Sabato, 27 Luglio 2024 07:08

Revisionismo: Leonardi è stato il miglior Direttore Sportivo del Parma? In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

(per l'articolo completo e originale cliccare qui)

Gmajo) – Ora che, con Ampollini, siamo tutti più sereni per l’ufficialità del prolungamento del contratto di Dennis Man, che ci farà sicuramente restare tranquilli in Serie A (Vamossssss), possiamo, sotto l’ombrellone, trastullarci la mente con qualche altro argomento, magari meno di attualità, ma pur sempre stimolante.

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Lo spunto mi viene sempre dai social e dalle chat, vera fucina di idee, dove le spremute di cervelli non mancano mai: nei giorni scorsi, tale Victor, ad esempio, nel candidarsi al presidente Krause quale DT del Parma – nonostante godano di buona stampa (il pederpensiero va per la maggiore sul mainstream), gli uomini di mercato ducali, non sembrano far breccia nel cuore dei tifosi – è riuscito a prodursi in una apologia di Pietro Leonardi (e pure del suo sosia Daniele Faggiano).

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Debbo ammettere che, con il consueto spirito provocatorio, a commento del post di cui sopra mi sono prodotto, a mia volta, nella considerazione che – al netto di come sia poi andata a finire – per le sue indubbie qualità Pietro Leonardi sia stato il miglior direttore sportivo transitato (in epoca moderna) alle nostre latitudini, salvo aggiungere un doveroso distinguo: direttore sportivo, non certo amministratore delegato. L’errore era stato proprio quello, a mio modo di vedere, di renderlo “Plenipotenziario”, mia felice definizione che a lui, a suo tempo, provocava l’orticaria, ma che perfettamente rendeva l’idea delle cose.

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Il giovin Lorenzo Fava (qui sopra in un fermo immagine da una puntata di Calcio & Calcio, quello vero, del 2015, in onda su Teleducato), forte dei suoi studi filosofici, però, mi ha bacchettato: “Ritengo che le valutazioni su persona e personaggio debbano sempre essere accompagnate l’una all’altra senza essere scisse. Es.: Heidegger era un brillante filosofo, ma era un nazista (e non ho detto pur essendo un nazista).” Vabbè anche quando c’era lui i treni viaggiavano in orario, a parte le leggi razziali, capisco, quindi, il ragionamento del dottore, ma il mio intendeva significare, appunto, che le qualità da direttore sportivo di Leonardi erano tali, salvo la successiva deriva…

1 Video https://youtu.be/FZ70rgcx02A

A Fava, comunque, risposi testualmente: “Caro Lorenzo, la mia analisi – come avevo specificato – era relativa alla sola figura di direttore sportivo. Peraltro, proprio il ruolo un po’ così, comporta condotte non sempre specchiate. Del resto il vecchio Ceresini, a suo tempo diceva: so perfettamente che Sogliano si mangia il 50% del guadagno, ma l’altro lo faccio io…”. Al che l’anchor man di Parma Talk mi replicava: “Non sapevo della dichiarazione di Ceresini, piuttosto originale. Per celiare sulla mia piccola osservazione: fatico sempre a scindere ogni giudizio che lega la persona al personaggio. Sono concorde anch’io nel dire che Leonardi fosse bravo a costruire le squadre come pochi altri: tuttavia, faccio a meno di sostenerlo perché questo giudizio si perde nel momento in cui si scopre che non è stato umanamente altrettanto bravo. Tutto qui.”

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Ho poi chiarito all’uditorio che non ricordavo bene se la frase del mitico Ernesto su Ricky fosse una dichiarazione ufficiale o, più facilmente, un off the record, ma, sicuramente, rendeva bene l’idea. Altri frequentatori della chat, nel frattempo, ci tenevano a prender le distanze da quella apologia: “Leonardi è corresponsabile del crack Parma FC. (Punto)”, offrendomi il la per una opportuna replica: “Nessuno nega che Leonardi sia corresponsabile del crac (circa le percentuali non sono d’accordo con la sentenza che lo vede più colpevole di Ghirardi, mentre io capovolgerei). Del resto fui il primo (assieme, poi, ad Angella) a scandire le tappe che ci avrebbero portato al crac. preannunciandolo in tempi non sospetti. Salvo poi, una volta caduti, non infierire più.”

