Di Andrea Caldart Cagliari, 24 luglio 2022 - Il voto, l’arma pulita della democrazia parlamentare, che per 522 giorni di governo dei migliori senza contare i precedenti Conte 1 e 2 non abbiamo potuto utilizzare, tornerà finalmente nelle mani dei cittadini italiani, il 25 settembre prossimo.
E' partito il triumvirato Conte, Di Maio, Salvini. Il 2 giugno, Festa della Repubblica (semi-presidenziale), si è potuto festeggiare con un esecutivo politico che, auguriamoci, potrà aprire i battenti alla terza repubblica.
di Lamberto Colla Parma 3 giugno 2018 -
Dopo 88 giorni e una settimana di sbandamento totale ecco affacciarsi all'Europa il primo Governo Populista (chissà cosa vorrà mai dire "Populista"), composto da quella strana miscela politica che combina due parti di Grillismo e Leghismo e una parte di tecnicismo (Q.B.), che dovrebbe inaugurare la terza repubblica e portare una ventata di cambiamento all'UE.
Qualche commentatore, a Otto e Mezzo (Giovedi 31/5) di Lilli Gruber, particolarmente "lecchino" (Giovanni Floris) è persino arrivato a sostenere che il Presidente Mattarella ha dimostrato grandissima lucidità "nel pilotare questa crisi che, nelle varie fasi nessuno avrebbe potuto immaginare e alla fine si capisce che ha fatto quello che voleva muovendo le pedine, muovendo le carte in una maniera di una lucidità tale da portare Salvini e Di Maio a trovare un accordo su dei nomi che una settimana fa nessuno si sarebbe aspettato".
A mio modesto parere, sarebbe bastato che negoziasse la questione domenica scorsa invece di imbastire una pantomima che ha portato ancor più i mercati a allarmarsi e a far fare una figuraccia, che non meritava, al povero Cottarelli.
Comunque, ora che tutti hanno fatto i loro errori e pareggiato i conti, Conte può dare vita alla terza repubblica e il PD a fare quella dura opposizione "nevrotica e demagogica" che accompagnerà l'esecutivo sino a fine ora, urlando in ogni occasione che dei fascisti sono al Governo, come già anticipato, con veemenza, da Vittorio Zucconi, ospite di Formigli a Piazza Pulita sempre giovedi scorso.
Non trovando altri nemici, all'infuori di sé stessi, il PD, per tentare di catalizzare il consenso scomparso, torna a inventarsi il nemico "fascista" che, dobbiamo ammetterlo, fa sempre buona presa.
Per l'Italia auguriamoci che questo esecutivo abbia vita lunga e, soprattutto, che sia capace di avviare un cambiamento positivo.
Si diede fiducia a Renzi (non eletto) e, sino a prova contraria, la daremo anche al triumvirato Salvini, Di Maio, Conte.
BUON LAVORO!
La squadra di governo del Professor Giuseppe Conte: 18 ministri, di cui 5 donne.
Il Premier sarà affiancato dai due leader di partito, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, entrambi vicepremer.
Presidente del Consiglio: Giuseppe Conte; - Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Giancarlo Giorgetti - Ministro dell'Economia: Giovanni Tria - Ministro degli Esteri: Enzo Moavero Milanesi - Ministro degli Interni: Matteo Salvini (vicepremier) - Ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro: Luigi Di Maio (vicepremier) - Ministro ai Rapporti con il Parlamento: Riccardo Fraccaro - Ministro degli Affari Europei: Paolo Savona - Ministro della Difesa: Elisabetta Trenta - Ministro della Giustizia: Alfonso Bonafede - Ministro della Pubblica Amministrazione: Giulia Bongiorno - Ministro della Salute: Giulia Grillo - Ministro degli Affari Regionali: Erika Stefani - Ministro del Sud: Barbara Lezzi - Ministro dell'Ambiente: Sergio Costa - Ministro ai Disabili e alla Famiglia: Lorenzo Fontana - Ministro dell'Agricoltura e del Turismo: Gian Marco Centinaio - Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: Danilo Toninelli - Ministro dell'Istruzione: Marco Bussetti - Ministro dei Beni Culturali: Alberto Bonisoli. -
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Tanto lavoro per nulla. Il Presidente Mattarella fa valere la sua "Golden Share" e, con la scusa di salvaguardare i risparmi degli italiani, si piega allo spread.
di Lamberto Colla 28 maggio 2018 - Come era prevedibile il Presidente della Repubblica non poteva arretrare dalla sua posizione e accettare il diktat dei due giovani politici che stavano tentando di comporre un "Governo del Cambiamento".
