Alcune foto di come si presenta la situazione oggi, dopo che ieri pomeriggio un fulmine ha colpito la ciminiera del Parco Ex Eridania creando molta paura fra i presenti.
Erano le 18.30 circa, a causa del violento temporale, una parte della muratura si è staccata facendo cadere i mattoni per oltre 50 metri di altezza. Per fortuna non ci sono stati feriti, nonostante fosse in atto uno spettacolo all’interno dell’auditorium, ma alcuni danni alle auto nel parcheggio retrostante.
Foto di Francesca Bocchia
In occasione della Festa Matildica, è stata riaperta alla comunità la pieve, restaurata dopo i danni subiti durante il sisma del 2012. L’intervento è stato finanziato dalla Regione Emilia Romagna per 1 milione e 132 mila euro. Per l’occasione, anche un annullo filatelico.
Di Manuela Fiorini – foto Claudio Vincenzi
SORBARA (Bomporto -MO) – Una giornata importante, quella di domenica 8 settembre, per la comunità sorbarese: è infatti tornata fruibile l’antica pieve matildica della Chiesa Parrocchiale di Sant’Agata, “sbarrata” dopo i danni subiti durante il sisma del 2012.
Alla presenza dell’assessore della Ricostruzione post sisma Palma Costi, del sindaco di Bomporto Angelo Giovannini, dell’arcivescovo di Modena-Nonantola Erio Castellucci, che ha celebrato la messa inaugurale, e del parroco Don Filippo Guaraldi, i sorbaresi hanno potuto di nuovo entrare nella loro amata chiese e rimanere letteralmente a bocca aperta per la bellezza e lo splendore del suo interno.
Gli interventi di ricostruzione e miglioramento sismico sono stati finanziati con oltre 1 milione e 132 mila euro, stanziati dalla Regione Emilia Romagna con i fondi del Commissario delegato alla ricostruzione Stefano Bonaccini.
I lavori, iniziati nel gennaio 2018, hanno riguardato la riparazione degli elementi architettonici danneggiati dal terremoto e il miglioramento del comportamento del fabbricato nei confronti dell’azione sismica. Tra questi, il ripristino e consolidamento della cupola, della lanterna e delle volte il laterizio, mediante fasciatura e rinforzi in fibra di acciaio e la riparazione delle lesioni passanti sulle, pareti, oltre al consolidamento della torre campanaria.
“È sempre una grande soddisfazione poter riconsegnare a una comunità un luogo simbolico” ha commentato l’assessore regionale Palma Costi, “Il ripristino degli antichi luoghi di culto, oltre che importante per la dimensione religiosa, rappresenta anche il segno tangibile della bellezza e dell’identità del territorio ed è quindi necessario, oltre che doveroso, per il pieno ritorno alla normalità delle comunità che hanno subìto il sisma. Oggi la Pieve è fruibile dai cittadini in totale sicurezza e questo rappresenta un ulteriore passo avanti nel quadro della completa ricostruzione degli edifici danneggiati. Una ricostruzione realizzata in stretta collaborazione con la Diocesi e il Ministero dei Beni culturali”.
La pieve matildica di Sorbara è un piccolo gioiello storico, la cui esistenza è attestata già nell’816 d.C in un documento dell’Archivio Capitolare di Modena. Dopo la battaglia del 2 luglio 1084, la chiesa venne distrutta e fatta ricostruire da Matilde di Canossa, che la intitolò a Santa Agnese. La conformazione odierna è invece il risultato di ulteriori interventi realizzati nella seconda metà dell’Ottocento. Spicca il bel campanile del 1884, realizzato ispirandosi alla Ghirlandina, la torre della cattedrale modenese.
L’inaugurazione della pieve è avvenuta nell’ambito della Festa Maldica, durante la quale è stato predisposto anche uno speciale annullo filatelico. Nonostante il tempo non troppo clemente, i sorbaresi e non hanno potuto vivere momenti partecipativi e conviviali, tra l’aperitivo matildico, la tradizionale “pesca” di beneficienza e il “banchetto matildico” nei locali dell’oratorio.
Sospetto caso di Dengue in provincia: attivate le misure di prevenzione a Noceto e Salsomaggiore. Per tre notti interventi di disinfestazione contro la zanzara tigre e non.
Parma -
A partire da ieri notte (tra il 5 e 6 settembre) e nelle due notti successive sono programmati interventi di disinfestazione contro la zanzare tigre e non a Noceto (Pontetaro) e Salsomaggiore per evitare ogni rischio di possibile diffusione del virus Dengue.
Il provvedimento è stato deciso dall’Azienda Usl insieme ai due Comuni, per contrastare un’eventuale diffusione di febbre Dengue, in attesa di conoscere gli esiti degli esami fatti su una residente a Pontetaro (Noceto) che lavora a Salsomaggiore che, di ritorno da un viaggio in centro America, ha manifestato i sintomi di questa malattia. Attualmente le condizioni sanitarie della donna sono buone, non è stato necessario il ricorso al ricovero ospedaliero.