 

Un ulteriore spunto di discussione, veniva poi posto da un altro frequentatore che addossava la colpa del tracollo all’aver messo sotto contratto circa duecento calciatori. Questa la mia spiccia risposta: “La “pesca a strascico” avrebbe dovuto essere, nella mente un po’ contorta del Plenipotenziario, la soluzione alla mancata immissione di denari da parte del Ghiro. Epperò, la FIGC, a furia di tirar troppo la corda (dopo aver garantito a lungo complicità come la Lega A), si è un po’ rotta i maroni di lui e dell’altro, finendo per togliere gli strumenti (plusvalenze e comproprietà)”. Scusate il linguaggio da caserma, che di solito non utilizzo negli articoli, ma la sintesi de quo mi pare efficace.

 

Come argomentavo prima, trovo poco equa la sentenza penale di primo grado del processo per bancarotta fraudolenta, avendo il giudice riconosciuto maggiori responsabilità a Leonardi, punito con un numero di mesi superiore a quelli inflitti a Ghirardi, quando per me, per l’idea che mi ero fatto, essendo abbastanza a conoscenza delle cose, ammiraglio ed armatore pari sono; anzi, il fatto di non aver immesso i denari quando avrebbe dovuto penso sia un’aggravante, per cui, personalmente, avrei capovolto il verdetto (al di là del fatto che avrei evitato il coinvolgimento nelle condanne dei soci di minoranza che nulla avevano a che fare con la gestione, e che così hanno avuto la beffa, oltre al danno dei tanti soldi immessi per contare una benedetta mazza…).

 

Tra l’altro, era attesa proprio in questi giorni la sentenza di secondo grado, anche se la corte d’appello di Bologna, venerdì scorso, dopo essersi dilungata nell’ascolto di alcune arringhe (ed aver fatto altrettanto nelle due udienze precedenti), visto che erano già le 16 e mancavano ancora gli interventi di due legali, ha rinviato il tutto alla prima data utile dopo le ferie: ossia nel mese di dicembre. Evito ogni commento al riguardo. Peraltro il verdetto, come per i Quattro ristoranti di Borghese, potrebbe confermare o rivedere il primo giudizio: personalmente propenderei per questa seconda opzione, dal momento che, stavolta, potrebbe risultare determinante la perizia indipendente del professor Manzonetto, depositata a fine dicembre.

2 Video https://youtu.be/KBNwvSMxhXg

Tale elaborato individua nell’estate 2014 (quella del ritorno al paesello e dell’andiamocela a riprendere, per intenderci) il momento di crisi irreversibile del Parma Calcio ed è ipotizzabile che il giudice sia conseguente nei confronti dei vertici aziendali di quel periodo, andando a riabilitare appunto i pesci piccoli, focalizzandosi sui due maggiori protagonisti, anche se dubito che possano esser rimodulati gli anni di differenza tra Ghirardi e Leonardi. Alla fine della sessione invernale del calciomercato, StadioTardini.it propose un paragone tra la condotta di allora del GhiLeo e il tentativo di salvare il tutto per tutto del Verona di Setti e Sogliano Jr., poi coronato a fine stagione dalla salvezza del club scaligero. Come andarono le cose al Parma F.C., invece, lo sappiamo bene…

 

Resta inequivocabile, comunque, che, pur alla sua maniera un po’ tanto borderline, Pietro Leonardi rimase al capezzale del vecchio Parma, tentando in tutte le maniere di evitarne la fine (e con essa, la sua, vero motore della questione); Tommaso Ghirardi, invece, si era assolto da ogni responsabilità, scaricandole in toto su Taci, che in effetti, come scrivevo temporibus illis, esplose l’ultimo colpo sul cadavere non pagando le obbligatorietà di novembre, ma riflettendoci bene, perché avrebbe dovuto farlo dal momento che si era ancora a livello di contratto preliminare, dunque non esisteva un contratto vincolante? Si era, in quella che i tecnici della materia chiamano: “non binding”, ossia dopo la manifestazione d’interesse, che c’era stata, così come la parola data, ma verba volant et scripta manent, come ogni imprenditore dovrebbe sapere, mettendo in conto che, in una fase interlocutoria, tutto può accadere, appunto anche che Taci, come accaduto, ti bidoni…

 