Ieri mattina infatti concludevo il mio editoriale con questa frase: "Una legge, non scritta, dice di non andare mai contro il Presidente della Repubblica. La storia politica della prossima settimana è già scritta dal titolo: "Crisi di un Governo mai nato".
E così è stato. Ieri sera, a sorpresa, il Presidente Mattarella fa annunciare che stamane avrebbe convocato Carlo Cottarelli, megio noto come "Mister Spending Review" mai ascoltato.
Cremonese classe 1954, Carlo Cottarelli è uno stimato economista, che per 25 anni è stato ai vertici del FMI. Venne chiamato da Enrico Letta per occuparsi del taglio dei costi superflui della spesa pubblica subito dopo le lacrime e sangue consumate con il Premier Monti.
Un uomo che, almeno sino a ieri, andava bene a tutti come tecnico, al quale verrà dato l'incarico di comporre un Governo di transizione cercando di fare dialogare, molto probabilmente, PD e Forza Italia ma dando un contentino a Lega e M5S per poter avere qualche voto in più in Parlamento per fare approvare le norme più urgenti: dal DEF (occorre scongiurare l'inasprimento delle aliquote va previsto per ottbre) e presumibilmente la modifica alla "legge elettorale".
Intanto però lo scontro istituzionale tra M5S e altri partiti contro il Presidente Mattarella non si placherà in poco tempo e questo porterà a rallentare la formazione e soprattutto l'esecutività del "Governo del Presidente". Anche questa ipotesi era già stata ampiamente prevista!
Niente di nuovo sotto il sole.
Dopo la prossima scissione PD, che potrebbe consumarsi mercoledi 2 maggio, non resterà che fare un contratto di Governo tra Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto. Di Maio sarà finalmente Premier e Mattarella darà un Governo all'Europa ma non agli italiani.
di Lamberto Colla Parma 29 aprile 2018 -
Ormai sono trascorsi due mesi dalle elezioni del 4 marzo ma di un Governo, che possa soddisfare le aspettative del popolo italiano, non c'è manco l'ombra.
I due esploratori, mandati in campo dal Presidente Mattarella, dopo che la trattativa privata tra Di Maio e Salvini non aveva prodotto nulla se non dei paletti irremovibili da una o dall'altra parte, non sembra abbiano portato a nulla.
Certamente non hanno avuto alcun esito positivo i colloqui condotti da Maria Elisabetta Alberti Casellati che, almeno a livello teorico, avrebbe dovuto intercettare i punti di comunione sui quali far convergere le aspettative M5S e Coalizione di Centro Destra.
Non più efficace, nonostante le ottimistiche dichiarazioni ufficiali, sembra essere stato il risultato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico.
Rappresentante della quota di sinistra del movimento, Fico è anche il testimonial dell'ala più rigida e intransigente del Movimento di Grillo e Casaleggio.
Il suo tentativo, c'è da scommetterci, è stato di cercare una convergenza operativa tra M5S e PD, gli stessi che avevano fortemente contestato anche a male parole, sulla rete e nelle dichiarazioni ufficiali sino a poche ore prima.
Invece, con la scusa del "Contratto di Governo" tutti quanti avrebbero dovuto turarsi il naso, incoronare Luigi Di Maio premier e costituire un Governo M5S e PD. E qualcuno all'interno del PD sarebbe pure contento.
"Il dialogo è stato avviato" - ha commentato Fico al termine del colloquio con Mattarella, "Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo". Ed ora occorre attendere i risultati della direzione del PD, convocato per mercoledi 2 maggio, che vedrà scontrarsi la stragrande maggioranza renziana, contraria a un accordo con M5S, e i residuali scissionisti che caldeggiano una continuità governativa anche al fianco dei "grillini" antiberlusconiani.
Si prospetta quindi una nuova e definitiva epurazione del PD che, grazie a queste consultazioni, potrebbe restare totalmente in mano a Renzi e ai suoi discepoli, completando definitivamente la "rottamazione" della sinistra più tradizionale, ancora albergata all'interno del partito di derivazione Ulivista di Romano Prodi.
A questo punto non resterà che fare sottoscrivere un "accordo" tra M5S e gruppo misto per fare decollare un "Governo del Presidente", ma non del Popolo e, con la scusa di modificare la legge elettorale, il nuovo esecutivo resterà in carica sino a fine legislatura.
