Di Gabriele Majo 25 Febbraio 2024 - (Gmajo) – Mentre i due inviati (molto) speciali di StadioTardini.it stavano ascoltando (e documentando) le celeri parole del post partita dell’allenatore Fabio Pecchia (poco più di cinque minuti di conferenza stampa, credo sia il minutaggio inferiore collezionato da quando guida il Parma Calcio) e del protagonista positivo Valentin Mihaila (2′ 06”), autore del contropiede ficcante e dell’appoggio pregevole, dopo aver fatto sedere Goldaniga, a Benedyczak che ha calciato dove il portiere Semper non poteva arrivare (la ricostruzione della cronaca è dal live del nostro Andrea Belletti: Marchinèt ed io, come da fresca tradizione, ce lo siamo persi sotto la pioggia prima di riuscire ad entrare al Sinigaglia), autista e navigatore trovavano inaspettato riscaldamento e conforto entrando al Krush Lounge.
Loro pensavano si trattasse di un bar come un altro e, incuranti del motto non entrare mai nella prima osteria, appunto essendo il più vicino al settore ospiti dell’impianto lariano da cui erano da poco evacuati, avendo bisogno di riprendersi al più presto, han varcato la fatidica soglia. Il proprietario pakistano li ammoniva subito: “Qui niente alcool”, salvo aggiungere: “però narghilè”. Inutile dire che la variante risultava gradita ai nostri due amici, che abbiamo ritrovato piuttosto inebriati e soprattutto scaldati grazie anche ad un buon tè caldo, esattamente quello che consiglia Fabio Caressa per occasioni del genere ai calciofili. Anzi, ancora meglio, perché è difficile trovare tè migliori del marocchino, specie con foglie fresche di menta anche in questa stagione, pur in giornate uggiose ed urticanti (quest’ultimo aggettivo c’entra una benedetta mazza, tuttavia va di moda, e quindi usiamolo, va là…).
Niente alcool, diceva l’ottimo gerente del shisha bar, ed io pensavo che per me dovesse trattarsi, non tanto di un ramadan, quanto di una quaresima, forzata, però, non volontaria come quella del buon Maurizio Marchinetti che, in questo periodo, tradizionalmente fa il bravo stando lontano dalle tentazioni (non proprio tutte): io, viceversa, un po’ di alcool, prima e dopo le partite, non lo disdegno in nessun periodo dell’anno, compreso quello dei fioretti. Il fatto gli è, però, che ieri la comitiva di cui eravamo la scorta – ossia il torpedone coordinato da Soragna (al secolo Cristian Colombi, storico capo ultrà), ricco di una cinquantina di supporters Crociati, aveva scelto come luogo di ristoro il Birrificio Italiano di Lurago Marinone, ci dicono il più antico artigianale della penisola, dove il vino è bandito, ed io non bevo birra…
Io ero anche riuscito a convincere Alessandro ed Emanuele ad introdurre, furtivamente (di solito pare si faccia il contrario…) una boccia nel tempio del luppolo, ma il capo-delegazione Marchinetti, nell’occasione con un fare molto baroniano (testimonianza che ne è il vero erede), mi intimava: “Qui dentro di vino non se ne beve”, spiegando: “il locale, gentilmente, ci dà ospitalità facendoci mangiare i prodotti che abbiamo portato, ma non è corretto bere se non quello che si acquista da loro”. E visto che loro non avevano vino in listino, mi è toccato di adeguarmi alla quaresima marchinettiana, bevendo come lui (ohibò) acqua minerale, concedendomi, almeno, a sua differenza le bollicine (quelle sì) generate dall’addizione di anidride carbonica…
Eppure, per mandar giù tutto il ben di Dio che il Gallo aveva importato, bollicine di altro tipo non ci sarebbero state male, ma il galateo, giustamente, vien prima di tutto, ed in effetti sarebbe stato scortese, estrarre (e soprattutto aprire e degustare) la bottiglia introdotta, benché non in commercio in quell’esercizio. Eppure il vino non ci mancava: nel baule dell’auto dispensa c’erano circa una decina di bottiglie di Prosecco e persino un canestro da cinque litri di Primitivo che un amico meridionale di Marchinetti gli aveva portato in dono in alta Italia.