Per cui, anche se indubbiamente il discusso petroliere, che giocava a nascondino, muovendo come Mangiafuoco pedine imbarazzanti in sua vece, non ci mise i soldi promessi, la colpa non può che ricadere sul venditore, rimasto senza provvista per gli stipendi, confidando, appunto, su una parola data durante una interlocuzione in fase “non binding”. Quel che è peggio, tra l’altro, è che a provocare il bidone di Taci fu il maldestro tentativo, avendogli nascosto la reale situazione dei conti, di estorcergli perfino una buonuscita pari ad i soldi immessi fino a quel punto (peraltro non molti). Del resto che il Parma F.C. procedesse sul filo del rasoio, arrivando con il fiato sospeso ad ogni obbligatorietà, era piuttosto ricorrente e risaputo: e quell’anno lì si infilarono una serie di eventi (dalla saltata cessione di Biabiany al Milan, che già lo aveva presentato prima delle visite mediche, alla inaspettata conquista di un posto Uefa, poi perso per le scadenze non pagate) che fecero precipitare la situazione…

 

Ma tornando al tema di partenza: il Leonardi solo direttore sportivo (ossia prima della successiva deriva), può essere considerato il migliore passato a queste latitudini? Un esperto collega sostiene: “Ne sa (o sapeva) una cifra di calcio e di caratteristiche dei giocatori. In più, a differenza di Faggiano, non aveva giro limitato di conoscenze ma molto ampio. Il giudizio complessivo è però disastroso, perché si è voluto assumere, per vanagloria, un ruolo, quello di AD non suo”. Quel ruolo non so quanto lo volle assumere effettivamente lui per vana gloria, o quanto gli venne attribuito da una proprietà che voleva sfruttarne le qualità, per non immetterci una ghella…

 

Queste, invece, il giudizio professionale di un addetto ai lavori (di cui mantengo l’anonimato, avendomi lui parlato a ruota libera in confidenza) che aveva avuto modo di interagire con lui, mostrandogli il post f: “Il messaggio di questo Victor incarna il mio pensiero su Leonardi, meno su Faggiano, che è in gamba, ma non vale Leonardi, a livello di capacità di gestione di una società, o potrebbe esserlo fino alla serie B, ma dovrebbe avere a supporto delle condizioni molto particolari, mentre Pietro era proprio di un altro spessore. Detto ciò, però, il mercato di oggi è cambiato sia rispetto ai tempi di Leonardi che a quelli di Faggiano.

 

I nomi che riporta, poi, mi paiono un po’ delle fandonie: Moise Kean, ad esempio, viene da stagioni fallimentari, anche se in effetti al Parma avrebbe potuto starci; Tessmann non credo sia un giocatore che ti cambia le sorti, Kumbulla nemmeno, anche se è stato strapagato dalla Roma e basta vedere quanto ha giocato negli ultimi anni. Gli altri non mi sembrano giocatori di una caratura tale da poter cambiare le sorti del Parma, quindi mi pare che questo Victor abbia un po’ sparato così tanto per: ha detto cose giuste, ma fino a un certo punto. Però non so come Leonardi avrebbe potuto agire con questa proprietà che fa molti proclami di facciata, ma poi razzola diversamente.

 

Fatale per Leonardi, come dici tu, è stato ritrovarsi a fianco di uno come Ghirardi che non ci metteva i soldi, ma che, a differenza di uno come Corsi, voleva solo visibilità e aver qualche soldo per i propri sfizi privati. Leonardi è stato veramente uno dei più grandi direttori sportivi del panorama calcistico italiano, non solo del Parma, ma come ti dicevo prima, il mercato di oggi è cambiato: perché adesso, pur volendo, fai veramente fatica senza le comproprietà.

 

Oggi prendere il Giovinco della situazione, a quelle condizioni lì come aveva fatto Leonardi penso sarebbe impossibile anche per lui, anche se di sicuro la sua abilità si sarebbe fatta valere in altri modi, adeguandosi alle nuove regole e condizioni del mercato. Per cui sono sicuro che avrebbe allestito delle squadre competitive, con dei giocatori italiani forti, giovani e alla fine sarebbe riuscito ad accontentare la società.

 

Lui avrebbe avuto gli attributi per tener testa al presidente facendogli capire che va bene la sua lungimirante visione, però passando attraverso degli step e spiegandogli che anche i giocatori italiani possono contribuire alla causa di rendere ricco il club, senza per forza prendere giocatori in tutto il mondo, perché una ossatura di calciatori italiani farebbe comodo, magari presi anche in C e fatti crescere e maturare nel giusto contento, pur continuando a trovare anche qualche interessante talentuoso all’estero…”. Gabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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