Vorrei essere smentito dai fatti, ma ho difficoltà a credere che riusciranno a creare un Governo di Scopo per giungere a nuove elezioni entro l'autunno.
Avremo, con buona probabilità, un Governo, provvisorio (all'italiana, quindi permanente), zoppo e incapace.
Tutto ciò che gli elettori, da sinistra a destra per passare dal M5S, non hanno espresso nelle ultime elezioni.
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Il caso della ex spia doppiogiochista russa, avvelenata con la figlia nei giorni scorsi a Londra, sembra uscita dalla fantasia di Ian Fleming, l'autore della fortunata serie di spionaggio, "007" (James Bond).
di Lamberto Colla Parma 18 marzo 2018 -
Dalla location, Londra, all'arma utilizzata, un agente Nervino, sembrano elementi scelti ad arte per attrarre l'interesse mediatico e orientare la presunta colpevolezza verso la Russia, tornata prepotentemente e inspiegabilmente alla ribalta come nazione nemica dell'occidente.
Così, USA e ovviamente Francia e Germania si schierano a favore di Sua Maestà la Regina Elisabetta sottolineando come "L'attacco del 4 marzo è il primo caso di uso offensivo di un agente nervino in Europa dalla seconda guerra mondiale, ed è un attacco alla sovranità del Regno Unito".
La prima cosa che salta all'occhio è la stranezza dell'arma utilizzata, per il cui impiego occorre la mano di personale altamente qualificato. Il secondo fatto strano è che Il micidiale agente "nervino", nonostante la letale tossicità non sia riuscito nell'intento di uccidere l'ex agente KGB Sergei Skipral e la figlia Yulia, nella cui valigia sembra fosse stata nascosta la sostanza velenosa. Infine lascia perplessi che Russia abbia voluto lasciare una traccia così evidente del suo coinvolgimento.
Ma altrettanto incredibile sarebbe credere in una così goffa messa in scena da parte di qualche servizio occidentale allo scopo di mantenere accesa l'ostilità verso Putin, prossimo a essere rieletto.
Tutta una serie di elementi che fanno propendere per la posizione sostenuta dallo scrittore e attivista politico Eduard Limonov in un'intervista all'ANSA nella quale sottolinea che "Il caso Skripal è una messa in scena. La Russia non avrebbe avuto nessun tornaconto ad ammazzarlo, anzi: se fosse stato davvero pericoloso, non lo avrebbero liberato per poi tentare di ammazzarlo. Col nervino si muore in pochi minuti mentre lui invece è ancora vivo".
Comunque sia, il caso Skipral sta andando rovinosamente verso incomprensibili rotture diplomatiche, le ultime che dovrebbero interrompersi, anche in caso di conflitto.
Il fattore prudenza che avrebbe dovuto governare il caso sin dall'inizio, attivando ad esempio i corridoi diplomatici, non sia stato minimamente preso in considerazione, lasciando invece il campo alla comunicazione più avventata e orientata.
Al contrario invece, ecco che già a pochi giorni dal fatto avvenuto, emergere con sicurezza il coinvolgimento del "nemico" dell'occidente (La Russia non era più nella lista nera dal 1991) e senza rilasciare alcun documento che accerti la responsabilità russa, come ad esempio il tipo di agente nervino utilizzato e trovato sulla scena del crimine, il Regno Unito arriva addirittura a espellere 23 diplomatici. Una mossa che determinerà una reazione di pari violenza facendo arretrare il tempo all'epoca della cortina di ferro.
Nel frattempo il caso si sta ulteriormente allargando. Boris Berezovski, oligarca russo anti Putin, riparato da diversi anni in Gran Bretagna, è stato trovato morto nel suo appartamento lo scorso lunedi. Una coincidenza inquietante, seppure parrebbe di non doversi escludere l'ipotesi del suicidio per depressione, problemi economici e problemi cardiaci. Forse sarà così, ma certe coincidenze qualche dubbio lo pongono.
In conclusione, lo scacchiere internazionale rimane a altissima tensione. Mentre sembra raffreddarsi il fronte Coreano, quelli medio orientale e europeo, al contrario, trovano sempre nuovo carburante per essere alimentati.
Una domanda sorge spontanea: "a chi giova tutto ciò?" Non certamente all'Europa e alla sua unità sempre più lontana.
