Da allora la Signora Simonetta ha sempre detto che: “Enzo è stato sequestrato, più che ricoverato”.
Come ormai tutti conosciamo i protocolli voluti dall’allora ministro della Sanità, Roberto Speranza, condizionavano i medici con una palese violazione del codice deontologico.
Se il medico viene condizionato da regole politiche e non scientifiche, non può più svolgere liberamente la sua vera professione creando danno al paziente e di fatto, svilendo la medicina.
Saranno le indagini della Procura di Firenze ad accertare i fatti, soprattutto adesso attraverso l’intervento del Prof. Avv. Carlo Taormina, si è riusciti ad ottenere la prosecuzione delle indagini, anche perché il caso Galli, purtroppo, non è il solo avvenuto in quell’ospedale, c’è anche il caso del Sig. Luciano Pederzoli, per il quale la moglie, Maria Grazia Evangelista sta combattendo e le similitudini tra le due morti sono davvero tante.
E questa sera presso l’Atrio della Sala consiliare di Campi Bisenzio ci sarà l’incontro pubblico dal titolo: “Morire in reparto: Enzo Galli è stato ucciso?”.
Con la dottoressa Barbara Balanzoni, l’Avvocato Cecilia Cusi, in collegamento l’Avvocato Prof. Carlo Taormina, ci sarà Simonetta Filippini che abbiamo raggiunto e ci ha rilasciato questa intervista.
Signora Simonetta finalmente in questa dolorosa vicenda la verità sta emergendo, quali sono le novità per le quali oggi lei ha una nuova speranza?
Come reso noto nelle scorse settimane, la Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, ha rigettato la richiesta di archiviazione proposta dal Pm e ha ordinato di proseguire le indagini per lesioni e omicidio colposo
Si tratta di un risultato importantissimo perché è stato reso possibile, grazie alla lunga attività difensiva promossa dall’avvocato professor Carlo Taormina e dalla dottoressa Barbara Balanzoni che ha firmato la relazione di consulenza tecnica, dopo il decesso di Enzo Galli avvenuto presso l’azienda ospedaliera di Careggi.
Ma vi è di più?
Sì, nelle settimane successive è stato anche accolto l’incidente probatorio. È veramente e ci tengo proprio a sottolinearlo, il primo Grande passo per poter accertare cosa sia veramente accaduto nei lunghi mesi di sofferenza di Enzo.
Ma lei non si è fermata, anzi ha fatto un altro davvero significativo, quanto dolorosissimo passo, cosa ha chiesto?
Sì ho chiesto la riesumazione di Enzo per poter realmente capire a fondo cosa sia accaduto oltre quello già venuto ampliamente fuori dalle cartelle cliniche: danno iatrogeno polmonare da ossigenazione a dosi e tempi scellerati che ha "sfondato" i polmoni portando Enzo alla morte in atroci sofferenze e non si può immaginare quanto straziante e dilaniante sia fare questa richiesta.
Immaginiamo che sia incalcolabile il numero di domande che si pone.
Non c’è momento di una qualsiasi giornata in cui mi pongo ogni tipo di domanda: perché tenere una persona, che potenzialmente era già morta per questo danno iatrogeno, attaccata a un macchinario di ecmo per tre mesi? Perché a pochi giorni dalla morte è stato ulteriormente attaccato alla dialisi? Perché quando ancora in tempo i familiari avevano chiesto cure che in molti casi avevano funzionato sono state totalmente vietate?
Adesso attendiamo solo che la magistratura abbia il coraggio di poter riesumare e andare fino in fondo ed indagare su cosa è accaduto.
Le tante domande della signora Simonetta Filippini sono le stesse domande che migliaia di altri familiari di tanti altri decessi, risultato degli scellerati protocolli firmati dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza, attendono il coraggio delle risposte vere.