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Sacchi abbandonati, batterie esauste e rifiuti domestici: la Polizia locale di Busseto individua altri due “furbetti” dei rifiuti. Il Comandante Massimiliano Deleo: “Il sistema di videosorvegliana prezioso per le indagini”.

Busseto, 26 aprile 2019

Non si ferma l’attività di accertamento in materia di tutela ambientale in ambito urbano svolta dalla Polizia Locale del Comune di Busseto. A distanza di poco tempo dai precedenti ed importanti episodi, legati ad ingenti abbandoni di rifiuti, si sono verificati altri due casi nei pressi della discarica comunale mentre la stessa era chiusa al pubblico. Nel primo caso i cittadini hanno segnalato agli agenti la presenza di due sacchi abbandonati e di alcune batterie per autovettura esauste, vicino all’ingresso del centro di raccolta di Via Ricordi; nel secondo caso un soggetto a bordo di un ciclomotore ha lasciato i propri rifiuti urbani all’ingresso dell’isola ecologica, che al momento era chiusa.

Gli operatori del Comando bussetano hanno, quindi, dato avvio alle relative indagini per entrambi i casi utilizzando tutte le risorse a propria disposizione, sia tecnologiche che di intuito investigativo, hanno reperito numerose testimonianze e, infine, hanno effettuato in prima persona la cernita e l’analisi manuale di ogni singolo rifiuto recuperato. Si è, quindi, riusciti ad individuare i due responsabili, entrambi della zona, che, invitati a fornire le proprie argomentazioni in merito all’accaduto, non sono stati in grado di giustificare la presenza dei rifiuti sopra descritti e, di conseguenza, hanno dovuto farsi carico di ogni responsabilità ed addebito oltre che del regolare smaltimento del materiale. “Fondamentale, per lo svolgimento degli accertamenti, il sistema di videosorveglianza che ha permesso di ricostruire i movimenti dei due trasgressori all’interno del territorio comunale. Sono, ormai, numerosi i casi risolti da parte del personale del Comando Associato di Polizia Locale dei Comuni di Busseto, Roccabianca e Soragna a dimostrazione che questo malcostume è sempre più diffuso ma anche che i nostri agenti sono sempre più preparati ed attenti in merito all’individuazione dei responsabili”, ha affermato il Comandante Deleo. Da parte della Polizia Locale e dell’assessore Elisa Guareschi sono arrivati i ringraziamenti alla cittadinanza per le segnalazioni dei casi di abbandono di rifiuto: “Grazie all’importante apporto delle testimonianza dei cittadini - commenta l’Assessore - i nostri agenti sono riusciti a risalire agli incivili che hanno abbandonato i rifiuti. Mi auguro che queste azioni di cittadinanza attiva siano sempre più frequenti e che tutti i bussetani diventino sempre più sensibili alla questione ambientale e alla lotta all’abbandono dei rifiuti. È frustrante doversi occupare continuamente dell’inciviltà delle persone in spregio ad ogni basilare norma di buonsenso”. La Polizia Locale è disponibile per segnalazioni, informazioni o richieste di intervento al numero 329.9056187 dalle 07.30 alle 19.00.

 

Abbiamo avuto il piacere di essere accolti, per una breve intervista, da Azzurra Ammirati, che dall’11 settembre 2018 é il Capitano della compagnia dei Carabinieri di Parma.

Intervista e foto a cura di Francesca Bocchia, articolo a cura di Sara Bondani

Parma -

Poco più che trentenne, di origini campane, il Capitano della compagnia dei Carabinieri di Parma, Azzurra Ammiratiri, ricopre un incarico che nella nostra città non era mai stato assegnato, prima d’ora, ad una donna.

“Ho accolto subito con gioia l’idea di venire a Parma. Mi era già capitato di visitarla e apprezzarla da turista, avendo frequentato la vicina Accademia di Modena. Ne conoscevo quindi le eccellenze gastronomiche e architettoniche e sono stata felice di trasferirmi.”

Così inizia il racconto durante l’intervista.

Sono passati quasi sette mesi dal suo insediamento, vuole dirci la sua impressione sulla città e raccontarci com’é stata accolta?

“Ho notato un forte spirito di aggregazione sia in ambito sociale che di volontariato in termini di iniziative, non solo legate a Parma 2020. É una città molto attiva, con cittadini molto presenti e attenti a ciò che succede. Posso dire di aver avuto una splendida accoglienza sia da parte della cittadinanza che delle Istituzioni.”

Una domanda che le avranno fatto tutti, ma ci perdonerà, non si può non fare. Cosa vuole dire essere una giovane donna e ricoprire un ruolo così prestigioso come quello di Capitano della compagnia dei Carabinieri al comando di una squadra di uomini?

