentieri.

 

Il dato complessivo di ieri – 21.384 – ci riproietta ai bei tempi andati e, rispetto ad allora, c’è anche da considerare una notevole riduzione dei posti disponibili, per via dei tagli per esigenze di sicurezza/ordine pubblico o per la comodità di seduta: il nuovo stadio (sempre se si farà, perché circolano leggende metropolitane secondo cui KK si sarebbe rotto e non avrebbe più tanta voglia di regalar soldi alla città per farlo), però, prevede una capienza di soli 20.986 posti, 398 ieri sarebbero rimasti fuori… Non solo: i posti popolari sarebbero ridotti alla sola Nord, peraltro anche in questo caso più comoda, ovviamente più cara, e meno popolata. Il New Tardini, anche per recuperare più risorse, occhieggia all’upper class e non certo al popolino. Penso che la tifoseria organizzata su questo punto dovrebbe farsi ascoltare da chi di dovere, ricordando anche come non sarebbe particolarmente gradito un esodo altrove per due/tre campionati. Tutti temi ampiamente trattati da StadioTardini.it e che torneranno di stretta attualità una volta terminato il periodo balneare di chi amministra la cosa pubblica…

 

Cambiando argomento, non ho visto la partita con la Fiorentina, ma questo non è un problema perché StadioTardini.it continua ad essere un caleidoscopio sfaccettato di varie opinioni e anche se non dico la mia, trovate quella di altri autorevoli autori. Epperò, su Suzuki, avendo prima della Coppa Italia aperto il tema, vorrei spendere due parole: ieri i due punti persi possono esser addebitati a lui (in solido con Circati) più per l’inesperienza con cui ha cagionato il calcio di punizione, che per la rete presa, peraltro con una barriera (sempre inesperienza) non disposta a regola d’arte. Vero che ha anche eseguito alcuni interventi decisivi e che ha esaltato le folle per la sua indubbia presenza scenica ed il suo rinomato lancio chilometrico, ma non so se tutto questo possa esser così funzionale alla imprescindibile mission di fare dei punti (Cinquini docet) che un portiere esperto può garantire. In ogni caso sarebbe piacevole se i tifosi, per sostenere Suzuki, non infamassero Chichizola che in ogni caso veste la casacca del Parma e non merita di esser giudicato sommariamente.

 

Mi taccio sulle dichiarazioni di gestione di Mister Fabio Pecchia del parco portieri: dopo il Palermo ci aveva fatto capire che avrebbe deciso volta per volta, prima della Fiorentina non si era sbilanciato rimandando al giorno successivo; ebbene, ora mi pare di capire che, non so quanto convinto o meno (non risulta sia stato lui a chiedere un estremo difensore, ravvisando maggiori problematiche in altri reparti) la sua scelta l’abbia effettuata e, condivisibile o meno che sia, penso farebbe bene a difenderla fino in fondo, senza nascondersi dietro al vedremo volta per volta. Quello del portiere è un ruolo differente rispetto ai calciatori di movimento e la gerarchia è bene sia chiara, se non si vuol creare confusione.

 

A proposito di nuovi acquisti, anche a proposito degli ultimi ingressi – Almqvist e Cancellieri – parimenti non so se siano proprio le prime scelte dell’allenatore; in ogni caso si è sviluppato un certo dibattito sul loro arrivo: la mia personale sensazione è che sia stata decisiva la battuta d’arresto con il Palermo, che aveva fatto suonare la sirena d’allarme; Trupo, giorni prima, aveva raccontato che l’operazione Gaetano fosse andata a monte nell’attesa dell’arrivo di Krause, e a conforto della sua tesi era arrivato anche un messaggio del suo procuratore che citava una comunicazione privata, per le vie brevi, di emissari del club gialloblù che andava in questo senso. A me la cosa pareva incredibile, poiché essendo Collecchio come Cape Canaveral, ossia la NASA, con call intercontinentali a qualsiasi ora del giorno e della notte, mi pareva strana la necessità della presenza fisica del proprietario per chiudere un affare.

 

Forse non avevo fatto i conti con la possibilità, proprio da me avanzata per primo, che KK, stufo di aver a che fare con dei Managing Director Sport che non lo accontentano, avesse decisivo di fare il Lotito o l’ADL della situazione, prendendo in mano personalmente la gestione operativa anche del calciomercato. In questo dibattito, stamani, si è inserito Luca Ampollini che, invece, ha messo in correlazione il precedente immobilismo sul mercato del Parma con la presenza di Roel Vaeyens, evidentemente reo, a suo avviso, di bloccare le operazioni, miracolosamente sblocattesi dopo il suo benservito. Coerentemente con il mio precedente articolo “Salvate il soldato Vaeeyens”, non mi sento allineato su questa sua sensazione che trovo piuttosto ingenerosa, ora che non c’è più, anche perché, a soppesare ogni operazione di mercato del Parma – assieme al proprietario – sono anche i potentissimi ed ascoltatissimi Mathieu Lacome ed Alessandro Pettinà che, per le rispettive competenze, danno poi il disco verde alle varie operazioni in esame. Gabriele Majo (foto di Parma-Fiorentina dalla gallery di ParmaCalcio1913.com)

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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