Domenica, 26 Maggio 2024 08:55

Caro Martines, l’iter per lo stadio temporaneo non è complesso come per il definitivo… In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

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    Il lieto evento è stato occasione, per i cronisti presenti, di scambiare due chiacchiere con i relatori, tra cui il managing director corporate del Parma Calcio Luca Martines, che ha risposto, tra l’altro, ad alcune domande su un tema a noi di StadioTardini.it piuttosto caro, ossia quello non banale del rifacimento totale dell’Ennio, con annessa problematica di dotarsi di uno stadio provvisorio.

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    Come abbiamo fatto in occasione della recente analisi dell’annata della femminile (“un disastro di serie A”) che a nostro modo di vedere, rispetto a quanto si sarebbe poi letto, quasi a nostra risposta, sulla Gazzetta di Parma di ieri, abbiamo cercato di contestualizzare, allargando a quanto avvenuto negli ultimi anni, ossia dalla decisione del proprietario di acquistare una squadra di Serie A, poi retrocessa in B, e quest’anno non risalita – anche in questo caso cerchiamo di ricreare il contesto, ricordando come la voce dello stadio provvisorio fosse dal sen uscita dello stesso Martines, in quanto nessuno si sarebbe mai immaginato di chiederlo, ed uscì per cercare di coprire l‘altra magagna, ossia quella che per buttar giù l’attuale manufatto, e rifare l’opera ad immagine e somiglianza del committente, fossero necessari due anni di lavori (dicono loro, almeno tre, invece, secondo quanto suggerisce la logica, e comunque 27 mesi come messo nero su bianco nel cronoprogramma del nostro Ponte sullo Stretto) e di conseguenza almeno due campionati lontani da Piazzale Risorgimento, con necessità di capire dove poter ospitare le partite della squadra che stava prepotentemente vincendo il campionato di B e poi approdata, con magno gaudio, in serie A.

    Anni e anni di esercizio di riprese a mano libera con lo smartphone, probabilmente impediscono di vedere il sobbalzo che ho avuto mentre filmavo il manager, allorché ha paragonato le difficoltà per erigere lo stadio provvisorio a quelle per tirar su il definitivo…

    “Diciamo che il problema, se volete, è molto più legato all’impianto temporaneo. Ci aspettavamo di avere tempi un pochino più veloci, un po’ più rapidi. Invece è un progetto molto simile a quello dello stadio Tardini, quindi con una serie di passaggi di burocratico-amministrativi che richiedono tempo. Ci sono diverse tematiche, una è quella relativa al quadro normativo di riferimento. L’iter che bisogna seguire per uno stadio temporaneo può essere equiparato a quello di uno stadio permanente. Si fa ex novo oppure no? Questo è comunque un tema da applicare in qualunque posto si decide di farlo, eventualmente. Il nostro desiderio è quello di rimanere giocare in Provincia”

     

    Sì, certo, anche per il temporary esiste, ovviamente, la famigerata Conferenza di Servizi, ma, sono situazioni ben diverse – e non assimilabili per nulla tra loro – rispetto ad un definitivo in pieno centro città, tra le case (difficoltà ammesse ieri da LM: non è che ci stiano ripensando, rilanciando di proporlo fuori?). Per il provvisorio è relativamente tutto più semplice, qualora, si optasse, per esempio, per una soluzione come quella di Sorbolo, laddove le opere di urbanizzazione sono già tutte presenti, terreno, acqua, luce, gas, fogne, viabilità, ferrovia, bus, ciclabili, parcheggi, che renderebbero di certo più snello l’inevitabile iter burocratico-amministrativo, che non ha bisogno di lungaggini come varianti urbanistiche e durata della concessione perché già rispetta le norme urbanistiche di riferimento. Non ci risulta, tuttavia, al di là di un iniziale abboccamento tra le parti, che ci siano stati ulteriori incontri di approfondimento, e lo stesso, credo, in altri comuni del territorio.

    Martines, ieri, rispondendo al nostro Ceci (a parte il coraggio di affermare che con il progetto dello stadio Tardini sono andati più veloci di quanto si aspettassero!, sic!), ha detto che il problema non è “dove” farlo, quanto l’intero quadro normativo di riferimento, con tutti i dubbi al riguardo (legge stadi, o no?) che, però, a ben vedere egli avrebbe dovuto conoscere a mena dito e risolvere mesi fa (è o non è il supermanager a capo della macchina e per questo profumatamente retribuito?), prima di far trapelare l’opzione stadio provvisorio ed iniziare il contest tra comuni. Uno di questi, quello con cui ci risulta che l’interlocuzione fosse più avanzata rispetto ad altri, per via del fatto che una collaborazione in essere c’era già per via della Femminile che ha lì il suo quartier generale, ossia il Noce di Noceto, temo possa, nel frattempo, aver subito un brusco stop dopo la bega del contenzioso perso con il GSE per la concessione gestione impianto fotovoltaico, che, tradotto per la locale municipalità, anche per le cifre che ballano, è un duro colpo che potrebbe minare il proseguimento del sogno “stadio provvisorio”.