“Avere una donna che vesta la divisa dei Carabinieri come comandante di Compagnia é sicuramente una cosa nuova per Parma ma, grazie alla squadra di Carabinieri che ho trovato, é stato facile inserirmi. Si collabora, ognuno con le proprie peculiarità per dare il proprio meglio al servizio dei cittadini, senza distinzioni di genere.”

Com’è iniziata la sua avventura nell’Arma?

“E’ successo per caso, durante l’ultimo anno di Liceo. Stavo partecipando nella mia città, - Napoli - alle giornate di Orientamento per scegliere il percorso di studi da intraprendere dopo il diploma e sono rimasta colpita da una donna in divisa. Ho conosciuto così la realtà dell’Accademia Militare di Modena. Da subito, ho avuto pieno sostegno da parte della mia famiglia. Il percorso per entrare in Accademia é molto impegnativo. Vi era una selezione serrata: 8mila persone per 50 posti. Il concorso pubblico per potervi accedere é durato quasi un anno, fra esami, prove fisiche e test psicoattitudinali, svolti mentre ancora mi preparavo per sostenere l’esame di maturità. Ero ricca di entusiasmo e così ho iniziato il mio percorso nell’Arma, frequentando i due anni a Modena e poi i successivi tre a Roma, laureandomi in Giurisprudenza."

Ci racconti alcune tappe della sua carriera.

“Il primo incarico é stato quello di Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile a Montecatini, in Toscana, a soli 24 anni. Una bellissima prima esperienza, con colleghi a cui sono ancora molto legata. Data la giovane età, ho iniziato con molta umiltà, cercando di guadagnarmi il rispetto sul campo. E - ci tiene a fare un inciso ndr - il rispetto per il grado é qualcosa che si ha sempre, essendo noi un’istituzione militare, invece il rispetto per la persona bisogna guadagnarselo, giorno dopo giorno. Da lì mi é stato conferito il compito più alto che un Carabiniere possa avere, ovvero essere nominata Alfiere della Bandiera di Guerra dell’Arma presso la Scuola Allievi Carabinieri di Roma, dove io stessa ero stata allieva. Due anni bellissimi, trascorsi fra cerimonie sia per il Papa che per il presidente della Repubblica. Successivamente ho avuto la mia prima Compagnia ad Ortisei, provincia di Bolzano, dove mi sono trovata da subito molto bene.”

Qual’é il trucco per riuscire a farsi sempre ben volere?

“Il trucco é comandare i miei uomini con il sorriso. Cerco sempre di essere attenta a cogliere le emozioni altrui e offro sempre loro, se serve, una parola d’aiuto.”

Il suo essere donna l’agevola nell’essere più sensibile?

“Spesso la divisa, nonostante dia sicurezza, può essere avvertita come una barriera dalle persone in difficoltà. Essere empatici e capire i traumi che stanno vivendo, serve per essere loro d’aiuto e dar conforto e sostegno. Siamo una realtà capillare sul territorio e soprattutto nei piccoli centri, grazie alla figura del Maresciallo, riusciamo ad essere un punto di riferimento per la cittadinanza. Su Parma vi sono 12 stazioni che coprono tutto il territorio parmense ed é molto importante che le persone trovino conforto nell’Arma. Non ne faccio una questione di genere. Non si tratta di essere uomini o donne. Devo dire che riscontro lo stesso atteggiamento sensibile anche nei miei Carabinieri uomini. Quando trattano con persone in difficoltà, sono sempre molto attenti nel rapportarsi con le vittime.”

Per concludere, un suo sogno nel cassetto?

“Che non si parli più di ruoli facendone un distinguo di genere. Non esistono ruoli solo per le donne o ruoli solo per gli uomini. Ad oggi, vi é una donna arruolata ogni 800 uomini e siamo presenti nell’Arma appena dal 2000, ma é un sistema che funziona per meritocrazia e l’addestramento é identico. Seppur con parametri diversi nei risultati fisici, ci si addestra tutti insieme e non ci sono differenze di incarichi. L’unica cosa importante sono il rispetto e la fiducia reciproca, come in ogni lavoro.
Io sono la prima della famiglia ad avere intrapreso la carriera militare e credo che il messaggio che debba arrivare alle nuove generazioni, - e di cui mi faccio portavoce nelle scuole -, sia che ogni giovane - che sia esso ragazza o ragazzo - possa diventare tutto ciò che sogna.”