La disinfestazione avviene tramite mezzi dotati di nebulizzatori, che intervengono in strade e giardini in un raggio di 100 metri dall’abitazione (località Pontetaro zona via Mari) e dal luogo di lavoro (zona via Milano a Salsomaggiore) della donna.
Il Dipartimento di sanità pubblica dell'Ausl invita i cittadini, residenti nella zona oggetto di intervento di disinfestazione a tenere questi comportamenti: durante il trattamento, stare al chiuso, senza aprire porte e finestre; se possibile, tenere gli animali domestici al chiuso o comunque proteggerli, così come le cucce, le ciotole del mangiare e dell’acqua; non utilizzare condizionatori o climatizzatori; non stendere la biancheria, né lasciare all’esterno giochi o altri oggetti; per i 3 giorni del trattamento e per il giorno successivo non innaffiare; prima di raccogliere frutta e verdura coltivate nella zona interessata dalla disinfestazione far passare almeno 5 giorni dal termine del trattamento; a disinfestazione finita, pulire con cura mobili, giochi e altri oggetti che sono stati esposti al trattamento. E’ consigliato l’uso di guanti, in caso contrario, lavarsi con cura le mani.
È una malattia febbrile acuta causata dall'infezione da parte d'un virus ad RNA: il virus Dengue ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
Sintomi e diagnosi
Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.
Recuperati dalla Polizia di Stato quattro miniescavatori e due autocarri rubati.
Modena -
Nella serata del 2 settembre scorso, nell’ambito di un servizio di prevenzione e repressione del fenomeno dei furti di mezzi industriali e da cantiere nella bassa modenese, effettuato dalla Polizia Stradale, gli agenti hanno notato sulla Sp 2 in località Ca’ Bianca (Finale Emilia) un autocarro Iveco con un mini escavatore caricato sul cassone.
L’autocarro, giunto a Massa Finalese attraverso strade secondarie alcune sterrate, si è fermato in un’area dove erano presenti alcuni capannoni. Visto l’orario e le modalità del trasporto del mezzo, gli operatori hanno ipotizzato che tale movimento celasse dei fini poco leciti e si sono appostati presso l’accesso dell’area artigianale per osservare quanto accadeva, constatando il transito ripetuto sia di autocarri che trasportavano miniescavatori sia di autovetture che, alternandosi, sorvegliavano la zona.
Nelle prime ore della mattinata un autoarticolato, con targhe straniere bulgare, è entrato nella medesima area artigianale. L'arrivo del mezzo, per di più straniero, viste le piccole attività artigianali presenti nel complesso non ha fatto che aumentare i sospetti degli agenti i quali hanno deciso di intervenire e procedere ad un controllo di tutta la zona.
Sono stati così rinvenuti a bordo dell’autoarticolato con targa bulgara quattro miniescavatori, risultati oggetto di furto, sui quali erano state applicate targhette di identificazioni apocrife per eludere successivi controlli durante il trasporto in Bulgaria e due autocarri Fiat IVECO, anch’essi rubati.
Sono stati anche sequestrati euro 25.835, probabile provento della vendita dei mini escavatori, dei punzoni numerici per alterare i numeri di telaio, rampe da carico in alluminio, nonché 11 targhe di autoveicoli e 2 carte di circolazione, allo stato non oggetto di furto ma in ordine ai quali sono in corso accertamenti.
Sono stati denunciati a piede libero per ricettazione in concorso quattro cittadini italiani, tra i 25 e 53 anni.
Due truffatori hanno guadagnato la fiducia della malcapitata su un sito d’incontri online dove nascevano amori e amicizie e si sono finti rispettivamente segretaria e avvocato conquistando la fiducia della 48enne parmigiana.
In particolare con artifizi e raggiri sono riusciti a richiedere a suo nome prestiti ingenti utilizzando senza alcuna procura i suoi documenti, i dati personali e la firma, facendosi consegnare complessivamente 25.000 euro. La signora parmigiana l'ha scoperto solo a seguito delle continue ingiunzioni di pagamento che riceveva da parte delle società di prestito ove erano state erogate le richieste.
I carabinieri di Parma centro hanno denunciato due italiani per il reato di truffa in concorso, falsità materiale commessa dal privato sostituzione di persona, una ragazza di Cesena e un uomo della provincia di Potenza.
Giorgio Valle, 69 anni, originario di Sondrio, era ricercato da anni e deve scontare 5 anni e 6 mesi in carcere. Nella sua carriera di abile truffatore aveva assunto diversi alias, professioni e nazionalità, mettendo a segno colpi sia in Italia che all’estero. È stato fermato a Formigine, dove viveva da insospettabile.
FORMIGINE –
Banchiere, giornalista, uomo d’affari, con diversi alias, personalità e nazionalità in base alla truffa da mettere in atto. E, naturalmente, abile a fare perdere le proprie tracce, nonostante le diverse condanne e una pena di 5 anni e 6 mesi da scontare in carcere.
Sembra uscita dal film con Leonardo di Caprio “Prova a prendermi”, la carriera criminale di Giorgio Valle, 69 anni, originario di Sondrio, basata su truffe e raggiri. Ma questa volta, a prenderlo ci hanno pensato i Carabinieri di Formigine, che lo hanno rintracciato in una zona inaspettata del Comune in provincia di Modena, dove Valle si era recentemente trasferito, “interpretando” la parte del tranquillo e insospettabile vicino.