     

    Di certo le elezioni amministrative in diverse delle località interessate, hanno posto la sordina alla questione, anche al fine che il tema non potesse esser cavalcato in positivo o strumentalizzato in negativo in sede di campagna elettorale, ma una volta superato lo scoglio dell’8 e 9 giugno se ne potrà tornare a parlare liberamente e lì sarà bello capire perché il comune A non va bene, e il B neppure. Perché se ci fosse stato un vero interesse a perseguire la tematica “stadio provvisorio” si sarebbe proseguito col dialogo, senza prender tempo sfogliando la margherita, seguo la legge stadi o no?.

     

    Sperando di poter esser smentito, temo che alla fine, ci verranno a dire che nessun comune del parmense ha le carte in regola per ospitare il provvisorio, per cui, per forza, per due/tre anni la tifoseria dovrà viaggiare verso altre località forestiere. Martines, a Ceci, ieri ha ribadito il no a Piacenza, ma non sappiamo quanto possa esser convinto o definitivo, così come la supposta ferrea volontà di trovare una soluzione interna. Il problema sono i costi, perché è palese che una struttura provvisoria, sui conti, peserebbe ben di più di qualche centinaia di migliaia di euro spesi andando in affitto altrove.

     

    Dove? Una beffa sarebbe quella di finire al provvisorio di Bologna, Fico Arena, che dovrebbe sorgere entro la stagione 2025/26, per il costo di circa 16-17 milioni di euro (e se il Parma concorresse, non gli farebbe schifo…). A Bologna ci fu una vera e propria sollevazione popolare quando venne paventata l’opzione esodo a Ravenna: di lì la decisione, sicura, di puntare su un provvisorio. Ecco, dalla Gazzetta dello Sport del 19 luglio 2023, le date indicate:  “L’obiettivo è avviare i lavori per la costruzione dello stadio temporaneo nell’estate del 2024 e di terminarli nell’estate del 2025. Il Bologna giocherebbe quindi nel nuovo impianto nelle stagioni 2025-2026 e 2026-2027. Parallelamente dall’estate 2025 partirà la ristrutturazione del Dall’Ara con l’obiettivo di inaugurarlo nella primavera del 2027“.

     

    Vero che, andando a Bologna, il Parma Calcio risparmierebbe parecchio rispetto a donare al territorio che lo ospita un “temporary” da poi ritrasformare per future esigenze, ma vogliamo considerare quanto costerebbe al tifoso Crociato ogni due settimane percorrere circa 200 km tra andata e ritorno, col miraggio di poter avere dopo tre anni la KK Arena al posto del vecchio Tardinitanto vituperato, ma in possesso della Licenza Uefa e dunque in grado di ospitare anche eventi internazionali già oggi così com’è, al punto che il Como lo aveva identificato come possibile impianto per iniziare la propria stagione, prima di ricevere il niet dell’amministrazione comunale di Parma, timorosa di infastidire oltre i vari comitati uniti nel “No Tard”.

    Già, i comitati: spesso tirati a mano a vanvera dai tifosi e da qualche cronista persino messi in bocca, come causa dei ritardi, all’ MDC Martines. Finora, in realtà, i comitati non hanno influito una “benedetta mazza”: semmai, chi ha da eccepire e pone delle prescrizioni tassative è la Conferenza di Servizi, che, secondo Alberto Rugolotto (lo ha detto anche nel TG di ieri sera, clip sopra montata da Luca Casoni) avrebbe dato l’ok, alla prosecuzione, ma non ci risulta che ci sia alcun documento o verbale pubblico al riguardo che lo certifichi, come carta canta (verba volant…). Vero è che, come chiarisce il giornalista di 12 Tv Parma, nel prosieguo del servizio, potrebbe esser arrivato un parere positivo vincolato a prescrizioni da osservare (tassativamente) in sede di fase esecutiva dei lavori di cantiere.

     

    Siamo alla fine del mese di maggio, tuttavia, e del preannunciato (da Bosi) doppio confronto in Consiglio Comunale sui due temi caldi della variante urbanistica e della durata della concessione non si conosce ancora una data. Ieri Rugolotto ha provato a mediare suggerendo 75 anni, con Martines che chiosava: in medio stat virtus, peccato, però, che il proprietario ci risulti irremovibile sui 90 anni. Staremo a vedere… Gabriele Majo

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    gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

    Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

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