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Pubblicato in Cronaca Parma
Martedì, 23 Aprile 2019 15:41

Accoltellata donna di 36 anni

Rimangono gravi, le condizioni della donna di 36 anni accoltellata stamattina dal fratello. La donna, R.F., italiana, è stata portata d’urgenza al PS dell’Ospedale Civile di Baggiovara dove è stata stabilizzata e successivamente operata d’urgenza. La paziente – che presentava numerose ferite da arma taglio al petto, alla schiena e al collo – è ora ricoverata in terapia Intensiva in prognosi riservata. 

L'episodio é avvenuto questa mattina, intorno alle 9.30, nella frazione di Villanova di Modena, in via Bolognese. I Carabinieri hanno fermato il fratello con l'accusa di tentato omicidio.

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I Finanzieri di Parma e tutte le Fiamme Gialle piangono la scomparsa del Tenente Colonnello Luigi Petese, prematuramente deceduto a causa di una grave malattia.

L’ufficiale, 42 anni, era nato nel 1977 a Mesagne, nella provincia di Brindisi. Arruolatosi nel Corpo nel 1996, dopo il corso di formazione presso l’Accademia di Bergamo aveva comandato, come primo incarico negli anni compresi tra il 2003 ed il 2005, l’allora Tenenza di Sassuolo; aveva poi ricoperto prestigiosi incarichi presso il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Milano ed il Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma.

Dall’estate 2015 comandava il Gruppo Tutela Economia del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Parma: nella città ducale si era distinto per avere condotto con successo - alla guida dei suoi uomini - importantissime operazioni di polizia giudiziaria.

Aveva inoltre partecipato alla redazione di diverse ed importanti pubblicazioni in materia fiscale.

I colleghi, così tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo, lo ricordano - in particolare - per le incredibili doti umane, la generosità e l’atteggiamento costantemente positivo, oltre che per le rare e ragguardevoli qualità professionali.

Era inoltre un appassionato sportivo, tanto da avere affrontato - con ottimi risultati - innumerevoli maratone così come la temibile “100 chilometri del Passatore”.

Lascia la moglie, signora Sara, e i due figli, Tommaso e Diego, rispettivamente di 5 e 2 anni.

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Social inondati da finte promesse per “fortunati” utenti con falsi buoni Decathlon. Lo “Sportello dei Diritti”: diffidate, non cliccate e non fornite dati personali, sono solo frodi. L’allerta anche su “Commissariato di PS On Line” della Polizia Postale.

23 aprile 2019

Ritorna ciclico, o meglio non si ferma mai uno dei must delle truffe online: i falsi buoni “Decathlon” di prezzo variabile che circolano su tutti i social network. Lo ripetiamo noi dello “Sportello dei Diritti” da anni ormai, e nonostante ciò, sembra che ci siano migliaia di utenti della rete che continuano a cascarci. Lo ribadisce anche la Polizia Postale che con l’ennesimo post con tanto di screenshot del tipico messaggio-truffa sulla pagina FacebookCommissariato di PS On Line – Italia” ci ricorda di prestare la massima attenzione: “truffa Facciamo attenzione alle molte pagine sui social che contengono post sponsorizzati non riconducibili a Decathlon.

L'unica finalità è quella di mettere le mani sui dati personali di inconsapevoli utenti. Nel dubbio è sempre meglio accertarsi attraverso i siti ufficiali dei brand”.

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Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il modo migliore per difendersi, è quello di diffidare sempre da questo tipo di false promesse che per quanto allettanti sono sempre fasulle perché nessuno regala niente per niente. È sufficiente, quindi, non dare retta, non cliccarci mai sopra e non fornire mai dati personali.

Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

 

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Martedì, 23 Aprile 2019 14:33

Crollato un tratto stradale nel Bolognese

I Carabinieri della Stazione di Marzabotto e Vado, sull'Appennino Bolognese, stanno monitorando un tratto stradale della Provinciale “325 – Val di Setta” che ieri pomeriggio è stato interessato da un crollo della parete rocciosa sul Torrente Setta, all’altezza del km 13 di Gardeletta, una frazione del Comune di Monzuno.

Nessuna persona è rimasta ferita perché il tratto stradale era stato chiuso al traffico dalle autorità competenti un paio di settimane fa, a causa di un improvviso smottamento del terreno. I Carabinieri della Stazione di Marzabotto e Vado stanno continuando a monitorare l’area per questioni di sicurezza perché ulteriori crolli rocciosi potrebbero ostruire il normale flusso del Torrente.

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Durante un normale servizio di controllo del territorio, sabato scorso, è giunta una chiamata al 113 da parte di una giovane ragazza vittima di atti persecutori da parte di uomo che si trovava sotto casa sua.

