Mercoledì, 14 Agosto 2024 05:21

Il manto del Tardini? Brutto, ma non pericoloso In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

Di Gabriele Majo Parma, 12 Agosto 2024 (per l'articolo originale e completo clicca qui)

2_majo-11-08-2024-parma-palermo-coppa-italia-576x1024.jpg(Gmajo) – L’erba del vicino è sempre più verde, anche se in questo caso non si tratta solo della classica invidia tra confinanti: purtroppo proprio mentre il manto dello Stadio Tardini, da sempre vanto ed orgoglio del Parma Calcio e dei suoi giardinieri, sta facendo inorridire tutta Italia, isole comprese, per il suo (brutto) aspetto, enfatizzato dalle riprese e dalle parole trasmesse dal broadcaster di turno, dall’altra parte dell’Enza il terreno del Mapei Stadium, un tempo della Reggiana, che ora, ivi, è solo ospite, è salito sul podio del “Most Valuable Field”, il riconoscimento della Lega Serie A per il miglior terreno di gioco dello scorso campionato di Serie A votato dagli stessi giocatori.

E’ proprio di questi giorni, infatti, la notizia che il prato dell’ex Giglio si sia piazzato al terzo posto di questa graduatoria, alle spalle dell’Allianz Stadium della Juventus (oro) e del Gewiss Stadium dell’Atalanta argento). Non penso che sia una circostanza casuale che siano tutti e tre stadi di proprietà. Il Parma Calcio, però, nonostante in tanti in questi giorni disquisiscano sull’aspetto inquietante dell’Ennio, potrebbe, a sorpresa, candidarsi per la prossima stagione e proprio grazie alla colpevole della presente situazione.

 

Stiamo parlando della nuovissima gramigna di ultimissima generazione (vi risparmio in questa sede i tecnicismi, l’importante è la sostanza) che il Parma Calcio aveva scelto per rendere invidiabile l’Ennio, proprio nella stagione del suo ritorno in Serie A, che, però, disgraziatamente sta oltremodo faticando ad attecchire, a differenza della sorella del Mutti Trading Center, old style (Cynodon Dactylon, Bermuda Grass) che già è nel pieno del suo splendore.

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Fortunatamente, però, l’effetto dalmata, sarebbe, almeno secondo i nostri qualificati informatori, solo un problema estetico, che non comporterebbe conseguenze ai calciatori: va, infatti, subito specificato che gli infortuni più o meno gravi (e tutti di diversa natura) patiti da ben quattro giocatori nelle due gare agostane in sette giorni all’Ennio, (ossia Hernani e Scamacca nell’amichevole con l’Atalanta di domenica 4 e Bonny ed Osorio ieri, 11 agosto, in Coppa Italia) non sarebbero da ascrivere al terreno di giuoco che a tutti gli effetti è complanare (ossia saldo, senza zolle che si staccano dal prato e volano e con la palla che viaggia diritta, regolarmente, senza deviazioni e sobbalzi, senza avvallamenti o buche), come verificato direttamente anche dagli stessi agronomi della Lega che hanno sotto controllo la situazione che monitorano con regolarità.

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Accantonato, dunque, il primo dubbio del popolino, ossia che i quattro infortuni quattro fossero colpa del terreno, sgombriamo il campo (è il caso di dirlo…) anche da un altro infamante venticello, ossia quello di una riduzione del budget messo da KK (che secondo i timorosi sarebbe in disarmo, anche se le ultime news che rimbalzano sul mercato sembrerebbero ora andare in direzione contraria, dati gli arrivi di Almqvist e Cancellieri che gli specialisti soliti noti, nell’ordine l’old Di Marzio ed il new Schira, danno per certi) che invece è perfettamente integro, senza riduzioni ed in linea – già nei passati tornei in serie B – con quelli previsti per il mantenimento dei campi da serie A. Insomma, Krause non lesina nulla alla voce manutenzione dei campi (Tardini e Collecchio).

 

La circostanza dei quattro infortuni, però, non viene lasciata al caso o sottovalutata: secondo le indagini interne, prontamente svolte, essendo tutti di natura diversa ed accaduti in zone differenti del campo, non andrebbero ascritti al terreno di gioco: ciclicamente si tira in ballo il terreno quale causa degli infortuni, eppure è sempre lo stesso dell’epoca di D’Aversa e di Pecchia, caratterizzati, come ben sappiamo, da numeri opposti, distonici, di infortuni occorsi, per cui si potrebbero ipotizzare anche altre cause oggettive, al di la del fato ovviamente, come i movimenti traditori degli stessi giocatori o i carichi di preparazione.

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Come si diceva, dunque, è solo un problema estetico: basterà avere la pazienza di attendere che la gramigna di nuova concezione (scelta perché si vuol sempre cercare di progredire e non fermarsi anche se su risultati già eccellenti) riesca a prevalere su quella recessiva invernale che, come per magia, quella del Tardini tornerà ad essere l’erba più verde. Ad oggi, invece, resta questo sgradevole effetto ottico, perché la gramigna nuova, probabilmente a causa delle abbondanti precipitazioni nel mese di giugno, con temperature al di sotto della norma, ha avuto uno sviluppo rallentato, mentre quella preesistente, al contrario, ne ha tratto forza e giovamento diventando più rigogliosa. Dunque: non manca l’erba, anzi, al contrario, ce n’è troppa, solo di due tinte diverse, la nuova particolarmente brillante e bella a vedersi, poiché a foglia piccola, anche se più debole nel comportamento e meno performante di quella recessiva, più scura, e così si genera l’inestetico contrasto.

 

Il problema, comunque, è in via di risoluzione: la situazione, anche ad occhio nudo, ieri sera era già migliorata, circa del 30%, rispetto alla gara di sette giorni prima con l’Atalanta, segno che la gramigna nuova sta attecchendo sempre di più, per l’esordio con la Fiorentina di sabato è prevedibile un ulteriore miglioramento, mentre il top lo si raggiungerà in occasione della successiva partita con il Milan, anche perché nel contempo proseguono tutte le cure del caso con doppia concimazione e nutrimento specifico, senza utilizzo di prodotti chimici. E lo stesso caldo di questi giorni, non essendo superiore ai 40°, aiuta perché fino a quella temperatura la gramigna apprezza il tepore…

 

A proposito: la cura del manto del Tardini continua ad essere affidata – sotto il controllo del direttore operativo del Parma Calcio Stefano Perrone – alla struttura esterna di Ab Global Service: i giardinieri, Sauro Ablondi in testa, sono gli stessi di sempre, quelli che nel tempo si sono guadagnati, col proprio duro lavoro la stima di tutti. Immagino che possano essere  i primi a soffrire per questa situazione.

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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