Da mangiare ce n’era per un reggimento, come da buona abitudine del recentemente confermato presidente del Parma Club Fidenza, che ancora ricorda quanto convinse il suo predecessore, nonché storico fondatore Giuliano, ad acquistare 80 chili di riso, con cui poi sfamarono le folle affamate in occasione del (felice) spareggio di Firenze (eccetto un molesto espulso dal torpedone dal deciso Marchinetti, se non potevo scendere io doveva scendere lui, difensore, per le vie brevi, della quiete pubblica sulla sua corriera). Stavolta i chili erano un po’ meno, e al posto del riso c’era una pasta fredda, condita con un pesto di rucola, basilico e nocciole, con la quale è stato sfamato tutto il pullman, nel frattempo arrivato di Soragna, ma anche altri tifosi Crociati che avevano viaggiato sciolti, tra cui “Pontetaro Molesta”, con uno scambio di assaggi dei prodotti tipici portati per il pic nic interno al Birrificio…
Non essendo un amante della birra, l’aspetto che maggiormente mi era piaciuto della principale attrazione turistica di Lurago Marinone, era stato senza dubbio la (non in servizio, per maltempo) casa montata su un albero: una piattaforma che potrebbe ospitare una decina di avventori che si inerpichino, come han fatto i miei compagni di viaggio, su per la scala a chiocciola dinnanzi la pianta secolare su cui è poggiata. Inutile dire che da quella posizione privilegiata si può godere della vista sul territorio circostante…
Oltre alla pasta fredda, Marchinetti aveva provveduto a tagliare, con la mitica coltella anni 70 di Baroni, mai molata, ma sempre efficiente, cicciolata di Pellegrino Parmense, un po’ più rossa e saporita di quella pianeggiante, mortadella e formaggio parmigiano, mentre il salame, sia pure un po’ fresco (io non l’ho assaggiato, ma così ha dichiarato chi c’è riuscito) era stato condiviso dagli amici di Pontetaro Molesta, che ci hanno donato anche un’ottima pizza al taglio nel frattempo fatta arrivare, all’interno della quale, si sposava perfettamente la mortadella.
Il previdente Marchinetti, pur provvisto di una cinquantina di succulenti panini, visto che tutti si erano ormai già sfamati, decideva di conservarli per il viaggio di ritorno. Peccato, però, che a causa dell’imprevisto narghilè, la corriera sarebbe arrivata con qualche ora di anticipo rispetto alla (nostra) scorta in auto: per cui, alla fine, le pagnotte ripiene di cotto, maionese e sottiletta ce le saremmo sbafate noi, non dico tutte, ma un buon quantitativo, gustandole come il celebre Poldo Sbaffini, personaggio immaginario del fumetto e della serie animata Braccio di Ferro, per creare il quale l’autore Elzie Crisler Segar si ispirò al baffuto J. William “Windy Bill” Schuchert, manager della Chester Opera House, luogo in cui da adolescente lavorava come proiezionista.
Ed è stato proprio in accompagnamento ai panozzi di cui sopra che, finalmente, ho potuto assaggiare un po’ di alcool (bugia: un calice di prosecco ero riuscito a degluttirlo nella hospitality del Sinigaglia, dove, pure lì, ci sarebbe stata a seguire una degustazione di birra, e mi pareva una persecuzione…), con la boccia finalmente stappata dal temporaneamente astemio Marchinetti, a favore dei propri compagni di viaggio, meno ossequianti di lui all’invito alla moderazione pre-pasquale di Santa Romana Chiesa.
Riflettendo meglio, tuttavia, un minimo quantitativo di alcool era già stato ingerito dai fedeli attraverso la comunione laica dispensata all’esterno del birrificio, dove, il neo ordinato diacono Emanuele Venti ha avuto per la prima volta l’onore e il grato compito di trasportare il tabernacolo del Veleno, con le sacre zollette imbibite. Intonando canti religiosi (parafrasati) in tanti si sono accostati al sacramento ricordando Giuliano Baroni.
Non solo l’ordinazione diaconale del sacro ordine del Veleno, per intercessione del Sommo Sacerdote Marchinetti: Emanuele Venti, nel corso delle recenti elezioni (a tavola) per il rinnovo del consiglio direttivo del Parma Club Fidenza, ha ricevuto ufficialmente la carica di consigliere esattore (primo gradino della carriera che potrebbe portarlo all’ambito ruolo di tesoriere), mentre a sostenere il confermato presidente Maurizio Marchinetti c’è ora il vice Massimo Cattani. Tra i primi atti del rinnovato consiglio, la decisione di aggiungere, nella storica sede al Bar Cabriolet, una nuova insegna – da affiancare a quella di fondazione del lontano 1970 – con cui intitolare il club al mitico Giuliano Baroni.
La cerimonia di intitolazione avverrà nel corso di una grande festa – la macchina organizzativa è già partita – che si terrà proprio in concomitanza con il 54° anniversario della fondazione, nella serata da non mancare di mercoledì 20 marzo 2024. Ed è anche bello che i pullman del tifo Crociato, in partenza da Fidenza, si ritrovino (dopo una interruzione di alcuni anni) proprio come allora davanti al Bar Cabriolet, ora di nuovo gestito dalla Loredana. Gabriele Majo
- PRIMAVERA 2, 5^ RITORNO: ALESSANDRIA-PARMA 3-3
- L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL PALLONE di Luca Tegoni / CONCESSO SOLO IL GOL DEL PARI (HIGHLIGHTS)
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".