Una pantera della squadra volante è intervenuta in pochi attimi ed l’ha individuato: un tunisino 38enne, completamente privo di documenti. Il soggetto è risultato essere clandestino, già espulso dal territorio nazionale nel 2008, anche a seguito di una condanna per resistenza a pubblico ufficiale e false attestazioni.

Le attività d’indagine hanno permesso di ricostruire la vicenda e circoscrivere tutte le molestie ricevute dalla giovane donna. L’ossessione dell’uomo per la giovane era in una fase avanzata, che sarebbe potuta degenerare anche in atti violenti. Il suo comportamento aveva determinato nella ragazza un grave stato d’ansia e di paura, tanto da non permetterle più di seguire le proprie abitudini, in altre parole di poter essere libera di vivere la propria vita.

Alla luce dei fatti che si sono evidenziati, il tunisino è stato tratto in arresto in flagranza per il reato di atti persecutori e collocato presso la locale casa circondariale a disposizione del Pubblico Ministero.

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Il Grandemilia vicino alla Pediatria del Policlinico di Modena: per tutto il 2019 saranno raccolti fondi nelle diverse iniziative pubbliche svolte al Centro Commerciale.

Modena -

Grandemilia for Children: Insieme per i bambini del Policlinico di Modena. Questo lo slogan che a partire da sabato 20 aprile sarà esposto nella Galleria del Centro Commerciale Grandemilia (via Emilia Ovest 1480 a Modena) per indicare la raccolta fondi che la Galleria ha deciso di iniziare a favore della Pediatria del Policlinico, diretta dal prof. Lorenzo Iughetti. Il sabato di Pasqua verranno regalate 5.000 uova di cioccolato ai bambini che si recheranno a Grandemilia. Da quel giorno alcune urne con il logo della campagna saranno presenti nella Galleria e consentiranno di donare al Policlinico sino al 31 dicembre. La cifra raccolta sarà poi consegnata all'Azienda Ospedaliero – Universitaria a favore della Pediatria.

L'iniziativa ha avuto una sua gradita anticipazione ieri mattina, mercoledì 17 aprile quando Elia, la mascotte di Grandemilia ha portato uova di cioccolato in Pediatria e Oncoematologia Pediatrica. Elia è stato accolto da una rappresentanza di medici e infermieri del reparto, guidati dal prof. Lorenzo Iughetti e dal coordinatore infermieristico Francesco Allegretti. Con loro le maestre dello Spazio Scuola Caterina Mandelli e Marisa Sverberi, e di Spazio Incontro Ivana Carri e Francesca Prampolini. Elia è ospite fisso durante le festività natalizie al Policlinico, sempre pronto a portare un sorriso ai bambini ricoverati. Oggi il suo impegno marca l'inizio di un percorso ancora più forte di collaborazione.

Grandemilia for children è una raccolta fondi che andrà avanti per tutto il 2019. In occasione degli eventi che Grandemilia dedica ai più piccoli, in galleria saranno presenti urne per raccogliere donazioni che saranno interamente devolute all'U.O. Pediatria e Pediatria ad indirizzo Oncoematologico del Policlinico di Modena.

Nel 2018 questi reparti hanno garantito assistenza di emergenza a circa 20mila bambini del territorio e oltre 400 ricoveri e 4mila prestazioni ambulatoriali in ambito oncologico, consolidando inoltre molte attività specialistiche (endocrinologia, diabetologia, nefrologia), con un'attenzione particolare anche alle malattie rare per le quali è stato istituito un ambulatorio in grado di garantire un adeguato approccio multidiscplinare a bambini con bisogni speciali.

Con la raccolta fondi a sostegno delle attività dell'U.O. Pediatria, Grandemilia si pone l'obiettivo di rimarcare il proprio supporto agli Enti del territorio modenese.

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Villa Levi a Reggio Emilia, una delle più affascinanti dimore storiche seicentesche della regione, a rischio crollo e abbandono: la denuncia di Gabriele Arlotti.

Reggio Emilia -

Sette milioni, presunti, di valore abbandonati a se stessi. Ma, soprattutto, uno dei beni immobiliari, storici e affettivi dei reggiani. Infiltrata d’acqua e muffe, vittima dei ladri, abbandonata al suo destino è una delle più affascinanti dimore storiche seicentesche della regione
E’ Villa Levi che nel Settecento sarebbe passata proprio alla storica famiglia ebrea di cui porta ancora il nome. Una villa che comprende i due fabbricati annessi (Guado e Augusta), terreni per 20 ettari, l’oratorio Besenzi del 1840, ma che soprattutto ha un meraviglioso corpo centrale neoclassico e le dipendenze attorno.