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4 marzo 2018 - il ritorno delle comiche. Dal tagliando antifrode che "frega" Bersani alle code ai CAF di gente che chiede il modulo per fare richiesta del reddito di cittadinanza.
di Lamberto Colla Parma 11 marzo 2018 -
Non sembra proprio che tutto abbia girato secondo copione. Da una legge elettorale (Rosatellum, dal nome dell'On Rosato - PD) che avrebbe dovuto mettere fuori uso il M5S e invece lascia fuori il partito di Governo, al tagliando antifrode che mette fuori il voto di Bersani, alla composizione del Parlamento che non consente a nessuno di governare con una certa stabilità salvo rimangiarsi gli slogan della campagna elettorale.
In attesa delle decisioni di Sergio Mattarella guardiamo il lato comico di questa tornata elettorale.
Due sono le immagini che rimarranno nella memoria a ricordare le elezioni 2018: l'attivista "Femen" che salta sull'urna a seno nudo mentre Berlusconi sta votando e la foto di rito di Pierluigi Bersani mentre infila la scheda elettorale nell'urna con il tagliando antifrode ancora ben in vista e saldamente attaccato alla scheda. Un voto in meno a sé stesso che comunque non avrebbe cambiato il volto della sconfitta personale. La "tenera" figuraccia di cui è stato vittima l'ex segretario PD non è rimasta isolata ma altri illustri colleghi sono stati colti dalla mala sorte.
Alessandro Di Battista, l'uomo immagine dei grillini, quello che si è fatto tutte le piazze a sostenere Di Maio, si è invece presentato al seggio sbagliato, dimenticando la circostanza di aver cambiato residenza qualche mese prima. Le immagini ritraggono un "Dibba" piuttosto imbarazzato mentre gli addetti al seggio cercano invano il suo nominativo nella lista degli aventi di ritto.
Molto meno grave, ma pur sempre imbarazzante, l'episodio capitato all'ex Presidente del senato Pietro Grasso, ripreso dalle telecamere mentre abbandona il seggio senza aver ritirato la carta di identità.
Ma la ciliegina sulle torta elettorale è stata messa da Bari e dintorni, una volta usciti i dati ufficiali che hanno visto stravincere il M5S al Sud. Centinaia di persone si sono presentate ai CAF e a 'Porta Futuro', il centro servizi per l'occupazione di Bari, a reclamare i moduli per fare richiesta del reddito di cittadinanza.
Quello che, a così poche ore dalle elezioni, poteva sembrare solo l'opera di qualche buontempone o una fake news confezionata ad opera d'arte dagli avversari sconfitti, è invece risultata una notizia vera, diramata dal sindaco Giovinazzi (Bari) e diffusa anche dall'agenzia ANSA .
Come direbbe la Sora Lella: "Annamo bene, propio bene!"
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(per restare informati - editoriali)
(Foto Tempi moderni credit: Di movie studio - ebay, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29131104 )
(Video votazione Bersani: https://youtu.be/oEYEz0fkwZs )
(Video votazione Di battista: http://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13315027/alessandro-di-battista-sbaglia-seggio-cambio-residenza-umiliazione-da-andarsi-a-nascondere.html
Aggiornamenti: Coalizioni e partiti - dati scrutinati definitivi del 5 marzo 2018. I Seggi assegnati.
Fonte Prefettura - http://elezioni.interno.gov.it/camera/votanti/20180304/votantiCI08000
Foto Presidenza della Repubblica - Giuramento del Presidente Sergio Mattarella
Luigi di Maio e Matteo Salvini, col contributo attivo di Matteo Renzi, hanno, forse definitivamente, messo il coperchio sulla seconda repubblica, aprendo quindi la strada a una nuova e fresca stagione della politica italiana.
Di LGC Parma 5 marzo 2018 - Evviva i populisti! L'Europa adesso si affida a Mattarella perché scongiuri un Governo a trazione M5S o Lega, i due principali partiti "populisti" che, insieme a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, vogliono riscrivere i rapporti con l'UE e, a loro modo, impostare una politica sociale nazionale.
Una preoccupazione non da poco per Junker & C., posto che quanto è uscito dalle urne italiane è di gran lunga l'ondata "populista" che sia uscita dalle elezioni Europee del 2017. Di Maio, Salvini e Meloni, dall'alto del loro 55%, avrebbero i numeri per portare in approvazione tutte le modifiche strutturali utili al nostro Paese sarebbero una spina nel fianco degli Uemanoidi che hanno preso in ostaggio l'UE facendola diventare qualcosa di molto diverso dalle intenzioni dei padri fondatori.