A mettere gli uomini dell’Arma sulle sue tracce è stata la segnalazione di un’azienda del comprensorio ceramico, probabile prossimo “bersaglio” del truffatore. Insospettiti da alcuni suoi atteggiamenti poco chiari, si sono rivolti ai Carabinieri, che dopo alcune approfondite indagini e accertamenti, sono riusciti a individuarlo e ad arrestarlo, mettendo così fine alla sua carriera criminale “da film”.
I rappresentanti delle testate hanno infatti scoperto la magia di come, in maniera ancora artigianale, viene realizzato il Parmigiano Reggiano. Hanno visitato Barilla ed il più grande impianto di produzione di pasta al mondo. Hanno scoperto il paesaggio gastronomico dei prosciuttifici di Langhirano e visitato la produzione del Prosciutto di Parma dei Fratelli Galloni. Per finire hanno toccato con mano la trasformazione del pomodoro realizzata da Mutti.
Modena -
La Direzione del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia informa che è stato accertato un caso di Chikungunya in una persona residente a Novellara, recentemente rientrata da un viaggio all’estero in zone tropicali, in un’area in cui il virus è endemico. La persona si è prontamente ripresa ed è già in buone condizioni di salute.
La Chikungunya è una malattia virale trasmessa attraverso la puntura di zanzara tigre ed è caratterizzata da febbre alta, forti dolori muscolari e rash cutaneo.
Ogni anno, visto il grande numero di viaggiatori in aree in cui la malattia è ormai diffusa, si registrano alcuni casi in Italia e anche nella nostra regione, in persone al rientro da viaggi all'estero.
Come previsto dal Piano regionale di sorveglianza e controllo delle malattie che possono essere trasmesse dalla zanzara tigre si interviene con un protocollo per la disinfestazione che ha la finalità di abbattere la popolazione di zanzare presente nell'area dove la persona ha soggiornato al rientro dal viaggio.
Per tale motivo, in collaborazione con il Comune di Novellara, nell’area potenzialmente interessata dalla trasmissione del virus si è provveduto ad eseguire un primo trattamento adulticida che dovrà essere seguito nei prossimi giorni da un ulteriore specifico intervento di disinfestazione larvicida nei confronti delle zanzare, così come previsto dal Piano regionale di sorveglianza.
Si ricorda che la zanzara tigre è l’unico vettore di questa patologia: la Chikungunya non si trasmette direttamente da uomo a uomo, ma solamente attraverso la puntura di una zanzara infetta. Non vi è, al momento, nessun altro caso sospetto e non sussiste alcun allarme sanitario.
Per maggiori informazioni sugli interventi messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna per la protezione nei confronti delle zanzare invasive: www.zanzaratigreonline.it
Protagonista una coppia di cittadini stranieri. L’uomo non era nuovo alle violenze domestiche e la compagna si era munita dello spray urticante che al momento del bisogno ha però spruzzato solo un liquido rossastro che ha fatto imbestialire ancora di più un 50 enne turco. La donna è stata portata prima al Pronto Soccorso, poi in un centro Antiviolenza insieme ai due figli minori.
MODENA –
Aveva acquistato una bomboletta di spray al peperoncino proprio per difendersi dalle violenze domestiche del compagno, un 50 enne di origine turca già noto alle Forze dell’Ordine per aver cercato di darsi fuoco davanti alla Caserma dei Carabinieri, ma al momento “del bisogno”, lo spray non ha funzionato e al posto del liquido urticante ha spruzzato un colorante rosso, che è finito sul viso dell’uomo, facendolo imbestialire ancora di più. Il 50 enne, infatti, ha infierito ulteriormente sulla compagna, una 43 enne originaria dell’Est Europa e madre di due figli piccoli, costringendola a ricorrere alle cure dei sanitari.
Protagonista dell’ennesimo fatto di violenza domestica una coppia che, lunedì attorno alle 20, ha litigato per futili motivi. Ad avere la peggio è stata la donna che, di fronte alla violenza crescente del compagno, ha estratto lo spray al peperoncino, che tuttavia ha fatto “cilecca”. All’arrivo delle Forze dell’Ordine, il 50 enne turco è stato fermato e accompagnato in caserma. La donna, invece, è stata prima medicata al Pronto Soccorso per alcune ferite, per fortuna non gravi, poi è stata accompagnata presso un Centro Antiviolenza insieme ai due figli minori.
Per il compagno è invece scattata la denuncia a piede libero, mentre nei prossimi giorni spetterà all’autorità giudiziaria esprimersi su quali misure adottare nei suoi confronti, alla luce dei nuovi tempi imposti dalla normativa Codice Rosso in contrasto alle violenze domestiche. Sull’uomo infatti grava un precedente importante: all’origine del suo tentativo di darsi fuoco davanti alla caserma dei Carabinieri c’era infatti la protesta per non poter rivedere il figlio dopo un allontanamento dalla compagna.