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Ieri, 17 aprile, sono andati via per sempre i pochi tecnici di laboratorio rimasti, con rientro all’Università di Bologna.

Villa Levi ha ospitato per quasi mezzo secolo il Corso di Laurea in Scienze della Produzione Animale (il triennio applicativo finale).
Nel 1968, in piena contestazione studentesca, i presidi delle facoltà di Veterinaria e di Agraria dell'Università di Bologna, fondarono per la prima volta in Italia il corso di Laurea di Scienze della Produzione Animale, collocando il biennio propedeutico a Bologna e quello applicativo a Reggio Emilia, con sede a Villa Levi-Coviolo. Nel 1970 la Villa venne acquista, con firme dei professori Zucchi e Zambonelli, dall’ultimo proprietario del tempo, l’avvocato Pelosi. 

All'inizio, tutte le attività reggiane di Scienze della Produzione Animale si svolsero per diversi anni in una sede provvisoria, successivamente all’acquisto, operato dall'Università di Bologna con anche un contributo della Cassa di Risparmio di Reggio, si trasferirono qui definitivamente nel maggio del 1978 con il restauro fatto dall’Università di Bologna con contributi per la gestione degli enti locali reggiani Camera di Commercio, Provincia, Comune di Reggio Emilia.
Da allora fino all'aprile del 2011 in cui venne chiusa definitivamente, (per trasferire tutte le attività presso la sede di Bologna) ha laureato oltre 1500 professionisti. 

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Negli ultimi anni però è stata completamente trascurata per motivi economici dall'Università di Bologna, “fino a renderla a quasi un rottame”- commenta un ex docente, come dimostrano le diverse foto. Acqua infiltrata nei tetti, grondaie in rame rubate e sostituite con quelle in plastica, alberi monumentali caduti nel meraviglioso parco accanto.
“lo spreco di danaro pubblico equivale a un furto aggravato, perché trattasi di quattrini degli italiani. La morte di Villa Levi non é un danno economico solo per Coviolo, ma per tutta l'Università italiana”.

Perché Villa Levi venne abbandonata? “Ai primi anni Duemila a Reggio Emilia c’erano 3 facoltà di agraria oltre a questa di Produzione Animale di Bologna, con Modena e Parma. Nel mentre a Reggio Emilia era iniziata già a fine anni Novanta la battaglia per essere sede di Università e non solo distaccamento. Creata la nuova Università di Unimore risultava superfluo mantenere a Reggio un distaccamento di Bologna”. 
Nel 2011 a Villa Levi cessarono funzioni didattiche, col rientro di ricercatori, insegnanti e studenti a Bologna, che, qui a Coviolo, erano svolti negli istituti di allevamenti zootecnici, di zooeconomia, microbiologia e industrie agrarie, istituto di produzione foraggere e di edilizia zootecnica. Qui sono nate, oltre a numerose analisi economiche, alcune tra le più grandi scoperte scientifiche del tempo, ad esempio, su Parmigiano Reggiano e suinicoltura.
Inutilmente, per 7 milioni di euro, l’Università di Bologna ha cercato di vendere questo luogo che è protetto da vincolo della Soprintendenza.


Gabriele Arlotti

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I cuscini sono confezionati da donne per altre donne e rappresentano un ausilio nel percorso di cura oltre che un segno di vicinanza.

A distanza di tre anni dal primo, è stato donato nei giorni scorsi il 500mo cuscino di stoffa a una paziente del reparto di Chirurgia senologica del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia da parte dei volontari di Senonaltro, l’associazione nata per sostenere le donne operate di tumore mammario.

I cuscini, che hanno la forma ergonomica di un cuore, sono pensati per alleviare il fastidio della posizione orizzontale e favorire il riposo nelle donne che hanno subito lo svuotamento del cavo ascellare nel corso di un intervento di rimozione del tumore.

Cuori sottobraccio è un’iniziativa che Senonaltro porta avanti dalla primavera del 2016 avendo mutuato analoghe esperienze italiane ed europee.

I cuori, rivestiti di allegra stoffa colorata, sono confezionati da donne nella piena condivisione della mission dell’associazione e sono consegnati alle pazienti dalle stesse volontarie in un momento di incontro che stimola un sentimento di solidarietà e vicinanza.

Alla consegna del cuscino, avvenuta al CORE, erano presenti il direttore della struttura Guglielmo Ferrari e i volontari e le volontarie di Senonaltro.

Il progetto è stato recentemente esteso alle pazienti operate all’Ospedale Magati di Scandiano e interesserà a breve anche l’Ospedale di Guastalla.

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Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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