Tornando all'attualità, invece, toccherà al compassato Presidente della Repubblica trovare la quadra per riuscire a comporre un Governo capace di portare avanti una maggioranza per lungo tempo senza scontentare le volontà degli italiani e dei partiti che li rappresentano.
Non potrà escludere il M5S, come vorrebbero gli euroburocrati, perché il movimento a guida Di Maio è diventato abbondantemente la formazione politica più rappresentativa con ben 13 punti percentuali di distacco sul secondo partito (PD 19%). Ma non potrà escludere il Centro Destra che, dall'alto del suo 37% e per di più a trazione Lega, è il plotone di parlamentari più corposo e perciò necessita di molti meno seggi per raggiungere un maggioranza di governo.
Purtroppo, al di là della pura matematica, ben difficile che M5S e Centro Destra possano trovare una intesa e altrettanto difficile che la Lega possa uscire dalla coalizione per appoggiare l'invenzione, rivista e corretta, di Grillo e Casaleggio. Ecco quindi che, nonostante la batosta, il PD potrà diventare l'ago della bilancia, potendo contare su molteplici punti di comunione sia con il centro destra e sia con il Movimento 5 Stelle.
Una posizione che in prospettiva potrebbe rilanciare il PD renziano, che andrà allo scontro finale con le opposizioni interne al prossimo congresso, trovando per di più lo spunto per un suo processo di rinnovamento.
Staremo quindi a vedere quale soluzione troverà il Presidente Sergio Mattarella. Se deciderà, come è altamente probabile, di andare alla elezione delle due alte cariche dello stato, i presidenti di Camera e Senato, verificando in questa circostanza quali forze saranno più propense per comporre il nuovo esecutivo e da lì, dando un mandato esplorativo al Presidente del Senato, tirar fuori dal cilindro un Governo che, finalmente, rimetta in carreggiata il Paese dando vita alla Terza Repubblica.
Aggiornamenti: Coalizioni e partiti - dati scrutinati ore 20,30 del 5 marzo 2018.
Fonte Prefettura - http://elezioni.interno.gov.it/camera/votanti/20180304/votantiCI08000
Foto Presidenza della Repubblica - Giuramento del Presidente Sergio Mattarella
Ma le sorprese non son finite. Quando si assegneranno i seggi residuali, molto probabilmente, Lega e M5S, verranno ulteriormente premiati. Ma la finanza stanga il titolo Mediaset.
Di Lamberto Colla Parma, 5 marzo 2018 - Sin dalle prime intenzioni di voto l'orientamento degli elettori è stato chiaro. Nonostante le dovute cautele, soprattutto in ragione delle nuove modalità di voto, l'orientamento era chiaro. Chiara la soglia del 30% del M5S, chiaro che la Lega avrebbe conteso sino all'ultimo il primato nella coalizione del centro destra, chiaro che il PD avrebbe chiuso non tanto sopra alla soglia di "sopravvivenza" del 20%.
Col passare del tempo ecco che si consolidano le posizioni: M5S al 31,7%, Lega al 18,09%, FI 13,88% PD 19,08% e LeU che dimezza le aspettative fermandosi al 3,36% (dati aggiornati alle 8,45).
L'endorsement dell'UE a favore di Berlusconi ha avuto l'effetto contrario, favorendo la Lega all'interno della coalizione e il M5S a livello nazionale.
Insomma l'appoggio UE ha favorito le forze, impropriamente etichettate, populiste. Speriamo che da oggi vengano etichettate come forze del popolo, i movimenti che meglio hanno interpretato le volontà, le speranze, della maggioranza degli italiani.
Una cosa poco gradita alla finanza internazionale che fa aprire la borsa italiana con un -2% e il titolo Mediaset a -4,5%
Il presidente Sergio Mattarella dovrà fare i conti, come accadde a Scalfaro nel '92, con la "scomparsa" del partito che lo aveva eletto. Ieri era la DC oggi è il PD. E qui staremo a vedere come si combineranno i voti per l'elezione dei Presidenti della Camera e del senato.
Ma le sorprese non sono finite. Quando si andranno a assegnare i seggi persi dai tanti "partiti" che non hanno raggiunto la soglia utile, allora molto probabilmente vedremo avvantaggiarsi il Centro Destra sopra a tutti, in particolare la Lega, e a seguire il Movimento 5 Stelle.
(in grafica le coalizioni alle ore 6,00)